Il contenuto di questo corposo fascicolo di 100 pagine è stato prodotto dai bambini delle classi quinte delle scuole primarie di Cavedine e Vezzano nell'anno scolastico 2007/08 per documentare l'attività del progetto “Dal baco al filo di seta”, svolto in stretta collaborazione con Maria Vittoria Zucchelli, referente scientifica del Museo Tridentino di Scienze Naturali, che lo ha promosso
Tutti il materiale qui raccolto era stato pubblicato dai bambini, in una sezione dedicata a questo progetto, sul sito www.icvalledeilaghi.it, poi dismesso.
Le pagine sono state copiate una sotto l’altra, così come loro le avevano impaginate sul sito, togliendo i fine pagina e la barra laterale coi menu. Sono stati riattivati tutti i collegamenti, che loro avevano fatto, tra pagine e tra parole, mentre sono stati tolti quelli a pagine esterne a questa sezione, a fotografie e video non posti in vista.
Alla fine sono stati aggiunti due articoli pubblicati sul diario di classe a commento dell’esperienza.
Nell'ambito del progetto "Si.Val - Educazione all'aperto" promosso dall'ass. culturale Ecomuseo Valle dei Laghi sono stati coinvolti due gruppi costituiti da 11 alunni delle classi terze della SSPG di Vezzano frequentanti il II trimestre di attività opzionali (a.s. 2023-24). Lo svolgimento del progetto è stato articolato in attività laboratoriali, di ricerca e sul territorio, volte alla produzione di materiale informativo, con la presenza e il supporto del naturalista Alessandro Marsilli e della curatrice dell'Archivio della Memoria della Valle dei Laghi Rosetta Margoni.
Per la realizzazione del progetto gli alunni hanno intervistato nonni e conoscenti residenti in valle, hanno raccolto diverse informazioni e le hanno trascritte e riportate a lezione; a supporto delle loro ricerche hanno consultato l'archivio della Memoria della Valle dei Laghi e alcuni testi e hanno potuto visionare e manipolare alcuni utensili di uso quotidiano d'un tempo. Successivamente gli alunni hanno lavorato in gruppo alla rielaborazione delle informazioni raccolte e alla stesura delle "pillole di memoria" con l'aiuto della docente.
In particolare nella scheda "Il bosco e la selvaggina negli anni '50 in Valle dei Laghi" gli alunni hanno riportato le caratteristiche, la frequentazione e l'utilizzo del bosco, in termini di vegetazione e fauna, in valle negli anni '50; hanno inoltre selezionato alcune delle fotografie proposte nel testo.
Nell'ambito del progetto "Si.Val - Educazione all'aperto" promosso dall'ass. culturale Ecomuseo Valle dei Laghi sono stati coinvolti due gruppi costituiti da 11 alunni delle classi terze della SSPG di Vezzano frequentanti il II trimestre di attività opzionali (a.s. 2023-24). Lo svolgimento del progetto è stato articolato in attività laboratoriali, di ricerca e sul territorio, volte alla produzione di materiale informativo, con la presenza e il supporto del naturalista Alessandro Marsilli e della curatrice dell'Archivio della Memoria della Valle dei Laghi Rosetta Margoni.
Per la realizzazione del progetto gli alunni hanno intervistato nonni e conoscenti residenti in valle, hanno raccolto diverse informazioni e le hanno trascritte e riportate a lezione; a supporto delle loro ricerche hanno consultato l'archivio della Memoria della Valle dei Laghi e alcuni testi e hanno potuto visionare e manipolare alcuni utensili di uso quotidiano d'un tempo. Successivamente gli alunni hanno lavorato in gruppo alla rielaborazione delle informazioni raccolte e alla stesura delle "pillole di memoria" con l'aiuto della docente.
In particolare nella scheda "Pascoli e animali negli anni '50 in Valle dei Laghi" gli alunni hanno riassunto gli aspetti salienti delle pratiche del pascolo e della fienagione e l'uso del bestiame in valle negli anni '50; hanno inoltre selezionato alcune delle fotografie proposte nel testo.
Questa scultura è stata fatta sul posto in un tronco di larice, come tutte quelle del sentiero artistico "il bosco racconta", ad un anno di distanza da quella esperienza collettiva, fuori dal sentiero, all'entrata del paese. Anche questa scultura rappresenta un personaggio, ritornato da qualche anno a frequentare il paese: un orso bruno.
Sulla mappa del sentiero questa scultura è identificata col numero 7 e la si può ammirare insieme alle altre:
Questo murale ci mostra uno spaccato dell’ambiente naturale montano in cui si trova. Una coppia di galli forcelli intenti nel corteggiamento sono i protagonisti; intorno ci sono altri uccelli e sullo sfondo le cime del Casale con l’ultima neve.
Sulla mappa dei murales di Margone è segnato col numero 1 e lo si può ammirare insieme agli altri:
Questo murale occupa un angolo della casa, sulla parete che si vede all'entrata del paese si erge solitario per tutta la sua altezza crescendo fra i sassi, sulla parete a fianco la chioma continua sotto un arco di sassi ed un pettirosso, simbolo della vita che sopravvive anche nel freddo dell’inverno, ci osserva dall'alto.
Sulla mappa dei murales di Margone è segnato col numero 4 e lo si può ammirare insieme agli altri:
In questo murale, in un cerchio dallo sfondo rosso che emana calore, pascolano tre asini che vediamo solo in parte, come guardando dentro un foro. Il loro raglio si sente ancora a Margone, ricordandoci la loro passata infaticabile presenza a supportare la fatica degli uomini e la tradizionale divertente corsa degli asini che si disputava in paese.
Sulla mappa dei murales di Margone è segnato col numero 5 e lo si può ammirare insieme agli altri:
Una coppia di camosci arrampicata sulle rocce, di primo mattino con alle spalle le montagne ed il cielo rosato, sono simbolo di agilità e forza, necessaria a loro, come agli abitanti di Margone, per superare grandi dislivelli nei loro spostamenti.
Sulla mappa dei murales di Margone è segnato col numero 7 e lo si può ammirare insieme agli altri:
Particolarmente colorato e vivace il murale di questa coppia di polli tra i girasoli. La padrona di casa ha una vera passione per galli e galline di tutte le razze che alleva con amore in grande varietà.
Sulla mappa dei murales di Margone è segnato col numero 8 e lo si può ammirare insieme agli altri:
gasteropode senza conchiglia, se in italiano si usa anche il termine chiocciola in dialetto i due termini sono nettamente separati. In senso figurato significa lento.
Maria nel raccontare alla figlia il freddo che fa e la pazienza che ci vuole nell'attesa che l'inverno passi scrive: "Il proverbio dice che l'inverno non lo hanno mai mangiato i lupi".
Non manca una importante raccomandazione: "Fatevi anche voi un po' di compagnia e vogliatevi bene, che non abbiamo altro noi, che volerci bene tutti."
La sua fede comprende ogni momento della vita; parlando delle nipoti scrive: " Pregherò lo S. Santo che le illumini e che sieno diligenti nei loro compiti, perché mi parevano un po' svogliate nel farli."
Racconta di aver ricevuto soldi dalla figlia e dal nipote emigrati in Svizzera ed avere così la possibilità di pagare "da bere quello che vi piace" sottolineando che "È proprio vero che, mentre noi dormiamo, la Providenza veglia, se in Lei si confida: Intendiamo bene: Non mica per questo stare con le mani in mano, quello che si può fare si deve farlo."
Usa poi un modo di dire per rivolgersi alle bambine nel concludere: "quando verrò peri e pomi gli porterò" e spiritosamente si firma "Nonna brontolona".
La fotografia mostra un giovane che dirige un carro agricolo trainato da due buoi lungo il viale della chiesa di San Rocco Pellegrino a Brusino.
L'attacco doppio prevede un palo centrale (temon) sul quale all'altezza del collo dei buoi viene legato il giogo (giof) con appese due cinghie (canagole) che passano sotto il collo di ciascun bue. Questi sono uniti al timone per le corna con una fune (gioncola).
Massimo Zanella di Covelo col figlio Livio. Taxista, trasportava persone e materiali con carro e cavallo, vendeva in città latte, prodotti caseari e della campagna che produceva o acquistava in paese.
Qui a Piedicastello in direzione Terlago.
Data approssimativa.
Gruppo di persone di Covelo scendono dal Gazza sul "bròz dei Marianèi". Alla guida della coppia di buoi uno dei "Marianei": Angelo Cappelletti.
A seguire si intravede la presenza di un altro bròz; spesso infatti lungo la discesa si incolonnavano.
L'ingrandimento 40x27,5 cm è conservato incorniciato.
Vetrina contenente 19 farfalle e un bozzolo raccolte da Armando Pederzolli in quarta elementare durante le attività di esplorazione ambientale e studiate poi in classe.
Ne parla descrivendo anche il processo di conservazione in un intervento in classe del nipote ai minuti 37:25-38:25, 42:50-43:49, 57:20-58:19:
Andando alla ricerca di figure femminili del passato, grazie ai ricordi di Elsa Bolognani, abbiamo incontrato Caterina Eccher (nata nel 1893), figura importante per il paese di Vigo Cavedine al tempo in cui la bachicoltura era la principale fonte di sostentamento per molte famiglie. Era lei che portava in paese i seme-bachi e li accudiva fino alla nascita dei bacolini che distribuiva poi alle famiglie interessate alla produzione dei bozzoli.
Era chiamato "pelarin" quel lavoratore stagionale che andava a "pelare" le foglie del gelso, cioè a sfrondare i gelsi per l'alimentazione dei bachi da seta, nel periodo della bachicoltura.
Grazie all'aiuto delle famiglie, della forestale e del Comune i bambini di prima della locale scuola primaria, nel 2008/09 hanno iniziato a realizzare in questa zona "il bosco incantato" con installazioni e "libri" da loro realizzati lungo il percorso. Nella foto vediamo accanto alla sorgente di Ronch la sagoma di un capriolo a dimensioni naturali col calco delle sue impronte impresso nel cemento ed una "casetta" con il libretto ambientato qui col capriolo protagonista, da leggere direttamente sul posto, al quale ne è stato aggiunto un altro cinque anni dopo.
Grazie all'aiuto delle famiglie, della forestale e del Comune i bambini di prima della locale scuola primaria, nel 2008/09 hanno iniziato a realizzare in questa zona "il bosco incantato" con installazioni e "libri" da loro realizzati lungo il percorso. Nella foto vediamo accanto ai ruderi del Casino di Bersaglio la sagoma di un tasso col calco delle sue impronte impresso nel cemento ed una "casetta" con il libretto ambientato qui, da leggere direttamente sul posto.
Grazie all'aiuto delle famiglie, della forestale e del Comune i bambini di prima della locale scuola primaria, nel 2008/09 hanno iniziato a realizzare in questa zona "il bosco incantato" con installazioni e "libri" da loro realizzati lungo il percorso. Nella foto vediamo all'esterno del tomo n. 3 la sagoma di una volpe col calco delle sue impronte impresso nel cemento ed una "casetta" con il libretto ambientato qui, da leggere direttamente sul posto.