Nel documento il sindaco del Comune di Vezzano indice una gare d’appalto per la manutenzione della strada di Gazza durante la stagione di fienagione del 1971. Nel documento vengono specificati la modalità e i lavori da svolgere.
Nel documento il podestà del comune di Vezzano avvisa la popolazione interessata riguardo alle indicazioni per la monticatura dell’estate 1934. Sono riportati il numero di capi che la malga di Ranzo può ospitare, il personale che amministrerà gli animali e il prezzo per ogni capo.
Il podestà di Vezzano richiede alla sezione provinciale dell'alimentazione di Trento di fornire agli operai che si recheranno alla Malga di Ranzo per la fienagione delle maggiori quantità di riso e polenta. Senza queste razioni supplementari la Malga si troverebbe in difficoltà, poiché gli operai non avrebbero abbastanza cibo per supportare il lungo e faticoso lavoro.
Il documento è una copia dello statuto dell’unione dei contadini di Ciago, in cui vengono stabiliti l’organizzazione del consorzio, diritti e doveri dei soci.
Nel documento la prefettura di Trento comunica al podestà di Vezzano che, in contrapposizione alla delibera del 16 dicembre 1930 del comune di Vezzano, non è possibile mettere deliberatamente in affitto i beni che normalmente erano a disposizione della popolazione (previo il versamento di una tassa). La prefettura perciò indica di redigere un regolamento d’uso di questi beni e di stabilire una tassa, invece che un canone d’affitto.
In data 24 luglio 1945 il Comune di Vezzano autorizzò la società di Malga Ranzo a vendere all’asta l’erba del prato in seguito alla siccità che quell’anno aveva impedito la regolare durata dell’alpeggio. La società tuttavia era tenuta a contribuire con 2000 lire alla manutenzione per la strada di Ranzo.
Nel documento, datato 22 ottobre 1945, Luigi Margoni, presidente della Malga Ranzo, chiede al Comune di Vezzano di diminuire la quota dell’affitto della malga per quell’anno. La necessità di questa richiesta nacque dalla siccità che quell’estate aveva accorciato notevolmente la stagione dell’alpeggio, diminuendo quindi il guadagno della società di Malga Ranzo.
La Vicinia Donego è un'associazione secolare di cui facevano parte (e ne fanno parte tuttora i discendenti) le antiche famiglie di Vigo Cavedine (i cognomi: Bolognani, Comai, Cristofolini, Eccher, Galetti, Lever, Luchetta, Manara, Merlo, Turrina e Zambaldi). L'origine della Vicinia si perde nella notte dei tempi, tra storia e leggenda, ed è il frutto di un lascito documentato da alcune pergamene a partire dal 1332. Si narra che la contessa Cubitosa d'Arco (1236-1266), in fuga dal cugino Odorico che voleva appropriarsi dei suoi beni, fu aiutata da alcune famiglie di Vigo mentre si dirigeva a Trento. Come ringraziamento per l'aiuto ricevuto lasciò in eredità ai discendenti delle antiche famiglie, chiamati Vicini (abitanti autoctoni), un'ampia porzione di montagna in località Donego, in gran parte bosco oltre a prati e una malga da utilizzarsi come bene allodiale esclusivo per quelle famiglie. La Vicinia esercita questo diritto ereditario, nel rispetto delle vecchie regole, da ben 700 anni.
Il documento, scritto a mano, in corsivo, contiene in questo ordine:
- inventario mobilio e materiale didattico ad uso della scuola elementare di Cavedine, a firma del fiduciario (18/05/1932);
- inventario della prima classe, a firma dell'insegnante Gentilini (17/05/1932);
- inventario della seconda classe, a firma dell'insegnante Speccher (17/05/1932);
- inventario delle classi terza e quinta femminili, a firma dell'insegnante Gentilini (17/05/1932);
- inventario classe quinta, a firma dell'insegnante Bortolotti (20/10/1931).
Inventario relativo alla scuola di Stravino, a firma dell'insegnante Albina Pederzolli. Scritto a mano, in corsivo, contiene elenco completo dei mobili, del materiale didattico e di ogni altro complemento d'arredo e strumentazione della scuola.
“Inventario dei mobili e sussidi didattici che trovansi nella Scuola di Vigo Cavedine”, scritto a mano, in corsivo, su foglio a righe, a firma dell'insegnante Rosa Bolognani per il fiduciario, riporta il timbro della scuola.
Contiene un elenco di 21 voci, inerenti arredamento e materiale didattico.
Questa minuta contiene molte interessanti informazioni:
- apprendiamo che l'onorario annuale della maestra della scuola di Vigo Cavedine era di 40 fiorini;
- alla mestra di Cavedine viene aumentato l'onorario da 40 a 65 fiorini;
- vengono risolti alcuni problemi presentati in questo documento:
Documento scritto in corsivo, a mano, tiene memoria della data del 3 maggio 1953 quale giorno della posa e benedizione della prima pietra dell'edificio scolastico di Cavedine "alla presenza di Autorità e numeroso popolo".
Il documento riporta a fondo pagina, oltre a diverse firme autografe, un doppio timbro: uno del Comune di Cavedine, uno dell'Amministrazione Separata Usi Civici Laguna-Mustè.
Con la nascita della scuola media verrà poi costruito un altro edificio per la scuola elementare e questo sarà riservato alla media, ora secondaria.
Sul cippo alla sua base è inciso: “Ex voto 1821 Vicinia di Vigo”. La Vicinia Dònego di Vigo è un ente di origine medievale proprietario di 200 ettari di boschi e pascoli con una malga; tutti questi beni appartengono alle famiglie di Vigo, identificabili dal cognome che portano, che discendono dagli abitanti originari.
Diomira Grazioli, nata nel 1939, ci racconta della sua famiglia, degli anni che spese facendo la maestra, dell'osteria gestita dalla sua famiglia in paese a Vezzano e i ricordi della Seconda Guerra Mondiale.
Nella piazza di Vezzano ha luogo probabilmente un comizio elettorale. Sul piccolo palco montato a ridosso del Caffè alla Posta (tutt'ora presente in paese) presenziano alcune figure pubbliche, fra cui Celeste Bressan, con i pantaloni bianchi, consigliere comunale eletto fra i socialisti già alle prime elezioni del 1947, che sarà sindaco nel 1976/77.
In basso si notano alcuni suonatori della banda e tutt'attorno la popolazione.
In alto si nota l'insegna di una trattoria, che oggi non esiste più: l'attività apparteneva ad Annibale Garbari detto "Nibale".
Da notare come ben quattro lampioni illuminassero questo tratto di piazza.
La datazione della foto è ipotetica.