palla dura che si usa nel gioco delle bocce. La pallina piccola alla quale ogni giocatore cerca di avvicinare a turno le sue quattro bocce è chiamata boccino - bocin.
Bocia pò assumere anche altro significato:
Antico gioco da tavolo che si trova spesso sul retro della dama. Un tempo era il gioco più usato ad ogni età ed in valle se ne trovano tavole incise sulla roccia.
Tradotto letteralmente sarebbe "nascondi lepre". Il nascondino si giocava un tempo su un territorio vasto, si andava nei boschi, si girava liberi per il paese entrando senza problemi nelle proprietà private, sia orti che case.
I bambini fanno sentire per due volte la filastrocca in dialetto, che fa parte del gioco omonimo da loro scelto nell'ambito del progetto "giochi e filastrocche al tempo dei nonni" per la pubblicazione sull'albo illustrato edito da Ecomuseo della Valle dei Laghi.
FILASTROCCA
Pé un, pé dó, pé tré
pé quatro, pé zinque, pé séi,
pé sète, pé òto
scarpón moléta
tira endrio quala? Questa.
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TIPO DI GIOCO
Oltre che come conta per stabilire chi inizia un gioco, può essere usato per un gioco di gruppo tranquillo da fermi.
PREPARAZIONE
Mettersi in cerchio con un piede avanti o su un muretto con i piedi penzoloni.
SCOPO DEL GIOCO
Rimanere per ultimo col piede in gioco.
REGOLE DEL GIOCO:
Un bambino recita la filastrocca toccando o indicando a ritmo i piedi dei compagni. Al “questa” viene eliminato dal gioco quel piede. Riparte dal piede successivo e ripete la filastrocca finché rimane un solo piede.
VARIANTI:
Una variante della filastrocca è consultabile a pag. 48 della pubblicazione
Il video mostra e spiega come si gioca a settimana (croce).
È dedicato in primo luogo ai bambini delle scuole della Valle dei Laghi che partecipano al progetto di Ecomuseo "Giochi e filastrocche".
In allegato la scheda di presentazione del gioco per le scuole.
Un'altra versione è descritta al gioco n. 11 sull'albo
I bambini fanno sentire per due volte la canzone, che fa parte del gioco omonimo da loro scelto nell'ambito del progetto "giochi e filastrocche al tempo dei nonni" per la pubblicazione sull'albo illustrato edito da Ecomuseo della Valle dei Laghi.
Questo gioco tradizionale è ancora praticato nelle scuole dell'infanzia della valle.
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TIPO DI GIOCO
Gioco tradizionale di movimento in cerchio.
Può partecipare un qualsiasi numero di giocatori dai 3 anni in poi.
PREPARAZIONE
I bambini si mettono in cerchio staccati l’uno dall’altro. Un bambino sta in centro.
SCOPO DEL GIOCO
Formare tutti insieme un “serpente”.
REGOLE DEL GIOCO:
Il bambino o la bambina che è in centro passa a zig-zag tra i compagni saltellando e canta:
"Questa è la danza del serpente, che vien giù dal monte per ritrovare la sua coda che egli perse un dì!".
Si ferma davanti ad un/a compagna/o e dice:
"Ma dimmi un po’, sei forse tu quel pezzettin del mio codin?".
Se il compagno dice di sì, si attacca alle sue spalle e si riprende il gioco finché tutta la coda è completa.
I bambini fanno sentire per due volte la canzone, che fa parte del gioco omonimo da loro scelto nell'ambito del progetto "giochi e filastrocche al tempo dei nonni" per la pubblicazione sull'albo illustrato edito da Ecomuseo della Valle dei Laghi.
Anche in altre scuole della valle questo gioco tradizionale è stato segnalato ed è ancora praticato in alcune scuole dell'infanzia e primarie.
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TIPO DI GIOCO
Gioco tradizionale di movimento all’aperto. Può partecipare un qualsiasi numero di giocatori.
PREPARAZIONE
Ci si posiziona in semicerchio tenuti per mano. I due bambini alle estremità devono conoscere il gioco
SCOPO DEL GIOCO
Ingarbugliarsi e tenersi collegati ai compagni.
REGOLE DEL GIOCO:
Dialogo fra i due bambini alle estremità:
DX. “È cotto il pane?”
SX. “Sì, ma è un po’ bruciato.”
DX. “Chi è stato?”
SX. Dice il nome di uno dei giocatori
DX. Parte seguito da tutto il gruppo tenuto per mano e passa sotto alle braccia che fanno ponte alla sinistra del bambino chiamato cosicché lui rimane a braccia incrociate e girato verso l’esterno. Mentre si fa questo movimento tutti insieme cantano: “Povero ...(Nome), legato alle catene, soffrirà le pene, le pene da morir.”
Si ripete il gioco, senza mai mollare le mani dei vicini finché tutti sono “incatenati”.
Il gioco può concludersi qui.
VARIANTI
Se a giocare sono bambini più grandi, alla fine anche i due alle estremità si danno la mano e tutti tirano verso l’esterno finché la catena si spezza.
Un'altra variante segnalata in valle è nel finale del canto:
“Povero ...(Nome), legato alle catene, alle dure pene, è costretto a lavorar.”
Il video, tra uno spintone e l'altro dei bambini, mostra e spiega come si gioca a polenta.
È dedicato in primo luogo ai bambini delle scuole della Valle dei Laghi che partecipano al progetto di Ecomuseo "Giochi e filastrocche".
In allegato la scheda di presentazione del gioco per le scuole.
Vediamo qui il campo da bocce della trattoria di Annibale Garbari nella piazza centrale di Vezzano. Il gioco delle bocce appassionava e radunava gli uomini nei giorni festivi.
La bardana è una pianta che fa delle infiorescenze sferiche piene di aculei che si attaccano ai vestiti, usate anche dai bambini, che se le tirano per giocare.
"Pétole" sono dette proprio queste palline attaccaticce ed, in senso figurato, sia quelle persone noiose e importune che ti si appiccicano addosso, sia quelle situazioni dalle quali non riesci a districarti.
Diminutivo: balòta; nella canzone "Per fare dei canederli", contenuta nel fascicolo "Fila, fila la molinela...", presente in archivio, si usa il termine "balòtole".
"Bala" può avere anche altri significati:
Òcio bèl, so fradèl,
récia bèla, so sorèla,
la piaza, la porta,
la campanela din don dèla.
È una filastrocca tradizionale che si rivolge ad un bimbo o ad una bimba allo scopo di farli ridere.
Mentre si recita la filastrocca si toccano con delicatezza le parti del suo viso: gli occhi, le orecchie, la fronte, la bocca. Infine si prende il nasino e lo si porta a ruotare la testa a destra e sinistra.
Lievi variazioni sono descritte a p. 13 del fascicolo
La bimba, con vestito e scarpette di lana, gioca col suo sonaglio seduta su una sedia.
I capelli sono ancora corti ma comunque pettinati a formare il ciuffo, chiamato "banana", caratteristico dei pccolini.
Sollecitata dalla nipotina, nonna Maria racconta la sua infanzia alla Berlonga - Stravino negli anni '50.
Briscola, arrampicate con fantasia, salto alla corda, recitazione, lavoro, tanta comunità e dialogo coi compagni , ascolto delle esperienze e delle storie fantasiose degli adulti.
Sollecitata dalla nipotina, nonna Gemma racconta della sua infanzia ai bambini che partecipano al progetto "Giochi e filastrocche" organizzato in collaborazione tra l'Ecomuseo della Valle dei Laghi ed Istituto Comprensivo Valle dei Laghi-Dro.
Per essere ben compresa dai bambini si rivolge in lingua italiana ma utilizza anche termini dialettali per dare più risalto ad alcuni termini come "bala" (palla), "pirlo" (trottola), "salasà" (selciato), "scondiléver" (nascondino), "zorla" (maggiolino).