Gruppo di giovani musicisti padergnonesi su un prato nella zona di Lagolo coi loro strumenti: chitarre, violini, violoncello, flauto traverso.
Sono: Emanuele Pedrini, Quintino e Germano Rigotti, Aldo e Giovanni Miori.
Un folto gruppo di persone, completo di "balilla", "piccole italiane", maestro di scuola e brigadiere dei carabinieri, attende evidentemente un ospite di riguardo presso la dogana a Padergnone, ma non ci è dato sapere chi.
Era chiamata Dogana il grande edificio a mo' di capannone costruito parte in legno e parte in muratura, al fine di ospitare, a partire dal 1895, il cambio di cavalli della corsa con messaggeria postale Trento-Ponte Arche [come troviamo nei documenti dell'epoca]. In sèguito, fino al suo smantellamento negli anni Cinquanta, la costruzione fu usata come locale pluriuso, compreso l'adattamento a sede per le recite della filodrammatica padergnonese denominata 'Ginestra'.
Sulla destra della foto è ben visibile la scritta "ALBERGO VINO SANTO". Era al tempo l'unico albergo del paese ed era denominato "Albergo al Gallo".
In basso vi è la data espressa anche come "A XVI". L’obbligo di aggiungere, in numero romano, l’anno dell’era fascista accanto a quello dell’era volgare entrò in vigore a partire dal 29 ottobre 1927, adottando come data di inizio quella della
Marcia su Roma (28 ottobre 1922); l'anno XVI E.F. andava perciò dal 28 ottobre 1937 al 27 ottobre 1938 .
Sul retro è impresso un timbro solo parzialmente visibile; si riesce a leggere: PEDROTTI MARIO FOTOGRAFO.
Nella piazza di Vezzano ha luogo probabilmente un comizio elettorale. Sul piccolo palco montato a ridosso del Caffè alla Posta (tutt'ora presente in paese) presenziano alcune figure pubbliche, fra cui Celeste Bressan, con i pantaloni bianchi, consigliere comunale eletto fra i socialisti già alle prime elezioni del 1947, che sarà sindaco nel 1976/77.
In basso si notano alcuni suonatori della banda e tutt'attorno la popolazione.
In alto si nota l'insegna di una trattoria, che oggi non esiste più: l'attività apparteneva ad Annibale Garbari detto "Nibale".
Da notare come ben quattro lampioni illuminassero questo tratto di piazza.
La datazione della foto è ipotetica.
Un ragazzo siede su di un mitragliatore nella piazza di Vezzano: quando requisirono l'artiglieria stanziata sul Monte Bondone, per un periodo fu lasciata nella piazza di Vezzano, sorvegliata 24 ore. Una notte, ci racconta Umberto Garbari, qualcuno tentò di rubarne qualche pezzo, e la sorveglianza rispose aprendo il fuoco. Ci fu una gran confusione, e Umberto con la sua famiglia fuggirono per mettersi al sicuro, spaventati dagli spari. Scattata alla fine della Seconda Guerra Mondiale.
Il fratello di Umberto Garbari con la divisa da piccolo Balilla e la M di Mussolini appuntata sul cappello. Alla sua sinistra, un carabiniere mostra la fascia sul braccio sinistro. Alla destra del bambino, probabilmente un parente. La foto è forse stata scattata nei pressi della scuola elementare di Vezzano nel periodo della Seconda Guerra Mondiale.
Umberto ci racconta che suo padre era infastidito dal fatto che la divisa da Balilla costasse dieci lire, più della paga di un operaio dell'epoca, e non era possibile cucirsela.
Gruppo di ragazze e ragazzi del 1933 riuniti nei pressi di Santa Massenza.
Sullo sfondo si vede il paese.
Questo stesso luogo è stato poi alzato di un paio di metri con materiale riportato per far posto alla sottostazione della centrale idroelettrica.
La datazione è desunta da una copia della stessa fotografia conservata da Giuliana Filippi nella quale, sul retro, è scritta la data precisa dello scatto.
Un gruppo di persone si trova nei pressi del portico di Santa Massenza, chi in strada, chi sulla porta o sulla finestra di casa. Un uomo conduce un cavallo che traina un carro, un ragazzo porta una fascina di legna. Tutti gli uomini portano gilet e cappello.
Molti i cambiamenti di questo angolo di paese sui quali vale la pena soffermarsi:
- la strada era costituita da due strisce in pietra per il passaggio dei carri ed il resto era in selciato;
- la scala che sale alla casa alla destra del portico era larga con bassi scalini n pietra e selciato percorribili anche dai carri;
- all'ultimo piano di quella casa c'era un poggiolo di legno;
- sulla sinistra vediamo una casa che è stata poi abbattuta per far posto al piazzale della chiesa.
Don Angelo Cazzoli fu parroco di Santa Massenza tra il 1940 e il 1955. In queste foto scattate al suo funerale nel breve tragitto dalla canonica alla chiesa, possiamo notare che la sua bara era portata a spalla e numerosi parroci lo accompagnavano.
Nella lunetta sopra la porta d'entrata della chiesa si nota la raffigurazione di un tendaggio aperto.
Quella del 1917 è stata una Prima Comunione speciale per Santa Massenza. Fino ad allora si celebrava in un giorno lavorativo come tutti gli altri ma quell’anno era arrivata la maestra Santa Bassetti, che volle dare rilievo a questa tappa importante della vita dei suoi bambini di prima elementare. Vennero portati gli inginocchiatoi in chiesa e fu preparata con essi una doppia fila riservata ai piccoli protagonisti in mezzo alla navata; le bambine poi dovevano essere vestite di bianco ed avere il velo in testa: se non c’era altro, le tendine delle finestre potevano svolgere per un giorno questa particolare funzione!
La maestra Santa Bassetti, che qui vediamo circondata dai suoi alunni, era riuscita ad ottenere l'istituzione della seconda classe tra il 15 gennaio ed il 20 aprile 1920; i 29 bambini della prima classe erano in quel periodo affidati alla mastra Luigia Port-Aldrighetti.
"Mani in seconda!" avrà ordinato la maestra Santa Bassetti alla sua scolaresca alla presenza del fotografo in classe, ed ognuno ha prontamente intrecciato le dita dietro la schiena, mentre lei, in fondo all'aula, li teneva d'occhio tutti a braccia conserte.
Foto di gruppo davanti alla scuola.
Gli educatori presenti a partire da sinistra sono: la maestra Anna Rossi, il cappellano don Mario Croce, il decano don Antonio Pellegrini, il maestro Giuseppe Comper, la maestra Santa Bassetti.
Sulle scacchiere dei giocatori si può notare che ogni incrocio è segnato con un numero; ogni pedina era inoltre contrassegnata da una lettera-iniziale del nome della corrispondente pedina vivente.
Le pedine viventi sono distinguibili dal cappello bianco o nero e dalla maglietta personalizzata con l'iniziale del nome. La presentatrice trasmetteva al microfono le mosse fatte dai giocatori e di conseguenza le pedine prendevano posto e si muovevano sulla scacchiera permettendo al pubblico di godere delle partite.
Il torneo è stato organizzato per attirare l'attenzione sulla tavola da tria, localmente chiamata "merler", scolpita sulla roccia nel vicino doss del Merler e presentata anche nell'Archivio della Memoria.
Le delegazioni delle sette frazioni del Comune di Vezzano sono composte da un cavaliere ed un portastendardo, che indossano i nuovi vestiti realizzati dalla Pro Loco di Ciago, da una dama ed il suo accompagnatore, che indossano i vestiti prestati dal Comune di Trento.
Cartolina non viaggiata. La descrizione su retro recita: "Terlago m 457 (Trentino) - Panorama con il lago".
In questa cartolina panoramica di Terlago si notano in primo piano lungo le rive del lago le cabine per i bagnanti qui presenti fin dal ventennio fascista.
Nella foto è esposto San Lorenzo, patrono del paese festeggiato il 10 agosto; essa è perciò stata fatto in prossimità di quel giorno. Sono presenti gli elementi che caratterizzavano le chiese prima del concilio vaticano secondo (1962-65): il pulpito destinato alla predicazione, le balaustre che delimitavano il presbiterio, l'altare verso il quale il parroco celebrava la messa dando la schiena ai fedeli.
Luigi Benvenuto Zuccatti di Ciago classe 1895 (secondo seduto), in Galizia durante un bombardamento ha perso l'udito ed è stato ferito ad una gamba che gli si è parzialmente congelata prima che riuscissero a recuperarlo.
Lo vediamo nella foto, ancora bendato, mentre è ricoverato presso l’ospedale militare in cui gli era stata amputata la gamba congelata sotto il ginocchio.
Lo scatto mostra un momento di convivialità con alcol, fumo e gioco alle carte.
Mario Margoni di Ciago (secondo in piedi) fu arruolato nel Corpo di Sicurezza Trentino, abbreviato in CST insieme ad altri 3200 giovani appartenenti alla classe 1925-1927. Formalmente avevano il compito di tutelare l'ordine pubblico locale, ma in realtà furono impiegati massicciamente anche fuori provincia in operazioni antipartigiane, di rappresaglia, di controllo dei cantieri della Todt e furono ripartiti in tre battaglioni, ciascuno formato da 4 compagnie.
Dal novembre 1944 al gennaio 1945, i militi della IX Compagnia CST vennero mandati a San Giovanni Ilarione (Verona), con compiti di presidio, vigilanza antipartigiana e controllo dei lavori affidati in Val d'Alpone all'organizzazione Todt, l'apparato logistico tedesco che realizzava strade, ponti, opere di difesa...
Era terra di attivi partigiani dove i militari tedeschi, che li avevano preceduti in questo compito, avevano seminato, morte, distruzione e terrore.
Loro però erano giovani costretti in divisa, non certo fanatici nazisti, per cui il rapporto con la gente locale fu pacifico.
Era un inverno molto rigido e loro erano mal attrezzati: cartoni nelle scarpe e maglioni auto realizzati con pelli di coniglio furono le strategie che utilizzarono per difendersi dal gelo, come testimoniato da questa foto scattata prima del rientro.
Per approfondire:
Quattro amici, due fisarmoniche, una chitarra, un tamburo realizzato in casa con pelle di capra: tanto basta per metter su un concertino, il luogo poco conta, va bene il cortile di casa.
Giuseppe, Angelo, Olga e Rosetta Faes, Rita e Valeria Miori davanti ai cannoni antiaereo e anticarro da 88 mm piazzati dai tedeschi in Piazza Fiera a Vezzano negli ultimi giorni di guerra, dove furono poi presi in custodia dalle autorità militari americane senza essere stati lì utilizzati.