Maria "Faiòta" è ritratta con l'amica Maria "Crinca". Entrambe con abito scuro si tengono a braccetto.
Questa foto risale agli ultimi anni di vita di Maria Cappelletti.
Possiamo temporalmente collocare lo scatto tra il 1960 e il 1965.
Maria e un gruppo di persone scattano una foto di gruppo. Nella foto Maria si colloca in seconda fila spostata sulla destra. Non abbiamo nessun altro dato sugli altri protagonisti dello scatto.
La datazione è approssimativa ma è sicuramente stata scattata tra il 1940 e il 1955, periodo in cui don Teofilo Bombardelli, visibile nella foto, era curato a Covelo.
Nella foto nonna Maria Cappelletti tiene nelle braccia il suo primo nipotino, Luigi Angeli, figlio di Olga.
Il piccolo ha appena 40 giorni; infatti è nato il 5 ottobre del 1932.
La foto, come possiamo notare sul retro, è datata 16 novembre 1932.
Nella foto sulla destra troviamo Maria Cappelletti Faiota vestita con abiti scuri. Anche l'amica Albina Pooli sulla sinistra della foto appare vestita con un abito scuro.
Le due donne si trovano davanti alla chiesa di Covelo - paese dove risiedevano.
La foto può essere collocata temporalmente tra il 1935 e il 1945.
Maria ha tra i 50 e i 60 anni d'età.
Nella foto possiamo vedere Maria vestita di scuro. Gli altri protagonisti dello scatto non sono stati identificati.
Lo scatto risale circa al 1910. Maria è una giovane donna di circa 20 anni.
Il ritratto di Maria Faiota.
Si tratta di una ristampa effettuata il giorno 28 febbraio 1986. Questo dato lo possiamo cogliere grazie alla descrizione (retro foto) fatta dalla figlia di Maria; Olga Cappelletti.
La foto originale è stata scattata a Covelo in data 9 Marzo 1916. La protagonista dello scatto a quell'epoca aveva 26 anni.
Olga riporta in forma scritta: "questa è la mia cara mamma Maria Cappelletti che ci siamo volute tanto bene".
Foto ricordo dei membri del Consiglio Pastorale insieme a don Rodolfo Minati alla fine della sua ultima s. Messa prima del suo trasferimento a Brentonico, dopo anni di sacerdozio a Vigo.
Mamma coi suoi bambini in un campo di patate. Sullo sfondo la tipica casa contadina con graticci sui balconi per l'essiccazione del granoturco e cesso esterno.
Al tempo, al termine della seconda elementare si facevano sia la prima Comunione che la Cresima, l'una celebrata in paese e l'altra in duomo a Trento. Il bambino nella foto porta un elegante vestito, la cravatta con le sue inziali d'oro, il fiocco della prima Comunione e quello della Cresima, il messalino in mano. Si trova nello studio fotografico Albertini di Trento ed è accompagnato dal suo padrino, in dialetto "gudàz".
Tipica baita interrata del monte Gazza, costruita in sassi sul pendio, con tetto ad uno spiovente in lamiera.
Davanti ad essa un bambino su un motocoltivatore caricato con una esigua quantità di legname.
Questo stesso motocolivatore, il primo a salire sul monte Gazza, è stato già descritto nella scheda
Era il tempo in cui a malga Covelo si "caselava", cioè si producevano burro e formaggio. Qui vediamo la grande "caldéra" dentro la quale si trasformava il latte in formaggio con l'aggiunta del caglio. Intorno alla caldéra il malgaro con la sua famiglia.
Alle spalle del gruppo la stalla ed il motocoltivatore, mezzo utilizzato al tempo per raggiungere la montagna.
Nell'immagine possiamo notare la parte visibile del pozzo n.9 - detto anche "Van 1", come si presentava nel 1975.
I pozzi n 9 e n 10 (Van 1° e Van 2°) non sono stati svuotati e serviti dal sentiero geologico, anche se ritenuti di notevoli dimensioni.
Nel n. 9 sono stati trovati reperti che indicano sia stato abitato o utilizzato come rifugio in epoca preistorica (come il 3 e l'8).
Nello scatto è ben visibile una parte dell'insegna della fucina Manzoni che riporta la scritta: "articoli da cucina, albergo, caseificio". Risulta visibile il canale di carico nella parte destra del caseggiato.
Carlo Zuccatti, classe 1910, qui immortalato in una foto ricordo in divisa militare, ha partecipato alle operazioni di guerra in Africa Orientale nel 1935-36.
Sul retro della foto la scritta "defunto" non si riferisce alla guerra, egli infatti è morto nel 1945 in un incidente stradale mentre rientrava in bicicletta da Trento a Ciago.
La sua partecipazione alle operazioni militari, con matricola n. 18149, è documentata in
Sono qui presenti alcuni scatti della solenne celebrazione mariana svoltasi in occasione del restauro della cappella ai Caschi dedicata alla Immacolata Concezione.
Nel 2004, su iniziativa del Circolo Pensionati ed Anziani di Padergnone e col contributo del Comune è stato restaurata la Cappella ai Caschi che col passare degli anni si era deteriorata.
Gli interventi sono stati effettuati soprattutto per fermare le infiltrazioni dal tetto che hanno danneggiato l’intonaco, le decorazioni e il serramento in legno. Anche lo statua lignea della Madonna scolpita nel legno di cirmolo alta 165 cm ha subito dei danni ed è stata parzialmente restaurata dallo scultore ;arco Monteleone: pulitura, sverniciatura, stuccature crepe, pittura e doratura in vera foglia oro con ricami in oro metallico dipinti in pizzo come dall'originale.
ll progetto ha previsto inoltre la nuovo pavimentazione, con elementi in porfido, del vialetto d’accesso.
Lo sci è storicamente uno degli sport praticati in valle, qui vediamo uno dei partecipanti alla "Galopèera", gara organizzata sul monte Bondone.
La collocazione geografia si riferisce alla montagna in generale.
Dissodamento dei terreni alle Cime per realizzarne vivai per la coltivazione della vite. Le barbatelle prodotte venivano un tempo vendute alle fiere. Esse hanno costituito un volano per l'economia di Padergnone.
Questo terreno verrà poi utilizzato per la costruzione delle case alloggi a servizio della Centrale di Santa Massenza.
Davanti vediamo i bambini dell'asilo con la loro maestra, grembiulino colorato, colletto bianco e le femmine col fiocco in testa. Seguono gli scolari col maestro Ermete Piccoli e gli uomini coi gonfaloni. Dietro si vede il vecchio essiccatoio.
La data è desunta dall'età dei bambini riconosciuti.
Compagnia Schützen di Vezzano in posa per una foto ricordo.
Sul retro di questo ingrandimento è scritta la data ma non il luogo dello scatto, che perciò solo presumibilmente è Vezzano.