La fotografia, scattata nel cortile interno della canonica, ritrae un gruppo di autorità politiche e religiose di Cavedine.
È presente l'allora capo comune Giacomo Bortolotti, primo seduto da destra, e a seguire, seduto al centro, don Ermenegildo Tonelli.
Vista la provenienza del fotografo, si può presumere che vi sia ritratto anche Mariano Dallapè, o un suo successore, visto che proprio lì lui ha fondato una fabbrica di fisarmoniche partendo dalla sua innovativa creazione della fisarmonica diatonica. Qualcuno può darci conferma di questa ipotesi?
La fotografia, scattata nel piazzale della chiesa di Santa Maria Assunta di Cavedine, ritrae un gruppo di fedeli in attesa.
Si possono notare le bandierine e in particolare le ghirlande sul portone di ingresso della chiesa, segno di evento religioso importante.
Si tratta presumibilmente dell'ingresso del nuovo parroco, oppure la Prima Messa di un novello sacerdote di Cavedine; non possiamo neppure escludere una qualche attinenza con le fisarmoniche di Stradella. Qualcuno ha qualche informazione in più su questo scatto?
La fotografia ritrae la piccola cappella dedicata a Maria Bambina che fu realizzata nel 1921 all'interno dell'Ospitale-Ricovero di Cavedine.
Il 28 agosto 1926 venne benedetta la piccola statua della Madonna, rappresentante Maria Bambina.
La fotografia, scattata nel cortile interno della canonica, ritrae un gruppo di autorità politiche e religiose di Cavedine.
È presente l'allora capo comune Giacomo Bortolotti seduto a destra e don Ermenegildo Tonelli.
Nella fotografia sono presenti un gruppo di sacerdoti presumibilmente della Valle di Cavedine.
Si riconoscono:
Il terzo sacerdote in piedi da sinistra è don Ermenegildo Tonelli.
L'ultimo sacerdote in piedi sulla destra dovrebbe essere don Alfonso Bolognani (classe 1878) e affianco don Francesco Manara (classe 1890) entrambi sacerdoti nativi di Vigo Cavedine.
Al centro, seduto in prima fila, è presente l'allora curato del paese di Stravino.
La lapide era in fondo ad una proprietà sulla strada che sale dalla bocca di San Giovanni in direzione Paganella, appena superato il “Doss Padergnon”, al bivio che porta verso le coste e la brozara per Cancanù, dove è rimasta fino al 2022.
Dalle foto possiamo notare che già nel 2012 era per metà nascosta dalla vegetazione ed anche nel tratto scoperto la scritta era di difficile lettura.
Grazie all'aiuto delle famiglie, della forestale e del Comune i bambini di prima della locale scuola primaria, nel 2008/09 hanno iniziato a realizzare in questa zona "il bosco incantato" con installazioni e "libri" da loro realizzati lungo il percorso. Nella foto vediamo accanto alla sorgente di Ronch la sagoma di un capriolo a dimensioni naturali col calco delle sue impronte impresso nel cemento ed una "casetta" con il libretto ambientato qui col capriolo protagonista, da leggere direttamente sul posto, al quale ne è stato aggiunto un altro cinque anni dopo.
Grazie all'aiuto delle famiglie, della forestale e del Comune i bambini di prima della locale scuola primaria, nel 2008/09 hanno iniziato a realizzare in questa zona "il bosco incantato" con installazioni e "libri" da loro realizzati lungo il percorso. Nella foto vediamo accanto ai ruderi del Casino di Bersaglio la sagoma di un tasso col calco delle sue impronte impresso nel cemento ed una "casetta" con il libretto ambientato qui, da leggere direttamente sul posto.
Grazie all'aiuto delle famiglie, della forestale e del Comune i bambini di prima della locale scuola primaria, nel 2008/09 hanno iniziato a realizzare in questa zona "il bosco incantato" con installazioni e "libri" da loro realizzati lungo il percorso. Nella foto vediamo all'esterno del tomo n. 3 la sagoma di una volpe col calco delle sue impronte impresso nel cemento ed una "casetta" con il libretto ambientato qui, da leggere direttamente sul posto.
Villaggio dei folletti ad un anno dalla sua prima installazione da parte dei bambini della locale scuola primaria a difesa del pozzo numero sei. Casette e folletti, costruiti nel tempo con materiali naturali così da poter disgregarsi spontaneamente nel bosco, hanno vivacizzato questo pozzo per alcuni anni mantenendo un saldo legame tra i bambini e questo luogo.
In centro nonna Pasqua Caldini (1841-1909) vedova di Biagio Pisoni segantino di Calavino (1837-), dietro di lei i figli Stefano (1870- ) ed Emanuele (1873-1916), al suo fianco la figlia Teresa (1875-1950) e la moglie di Emanuele, Maria Pizzedaz (1877-1964) con in braccio la figlia Agnese (1907-1997); davanti le loro prime tre figlie: Gelsomina (1901-92), Virginia (1903-81), Ida (1905-2007).
La chiesa di San Valentino in agro è addobbata a festa per accogliere San Valentino ed i numerosi fedeli convenuti per la prima celebrazione del voto al termine della seconda guerra mondiale. Al centro don Narciso Strada, promotore del voto qui presentato:
Nella foto, scattata alla locanda "La stella d'oro" si vede il sindaco del tempo, Italo Poli, che assegna il distintivo ad uno dei bandisti meritevoli. Sul retro della foto, il testo recita: "Consegna di un distintivo dorato ai bandisti più meritevoli a riconoscimento di un'attività disinteressata quanto apprezzata dalla popolazione. Il sindaco dott. Italo Poli" Segue il timbro del Comune di Vezzano.
La foto è stata scattata all'interno di una tipica osteria, probabilmente quella di Annibale Garbari a Vezzano. Si vedono alcune persone in movimento, conseguenza dei tempi lunghi utilizzati nello scatto necessari in presenza di scarsa luce, e la foto risulta pure danneggiata, ma abbiamo comunque scelto di inserire questo scatto in archivio per la presenza del gioco in primo piano.
Come all'esterno era comune delle osterie il gioco delle bocce, all'interno lo era quello del pirlo, gioco completamente in legno.
Esso era formato da una piattaforma inclinata con i bordi rialzati, dentro cui si faceva ruotare una trottola (pirlo) allo scopo di far cadere il maggior numero dei piccoli birilli presenti e guadagnare così punti.
Essendo in osteria questo gioco era riservato agli uomini che le frequentavano, i bambini ed i ragazzi usavano invece il pirlo in altro modo sulle strade, come si può vedere in questa testimonianza:
Sul tavolo di pietra all'entrata della vecchia officina Morandi, accanto alla morsa, qualche resto di prodotti ed attrezzi, spicca il prezziario "tariffa molature coltelli e trinciaforaggi, sarlati e manaroti" un connubio di scrittura antica fra italiano e dialetto.
Negli anni '40 l'officina Morandi è stata riconvertita all'uso dell'energia elettrica, qui le piccole ruote a cassetta in ferro che la alimentavano, come si presentano a 50 anni dall'abbandono.
All'interno della fucina Morandi, chiusa fin dagli anni '60 vediamo ancora la fucina, cioè il focolare a carbone del fabbro nel quale venivano riscaldati sino all'incandescenza piccoli pezzi di ferro che venivano poi lavorati per percussione sull'incudine o al maglio. In questa stessa foto vediamo il maglio, in primo piano il basamento su cui poggiava l'incudine, sotto le finestre la mola, con la sua ruota in pietra abrasiva utilizzata per affilare tutti gli utensili in ferro realizzati.
La didascalia dietro la foto riporta: "Processione Corpus Domini con i bambini dell'asilo Vezzano 1960 n.14", da ciò si è potuta ricavare la data precisa dello scatto.
Il Corpus Domini, fino al 1977, si festeggiava il giovedì della seconda settimana dopo la Pentecoste. La foto ci mostra come i bambini dell'asilo seguissero la processione con la loro maestra, grembiulino e cuffia bianca, calla in mano.
Sulla destra si vede la farmacia ed il negozio di alimentari dei Benigni da poco ristrutturati, al piano di sopra un copriletto è esposto alla finestra com'era tradizione in occasione di questa festività. Su via Roma vediamo quella che allora era la sede della famiglia cooperativa.
Si vede la banda del borgo di Vezzano in primo piano seguita dalla processione con la Madonna. Copriletti e coperte addobbano le finestre. La data è solo approssimativa e non abbiamo riconosciuto il luogo, contiamo sul vostro aiuto.