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  • Il burro - cartellone

    Cartellone realizzato dai bambini della classe prima primaria di Vezzano in collaborazione con Ecomuseo della Valle dei Laghi nel 2019 per la mostra "Animali e cereali nel progetto memoria". Illustra la procedura utilizzata un tempo per la produzione del burro.
  • feràr

    "Ferar" oltre a sostantivo è anche verbo:
  • Sgabello per mungere

    I piedi di questo sgabello sono costituiti da un ramo, fissato a una seduta circolare in truciolato con dei chiodi.
  • Carro davanti alla sartoria Garbari

    Anche i trasportatori coi loro carri avevano in quel periodo da lavorare per la costruzione delle gallerie collegate alla centrale di Santa Massenza. Durante il tragitto, assistiamo qui ad una breve pausa scherzosa proprio davanti al magazzino che la SISM aveva a Vezzano, messa in atto da "l'Angelin" di Calavino, il magazziniere della SISM. I trasportatori sono Carlo Gentilini e Giancarlo Garbari di Vezzano. Come si vede dall'insegna, in quello stesso edificio, al piano superiore si trovava la sartoria di Ermenegildo Garbari, il quale non poteva perdere l'occasione per scattare una delle sue innumerevoli fotografie.
  • Intervista a Giorgio Tozzi, proprietario della storica macelleria di Vezzano

    Giorgio Tozzi, classe 1942, ci parla delle origini della sua macelleria, spaziando fra ricordi e racconti, che vanno dalla Prima alla Seconda Guerra Mondiale, alle attività che una volta si svolgevano lungo la Roggia di Vezzano.
  • Ferri per bue

    Per la ferratura del bue, si usavano ferri diversi a seconda dell'unghia che si ferrava e dell'uso che veniva fatto del bue. Il bue ha due dita che toccano terra e quindi ha bisogno di 8 ferri, anche se talvolta venivano ferrati solo davanti o anche solo le unghie anteriori esterne. I ferri, modellati su misura dal maniscalco, avevano dei fori per inserirvi i chiodi con cui fermarli all'unghia. Se il bue doveva lavorare su zone montane, si usava un ferro munito di linguetta che veniva piegata sopra l'unghia verso l'esterno così da distribuire meglio l'impatto del ferro rendendo più duratura la ferratura.
  • Trappola per volpi

    La tagliola veniva innescata nei pressi dei pollai per difenderli dalla volpe che spesso li attaccava. Se la volpe vi inseriva inavvertitamente la zampa si richiudeva a scatto imprigionandola, cosicché veniva catturata ed uccisa.
  • Trappola per topi

    La trappola per topi è un dispositivo usato per la cattura e uccisione di piccoli roditori, in particolare topolini che frequentavano l’abitazione o le cantine attirati dai vari prodotti che vi si depositavano.. All’interno della trappola per catturare il topo si collocava un pezzetto di formaggio.
  • La ferratura dell'asino

    I Morandi oltre che fabbri facevano anche i maniscalchi. Qui sono all'esterno della loro fucina impegnati nella ferratura di un asino.
  • Calavino una volta

    Questo "giornalino" raccoglie i risultati di ricerche, interviste e studi d'ambiente, che hanno impegnato gli alunni del plesso di Calavino nel corso dell'anno scolastico 1981/82, e, alcune classi, anche negli anni precedenti. È dedicato agli anziani del paese che hanno collaborato con molta disponibilità a questa ricerca. È stato scritto con macchina da scrivere, illustrato con disegni al tratto dei bambini e distribuito in fotocopia.
  • tuttinsieme perché i ricordi no i se smorza

    Fascicolo scritto con la macchina da scrivere, illustrato con disegno al tratto dai bambini e riportante alcuni interessanti documenti a corredo della ricerca svolta sia su testi, sia incontrando anziani testimoni.