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Titolo
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Alla ricerca dell'identità storica della valle dei Laghi, terra di paesaggi, pievi, comunità, castelli e conquiste
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Descrizione
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Così motiva l'autore la pubblicazione su "Retrospettive" n.51 pag. 50-51
Da alcuni decenni a questa parte è diventato luogo comune nell’ individuare al di qua del Bus de Vela un unico bacino valligiano, definito col termine “valle dei Laghi” anche senza il supporto di acclarati riferimenti storici, tant’ è vero che si tratta di un neotoponimo, coniato appena una cinquantina d’anni fa.
Da qui il forte stimolo a ricercare fra le “carte” dei secoli scorsi possibili agganci, riferibili a tale connotazione geografica come espressione di uno sviluppo comunitario, attraverso il quale riconoscere la consapevolezza di quell’ agire comune, su cui si fonda il carattere identitario di un “popolo”, inteso evidentemente come aggregazione di comunità nel contesto di un ben identificato ambito territoriale.
È fuori dubbio che la nostra storia sia improntata da una forte ed indiscutibile matrice identitaria paesana, come processo storico, che si è spinto verso forme di autonomia autogestita in sede locale, resa praticabile attraverso l’ esercizio della “democrazia diretta e partecipata”; e da qui la grande lezione delle “carte di regola”, che, data la capillarità e diffusione sul territorio, danno contenuto al riconoscimento dell’ attuale autonomia trentina! Ma ciò non toglie che, salvaguardato questo aspetto ed anzi per corroborare più propriamente la difesa della singola autonomia di paese, si siano favorite iniziative di collaborazione intercomunale, finalizzate esclusivamente – pur sorrette da motivazioni di convenienza – al raggiungimento di obiettivi comuni e non anche da tentativi di prevaricazione dell’una ai danni delle altre. E questo rispetto reciproco delle comunità “maggiori” nei confronti di quelle “minori” muoveva dal fondamentale principio della “democrazia dal basso” ed è sensazionale la sua affermazione in un contesto storico profondamente ancorato ai privilegi socio-politici non ancora spazzati via, a livello ideologico, dalla rivoluzione illuministica. Questa ricostruzione permette, dunque, di riappropriarci di alcuni importanti momenti della nostra storia, ma anche di suscitare in noi moderni alcune riflessioni ed alcuni interrogativi sul significato dell’ autonomia comunale e su quali presupposti si debba costruire la
collaborazione sovra comunale.
La lettura della storia - soprattutto quella vissuta, di cui si è resa protagonista la gente - non deve limitarsi a semplice
conoscenza dei fatti del passato, ma trasformarsi - tanto per usare una terminologia molta in voga in questi tempi – “in
competenza”, nel senso di attualizzare il messaggio trasmessoci dalle passate generazioni per interpretare meglio il
ruolo di cittadini consapevoli riguardo al funzionamento delle istituzioni.
Chiarite dunque le motivazioni della ricerca, ritengo opportuno suggerire, trovandoci di fronte a un volume piuttosto
corposo e frammisto di vari argomenti, una chiave di lettura, evidenziando che trattandosi di una ricerca d’archivio non si
poteva fare a meno di riprodurre delle fonti, che però sono state inserite a margine e che pertanto non disturbano la fluidità della narrazione:
• il primo capitolo (dalla preistoria fino alle invasioni barbariche) ha valore introduttivo per segnalare qualche carattere univoco di richiamo all’evoluzione della valle (interessante e stimolante il contributo della dr.ssa Nicoletta Pisu sullo scavo archeologico alla chiesetta di S. Valentino in Agro);
• nel secondo si analizza la “storia” delle singole comunità, accorpandole per pievi (l’antica distrettuazione territoriale di origine romana). Si consiglia pertanto il lettore di soffermarsi innanzitutto sulle parti relative alla propria comunità;
• il terzo capitolo è quello su cui s’incentra l’approfondimento del concetto di identità di valle
attraverso un confronto a 360° fra le varie comunità, evidenziando analogie e differenze a partire
dal tema delle carte di regola (ben 10 in valle);
• il quarto capitolo assume un’impostazione decisamente più stimolante ed attrattiva in quanto
riguarda la vita castellana dei Madruzzo nei due manieri (quello in valle di Cavedine e quello di
Toblino), soprattutto nel tentativo di ricostruire le diverse fasi edilizie;
• infine l’ ultimo che sintetizza brevemente lo sviluppo comunitario dall’epilogo della storia regolanare con l’invasione francese del 1796 fino al secondo dopo guerra.
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Autore
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Bosetti, Mariano
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Data di pubblicazione
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novembre 2014
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Editore
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Lasino TN : Associazione culturale Retrospettive
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Numero di pagine
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320
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Tipo
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Libro