Contenuti
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Gita al lago di Cavedine
I vestiti sono eleganti sia per le signore che per il rematore. Ci sono anche mazzi di fiori, probabilmente si tratta di una gita "fuori porta" in occasione di una festa. Si riconosce Agnese Bridarolli, moglie di Giulio Dallapè. Le signore sono amiche della famiglia Dallapè, probabilmente appartenenti alla famiglia De Varda o De Vilos. Lo scatto risale agli anni '30 quando i fratelli Dallapè iniziarono a dilettarsi come fotografi. -
Pomeriggio festivo al Luch
La fotografia ritrae le famiglie Dallapè, De Varda e De Vilos, durante un pomeriggio festivo al Luch. In piedi da sinistra si riconosce Celeste e seduto accanto Giulio, i due fratelli fondatori del calzaturificio Dallapè. Accanto a Giulio si riconosce Agnese. Il signor Tranquillo è quello seduto più in alto. -
Panorama di Cavedine
La fotografia è stata realizzata nei pressi dell'attuale casa di riposo di Cavedine. Si nota la campagna con varie colture, la canonica e la chiesa di Santa Maria Assunta. -
Raccolta di farfalle
Vetrina contenente 19 farfalle e un bozzolo raccolte da Armando Pederzolli in quarta elementare durante le attività di esplorazione ambientale e studiate poi in classe. Ne parla descrivendo anche il processo di conservazione in un intervento in classe del nipote ai minuti 37:25-38:25, 42:50-43:49, 57:20-58:19: -
Caterina Eccher nei ricordi di Elsa Bolognani
Andando alla ricerca di figure femminili del passato, grazie ai ricordi di Elsa Bolognani, abbiamo incontrato Caterina Eccher (nata nel 1893), figura importante per il paese di Vigo Cavedine al tempo in cui la bachicoltura era la principale fonte di sostentamento per molte famiglie. Era lei che portava in paese i seme-bachi e li accudiva fino alla nascita dei bacolini che distribuiva poi alle famiglie interessate alla produzione dei bozzoli. -
gianz
albero della famiglie delle querce (come il leccio e la roverella) con ampia chioma, foglie lobate, produce le ghiande. -
"Vei chi che te conto"... La vita al tempo dei nonni e l'allevamento del baco da seta
Lavoro di ricerca realizzato attraverso interviste, letture, esperienze, relazionate poi a gruppi per tema. Il fascicolo è stato elaborato al computer dai bambini stessi e riccamente illustrato con disegni al tratto e foto storiche. -
pelarìn
Era chiamato "pelarin" quel lavoratore stagionale che andava a "pelare" le foglie del gelso, cioè a sfrondare i gelsi per l'alimentazione dei bachi da seta, nel periodo della bachicoltura. -
La grotta dell'eremita di San Martino
Questa grotta si trova a 600 metri s.l.m. sopra i ruderi della chiesetta di San Martino. Ha una forma oblunga alta, stretta e poco profonda. Le sue pareti sono bianche, a parte le feritoie poste in alto nella parte più esterna che sono annerite dal passaggio di fumi dall’interno. Sulle pareti sono incisi e scritti col carbone nomi, iniziali, date. Secondo la tradizione un tempo la grotta era abitata da un eremita a protezione della "strada dei Cavédeni", che contribuiva a rendere più sicura con le sue preghiere, e della cappella di San Martino, che contribuiva a curare e qualche volta pure a restaurare. Non è facile trovarla, non essendoci sentieri e segnalazioni. Si segue una traccia che si trova nella vallecola dietro la chiesetta di San Martino, ci si inerpica sul costone della montagna, si supera una trincea ed arrivati ad un piccolo ghiaione si abbandona la traccia per raggiungere poco sopra la grotta. --- Bibliografia: -
Capriolo a Ronch
Grazie all'aiuto delle famiglie, della forestale e del Comune i bambini di prima della locale scuola primaria, nel 2008/09 hanno iniziato a realizzare in questa zona "il bosco incantato" con installazioni e "libri" da loro realizzati lungo il percorso. Nella foto vediamo accanto alla sorgente di Ronch la sagoma di un capriolo a dimensioni naturali col calco delle sue impronte impresso nel cemento ed una "casetta" con il libretto ambientato qui col capriolo protagonista, da leggere direttamente sul posto, al quale ne è stato aggiunto un altro cinque anni dopo. -
Tasso al Casino di Bersaglio
Grazie all'aiuto delle famiglie, della forestale e del Comune i bambini di prima della locale scuola primaria, nel 2008/09 hanno iniziato a realizzare in questa zona "il bosco incantato" con installazioni e "libri" da loro realizzati lungo il percorso. Nella foto vediamo accanto ai ruderi del Casino di Bersaglio la sagoma di un tasso col calco delle sue impronte impresso nel cemento ed una "casetta" con il libretto ambientato qui, da leggere direttamente sul posto. -
Volpe al bersaglio n. 3
Grazie all'aiuto delle famiglie, della forestale e del Comune i bambini di prima della locale scuola primaria, nel 2008/09 hanno iniziato a realizzare in questa zona "il bosco incantato" con installazioni e "libri" da loro realizzati lungo il percorso. Nella foto vediamo all'esterno del tomo n. 3 la sagoma di una volpe col calco delle sue impronte impresso nel cemento ed una "casetta" con il libretto ambientato qui, da leggere direttamente sul posto. -
La roggia di Calavino
È indicata talvolta con questo nome anche la roggia di Valle che segue la strada della Val di Cavedine raccogliendo poca acqua fino ad arricchirsi sul territorio di Lasino con l'apporto di alcune sorgenti. Entrata a Calavino riceve subito l'acqua della sorgente del Bus Foran (o Foram, ramale chiamato anche "Roggia Grande"); vediamo la cascata, che forma appena uscita dalla sorgente, passare sotto la strada per immettersi nella roggia di Valle. Subito dopo riceve l'acqua della sorgente di Menétoi, o meglio il troppopieno dell'acquedotto potabile che va a servire l'alta val di Cavedine dal 1972. In paese la alimentano poi altre piccole sorgenti minori. All'imbocco della val de Canevai riceve le acque del piccolo alveo della sorgente di Palù, poi quelle del Rio Freddo (o Rifré o Lifré) ed infine da una pittoresca cascata il fosso di Barbazan che arriva dal territorio di Padergnone. La forra dei Canevai è caratterizzata da giochi d'acqua, cascate, profonde pozze. Il sentiero che ne segue il tracciato è stato realizzato dal Comune verso il 1990. Dopo aver alimentato le vasche della pescicoltura, con un'ultima curva a gomito, sfocia nel lago di Toblino. -
La roggia nei pressi del mulino Pisoni "Biasi"
Prima della cascata davanti a casa Pisoni "Biasi", illustrata nella prima foto, una parte dell'acqua veniva deviata su una canaletta in pietra per azionare le ruote idrauliche poste su questo edificio. La roggia si allontana poi dalla casa, visibile sullo sfondo della seconda foto, incuneandosi con una serie di cascate nell'orrido della val dei Canevai. -
Mazzetto di "lino delle fate piumoso" e il gioco dei "boacéti"
A dirla correttamente si tratta di un mazzetto di "Stipa pennata" o "lino delle fate piumoso", pianta perenne poco diffusa in valle, che fiorisce tra maggio e luglio. Le spighette esposte al sole e al caldo si aprono diventando piumose. Nelle foto si vede lo stesso mazzo nelle due diverse situazioni. Lo si usa per addobbare i cappelli tirolesi insieme all'immancabile piuma, ma quello che riportiamo qui è il gioco dei "boacéti". Emanuele Pisoni, classe 1948 di Calavino, lo faceva da bambino con gli amici. I ragazzi preparavano un mazzetto di quest'erba che cresceva solo in un luogo a Calavino, lo intingevano nella calce conservata nel “calcinèr” e lo lanciavano sul muro di una casa. Si spiaccicava e rimaneva attaccato per breve tempo alla parete come una “boàcia” (escremento di vacca), di qui il nome del gioco. Vinceva chi la faceva rimanere più tempo sulla parete. Gli raccontavano che quelli più vecchi di lui li intingevano proprio nelle "boàce". Ci conferma questa versione Dolores Zuccatti, classe 1933 di Ciago, che andava con la sua amica Luigia poco sopra il paese a ricercare quest'erba particolare e difficile da trovare, che chiamavano "molina". Ne raccoglievano uno stelo qua ed uno là, finché riuscivano a farsi il loro mazzetto. Rientrate in paese, infilzavano gli spuntoni sporgenti dalle spighe nelle "boàce", che si trovavano frequenti nelle vie sterrate o selciate, e si divertivano a lanciarle lontane. -
léngua de vaca
Pianta erbacea infestante che cresce in prati umidi. -
festùc
Gambo di pianta erbacea. -
ficón
Parte della pianta erbacea che rimane infissa sul terreno dopo il taglio. -
Ricordi di Liliana Zuccatti seguendo il calendario
L'intervista alla signora Liliana è stata fatta su invito di Fausto, uno dei bambini coinvolti nel "Progetto calendario" che Ecomuseo sta svolgendo con la collaborazione delle scuole del territorio. Liliana, classe 1949, ha raccontato, con trasporto e talvolta con commozione, molti momenti della vita di Ciago e della sua famiglia quando lei era una bambina, esprimendosi per lo più in lingua italiana, ma di tanto in tanto anche il dialetto ha fatto capolino: anche quello fa parte della sua e nostra storia! Frequente anche l'uso di località: San Rocco all'interno del paese; Olif, Pian, Zignon/Cignon, Slincia, Segrai, Ronchi nei dintorni; San Giovanni, Al piocio, Seraiole sul Monte Gazza. Come di consueto, in fondo alla scheda trovate i termini dialettali utilizzati da Liliana ed inseriti nel nostro glossario; se non capite qualche altra parola provate ad utilizzare la ricerca libera, se avete richieste o precisazioni da fare non esitate a contattarci. -
Sulle tracce dei pastori: le pietre raccontano
Con questo video Ecomuseo, con la collaborazione del Coro Valle dei Laghi e dell'antropologo Luca Pisoni che ci guida alla riscoperta di piccoli segni, lasciati dai pastori. È uno dei sei video del progetto "Ciak si gira in Valle dei Laghi" finanziato dal Primo bando CARITRO per il volontariato culturale 2021 e dalla Comunità di Valle ed integra le proposte di Ecomuseo della serie: -
Monumenti di pietra in Valle dei Laghi
Con questo video Ecomuseo, con la collaborazione del Coro Valle dei Laghi e della geologa Tiziana Dallapè, offre alcune informazioni di base sulla geologia della Valle dei Laghi. È uno dei sei video del progetto "Ciak si gira in Valle dei Laghi" finanziato dal Primo bando CARITRO per il volontariato culturale 2021 e dalla Comunità di Valle ed integra le proposte di Ecomuseo della serie: -
Itinerari naturalistici in Val dei Laghi
Con questo video Ecomuseo, con la collaborazione del Coro Valle dei Laghi, offre una visione di ciò che la natura regala in Valle dei Laghi, grazie alla grande varietà climatica che la caratterizza. È uno dei sei video del progetto "Ciak si gira in Valle dei Laghi" finanziato dal Primo bando CARITRO per il volontariato culturale 2021 e dalla Comunità di Valle ed integra le proposte di Ecomuseo della serie: -
ciciòtol
Termine usato solitamente al plurale per indicare il rimasuglio di pezzettini di grasso abbrustoliti scolati a caldo dal grasso di maiale cotto per ottenere lo strutto. Questo termine è usato anche per indicare una piccola escrescenza. -
strameti
Il mais da foraggio è più piccolo del mais da cui si ricava la farina gialla. Non si aspetta la maturazione ma si taglia la pianta tutta intera e la si usa per arricchire l'alimentazione dei bovini. Con "strameti" si intendono dunque queste piccole piante intere, mentre con "strami" i lunghi gambi del mais dal quale si ricava la farina gialla.