Cartellone realizzato dai bambini della classe prima primaria di Vezzano in collaborazione con Ecomuseo della Valle dei Laghi nel 2019 per la mostra "Animali e cereali nel progetto memoria".
La Roggia di Ciago nasce dalle sorgenti di Valachel a quota 670 e 692 mslm in loc. Mondal e subito alimenta il serbatoio dell’acquedotto irriguo.
Nella sua ripida corsa attraverso il paese, lungo la Val dei Molini, un tempo forniva l’energia idraulica necessaria ad una fucina e cinque mulini ed alimentava due lavatoi, uno accanto al mulino Cattoni e uno sull’attraversamento di Via San Rocco. Ora in quel tratto c'è una vasca di decantazione e da Via San Rocco viaggia intubata fin sotto la strada del Pedegaza, passando anche sotto un edificio. Arrivata sotto il paese scende più tranquilla lungo la campagna. Da quanto risulta dal progetto di completa sistemazione dell’alveo del 1908, l’acqua andava allora in gran parte dispersa prima di unirsi alla sorgente di Nanghel, punto in cui assume il nome di Roggia di Nanghel, la cui importanza risulta dalla Carta di Regola di Vezzano del 1574 (Vedi pag 239-240 Il libro delle acque).
Al suo arrivo a Vezzano la roggia viaggia intubata fino alla nuova rotatoria del 2006 dove è stata deviata e riportata in superficie in un percorso più lungo per oltrepassare la rotatoria stessa, raggiungere il lavatoio davanti alle scuole e continuare il suo viaggio intubata sotto via Roma. Arrivata alla piazza principale di Vezzano, un tempo veniva deviata verso sinistra, intubata superava l’Albergo Stella d’Oro, tornava in superficie negli orti adiacenti a Via Borgo, si univa ad un’altra sorgente, tuttora attiva, e passando per la campagna di Terra Mare si immetteva nella Roggia Grande. Approfittando dei lavori alla rete fognaria, la roggia di Nanghel, è stata poi intubata insieme alle acque bianche sotto via Roma fino agli Alberoni. Attraversata la strada provinciale, ritorna allo scoperto in località Fossati unendosi alla sorgente Fontanele, proprio dove un tempo c’era il grande lavatoio usato dalle donne del Dos. La roggia attraversa la zona artigianale fra nuovi alti argini in pietra per poi immettersi nella Roggia Grande in località Acque Sparse, prima che essa riattraversi la strada provinciale nel suo viaggio verso Padergnone.
Informazioni tratte da:
"Laste" di pietra venivano un tempo largamente utilizzate per pavimentazioni, per realizzare piccoli "ponti", delimitare confini... quelle piccole venivano usate anche per giocare.
Questo termine ricorre anche come toponimo di luoghi dove queste venivano estratte.
Al plurale fa "tóvi".
Il detto "Stà lontan dai tóvi se nó te vòi ciàpar sassi en le gambe!" viene utilizzato genericamente per dire di stare lontano dai pericoli e dalle liti.
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Può avere anche un altro significato:
Roberto Pedrotti ci porta a scoprire quel che rimane dei "brozzadóri" di Cavedine, luoghi in cui il carro a due ruote che scendeva dalla montagna veniva trasformato in carro a quattro ruote per proseguire il viaggio in paese. Sono luoghi abbandonati in cui la natura sta prendendo il sopravvento anche laddove l'uomo non ha già distrutto, ma permettono comunque di capire il loro funzionamento di un tempo.
Bozzolo di scarsa qualità prodotto da un baco da seta ammalato o morto prima di terminarne la costruzione. Questi bozzoli non venivano consegnati all'essiccatoio ma lavorati in casa per la produzione di seta rozza.
In senso figurato lo si dice di chi ha poca voglia di lavorare.
Il baco da seta si costruisce un bozzolo con un unico filo di seta lungo dai 300 ai 900 metri impiegandoci 3 - 4 giorni . Dentro il bozzolo, completamente protetto da parassiti e predatori, il baco diventa crisalide.
Dopo circa 12 giorni, se il bozzolo non viene utilizzato per la produzione della seta, esce la farfalla.
Il periodo larvale del baco da seta dalla durata complessiva di circa un mese è scandito da una successione di momenti di vita attiva, noti come le cinque età, e di momenti di riposo, le quattro dormite o “mute”. È chiamato "magnarìa" il periodo della quinta età, che dura 8-9 giorni, in cui i bachi mangiano moltissimo per prepararsi alla costruzione del bozzolo.
Non ci è dato sapere se in italiano vie è un termine corrispondente.
In senso figurato assume altro significato:
Antonia Zuccatti, classe 1931, ci racconta la sua esperienza di bambina e giovane donna nell'allevamento dei bachi da seta ("cavaléri") fino alla vendita dei bozzoli ("galéte"), utilizzando anche termini dialettali specifici, citando le località (Ronc, Sorac, Gèra) dove andava a raccogliere le foglie di gelso ("morar") per alimentarli, descrivendo la fatica ed i sacrifici che dovevano affrontare.
Descrive poi le altre fonti di sostentamento e di reddito provenienti dalle coltivazioni di viti, patate, frumento, granoturco, dall'allevamento di mucche, vitelli, capre, galline e conigli, accennando all'attività lavorativa del marito Angelo in malga.
In fondo alla scheda si può accedere ai termini dialettali che Antonia ha utilizzato e che sono inserti nel glossario di questo archivio.
In senso figurato si dice di persona poco sveglia (córt de gabàna, endré), poiché se l'insetto, crepuscolare e notturno, si trova in ambiente luminoso si disorienta e si muove sbattendo in giro.