L'intervista alla signora Gemma è stata fatta su invito di Gaia, una delle bambine coinvolte nel "Progetto calendario" che Ecomuseo sta svolgendo con la collaborazione delle scuole del territorio.
Gemma, classe 1939, nel raccontare le esperienze legate al calendario si è soffermata anche a narrare episodi della sua vita di bambina: qualche marachella, gli interventi educativi del papà e della maestra, ...
Alla visione del video assemblato ha poi voluto aggiungere ancora qualche ricordo.
Come di consueto, in fondo alla scheda trovate i termini dialettali utilizzati da Gemma ed inseriti nel nostro glossario; se non capite qualche altra parola provate ad utilizzare la ricerca libera, se avete richieste o precisazioni da fare non esitate a contattarci.
L'intervista alla signora Elvira è stata fatta su invito di Nicholas, uno dei bambini coinvolti nel "Progetto calendario" che Ecomuseo sta svolgendo con la collaborazione delle scuole del territorio.
Come si vede dall'indice, molte sono le esperienze raccontate da Elvira, classe 1947, tra vita di campagna, religiosità, vita ed eventi del paese, alimentazione.
Riportiamo a parte il suo racconto sulla vita nel "cason gris".
In fondo alla scheda trovate i termini dialettali utilizzati da Elvira ed inseriti nel nostro glossario; se non capite qualche altra parola provate ad utilizzare la ricerca libera.
L'intervista alla signora Amelia è stata fatta su invito di Carlo, uno dei bambini coinvolti nel "Progetto calendario" che Ecomuseo sta svolgendo con la collaborazione delle scuole del territorio.
Come si vede dall'indice, molte sono le ricorrenze raccontate con trasporto da Amelia, classe 1940.
A parte riportiamo anche il suo racconto sul lavoro stagionale che faceva alla "fabbrica delle noci":
Sto percorrendo la Valle di Cavedine e vedo, in un campo a fianco della strada, due contadini seminare il frumento a mano. È mezzogiorno, vado di fretta e non è l’ora di disturbare chi lavora ma... “Se non ora quando?” Mi fermo e faccio conoscenza con Aldo Pederzolli, che gentilmente mi permette di riprendere e mi rilascia questa veloce e preziosa testimonianza. Per questa volta accontentiamoci di un video fatto di fretta, meglio questo che niente.
Da pochi anni Aldo ha ripreso la semina del frumento ed in assenza di mezzi meccanici la fa a mano come prima di lui hanno fatto i suoi avi. Percorrendo il campo con regolarità avanti e indietro, lancia i semi a manciate con un ampio movimento del braccio, chi lo aiuta fa la stessa cosa incrociandosi con lui, così da garantire una distribuzione più equilibrata delle sementi. In sottofondo il silenzio.
Ricorda il proverbio: "Se no i ha somenà el fórment da San Luca (18 ottobre) i pol metersèl én la zzuca."
Occasione per parlare della modificazione delle stagioni e delle coltivazioni in valle di Cavedine.
In fondo alla scheda trovate collegamenti alle voci del glossario dialetto-italiano utilizzate.
Piccola variazione dello stesso proverbio qui:
Anche un campo porta con sé dei ricordi: questo, ha fatto rammentare a Roberto il tempo in cui ci andava col nonno a raccogliere le patate dentro una grande fazzoletto per il pasto tradizionale della seconda domenica di luglio, festa dei Santi Martiri: salsicce e patate al forno.
Antonia Zuccatti, classe 1931, ci racconta la sua esperienza di bambina e giovane donna nell'allevamento dei bachi da seta ("cavaléri") fino alla vendita dei bozzoli ("galéte"), utilizzando anche termini dialettali specifici, citando le località (Ronc, Sorac, Gèra) dove andava a raccogliere le foglie di gelso ("morar") per alimentarli, descrivendo la fatica ed i sacrifici che dovevano affrontare.
Descrive poi le altre fonti di sostentamento e di reddito provenienti dalle coltivazioni di viti, patate, frumento, granoturco, dall'allevamento di mucche, vitelli, capre, galline e conigli, accennando all'attività lavorativa del marito Angelo in malga.
In fondo alla scheda si può accedere ai termini dialettali che Antonia ha utilizzato e che sono inserti nel glossario di questo archivio.