Toponomastica

Collezione

Contenuti

Ricerca avanzata
  • Bachicoltura, agricoltura e allevamento

    Antonia Zuccatti, classe 1931, ci racconta la sua esperienza di bambina e giovane donna nell'allevamento dei bachi da seta ("cavaléri") fino alla vendita dei bozzoli ("galéte"), utilizzando anche termini dialettali specifici, citando le località (Ronc, Sorac, Gèra) dove andava a raccogliere le foglie di gelso ("morar") per alimentarli, descrivendo la fatica ed i sacrifici che dovevano affrontare. Descrive poi le altre fonti di sostentamento e di reddito provenienti dalle coltivazioni di viti, patate, frumento, granoturco, dall'allevamento di mucche, vitelli, capre, galline e conigli, accennando all'attività lavorativa del marito Angelo in malga. In fondo alla scheda si può accedere ai termini dialettali che Antonia ha utilizzato e che sono inserti nel glossario di questo archivio.
  • Casa Pedrotti in loc. Pozze

    Residenza estiva della famiglia Pedrotti: in inverno vivevano invece in paese a Cavedine, più precisamente a Musté. La località si chiama così per via delle "fontane" sulle pendici del monte, visibili nelle risorse correlate a questo contenuto. La famiglia progettava di ampliare la casa con un'altra camera, una cantina ("càneva") e un garage, ma si pose di mezzo l'avvento della prima guerra mondiale, che chiamò alle armi gli uomini di casa, impedendone quindi la costruzione. Un tempo infatti non si avevano i soldi per pagare degli operai edili, e le case venivano costruite dai capifamiglia con l'aiuto di amici e parenti. Nello spazio risultante sono stati piantati due pruni ("brugnère"), a testimonianza dell'attività di sostentamento della famiglia, ovvero la vendita delle prugne ("brugne"). L'interno attualmente si compone di una cucina e una camera, poi attraverso una scala a pioli si sale al "solèr", ovvero dove si metteva il fieno. Prima della ristrutturazione del primo piano lì venivano ospitati i bachi da seta ("cavaléri"), che prendevano in aprile a Lasino. Il periodo del loro allevamento era molto intenso perchè gli uomini andavano a prendere le foglie di gelso ("morèr") e le donne e i bambini le tagliuzzavano due/tre volte al giorno per darle loro in pasto. Quando i bozzoli erano pronti li portavano a Cavedine. Al piano terra si trova invece il focolare ("fógolàr") e la "stala" per le bestie (2 buoi e 2 capre), con la mangiatoia ("magnadóra"). I tetti sono stati rifatti verso il 2010. Da notare la rudimentale serratura.
  • Contadini sul carro

    Giancarlo Garbari, Valentino Bressan, Ettore Tomazzolli, Eustacchio Piccoli, con forche e rastrelli, sono tutti sul carro trainato da un cavallo bianco all'uscita di Vezzano verso Naran, dove dovranno occuparsi della fienagione.
  • Il "Trato Marzo" a Vigo Cavedine raccontato da Alba Chistè

    Alba Chistè racconta come si svolgeva il "Trato Marzo" nel paese di Vigo Cavedine l'1-2-3 marzo di ogni anno. Si rivolge in lingua italiana ma utilizza anche termini dialettali per dare più risalto ad alcune frasi come "i se trovava" (si trovavano), "per sposar le bèle fiole" (per sposare le belle figlie), "de chi èla, de chi no èla?" (di chi è?, chi sono i suoi genitori? ), "la Alba del Bruno Forto che l'è anca bèla" (Alba di Bruno detto "Forto" che è anche bella), "a chi la dente, a chi no la dente" (a chi la diamo in sposa?), "al Romano Drago che l'è da sposar" (a Romano detto "Drago" che è ancora da sposare), "èl en contrat da far?" (è un contratto da fare?), "e denteghela e denteghela che l'è da maridar" (va bene, che ha ancora da prendere marito).
  • Cronistoria del Quinto Palio delle sette frazioni

    Breve cronistoria della quinta edizione del Palio delle sette frazioni, disputato a Ranzo, copiata dal sito statico non più attivo del Comitato organizzatore.
  • Località "Lavini" innevata

    La zona che ora ospita il parco giochi e diverse case era allora tutta campagna. Si notano due covoni nella neve. Sullo sfondo il Gazza.
  • Uomo che porta il fieno a Lon

    Uomo che entra in paese dall'antica strada del Monte Gazza trasportando a spalla un lenzuolo (baza) di fieno. In senso opposto una bambina percorre solitaria la strada verso la campagna e la montagna. Si nota la presenza di diversi gelsi e la località "Lavini" senza case.