Gruppo di persone fanno il bagno nel lago di Santa Massenza. La signora Flora, nel riguardare questo scatto, ricorda l'allegra musica di sottofondo che veniva dall'albergo Conti e le spensierate nuotate che facevano più quelli provenienti dalla città che non quelli dei dintorni. Lei, trasferita da Fraveggio a Trento in tenera età, aveva potuto frequentare con le sue sorelle la piscina comunale di Via Madruzzo, denominata "Cock"e così, quando tornava a Fraveggio per le feste, le vacanze, o come profuga dopo il bombardamento di Trento, poteva farsi una passeggiata fino a Santa Massenza e nuotare in compagnia.
In genere quelli che vivevano sul lago sapevano nuotare ma quelli dei dintorni si accontentavano dei giri in barca o di stare in compagnia a riva a cantare e suonare.
Lo scatto ben raffigura il lago prima della costruzione della
I vigili del fuoco, organizzatori della "sbigolada" di carnevale a Fraveggio mangiano la loro porzione di spaghetti al ragù nei loro piatti portati da casa, come era tradizione prima dell'avvento de piatti in plastica usa e getta.
La piccola Luisa Bressan suona lo zufolo travestita da tirolese nello spazio circolare ai piedi del giovane cedro nella piazza di Fraveggio.
Presso i lavatoio si intravede la postazione per la sbigolada ed intorno qualche persona, segno che la festa del carnevale stava per cominciare.
Col suo cappello da vigile e le mostrine sul colletto della tuta, a dimostrare il suo attaccamento al corpo dei vigili del fuoco, Enrico Aldrighetti ha continuato a svolgere la sua opera di volontariato nella preparazione della "sbigolada" di carnevale, sempre ben accetto e stimato anche dai colleghi più giovani.
Il carnevale a Vezzano è tradizionalmente preparato dai vigili del fuoco, sia quelli in servizio attivo, sia quelli che avendo superato i 60 anni devono interrompere il servizio.
Tradizionalmente per il carnevale veniva costruita in piazza una struttura in legno alla quale venivano appesi con catene di ferro i grandi paioli per cuocere gli spaghetti, il ragù e il vin brulè sotto i quali si facevano ardere fascine di legna.
Tale struttura è stata in questo caso riprodotta in miniatura quale dono di riconoscenza per la cinquantennale attività di Enrico Aldrighetti come si evince dalla targa: "50 anni di bigoi insieme. Grazie"
Giancarlo, Loredana e "Franco" Garbari accompagnano il maiale ben ingrassato alla macellazione.
Era un tempo molto frequente l'allevamento del maiale per autoprodurre in inverno salami, "luganeghe", sanguinacci, lardo, strutto...
La data dello scatto è presunta dall'età approssimativa dei bambini .
Sono i vigili del fuoco, qui nella loro divisa storica, a preparare tradizionalmente gli spaghetti (bìgoi) al carnevale di Vezzano. Si nota la tipica struttura in legno alla quale si appendevano le caldere per la cottura della pasta. Davanti a loro un signore mangia dal suo piatto di porcellana gli spaghetti.
La data approssimativa è stata dedotta dal vestiario.
La cartonolina è stata ritagliata con le forbici.
Folto gruppo a rappresentare la "Banda Petazzi" al carnevale di Vezzano.
Su uno dei loro manifesti si riesce a leggere all'incirca:
"Banda Petazzi - Programma:
I - ore 2 entrata trionfale carro antidiluviano
II - concerto musicale capobanda D.A.P.I.C.B.
III - sbigolata in bocai ...
IV - il corteo percorrerà Via Roma, Via Dante e Via dell'aria
V - il concerto s'appella a pietosa ... elemosina
Per il comitato
firma"
Dietro riporta la scritta "Cartolina postale italiana".
La Candelora (2 febbraio) è la festa della Presentazione di Nostro Signore Gesù Cristo al Tempio; è chiamata così perché nella celebrazione liturgica si benedicono le candele, simbolo di Cristo "luce per illuminare le genti", come il bambino Gesù venne chiamato dal vecchio Simeone al momento della presentazione al Tempio di Gerusalemme.
Superata questa data il freddo dell'inverno sta per finire.
Durante il carnevale di Vezzano, Roberto Garbari a cavallo rappresenta l'entrata del Negus (monarca etiopico) ad Addis Abeba, fatto successo il 5 maggio 1941 dopo che gli italiani avevano dovuto cedere la capitale etiopica agli inglesi.
Nella foto si intravedono anche due carri allegorici tra le molte persone.
Come spesso succedeva, la foto è stampata per essere usata anche come cartolina, in questo caso su carta prodotta dalla Gevaert, infatti dietro riporta la scritta: Cartolina postale - Carte postale - "Gevaert".
Proverbio riguardo al fenomeno meteorologico dell'estate di San Martino (11 novembre), in cui per un breve periodo le temperature si alzano.
"Istadèla" è il diminutivo di "istà" (estate).
S'intende che con il giorno di San Martino (11 novembre) si usa la scala per raccogliere le olive.
A proposito di olive in Valle dei Laghi consigliamo di visitare la
Olga Morandi con la figlia Maria Carla in braccio sono ferme a bordo strada circondate dalla neve. Ben visibili gli ippocastani che hanno dato il nome al luogo, un carro parcheggiato e la salita al doss poi trasformata in scalinata, una slitta appoggiata al deposito della legna.