Questo piccolo macchinario è stato trovato in una soffitta e portato alla mostra a scuola senza indicazione della sua funzione sconosciuta ai proprietari. Vi è il vano per un cassetto assente.
A detta di quanti hanno visitato la mostra, è una trebbiatrice in miniatura. Alcuni visitatori hanno spiegato di averla avuta in casa un tempo, di dimensioni molto più grandi ma con la stessa forma. Vi si inserivano fasci di grano, segale, orzo, si ruotava la manovella, da una parte usciva la paglia e dall'altra i chicchi di grano.
I bambini così l'hanno usata inserendo poche spighe alla volta e funzionava.
Se qualcuno sa darci ulteriori informazioni, sono bene accette
Il mezzo litro veniva usato nei caseifici e nelle latterie per la vendita del latte. Il latte portato al caseificio dagli allevatori del paese, dopo essere stato pesato veniva versato attraverso un filtro in un bidone. Dopo la raccolta di più allevatori, in modo da rendere il latte più sicuro, iniziava la vendita. Gli acquirenti si recavano al caseificio col loro secchiello (bandin dal lat) ed acquistavano il latte fresco che veniva misurato col "mezzo litro".
Sono qui raccolti aneddoti sulle fiere degli animali raccontati dai nonni intervenuti in due diverse occasioni in classe prima della scuola primaria di Vezzano all'interno del progetto memoria svolto con Ecomuseo.
Cinghia in cuoio, con cuciture anch'esse in cuoio, terminante con un anello di ferro nel quale veniva agganciata la fune per il traino a mano del bue. Veniva messa intorno alle corna del bue.
I bambini di prima e seconda sperimentano una prova di forza con l'ultimo bue rimasto a Vezzano e si accorgono con grande stupore che, al segnale "Ooh" di Mansueto Leonardi, li trascina tutti senza alcuna fatica nonostante i loro sforzi per frenarlo.
Sono qui riuniti gli oggetti raccolti dai bambini della classe prima primaria di Vezzano, all'interno del "Progetto memoria" realizzato in collaborazione con Ecomuseo della Valle dei Laghi, ed esposti in una mostra da loro presentata il 6 maggio 2019 presso l'aula magna del Polo Scolastico di Vezzano. Accanto al tema degli animali i bambini hanno sviluppato quello dei cereali ed hanno accettato anche oggetti di vario genere portati a scuola da parenti e amici.
Oltre a portare, conoscere ed usare gli oggetti i bambini hanno raccolto foto, realizzato cartelloni e ricostruzioni, partecipato ad uscite ed interviste, presentando il tutto alla mostra.
Al tempo in cui il caffè era considerato un bene di lusso, al posto del "cafè bòn" si usava il caffè di orzo. L'orzo veniva tostato sulla stufa per mezzo di questa pentola di ferro detta "brustolin", munita di una manovella sul coperchio, collegata ad una spatola anch'essa di ferro al suo interno, che permetteva di muovere l'orzo. Una piccola apertura chiudibile sul coperchio permetteva di inserire i chicchi, controllare il grado di tostatura dell'orzo e toglierlo dalla pentola dopo il raffreddamento.
Il "mògiol" qui descritto è fatto in ferro ed ha una capacità di 12 chili di frumento e 9 di granoturco. Veniva usato per misurare le granaglie che si consegnavano al mulino fin verso il 1950. La barra di ferro che lo attraversa serviva sia come manico per il trasporto sia come strumento per sgranare il granoturco strofinandovelo sopra.