La Candelora (2 febbraio) è la festa della Presentazione di Nostro Signore Gesù Cristo al Tempio; è chiamata così perché nella celebrazione liturgica si benedicono le candele, simbolo di Cristo "luce per illuminare le genti", come il bambino Gesù venne chiamato dal vecchio Simeone al momento della presentazione al Tempio di Gerusalemme.
Superata questa data il freddo dell'inverno sta per finire.
Sulla foto ricordo della visita a Vezzano dell'arcivescovo Carlo De Ferrari (1941-1962) si vede il parroco di Vezzano don Narciso Strada (1938-1957) e tra i fedeli è segnato con una x Franco Garbari .
Don Dante Clauser è nato a Lavarone il 7 dicembre 1923 e morto a Trento l'11 febbraio 2013.
È stato parroco di Vezzano tra il 1958 e il 64, dove è ricordato per le sue iniziative, la capacità di coinvolgimento di tutte le componenti del paese, il sostegno dato alle associazioni, le gite...
È stato tra i protagonisti del rinnovamento seguito al Concilio Vaticano Secondo (1962-65) negli anni caldi del Sessantotto. A Bolzano ha fondato "La casa del fanciullo" ed a Trento il "Punto d'incontro", casa di accoglienza con laboratorio per italiani e stranieri senza fissa dimora.
Per la sua opera a fianco dei poveri e degli emarginati era chiamato “il prete degli ultimi”.
Il giorno della prima comunione i genitori organizzavano una merenda insieme presso le scuole ma Don Dante Clauser, arrivato a Vezzano nel 1958 portò delle novità: i bambini indossavano una tunica fornita dalla chiesa così come la merenda presso la locanda "Stella d'oro". Li serve Maria Carla Garbari.
La cerimonia religiosa è officiata da don Narciso Strada, parroco di Vezzano dal 1938 al 1957. Per l'occasione era stato allestito un altare su pedana in piazza Fiera.
Fra i tanti scatti realizzati a questa processione, sulla salitella dell'antico nucleo abitativo dei "Caschi", ne abbiamo selezionati alcuni che possono mostrare come era costituita la lunga processione.
Davanti vediamo i bambini ed a seguire gli uomini; fra loro vestono una tunica rossa i portatori del gonfalone, della croce e di due diverse coppie di lanterne, una coppia semplice in apertura e una coppia sormontata dalla raffigurazione dell'ostia in chiusura.
Li seguono le bambine e la statua della Madonna della Pace portata dai giovani della confraternita del Santissimo con le tuniche bianche e mantellina azzurra.
Chiudono la processione i parroci e le donne che portano altre due croci e i ceri. Un gruppo di donne porta il velo nero.
In archivio abbiamo la foto anche di un'altra processione, più solenne, mentre sfila ai piedi dei "Crozzòi":
La solenne processione sta sfilando ai piedi dei "Crozzòi", antico nucleo abitativo del paese, insieme a quello dei "Caschi". In primo piano le caratteristiche "arche" decorate con rami di pino sostengono la scritta PAX e numerose bandierine triangolari rallegrano la via.
Sullo sfondo si vede la vecchia Chiesa dei santi Filippo e Giacomo e sulla sinistra la salita sul Dòs Alt.
Gli uomini della confraternita del Santissimo, con la tunica bianca e azzurra, portano la statua della Madonna della pace ed i ceri; intorno ci sono i vigili del fuoco col loro elmetto e la divisa similmilitare.
Dietro si vedono i parroci, il coro e le donne. L'ultimo dei sacerdoti è don Giuseppe Tamanini, curato di Padergnone dal 1919 al 1953.
Il 2 maggio 1945 terminò ufficialmente il secondo conflitto mondiale in Italia ed a Vezzano, il sabato successivo, venne effettuata la celebrazione solenne qui immortalata.
Essa era prevista dalla preghiera e voto fatta per ottenere l'intercessione di San Valentino da autorità ecclesiastiche, civili e popolazione del Comune di Vezzano il 14 febbraio del 1944, nella quale si legge: "...ottenute le sospirate grazie, vogliamo mostrare la nostra riconoscenza impegnandoci oggi con voto solenne a celebrare, appena cessata la guerra, una festa di ringraziamento, portando in processione la benedetta tua immagine, seguita come scorta d'onore dalle Autorità e rappresentanze di tutto il Comune."
Si vedono gli archi da festa con in cima lo stemma comunale, e la scritta "Grazie San Valentino d'averci salvati"; sulla sinistra si scorge parte della facciata della chiesa di Vezzano mentre sulla destra si vede parte dell'edificio del Bar alla Posta, sulle cui finestre sono esposte delle lenzuola bianche, come da tradizione.
Don Angelo Cazzoli fu parroco di Santa Massenza tra il 1940 e il 1955. In queste foto scattate al suo funerale nel breve tragitto dalla canonica alla chiesa, possiamo notare che la sua bara era portata a spalla e numerosi parroci lo accompagnavano.
Nella lunetta sopra la porta d'entrata della chiesa si nota la raffigurazione di un tendaggio aperto.
Manifesto in cartoncino 33,5 x 50 cm, scritto a mano e decorato con un delicato motivo floreale realizzato all'acquerello.
il testo è il seguente:
Alla loro Direttrice Santa Bassetti che con tanto zelo e abnegazione da parecchi anni consacra le sue più assidue cure alla pia Congregazione, quale tenue pegno di sincero affetto e imperitura riconoscenza
Calavino, nel luglio 1926
le figlie di Maria offrono.
Quella del 1917 è stata una Prima Comunione speciale per Santa Massenza. Fino ad allora si celebrava in un giorno lavorativo come tutti gli altri ma quell’anno era arrivata la maestra Santa Bassetti, che volle dare rilievo a questa tappa importante della vita dei suoi bambini di prima elementare. Vennero portati gli inginocchiatoi in chiesa e fu preparata con essi una doppia fila riservata ai piccoli protagonisti in mezzo alla navata; le bambine poi dovevano essere vestite di bianco ed avere il velo in testa: se non c’era altro, le tendine delle finestre potevano svolgere per un giorno questa particolare funzione!
In questa pubblicazione viene presentata la figura di Padre Beniamino Miori, originario di Lon e vissuto nel Salento da dove nel 2017 è partita la causa di beatificazione che lo ha fatto conoscere anche ai suoi conterranei.
Opuscolo realizzato per presentare la devozione secolare della gente tirolese al Sacro Cuore di Gesù. Nel 1991 la Compagnia degli Schützen di Vezzano, in occasione dell'inaugurazione della sua sede sotto il municipio, celebrò per la prima volta dal 1918 la ricorrenza del voto al Sacro Cuore portando in processione la statua lignea del Sacro Cuore di Gesù, di proprietà della famiglia dell'allora decano di Vezzano don Luciano Anesi.
A fine 2018 lo stesso don Luciano donò alla Compagnia degli Schützen di Vezzano la scultura lignea della sua famiglia, risalente alla seconda metà del 1800 e questa fu l'occasione per realizzare la presente pubblicazione.
Questa pubblicazione riporta una omonima pubblicazione del 2002 integrata con interessanti note archeologiche relative anche ai ritrovamenti del 2012 grazie agli scavi fatti in occasione dell'opera di restauro del santuario.
Foto scattata a ricordo della venuta della Madonna Pellegrina a Ciago.
Posta sulla portantina sul presbiterio, subito oltre le balaustre circondata da fiori e illuminata da un grande lucernario realizzato ad hoc dai fedeli con l'uso delle carte veline colorate.
Renzo, Mariuccio, Giorgio, Elvio, Giordano, Danilo, Carla, Maria Luisa ed Emmanuele in posa per la foto della loro prima comunione in tempo di guerra.
Le bambine portavano un lungo vestito bianco ed il velo bianco, una anche i guanti bianchi.
I bambini avevano pantaloni e giacca con una fascia bianca intorno al braccio sinistro.
Come si può notare il piazzale della chiesa non aveva ancora i muretti di recinzione.
In queste foto si vede come l'abito bianco, seppur corto, abbia raggiunto anche i nostri paesi. Lo ha realizzato la sposa stessa usando per la prima volta il bianco; diverse spose le hanno poi richiesto modelli in bianco.
Molti fiori decorano la chiesa.
Il parroco celebra la messa dando la schiena ai fedeli come era d'uso prima del Concilio Vaticano II (1962-65).
Alle balaustre, che separavano il presbiterio dalla navata, si inginocchiavano i fedeli per ricevere la comunione; ora sono custodite ai lati della navata.