La fotografia è stata scattata probabilmente in occasione della cerimonia della posa della prima pietra del nuovo asilo infantile di Vigo Cavedine.
Sul retro della fotografia appaiono i seguenti nomi: Tullio Tabachin, Ubaldi, Giorgio Bolognani, don Livio, maestro Chesani, maestro Eccher, maestro Pederzolli, maestro Luigi Eccher, Saverio Comai.
La fotografia ritrae P.D. Bonifacio M. Bolognani Abate e Parroco di Finalpia. Nacque a Vigo Cavedine il 27 gennaio 1869 e morì a Finalpia il 5 aprile 1931.
La chiesa è caratterizzata da un artistico campanile in stile romanico, dotato di cuspide conica in cotto. Questo elemento è prettamente medievale e, nonostante i primi riferimenti scritti risalgano solamente al 1539, aiuta ad attestare le origini a quell'epoca.
Il porticato esterno attira subito l’attenzione dei curiosi: è costituito da volte a crociera sostenute da quattro colonne cilindriche (in pietra rossa locale) e da un pavimentato con un grezzo acciottolato.
Il 1703 con l’invasione del generale francese Vendôme, segna un tragico momento che viene ricordato ancora oggi per la sottrazione di una delle due campane.
Dalla metà del XVII secolo circa, Stravino ottiene la presenza stabile di un sacerdote che assicurava la regolare funzione delle celebrazioni.
La chiesa è stata soggetta a modifiche nel corso dei secoli che hanno condotto alla costituzione della struttura attuale.
Il locale interno è caratterizzato da una navata unica con due campate, divise da un arco a tutto sesto e coperto da volte a crociera. All'altezza del presbiterio si incontra un altro arco a tutto sesto di dimensione minore rispetto a quelli della navata. Sulla sinistra si apre il vano della cappella nella quale sono posti gli altari dorati lignei seicenteschi dei 'Santi Simone e Giuda e di San Mauro'. Nel presbiterio è ospitato l’altare maggiore (opera d’intaglio ligneo del tardo Seicento) ed al suo interno, sul lato sinistro, si ammira un ciclo d’affreschi cinquecenteschi rappresentanti le Storie di 'Sant’Antonio Abate'.
La costruzione della nuova chiesa parrocchiale di Cavedine iniziò nel 1776, benedetta nel 1783 e consacrata ufficialmente solamente nel 1812. Si tratta di un edificio riccamente decorato ed affrescato.
L’interno (a navata unica) con brevi cappelle laterali è adornato da: marmi carraresi, capitelli corinzi, un coro intarsiato, affreschi e da una struttura architettonica che sovrasta il magnifico altare maggiore. Sono presenti anche quattro altari laterali, posti nelle rispettive cappelle, dedicati ai santi martiri Lorenzo, Stefano, san Giovanni, Madonna del Rosario, san Giuseppe e Madonna Addolorata.
In alto, sulla prima volta, è raffigurata la 'Cacciata dei Profanatori dal Tempio', mentre sulla seconda volta si scorge 'l’Incoronazione di Maria in Cielo', realizzata dal pittore Francesco Rovisi di Moena. Quest'ultimo è anche autore degli affreschi raffiguranti la 'Moltiplicazione dei Pani e dei Pesci' ed il 'Martirio di Santo Stefano nel Presbiterio' e 'l’Ascesa di Maria Assunta nella lunetta absidale'.
La nicchia marmorea, che ospita il fonte battesimale, è abbellita dall'affresco del 'Battesimo di Gesù' ad opera di Giacomo Antonio Pellegrini.
All'esterno il campanile custodisce sei campane unite al cosiddetto "Campanò" : una sorta di tastiera che, collegata con dei fili di ferro alle cinque campane, riproduce il suono delle cinque note musicali: Do, Re, Mi, Fa e Sol. Invece la sesta campana è chiamata 'l’Agonia' ed è destinata all'annuncio dei lutti paesani.
Bibliografia
Sorge a sud del paese lungo l’antica strada romana 'la Traversara'. Ne abbiamo testimonianze scritte a partire dal XII secolo come cappella appartenente alla famiglia Madruzzo.
Durante i secoli ha subito vari ampliamenti e modifiche e a partire dal XIV secolo il luogo di culto viene indicato con il termine 'chiesa' e non più “cappella”.
La chiesa conserva l’originaria struttura dell’abside dipinta mentre le pareti, non affrescate invece, segnalano gli ulteriori lavori effettuati. La sagrestia fu aggiunta in un secondo momento.
L’interno a navata unica con due volte a crociera ospita un’antica mensa in pietra. L’abside regala alla vista degli affreschi (attribuiti all'artista Simone Baschenis) che rappresentano una 'Madonna con Bambino in Trono', alcuni santi, i quattro Evangelisti ed i principali 'Dottori della Chiesa'.
Sulla parete destra troviamo i resti di un antico altare che conserva una pala seicentesca rappresentante Sant’Udalrico.
Un pronao annesso alla facciata principale, sotto il quale passava la strada, crollò all’inizio degli anni 60, mentre venivano eseguiti i lavori per la realizzazione dell’attuale strada provinciale.
Nel 2001 è stata ristrutturata è riportata ai suoi antichi splendori grazie al lavoro del 'Comitato per il restauro della chiesetta di Sant’Udalrico'.
La foto risale al più tardi al 1961, anno in cui è stata realizzata la piazza di Lon, qui ancora sterrata.
Sulla casa che si affaccia sulla piazza è visibile la traccia di una precedente insegna di quella che era l'osteria del paese fino alla fine degli anni '50. Nella casa a fianco si nota la presenza di una nicchia vuota che un tempo conteneva una Madonna.
Di fronte un letamaio e poco distante un gruppo di ragazzi. Dal lato opposto della strada, appoggiata ad una casa si nota una "bèna", grande contenitore per il trasporto di letame ed inerti che veniva posto sul carro.
Le persone sono inginocchiate verso il capitello della Madonna, le bambine che nell'anno avevano ricevuto la Prima Comunione sono vestite di bianco inginocchiate in gruppo. Altri fedeli seguono la cerimonia chi in ginocchio chi in piedi.
Piazza di Fiera era separata da Via Dante da un marciapiede.
Nella foto scattata durante il trasporto dalla casa alla chiesa della salma di Settimo Pedrini, ex podestà a Vezzano, possiamo notare un numeroso corteo. In primo piano una scolaresca accompagnata dalla maestra, ogni bambino porta un garofano rosso.
Anche la bara, accompagnata dagli alpini, è coperta di fiori rossi.
La segue il gonfalone nero.
Numerose le automobili parcheggiate nell'allora Piazza Fiera, separata da Via Dante da un marciapiede, ambedue asfaltati.
Il bue entra a pieno carico nella piazzetta di Sant'Anna proveniente dal Gazza. È accompagnato da due bambini, una donna e un uomo. Per terra si vede il selciato. Nella casa sullo sfondo si vede il gabinetto all'aperto tipico delle case dell'epoca. Sulla sinistra si vede il capitello di Sant'Anna circondato da due piccoli cipressi e da un'aiuola fiorita.
In questa sequenza di fotografie si vede la processione della Madonna partire della chiesa, col sagrato addobbato con le caratteristiche "arche", e dirigersi verso la piazzetta di Sant'Anna.
La sequenza ci permette di vedere bene come era composta la processione: davanti il crocefisso con due fiaccole, poi gli uomini, il coro, un'altra croce con le fiaccole, le bambine vestite di bianco con mazzetti di fiori, la madonna portata dai ragazzi con la tunica bianca con mantella azzurra ed affiancata dalle ragazze con i ceri vestite di bianco con velo azzurro, il parroco ed infine le donne.
Da notare che al tempo le strade erano sterrate e al posto della piazza di Sant'Antonio, realizzata nel 1961, c'era un campo coltivato.
Un bimbo gioca con un carretto costruito in casa ed una bambina maneggia con disinvoltura una forca. La strada è sterrata. Dietro ai bambini il capitello di Sant'Anna.
La foto è stata scattata aI funerale di Isidoro Cattoni, chiamato Dòro, nato nel 1855 a Ciago, dove è morto nel 1958. In archivio abbiamo una foto del suo
Angelina Miori visita il capitello ai Piovesi costruito da Donato Miori nel 1961 quale ex voto a Santa Rita dopo aver recuperato l'uso delle gambe, perso nel 1957 in seguito ad una paralisi che l'ha costretto in ospedale per ben 28 mesi.
Queste foto sono state scattate alla cerimonia di commemorazione del voto di San Valentino, che dal 1945 si celebra ogni anno la prima domenica di settembre a Vezzano.
Si vede San Valentino che lascia la chiesa seguito da un grande gonfalone. La confraternita che porta il santo veste una tunica bianca con lunga cintura rossa annodata in vita e mantellina rossa. Bandierine triangolari bianche e rosse ravvivano sia la piazza centrale che piazza Perli. Un copriletto ed un coperta sono stesi ai balconi, usanza molto praticata in passato per abbellire le case in queste occasioni. Alla processione partecipano, oltre i numerosi fedeli, la banda, gli alpini e i carabinieri.
In piazza centrale si notano le insegne dell'albergo Stella d'oro e del bar accanto alla fontana monumentale, lavori in corso sull'edificio al lato opposto della piazza che potrebbero permettere una datazione più precisa delle foto, le insegne della cassa rurale e di una edicola sul lato lungo via Roma, la vecchia illuminazione pubblica, i cavi aerei della corrente con i bracci di sostegno delle linee elettriche muniti di isolatori in ceramica.
Negli anni '50, primi anni '60 i bambini venivano ancora battezzati il giorno stesso o quello immediatamente seguente la nascita. Le partorienti, considerate impure, non potevano partecipare alla cerimonia e i neonati venivano solitamente portati in chiesa da un'altra donna della famiglia.
La processione del Santo patrono veniva celebrata nel giorno esatto della ricorrenza, il 10 agosto; vi partecipavano anche gli abitanti dei paesi vicini, in particolar modo quelli di Lon, che rimpinguavano anche il coro. La confraternita che portava il Santo portava una tunica blu con sopra una bianca e sopra una mantellina blu.
Si notano le case in sassi a vista e la strada sterrata. La casa sulla sinistra ha la soffitta aperta sul lato strada con stretto balcone, vi si nota la presenza del fieno.
Sull'angolo della stessa si vede il braccio di sostegno delle linee elettriche aeree con i cinque isolatori di corrente in ceramica.
Nella seconda foto, in effetti scattata per prima, si vede che la processione era arrivata all'altro capo del paese; al capitello di San Rocco si girava per rifare il percorso a ritroso. In primo piano entra nell'immagine una pianta di fico.
Si notino le due strutture lignee con le tende e con in cima due piccole statue di santi, ai lati del tabernacolo: sono scomparse sicuramente prima del 04.05.2008 (dato ricavato da un'altra fotografia della collezione, non pubblicata).
L'occasione dello scatto è un battesimo.