Anello Vezzano - Fraveggio - Padergnone
Anello sud del percorso ad otto del sacro del Comune di Vallelaghi, lungo 8,6 km, passante per un tratto della vecchia strada imperiale di fondovalle in alternativa a quello più alto che passa per i ruderi di San Martino; ambedue queste proposte partono ed arrivano a Vezzano passando per Padergnone.
È pensato per evitare l'attraversamento della statale ed essere fatto a piedi o in mountain bike, in questo ultimo caso fare attenzione nella discesa da Fraveggio ad un breve tratto di strada dissestata.
L'anello nord prevede poi il passaggio da Terlago.
La partenza è prevista dalla chiesa parrocchiale dei Santi Vigilio e Valentino.
Prima di arrivare in piazza si può notare sull'edifico della biblioteca una lapide a ricordo del voto a San Valentino, un voto che viene commemorato la prima domenica di settembre con la processione solenne fino alla chiesetta di San Valentino in agro, dalla quale non è previsto il passaggio ma che la si può osservare da lontano, con un pensiero al voto ed al messaggio di pace che porta con sé.
Dopo la piazza si gira a destra e subito a sinistra in direzione di Fraveggio. Al bivio per via Croz si incontra una piccola edicola dedicata alla Madonna e poco sotto Fraveggio un capitello alla Madonna.
Superato il capitello, proprio sulla curva c'è un incrocio e lì si imbocca una stradina di campagna, la si segue mantenendo la sinistra, al secondo bivio si incontra una piccola edicola con una Madonnina in un tronco incavato e protetto da tegole, un cartello stradale indica di nuovo la sinistra per dirigersi verso Padergnone, poco dopo si incontra un breve tratto in ripida discesa con fondo dissestato e poi si continua in discesa seguendo un sentiero di campagna sopraelevato rispetto alla SS 45 bis passando di fronte alla chiesetta di San Valentino.
Si continua a scendere fino a passare sotto il cavalcavia e raggiungere Padergnone dove si rientra su strada asfaltata e si incontra la croce di San Valentino e poco dopo il capitello dei Santi Filippo e Giacomo, era questa la vecchia strada imperiale.
Si arriva fino alla strada principale per vedere la vecchia chiesa dei Santi Filippo e Giacomo ed il monumento ai caduti col suo monito di pace.
Invece di proseguire per la via principale, tornando per pochi metri sui propri passi si riprende la vecchia via imperiale, ora via XII maggio, affiancando la roggia ed i vecchi mulini, così da incontrare il capitello dei Caschi e la vetrata dei Santi Nerei per trovarsi poi di fronte alla nuova chiesa della Regina della Pace.
Si prende a questo punto la direzione di Santa Massenza, seguendo Via del Ponte; sulla via c'è anche la possibilità di utilizzare una deviazione pedonale per accorciare il percorso. Arrivati al lago si può proseguire per la strada pricipale così da incontrare il capitello di Santa Massenza o si può preferire la piacevole passeggiata lungolago, arrivando comunque nel piazzale della chiesa, dove oltre alla parrocchiale dedicata alla madre di San Vigilio, si può portare l'attenzione ad un piccola edicola con crocifisso ed una iscrizione che chiede l'aiuto del Signore per serbare l'amore e la pace con il prossimo.
Continuando su Via di Maiano, all'uscita del paese si incontra una croce di pietra e si prosegue per la vecchia strada che porta a Fraveggio, è questo il tratto più ripido del percorso. Nei pressi della comunità terapeutica denomianta "La casa di Giano" toviamo il capitello del crocifisso, continuiamo la salita fra campi di viti e olivi fino ad arrivare ad un'altra croce di pietra, indizio che Fraveggio è ormai vicino.
Qui possiamo osservare sugli edifici quel che rimane di antichi affreschi sacri cinquescenteschi e settecenteschi per poi salire la scalinata della chiesa di San Bartolomeo, dal cui sagrato si domina tra l'altro un magnifico panorama sulla valle.
All'uscita dal paese si incontra un'altra croce di pietra e poi inizia la discesa che ci riporta al punto di partenza.
Si trova in campagna a Sud del paese di Vezzano ed è dedicata a San Valentino. Secondo la tradizione, dove si trova la chiesetta in agro, verso la fine del IX secolo è sorta un’edicola per onorare le reliquie di San Valentino, come testimonierebbe un tegolone iscritto che ricorda, per l’appunto, la presenza delle reliquie di San Valentino e Parentino e data l’evento all’860. Si tramanda che fin da allora i pellegrini arrivavano da tutte le parti del Trentino. Nel 1496 il pievano di Calavino, don Paolo Crotti, promosse la costruzione della chiesetta di San Valentino in Agro, con accanto una piccola sacrestia elevata sopra i resti dell’antica cappella. Attraverso i secoli la Chiesa è stata soggetta al passare del tempo ed ha subito varie ristrutturazioni importanti tra cui quelle del 1800. Dell'antica chiesetta rimane solo l'affresco in lunette sopra il portone nel quale si vedono la Madonna col Bambino ed ai lati San Valentino e Parentino. Un tempo la chiesetta custodiva una quantità di ex voto che purtroppo sono stati quasi tutti rubati. All'interno rimane solamente l'altare maggiore che conserva al suo interno una terracotta dipinta della prima metà del XVII secolo arricchita da statue di gesso di una Madonna con Bambino, tra San Valentino e San Parentino. Ai lati invece troviamo San Vigilio e Santa Massenza e due Ermes angeliche che sorreggono un crocifisso tra due santi vescovi. Alla prima domenica di settembre dal 1945 San Valentino viene portato dalla chiesa parrocchiale a questa in campagna per commemorare il voto fatto al santo e qui riportato:
Situata al centro dell'abitato, accanto al lago, la Chiesa di Santa Massenza, è orientata verso est. Si presenta in stile neogotico, con una facciata a capanna con due spioventi ed un portale ad ogiva. La torre campanaria è posizionata sul lato a nord. Se ne hanno tracce a partire dal 1198, quando viene ricordata in un documento su pergamena. Verso la fine del XV secolo la vecchia chiesa viene sostituita da un nuovo edificio, ad opera di religiosi appartenenti alla congregazione dei celestini delle vicine Sarche e i lavori vennero ultimati nel 1520 Ottenne dignità curiaziale nel 1806 e nel 1872 il vescovo di Trento Benedetto Riccabona de Reichenfels decise di ampliarla. La piccola chiesetta ebbe così una nuova navata, unita al presbiterio del XVI secolo. La solenne consacrazione venne celebrata nel 1879. Durante gli anni venti del '900, le volte sia della sala sia del presbiterio vennero decorate. Ottenne dignità parrocchiale nel 1963. Gli ultimi interventi che hanno interessato l'edificio si sono avuti nel 2002 quando tutti gli impianti ed i serramenti sono stati rinnovati, e il restauro ha riguardato anche le grandi vetrate e gli spazi della parte della sacrestia.
Si tratta di una chiesa molto ricca di decorazioni sia all'interno che all'esterno. A partire dal 1500 subisce varie ristrutturazioni. Si trova in piazza Mons. Donato Perli che nel 1895 iniziò l'iter che avrebbe ricostruito la chiesa così come la vediamo oggi. Tra il 1904 e il 1907 i lavori vennero svolti da Bonifacio Bassetti di Trento e Rodolfo Gobber delle Sarche. In quell'occasione è stata rinvenuta una pietra datata 1221, appartenente probabilmente all'edificio originario. La facciata esterna è contraddistinta da un portone strombato che porta in rilievo gli stemmi lapidei di Papa Pio X, del vescovo Celestino Endrici e del comune di Vezzano, un mosaico di Cristo Pancreatore ad opera di Marco Bertoldi (1960), un grande rosone ed il campanile abbellito da un quadrante di orologio che reca la data 1814. All’interno gli sono opere di grande pregio, come l'altare maggiore, il mosaico attribuito al bresciano Domenico Italiani raffigurante la 'Traslazione di San Vigilio verso Trento dopo il martirio', le vetrate colorate che rappresentano San Vigilio e San Valentino, statue lignee di vari santi ed i 2 leoni di pietra calcarea ai lati del presbiterio risalenti al XVI secolo ed appartenenti a Castel Madruzzo, presenti nella chiesa dal 1864. Troviamo anche quattro diversi altari lignei, dei quali il secondo contiene le reliquie dei santi protettori di San Valentino e Parentino. Vi sono poi una pala ad olio su tela risalente al XVII secolo rappresentante un miracolo di San Valentino e dei fregi ad opera del pittore Antonio Zeni da Tesero. Importante è ricordare il preziosissimo altare ligneo a portele che oggi è custodito al museo Diocesano ma un tempo si trovava all'interno della chiesa. -- Bibliografia:
Situata al centro del paese di Fraveggio, questa chiesa è dedicata a San Bartolomeo. La sua presenza è documentata in un inventario del 1491; anche allora era dedicata a San Bartolomeo. L'antica chiesa venne demolita perchè ormai troppo piccola per le esigenze del paese; è stata ricostruita nel 1832, nello stesso luogo, e consacrata l'11 novembre di quell'anno. La nuova chiesa è costituita da un'unica navata con l'altare maggiore e due altari laterali e diversi affreschi sulle volte. Nella cupola spicca l'affresco della Gloria di San Bartolomeo, opera del 1832 del pittore rivano Giuseppe Craffonara. Sono presenti anche numerose statue lignee. Un fatto increscioso è che la tela del XVIII secolo, di ignoto autore, raffigurante la Madonna del rosario con San Domenico in adorazione del Santissimo Sacramento, è purtroppo stata irreparabilmente danneggiata dal furto avvenuto il 29 aprile 2007: è stato ritagliato dalla tela il viso della Madonna. In relazione al tema della pace al quale è dedicato l'itinerario tra i luoghi del sacro di Vallelaghi poniamo attenzione ai quattro angoli del soffitto della navata dove sono affrescate le virtù, tra loro la Pace. Il "patto della pace" è richiamato anche nella dedica sulla tela di Carlo Pozzi del 1645 raffigurante la consegna dello scapolare a San Simone di Stock presente sulla sinistra del presbiterio. Bibliografia:
E' dedicata ai santi Filippo e Giacomo minore. Non si possiedono notizie certe relative alla data effettiva dell'edificazione però viene citata, per la prima volta, nel 1535 in una pergamena. Nel corso dei secoli furono apportate numerose modifiche che mutarono il suo aspetto. Nel 1630 diventa primissaria curata della Pieve di Calavino. Nel 1958 divenne parrocchiale per poi cederne, nel 1968, il compito alla recente chiesa intitolata alla Regina della Pace. La struttura dell’edificio è tipicamente medievale e presenta affreschi rinascimentali con posteriori modifiche barocche. Al suo interno si ammirano affreschi raffiguranti Santa Caterina, San Sebastiano e la Madonna in Trono, mentre sulla parete esterna è rappresentato san Cristoforo. Nella chiesa sono state costruite due cappelle laterali in onore dei santi martiri (Achille, Domitilla, Pancrazio e Nereo), antichi patroni della parte storica del paese, e di san Rocco, il protettore dalla peste. L’altare maggiore, riconsacrato nel 1782, è stato realizzato da artisti dell’ambito lombardo utilizzando delle tecniche che combinavano i colori di differenti pietre.
Nel paese di Fraveggio, sono presenti dei piccoli segni sacri, affrescati sulle pareti di abitazioni private. Nel cortile di un'abitazione privata, poco distante dalla piazza, si può trovare l'affresco raffigurante la Sacra Famiglia. Questo affresco, a causa di un restauro mal riuscito, ha subito una deturpazione assumendo un colore verdastro. Raffigura la Sacra Famiglia con la Madonna e il bambino e San Giuseppe. Bibliografia:
Nel paese di Fraveggio, sono presenti dei piccoli segni sacri, affrescati sulle pareti di abitazioni private. Uno di questi, situato sulla parete dell'abitazione che si intravede poco dopo la piazza, raffigura la Madonna con bambino, con sopra di loro una schiera di Santi. Ormai significativamente rovinato. Bibliografia:
Situata sulla casa al bivio tra via Dante e via Croz, l’edicola è posta in una nicchia con cornice in pietra rossa di stampo settecentesco. È andato perso il contenuto originario ed ospita ora un quadro con l’immagine di una Madonna con Bambino. ---
Nel paese di Fraveggio, sono presenti dei piccoli segni sacri, affrescati sulle pareti di abitazioni private. Sull'abitazione davanti alla chiesa si trova l'affresco della Madonna Addolorata. Ormai molto sbiadito e cancellato. Raffigura la Madonna Addolorata con una spada nel cuore vicino alla quale si intravede la sagoma di un santo. Era stato dipinto come ex voto durante l'epidemia di peste che aveva colpito la zona. Si intravede la scritta sul fondo che permette di datare l'opera: "Anno 1715". Bibliografia:
Sulla strada di campagna che unisce Padergnone e Vezzano si trova quest'antica croce in pietra con incisa sul suo cippo la data "1797". Fino al 1846, quando venne fatta la nuova strada Trento – Sarche col ponte alla Stretta, era questo un tratto della strada imperiale che congiungeva Trento a Riva passando per Santa Massenza. Questa croce veniva usata come punto di sosta per le antiche processioni delle rogazioni. Qui nel 1880-81 sono state rinvenute due tombe romane. Sullo sfondo la chiesetta di San Valentino in agro un tempo meta di pellegrini da tutto il Trentino. Bibliografia
Croce di pietra
1854
Oltre la piazza di Fraveggio al bivio tra la strada che scende a Santa Massenza e quella che porta alle "Crone Basse" e al sentiero dello Scal, unica strada che collegava un tempo Fraveggio a Margone, si trova questa croce in pietra datata 1854 e siglata F.B. --- Bibliografia:
Edicola del crocifisso
November 1864
Questa edicola, incassata nella parete di un’abitazione di fronte alla maestosa chiesa di Santa Massenza, in Via di Maiano n.33, si presenta come una nicchia che al suo interno ospita un crocifisso ligneo con una statuetta di Gesù Crocifisso. Sulla parte sottostante alla nicchia, è presente una lapide affrescata che riporta il seguente testo: MIRATE IL MODELLO ASCOLTATE IL MAESTRO OBBEDITE AL COMANDO AMATEVI COME IO HO AMATO VOI. FA CH’IO SERBI O SIGNOR, COME A TE PIACE CON IL PROSSIMO MIO L’AMOR LA PACE. GESÙ MIO MISERICORDIA MISSIONE DEL NOVEMBRE MDCCCLXIV. Grazie a quest’iscrizione si può individuare la data della sua collocazione, risalente al 1864. Bibliografia: - “I segni del sacro nella Valle dei Laghi”, Tione, 2012
Dedicato ai Santi Filippo e Giacomo, chiamato anche "Capitel del Bati" poiché così veniva chiamato il vecchio proprietario della casa affiancata all'edicola. Riporta sul concio la data 1888, tempo in cui passava da lì la strada imperiale che da Vezzano portava al fondovalle. Come documenta una targa posta sotto la nicchia, è stato recuperato dal Comune di Padergnone nel 2004 e Monica Huez vi ha raffigurato i Santi Patroni Filippo e Giacomo. Bibliografia - D. Mussi, I segni del sacro nella Valle dei Laghi”, Tione, 2012
A lato della strada che collega Vezzano e Fraveggio si trova questo capitello. Si racconta che la sua costruzione è stata voluta da Don Giuseppe Nicolini nel 1903; pare infatti che il curato, passeggiando per la strada mentre leggeva un breviario, sia inciampato e caduto dal precipizio che costeggia la strada; rimasto miracolosamente illeso perché precipitato sopra un pergolato di vite sottostante, fece voto alla Madonna per la grazia ricevuta, e commissionò così la costruzione di questo capitello proprio nella zona dell’accaduto. Nella sua nicchia il capitello ospita una statua policroma della Madonna di Lourdes. Bibliografia - D. Mussi, I segni del sacro nella Valle dei Laghi”, Tione, 2012
Posto vicino alla vecchia Chiesa dei Santi Filippo e Giacomo, in origine, e fino al 1969, era situato a bordo strada; successivamente è stato sposato in un angolo della piazzetta per fare spazio ai materiali di scarto provenienti dalla costruzione della nuova Chiesa della Madonna della Pace. Questo monumento è stato realizzato dall’artista Mansueto Ceschini di Lasino, su disegno del padergnonese Rebo Rigotti. Lo scopo dell’opera, oltre a ricordare le vittime della guerra, era quello di ricordare alle nuove generazioni l’orrore del conflitto, con la speranza di non intraprendere altre attività belliche. Il monumento, costruito nel 1921, alla fine della Prima Guerra Mondiale, si presenta come una colonna in pietra rosa, posta su tre scalini, con in cima una scultura in bronzo della fiamma eterna. Sui lati dell’opera sono riportate le targhe in bronzo decorate, con incisi i nomi dei paesani morti o dispersi nella Prima Guerra Mondiale, aggiornate poi negli anni ’50 con i nomi delle vittime del Secondo Conflitto Mondiale. Su uno scalino in pietra è presente anche una piccola cassetta in ferro riportante l’incisione “Terra di Nikolajewka - 1989” che vuole rappresentare le vittime trentine che durante la Seconda Guerra Mondiale hanno perso la vita durante la sanguinosa battaglia a Nikolajewka, sul fronte russo. --- Bibliografia:
La lapide marmorea, posta sull'edificio allora sede del municipio, del consultorio e dell'ambulatorio medico, ed ora sede della biblioteca comunale, riporta: “A PERENNE RICORDO DEL VOTO DI SAN VALENTINO ESPRESSO DAL COMUNE DI VEZZANO NELLA GUERRA 1940-1945” Durante la Seconda Guerra Mondiale, infatti, l’allora Comune di Vezzano aveva fatto un Voto Solenne con lo scopo di proteggere il paese dalla guerra, promettendo che alla fine del conflitto avrebbe celebrato una grande festa come ringraziamento a San Valentino. Bibliografia: - “I segni del sacro nella Valle dei Laghi”, Tione, 2012
La storia di questo capitello, chiamato anche “Cappella dei Caschi”, nasce durante la Seconda Guerra Mondiale, quando la paura della guerra ha spinto i padergnonesi a voler dedicare un’opera religiosa alla Madonna, sperando nel suo aiuto. Alla fine della guerra, i paesani scelsero di rappresentare la loro gratitudine con la costruzione di un capitello a lei dedicato. In particolare hanno scelto di rappresentare l’Immacolata Concezione, caratterizzata dalle dodici stelle sul capo, il rosario tra le mani giunte e un piede che schiaccia la testa di un serpente, simbolo del peccato. La Madonnina è stata inserita in una struttura architettonica in pietra rossa, disegnata dall’ingegner Enrico Zuccatti, e posta proprio sopra il rifugio antiaereo scavato nella roccia dai paesani per ripararsi dalla guerra. Il capitello è stato inaugurato il 2 giugno 1947. Nel 2004, rovinato dal tempo, ha subito un restauro assumendo l’aspetto che si può tutt’ora ammirare. Bibliografia: - “La Madonna sul Rifugio, breve storia della Cappella dei caschi a Padergnone”, Circolo pensionati e anziani di Padergnone, testi di Silvano Maccabelli, Padergnone, 2004
All'"ingresso" del paese di Fraveggio, si trova questa croce in pietra rossa dalle estremità rastremate, dedicata a San Bartolomeo, realizzata verso il 1948. Bibliografia
Di fronte alla centrale idroelettrica, lungo la strada che collega Padergnone e Santa Massenza, si può notare questo capitello dedicato alla Santa. La prima costruzione di questo capitello risale alla fine del 1800 ed allora era situato vicino all’omonimo lago. Con la costruzione dell’imponente centrale idroelettrica era stato invaso dall’acqua e così, nel 1953, è stato demolito e ricostruito con gli stessi materiali dell’originale nel luogo in cui lo troviamo ancora oggi. Nella sua nicchia si può ammirare l’affresco che ritrae Santa Massenza, al centro, con al suo fianco San Domenico, a sinistra, e San Rocco, a destra; opera realizzata dal pittore rivano Lazzeri. Bibliografia: - “I segni del sacro nella Valle dei Laghi”, Tione, 2012
All’inizio degli anni ’60 la vecchia chiesa dei santi Filippo e Giacomo cominciava ad essere troppo piccola per le esigenze del paese e cominciava a diffondersi l’idea di costruirne una nuova, ampia e funzionale, soprattutto grazie all’iniziativa dell’allora parroco di Padergnone Don Luigi Flaim. Nel 1962 l’architetto Carlo Keller vinse il concorso per progettare la nuova chiesa; la sua idea era piaciuta per la linea architettonica pulita e l’utilizzo di materiali locali come la pietra rossa di Calavino (diventata bianca con il tempo). Nel 1964 cominciarono i lavori nella località “Ave” di fronte al vecchio municipio, area individuata come ottimale per la costruzione della nuova chiesa. Il 26 luglio dello stesso anno è stata benedetta la prima pietra da Sua Ecc. Mons. Oreste Rauzi, allora vescovo di Trento; la pietra si può tutt’ora individuare entrando in chiesa, sulla destra dell’ultimo scalino, con incisa la data. All’interno della chiesa sono presenti diverse opere in bronzo realizzate da Don Luciano Carnessali, come il portale d’entrata, raffigurante le varie tappe della messa; il battistero, rappresentante il pozzo della samaritana; il tabernacolo, con un’incisione raffigurante il pane eucaristico che irradia luce e forza dal mondo; ed infine delle piccole opere che raccontano le tappe della via crucis. Il crocifisso in legno, ritraente Cristo su uno sfondo dorato, è opera del pittore Carlo Bonacina. Le vetrate laterali sono state sostituite pochi anni fa, rappresentano tutti i colori della pace; la vetrata sopra il portone di ingresso è invece opera di Mario Parisi e rappresenta la Madonna della Pace. L’altare è in marmo bianco di Lasa. La prima Messa nella nuova Chiesa è stata celebrata da Padre Ruffino Miori domenica 7 luglio 1966. Il primo maggio 1968, con una solenne processione, è stata trasportata dalla vecchia Chiesa dei Santi Filippo e Giacomo alla nuova Chiesa la statua della Madonna della Pace. La nuova Chiesa è stata ufficialmente dedicata alla Madonna della Pace domenica 30 giugno 1968, e consacrata lo stesso giorno da Sua Ecc. Mons. Alessandro Maria Gottardi, allora arcivescovo di Trento. Bibliografia: - Don Luigi Flaim, “La nuova chiesa di Padergnone dedicata alla Madonna della Pace”, Arco, 1993
Croce di pietra
2001
Posata nel 2001, in occasione della realizzazione del nuovo tratto stradale che collega la viabilità principale con la parte di paese a monte fino ad allora di difficile accesso per i mezzi pesanti. Sullo stesso luogo vi era anche in passato una croce in pietra che si è voluto così ricordare.
Questo particolare capitello, inserito nel vano di un vecchio portale murato, è posto sul retro dell’ex municipio di Padergnone, in via XII Maggio. Si tratta di un’opera in vetro realizzata nel 2005 dall’artista Virginia Tozzi Miori, su richiesta dell’allora amministrazione comunale di Padergnone. Lo scopo della sua realizzazione era quello di ricordare l’antico Caputél dei Santi che una volta era situato proprio di fronte, abbattuto negli anni ’60 a causa di lavori di urbanizzazione. L’opera raffigura, come nell’antico capitello, i Santi Nerei, un gruppo di martiri: San Nereo, Sant’ Achilleo, Santa Domitilla e San Pangrazio, con l’aggiunta, nella lunetta superiore, dell’antico Porto di Limbiàch di Padergnone e un avvolto dell’abitato dei Càschi*. (* Càschi, toponimo che indica l’attuale via XII Maggio a Padergnone). Bibliografia: - “I segni del sacro nella Valle dei Laghi”, Tione, 2012 - Maccabelli Silvano, “Lìmes Làcus. Viaggio nei toponimi padergnonesi. Atlante dei nomi di luogo”, Comune di Padergnone, 2008
Piccola edicola di fattura artigianale realizzata in un tronco incavato protetto da tegole, realizzato verso il 2015 su un incrocio di strade di campagne nella zona di Castin.
La Chiesa di San Valentino a Vezzano
La chiesa di Santa Massenza
La chiesa parrocchiale dei Santi Vigilio e Valentino a Vezzano
La chiesa di San Bartolomeo a Fraveggio
La chiesa dei santi Filippo e Giacomo a Padergnone
Dipinti sacri a Fraveggio - La Sacra Famiglia
Dipinti sacri a Fraveggio - La Madonna con bambino
Edicola della Madonna “al Croz”
Dipinti sacri a Fraveggio - La Madonna Addolorata
Croce di san Valentino
Croce di pietra
Edicola del crocifisso
Capitello dei Santi Filippo e Giacomo
Capitello della Madonna
Monumento ai Caduti di Padergnone
Lapide a ricordo del voto a San Valentino
Capitello dei Caschi
Croce di San Bartolomeo
Capitello di Santa Massenza
Chiesa Regina della Pace a Padergnone
Croce di pietra
Ricordo dei Santi Nerei
Piccola edicola alla Madonna


















Dipinti sacri a Fraveggio - La Sacra Famiglia

Dipinti sacri a Fraveggio - La Madonna con bambino

Dipinti sacri a Fraveggio - La Madonna Addolorata

Croce di San Bartolomeo
In relazione a questo percorso puoi scaricare la traccia gpx, il pdf stampabile con dettagli sul percorso, o seguire il percorso ed avere altre informazioni su Outdooractive.