Accanto ai contadini c'erano un tempo in tutti i paesi della Valle dei Laghi molti piccoli artigiani specializzati in settori specifici. Spesso il mestiere si tramandava di generazione in generazione ma altrettanto spesso le persone si adattavano alle esigenze del momento, imparavano sul campo e mettevano in gioco inventiva, passione e capacità pratiche per permettere la sopravvivenza della loro famiglia. Troviamo in questa collezione artigiani; luoghi, macchine e attrezzi di lavoro degli artigiani, prodotti degli artigiani.
Indossato dalla ragazza che andava in servizio in casa privata. Per il servizio in tavola oltre a questo indumento la “servetta” aveva l’obbligo di mettere in testa la cufietta e indossare un vestito scuro.
Lo indossava la donna quando si recava in chiesa. Tassativamente era di colore nero. Il più frequente era il velo a forma di triangolo ma si poteva trovare anche il velo lungo intarsiato di ricami. Si custodiva nel cassetto del comodino con la corona e il libretto delle Massime Eterne
Asciugamani di diversa fattura; chi con frange, chi con ricami, chi con intarsi. Facevano parte della dote che la donna al momento de matrimonio portava con sé nella nuova famiglia. La dote era confezionata dalla ragazza che iniziava ancora giovinetta a ricamarla.
Libro per seguire la celebrazione della S. Messa. Ogni donna possedeva un libretto che portava con sé durante la funzione sacra della mattina. Conteneva le preghiere del mattino e della sera. Invocazioni ai santi e le litanie.
Porta sale e pepe da tavolo. Poteva essere di fattura diversa ma comunemente di vetro. Il sale era un alimento costoso e molto raro. Si acquistava presso i negozi autorizzati di “Sali e Tabacchi” in quanto derrata di monopolio.
Utilizzata per servire il caffè. Questo tipo di tazzina era alquanto piccola, elegante e decorata con motivi per lo più floreali. La sua ristretta forma dipendeva dal fatto che la bevanda del caffè era costosa e pertanto necessitava una modesta consumazione. Questo tipo di tazzina era utilizzato in occasioni di feste
Di varie forme e misure, utilizzati per coprire le varie pentole. Quando non erano in uso venivano posti in una rastrelliera appesa al muro accanto alla fornela (cucina economica).
Utilizzati per servire liquori. Era in uso offrire all’ospite un grappino o un liquore fatto in casa dalla massaia (nocino, maraschinLa grappa era distillata presso la Cooperativa che ritirava dal vignaiolo le vinacce, questi era retribuito con alcuni litri di acquavite. Con questa la donna preparava i liquori sopraddetti.
Posta a fianco della testiera del letto conteneva l’acqua santa. Prima di coricarsi e al momento di alzarsi era usanza cristiana farsi il segno della croce utilizzando l’acqua santa contenuta nella piletta. L’acqua era benedetta il Sabato Santo e conservata gelosamente in una bottiglietta. Di volta in volta questa si introduceva nella conchiglia formante la piletta. Le pilette erano di fattura molto aggraziate, sulla parte superiore, piatta, riportavano decori a smalto o in bassorilievo riproducenti immagini sacre. Un forellino permetteva di attaccarle alla parete.
Serviva per cucinare soprattutto arrosti e carni al forno. Recipiente con i bordi non tanto alti e senza manici. Aveva solamente un anello che serviva per appenderla al muro.
Il crocifisso da tavolo, prevalentemente da camera. Si utilizzava quando il sacerdote veniva in visita al malato e si poneva assieme a due candelabri su un tavolino predisposto per l’occasione.
Recipiente di vetro di forma ovale, con collo allungato e panciuto in basso,rivestito di paglia. Conteneva il vino da tavola. Sempre presente sul desco. Il vino era la bevanda più consumata dagli uomini che lo producevano in proprio.
Arnese con fondo bucherellato usato per colare il caffè. In questo caso il colino aveva una fittissima trama poiché il caffè preparato in un pentolino doveva essere filtrato per bene dai fondi.
Supporto per la candela. Di diverse forme e materiale. Utilizzato soprattutto nelle stanze da letto, posto sul cassettone e sul comodino. I più raffinati ed eleganti erano impiegati in occasione della visita del sacerdote, per amministrare il sacramento della comunione o dell’estrema unzione. Si preparava un tavolino ricoperto da una tovaglietta bianca su cui erano posti due candelieri con le candele accese, un tovagliolo bianco, una coppetta contenete acqua santa nella quale era posto un ramoscello di verde per aspergere l’acqua.
Servivano per coprire la fiammella della lucerna e per intensificare la luce. Il vetro era finissimo e molto fragile.Potevano essere di forma differente secondo la lucerna. Il vetro serviva anche come protezione per la fiamma, senza diventava motivo di pericolo per eventuali incendi .
Mestolo bucherellato, usato per schiumare i liquidi in bollore o per togliere le vivande dal liquido di cottura. Dopo il suo utilizzo era riposto sopra una griglia accanto alla cucina economica, alla portata dell’uso.
Arnese di ferro di forma triangolare con tre piedini che si colloca sopra il fuoco (focolare aperto) sul quale è posta la pentola per cuocere le vivande. Si utilizza quando i tegami non sono agganciati alla catena (segosta) che scende dalla cappa.