I mulini Ricci "Dinòti"
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I mulini Ricci "Dinòti"
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Nel 1860 è documentata qui la presenza di due mulini della famiglia Ricci "Dinòti", uno di Bortolo fu Francesco e l'altro di Antonio fu Francesco:
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Giovanni fu Giovanni Antonio Ricci è stato tra i proprietari delle acque di Calavino firmatari della petizione del 1819, anche se potrebbe essere stato del ceppo dei "Grassi" anziché di quello dei "Tinòti":
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Questa parte del paese è stata molto modificata fra il 1951 e il 1968 con la costruzione della strada provinciale che ha coperto con ponte un tratto di roggia; fino ad allora essa attraversava la campagna in superficie ed arrivava dritta davanti ai mulini Ricci, con la consueta deviazione che li lambiva allontanandosi dal corso principale così da movimentare le loro ruote idrauliche, passava sotto un edificio e, dopo la curva, vi si ricongiungeva.
I Ricci "Dinòti", oltre alla macinazione, avevano anche un forno per la panifcazione.
Verso gli anni '40 , per poter sostenere la concorrenza sempre più pressante, rimisero a nuovo la struttura del mulino utilizzando anche parti del mulino Pisoni Biasi" ormai chiuso. Le conseguenze della seconda guerra ed il successivo boom economico di fine anni cinquanta, col prevalere di nuove tecnologie, portarono alla chiusura dell'attività.
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Bibliografia:
Mariano Bosetti ne parla a pag. 444 di
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a pag. 74-75,134 di
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Collocazione precisa
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Il pestino dei Ricci "Dinòti" | Provenienza | Oggetto fisico |
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Rappresentazione grafica dei mulini Ricci | Oggetto | Immagine |