Grazie Maria Faiòta
Contenuto
Titolo
Grazie Maria Faiòta
Descrizione
Prima che il ricordo di Maria Cappelletti detta "Faiòta" di Covelo vada perso, raccogliamo la testimonianza di chiunque la ricordi, pubblichiamo in questo audio le prime quattro voci nella speranza che siano di stimolo per altri che l'hanno conosciuta a condividere i loro ricordi.
Tutte le testimoni ribadiscono la grande disponibilità della Maria Faiòta verso chiunque avesse bisogno, riportando ricordi personali e tramandati in famiglia.
Tutte le testimoni ribadiscono la grande disponibilità della Maria Faiòta verso chiunque avesse bisogno, riportando ricordi personali e tramandati in famiglia.
Lingua
Italiano - Trentino
Oggetto
Tipo
Intervista
Autore
Intervistato
Anna Rosa Cappelletti
Dolores Zuccatti
Giuliana Pooli
Graziella Verones
Data di creazione
5 maggio 2023
19 maggio 2023
Periodo di riferimento
1914 – 1965
Durata
11 minuti, 57 secondi
Indice
0:05 Anna Rosa Cappelletti, classe 1938, racconta di quando da bimba era stata punta da grosse api che avevano indotto una grave reazione risolta grazie all'intervento della Faiòta che l'aveva indirizzata dal medico.
2:17 Dolores Zuccatti, classe 1933, racconta della zia rimasta paralizzata dopo un taglio cesareo effettuato in America, accolta a Ciago fin quando i suoi figli di 12 e 13 anni con l'approssimarsi della seconda guerra sono stati mandati al sicuro in America dal padre e lei, rimasta sola, è stata ospitata in casa della Faiòta per un certo periodo.
4:05 Giuliana Pooli, classe 1940, racconta di quando la Faiòta le ha insegnato a fare le iniezioni,
4:30 di come organizzava i funerali,
5:13 di come in cambio dei "denti di cane" (tarassaco) veniva invitata a mangiare la polenta,
5:44 della morte della Faiòta, quando la mattina le portava la camomilla lei le diceva: “Se doman te me trovi chi morta no’ ciapar paura no!")
6:22 della lapide ricordo che le fu dedicata dopo la sua morte,
6:47 della casa dove viveva la Faiòta e di come la ospitava a riscaldarsi le mani quando lei faceva il bucato al lavatoio nei pressi di casa sua.
7:38 Graziella Verones, classe 1942, riporta quanto suo padre le raccontava di come la Faiòta nel 1914 aveva assistito sua mamma fino alla morte e aveva accudito come una mamma lui e i suoi 4 fratelli, dai due anni in su, fino al ritorno del loro padre dalla prima guerra mondiale,
8:32 racconta dei suoi primi ricordi diretti della Faiòta quando piccolissima le dava la mano per correre al rifugio quando suonava l'allarme sul finire della seconda guerra mondiale,
9:58 di come la Faiòta fosse stata "24 ore su 24 infermiera del paese" vivendo di quel che riceveva in cambio della sua amorevole assistenza.
2:17 Dolores Zuccatti, classe 1933, racconta della zia rimasta paralizzata dopo un taglio cesareo effettuato in America, accolta a Ciago fin quando i suoi figli di 12 e 13 anni con l'approssimarsi della seconda guerra sono stati mandati al sicuro in America dal padre e lei, rimasta sola, è stata ospitata in casa della Faiòta per un certo periodo.
4:05 Giuliana Pooli, classe 1940, racconta di quando la Faiòta le ha insegnato a fare le iniezioni,
4:30 di come organizzava i funerali,
5:13 di come in cambio dei "denti di cane" (tarassaco) veniva invitata a mangiare la polenta,
5:44 della morte della Faiòta, quando la mattina le portava la camomilla lei le diceva: “Se doman te me trovi chi morta no’ ciapar paura no!")
6:22 della lapide ricordo che le fu dedicata dopo la sua morte,
6:47 della casa dove viveva la Faiòta e di come la ospitava a riscaldarsi le mani quando lei faceva il bucato al lavatoio nei pressi di casa sua.
7:38 Graziella Verones, classe 1942, riporta quanto suo padre le raccontava di come la Faiòta nel 1914 aveva assistito sua mamma fino alla morte e aveva accudito come una mamma lui e i suoi 4 fratelli, dai due anni in su, fino al ritorno del loro padre dalla prima guerra mondiale,
8:32 racconta dei suoi primi ricordi diretti della Faiòta quando piccolissima le dava la mano per correre al rifugio quando suonava l'allarme sul finire della seconda guerra mondiale,
9:58 di come la Faiòta fosse stata "24 ore su 24 infermiera del paese" vivendo di quel che riceveva in cambio della sua amorevole assistenza.
Licenza d'uso
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