Quintino Bassetti, con la sorella Maria, la moglie Agnese ed i figli (in ordine di età) Giuseppe, Giulio, Livio, Mario, Ezio, Elio, Ottavio, Cesare e Rosetta, posano davanti alla falegnameria di famiglia.
La fotografia, realizzata in uno studio fotografico di Riva del Garda, ritrae una famiglia benestante, probabilmente vissuta a Cavedine.
I due coniugi sono seduti al centro circondati da tutti i loro figli.
Sul fronte è presente un timbro fotografico che riporta la seguente dicitura: "STAB. FOTOGRAFICO C. MAYER-RIVA"
Sul retro della fotografia appare la seguente descrizione:
"Per consolidare sempre più i vincoli di parentela.
Leopoldo ed Elvira affianco. Riva, 23-6-1906"
L'immagine è un ritratto della famiglia Contrini, originaria di Sarche, ritrae la prima e la seconda generazione della famiglia: genitori e figli.
In prima fila, al centro: i genitori Maria e Isidoro , con ai lati la figlia Ester e il figlio Giuseppe;
in seconda fila, da sinistra, i figli: Maria, Quintilia, Edvige e Virginia;
in terza fila, sempre da sinistra, i figli: Aldo e Guido.
Il ritratto rappresenta una famiglia molto numerosa, caratteristica ricorrente nelle famiglie di una volta.
La foto è stata scattata davanti alla loro abitazione, che si trovava nel rione nord-ovest di Sarche, allora chiamato "ghetto".
Luogo e data sono certi, grazie alla scritta riportata sul retro: Sarche, 7-7-45.
Baldassarre Bassetti, quale tuttore della propria moglie Teresina e della cognata Maria Bassetti, denuncia Gio Batta Bassetti per aver leso i diritti di consortalità e servitù delle sorelle apportando modifiche alla proprietà dominante, quindi gli impone di riportare tutto alla situazione originaria.
Apprendiamo che un locale della casa era adibito a bottega di proprietà delle due sorelle.
Nel documento si nomina il secchiaio, ovvero l'acquaio (italianizzazione della voce dialettale seciàr o secèr).
Le misure sono 34 x 42 cm.
Le condizioni prevedevano che in caso di morte della sposa senza eredi i beni di proprietà del padre e dello sposo ritornassero ai rispettivi propietari, così come anche in quest'altra dote:
Margerita era figlia di Cristoforo Chistè del fu Francesco e sposa di Giovanbattista del fu Pietro Bassetti.
Ai numeri 4 e 6 troviamo l'orleans, un tipo di tessuto leggero, lucido, di cotone o misto di cotone e lana, come riporta il
All'epoca i bambini venivano battezzati il giorno stesso o quello immediatamente seguente la nascita. Le partorienti, considerate impure, non potevano partecipare alla cerimonia e i neonati venivano solitamente portati in chiesa da un'altra donna della famiglia. Nella foto la bambina è ritratta in braccio alla nonna Pasquina ed è accompagnata dalle sorelle.
Si noti il prezioso tradizionale porta enfant da cerimonia bianco nel quale la bimba, tutta vestita di bianco, era ben protetta per la sua prima uscita da casa.
Lo zio, che si era avvicinato al mondo della fotografia quando era militare ad Addis Abeba, emigrato in Belgio si era comperato la macchina fotografica e così quando rientrava a Lasino fotografava i suoi familiari. Spesso dobbiamo ai nostri emigrati le testimonianze fotografiche dei nostri antenati.
Assegnazione di casa, orto, vitalizio, in usufrutto in caso di futura vedovanza, da parte di Andrea Miori di Lon a favore della futura moglie Teresa ved. del fu Giò Tonelli. .
Ad inizio 900 erano comuni le famiglie molto numerose, anche con più di 10 figli tanto che succedeva frequentemente che madri e figlie avessero figli coetanei. Povertà, elevata mortalità (per malattie, guerra, lavoro), emigrazione erano flagelli comuni.
Qui vediamo la famiglia di Eugenio e Maria Miori che avevano avuto 10 figli tra il 1896 ed il 1915 e quasi tutti hanno poi raggiunto l'età adulta. La più piccola nella foto è Noemi Miori, l'ultima nata.