Si vede appena il vecchio capitello di San Rocco dietro Mario, Noemi ed il loro piccolo Bepino (1938-1945), ma ne testimonia l'esistenza. La lapide che si intravede nel basamento, documenta che era stato costruito "PIETAS FIDELIUM CIAGI EX VOTO PESTIS EREXIT ANNO D. 1835". Oltre un secolo dopo verrà demolito e ricostruito dall'altro lato della strada in uno slargo realizzato per ospitarlo.
Il superamento della visita di leva, che rendeva i giovani abili al servizio militare, costituiva un rito di passaggio alla vita adulta. Evento importante dunque, che andava festeggiato. Il cappello ornato di fiori e piume era il simbolo che i giovani portavano in questa occasione e che veniva tradizionalmente addobbato dalle loro coetanee.
Dietro di loro possiamo vedere due "bene" appoggiate alle case, contenitori in rami intrecciati per il trasporto con il carro di merci e del letame.
A settembre, Angelina, Giannina, Olga, Santa, Rita, Valeria, Angelo e Bepi in pausa durante la vendemmia.
Il carro era il mezzo di trasporto del tempo e le ceste, di diversa forma e dimensione, prodotte artigianalmente, erano i contenitori usati per qualsiasi prodotto.
In primo piano si notano i broccoli.
In queste foto si vede come l'abito bianco, seppur corto, abbia raggiunto anche i nostri paesi. Lo ha realizzato la sposa stessa usando per la prima volta il bianco; diverse spose le hanno poi richiesto modelli in bianco.
Molti fiori decorano la chiesa.
Il parroco celebra la messa dando la schiena ai fedeli come era d'uso prima del Concilio Vaticano II (1962-65).
Alle balaustre, che separavano il presbiterio dalla navata, si inginocchiavano i fedeli per ricevere la comunione; ora sono custodite ai lati della navata.
Così è stato ricordato nella sua memoria:
"Prelato domestico di SS Leone XIII, Cavaliere dell'ordine di Francesco Giuseppe, membro dell'o. r. Accademia degli Agiati, cittadino onorario di Arco Dro-Ceniga Terlago Vigolo Baselga e Lasino, per più anni Deputato alla Dieta e al Palamento.
Nato il 22 febbr.1812 Prete dal 23 sett.1834 fu Coop. a Castelnovo Parroco a Lizzana Decano per anni quarantasei a Calavino ove morì il 18 giugno 1900."
Bambola di gomma di 28 centimetri con braccia, gambe e testa mobili regalata ad una bimba alla sua nascita.
Gli occhi si chiudono quando è sdraiata e si aprono se è in posizione verticale.
Sulla schiena ha inserita una trombetta cosicché premendo sul petto emetteva un suono.
La bocca, decorata in rosso vivo, ha un foro in cui si poteva inserire e togliere un succhiotto andato poi perso.
I capelli sono realizzati in rilievo nella gomma.
Non riporta alcun marchio.
Abbigliamento fatto ai ferri.
Pullman "Gran turismo" in latta, lungo 11 cm.
Sotto il mezzo, impresso all'interno di un rombo, si intuisce il marchio "INGAP", seguito dalla scritta "PADOVA MADE IN ITALY".
Articolo rimasto invenduto nella bottega Bassetti di Fraveggio; il prezzo di vendita era di 60 lire.
Confezione costituita da un foglio in cartone 24,5x34 cm, sul quale sono fissati con lo spago: uno squadretto in legno, una piccola sega con lama in acciaio, un martelletto in alluminio con manico di legno, un righello da 15 cm in cartoncino rigido ed un foglietto di carta vetrata. Il costo di vendita presso la bottega Bassetti di Fraveggio era di 90 lire.
Non riporta nessun marchio, ma dal confronto con oggetti simili in internet si può dedurre che sia stato prodotto dalla ditta C.F.G.M..
La fotografie ritrae un gruppo di persone presso Malga Campo di Drena, durante la raccolta del latte e la realizzazione di prodotti caseari. Si può osservare l'abbigliamento degli uomini, i quali usavano indossare pantaloni con bretelle, camicia con gilet e cappello.
Prima di sposarsi le giovani frequentavano dei corsi di Economia domestica per prepararsi come buone future donne di casa. Era necessario e utile che la donna sapesse destreggiarsi nell’arte del cucito e di fare a maglia era un valore aggiunto all’andamento economico della famiglia. Il quaderno raffigura appunto i disegni, la fattura e le misure per produrre gli indumenti.
Nelle materie didattiche relative alla scuola degli anni 20-30-40 era previsto per le femmine anche l’insegnamento del cucito, ricamo lavori a maglia ecc… denominati “lavori donneschi” , mentre ai bambini maschi s’insegnavano lavoretti manuali inerenti la sfera maschile. L’imparaticcio qui presente era di Anna Santoni Simonetti che riproduce i vari punti a maglia con debita annotazione.
La fotografia ritrae un piccolo gruppo di suonatori. Lo scatto è stato realizzato a Pergolese nel 1956.
Sul retro della fotografia è presente la seguente descrizione: "Maria Molinari con Adriano Comai e figlio Vito, 1956".
I cantieri-scuole istituiti nel 1949 dalla "Legge Fanfani" erano gestiti dal Comune e completamente finanziati dallo Stato al fine di realizzare opere pubbliche e contemporaneamente dare lavoro ai molti disoccupati del luogo, furono così realizzati acquedotti e strade. In queste foto li vediamo impegnati a portare l'acquedotto fino alla chiesa.
Numeroso gruppo di bambini e ragazzi sulla neve con i loro slittini costruiti in casa e palle di neve.
I più piccoli portano i pantaloni corti.
Dietro si vede una parte del paese di Ranzo.
Sullo sfondo, il Gazza completamente spoglio da vegetazione si presenta come un ghiaione.
La banda è ritratta in occasione della celebrazione liturgica della Madonna Assunta; indossa la divisa estiva del 1971. Questa è la prima fotografia dove sono presenti le prime due bandiste donne del sodalizio (terzultima e penultima della seconda fila, da sinistra).
Nella seconda fotografia, si noti come la divisa sia stata adattata con una gonna. La prima donna sulla sinistra proviene per l'occasione dalla Banda di Calavino, per questo non è dotata della divisa, ma solo della spilla di Cavedine sulla camicia.
La data è riportata a penna sul retro.