Vediamo qui due lanterne di diverse misure ma con la stessa struttura: un recipiente alla base col tappo in cui inserire il carburante (olio, petrolio, cherosene) con un'apertura superiore in cui si inserisce uno stoppino. Grazie a una manovella si fa scendere e risalire lo stoppino nel carburante in modo che si imbeva bene e che esca dal contenitore per la misura sufficiente a fare la fiamma. Si accende e poi, con apposita leva, si abbassa il vetro protetto da eventuali colpi da un incrocio di robusti fili di ferro. Il vetro ha la funzione di riparare la fiamma dai colpi d'aria in quanto la lanterna veniva usata per spostarsi all'esterno della casa, anche appesa al carro, grazie all'apposito manico o anello superiore.
La traslazione di San Vigilio è raffigurata in marmo sull’altare maggiore della chiesa di Vezzano ed è attribuita al bresciano Domenico Italiani.
Rappresenta il passaggio da Vezzano della salma di San Vigilio trasportata dalla Rendena a Trento, dopo il martirio. Secondo la tradizione, la salma di San Vigilio sarebbe stata depositata per una notte nella chiesa di Vezzano.
Il paese, racchiuso da mura, è visto da sud attraverso la porta clesiana, ormai scomparsa.
In primo piano, assisi in cielo, i Santi Vescovi Vigilio e Valentino.
La data è ricavata dall'incisione sul retro dell'altare, che attesta la sua consacrazione il 31 ottobre 1773.
La tecnica utilizzata è quella della tarsia, che si differenzia dal mosaico per le maggiori dimensioni e la forma varia dei pezzi di cui si compone, che si incastrano tra loro originando superfici più compatte.
Fonti:
Pagelle rilasciata dalla "Scuola di avviamento a tipo commerciale N. e P. Bronzetti" a Tasin Flora frequentante "nell'anno scolastico 1943/44 la classe prima" e "nell'anno scolastico 1944/45 la classe seconda presso il Centro di Assistenza Culturale di Vezzano gestito dall'Opera di Assistenza all'Italia Redenta" il primo anno e dall' Opera naz. per l'educazione della prima infanzia il secondo anno, come da delega del Provveditorato agli Studi di Trento.
Di questa scuola, con sede presso l'attuale municipio, funzionante a Vezzano nei due ultimi anni di guerra, Flora nel parla qui:
Flora racconta momenti positivi vissuti a Fraveggio dopo la distruzione della sua casa a Trento il 2 settembre 1943.
Cesarino Bassetti, insegnante di musica di Flora, appare in foto mentre suona la chitarra.
Le foto del rifugio di cui ci racconta Flora sono attuali: la vista sul lago e la valle è ora interrotta dalla vegetazione.
Nato a Cavedine l'1 settembre 1905, morto a Bolzano il 3 febbraio 1982. Compositore di messe e organista del duomo di Bolzano, oltre che polistrumentista e direttore delle bande di Cavedine e Salorno. Per un approfondimento si segnala l'articolo allegato.
Di lui, della sorella Maria, del fratello Ippolito, della mamma Adelina Galletti sono stati conservati dalla famiglia diversi oggetti e documenti, alcuni dei quali sono inseriti nell'Archivio della Memoria.
Introduzione ai pozzi glaciali, alla figura di Antonio Stoppani e all'ambiente di Vezzano nel passato, preparata per i bambini di prima e ricca di illustrazioni. Il fascicolo era dislocato presso il pozzo n.3
Storia ambientata al pozzo numero 3 che ha come protagonisti la "Maria mata", il carpino e lo scoiattolo; inizia con la rivisitazione di una antica leggenda locale e continua con una parte completamente inventata dai bambini.
Storia ambientata nei pressi dei ruderi del casino di bersaglio degli Schützen (poi ricostruito) che ha come protagonisti il gigante Fiorenzo (nome di una località nelle vicinanze), il ciliegio selvatico ed il tasso.
Le sorelle Lidia, Leopoldina e Gina Tasin in posa per uno scatto durante un bagno nel Lago di Santa Massenza. Da notare la trasparenza dell'acqua.
Lo scatto ben raffigura il lago prima della costruzione della
Gruppo di persone fanno il bagno nel lago di Santa Massenza. La signora Flora, nel riguardare questo scatto, ricorda l'allegra musica di sottofondo che veniva dall'albergo Conti e le spensierate nuotate che facevano più quelli provenienti dalla città che non quelli dei dintorni. Lei, trasferita da Fraveggio a Trento in tenera età, aveva potuto frequentare con le sue sorelle la piscina comunale di Via Madruzzo, denominata "Cock"e così, quando tornava a Fraveggio per le feste, le vacanze, o come profuga dopo il bombardamento di Trento, poteva farsi una passeggiata fino a Santa Massenza e nuotare in compagnia.
In genere quelli che vivevano sul lago sapevano nuotare ma quelli dei dintorni si accontentavano dei giri in barca o di stare in compagnia a riva a cantare e suonare.
Lo scatto ben raffigura il lago prima della costruzione della
La cartolina riporta dietro: "Giovannino il 1° anno di asilo aprile 1952". Il diminutivo era comune per l'ultimogenito.
Il fotografo passava saltuariamente negli asili e nelle scuole per fotografare i bambini in aula. Il colletto bianco era caratteristico di grembiuli sia all'asilo che a scuola, liscio per i maschi e col pizzo per le femmine.
Folto gruppo a rappresentare la "Banda Petazzi" al carnevale di Vezzano.
Su uno dei loro manifesti si riesce a leggere all'incirca:
"Banda Petazzi - Programma:
I - ore 2 entrata trionfale carro antidiluviano
II - concerto musicale capobanda D.A.P.I.C.B.
III - sbigolata in bocai ...
IV - il corteo percorrerà Via Roma, Via Dante e Via dell'aria
V - il concerto s'appella a pietosa ... elemosina
Per il comitato
firma"
Dietro riporta la scritta "Cartolina postale italiana".
Numerosi bambini giocano fuori dalla scuola che verrà poi chiusa nel 1969.
Il parroco ha il lungo abito talare nero.
Davanti alla scuola c'era uno dei tre pozzi del paese e appoggiata alla canonica si vede una piccola fontana realizzata grazie all'arrivo dell'acqua di Canal con la costruzione dell'acquedotto nel 1954, per cui lo scatto è sicuramente successivo a tale data.
Sulla sinistra campeggia la scritta dell'albergo Stella d'oro con giardino, ristorante, caffè e birra, deposito di vino santo, inscrizione messaggeria ... Trento-Tione.
Era qui che si fermava e faceva il cambio di cavalli il servizio di trasporto pubblico della posta e delle persone su prenotazione.
Nell'angolo l'artistica fontana resa poi monumentale nel 1917, con accanto un uomo con "bazilón e crazidèi" per il trasporto dell'acqua.
Sulla destra l'albergo Croce d'oro e due negozi: D. Piccoli e ...
Gli alberghi hanno elaborate insegne in ferro battuto.
Si nota sulla destra anche una lanterna, che verrà sostituita dalla luce elettrica nel 1911.
L'artistica fontana in pietra di piazza Fiera assomigliava a quella nella piazza centrale di Vezzano ed è stata poi spostata accanto alla canonica di Santa Massenza.
Vediamo due donne che prendono l'acqua alla fontana con due secchi a testa. Una di loro ha appoggiato alla fontana stessa il suo arcuccio (bazilón), utile strumento per trasportare a spalla i secchi quando la fontana non era vicina a casa.
La piazza era alberata ed intorno alla fontana c'era un riquadro di selciato.
La data ultima ipotizzata si basa sul fatto che dopo i lavori all'acquedotto del 1954 solo le case periferiche non erano ancora raggiunte dall'acqua in casa.