Stampa in bianco e nero, formato 10x15 cm. Riporta sul verso la descrizione: "Padergnone m. 286 (Trentino) La Chiesa".
Scorcio della chiesa curaziale antica padergnonese dei santi Filippo e Giacomo di prima fabbrica risalente almeno al 1520, raffigurata sul lato meridionale con l'affresco del San Cristoforo e il campanile, a valle del gruppo del Gazza coperto di neve.
Davanti alla chiesa, il vecchio Monumént dei Caduti, ora spostato sul lato est fuori campo dell'edificio sacro; fra la chiesa e casa Walzl, l'antico portico del Lunèl, ora demolito e recante l'alloggio per il vecchio albo comunale.
A sinistra, l'altura protourbana dei Crozzòi, sostenuta dall'alto muro, edificato intorno alla metà dell'Ottocento per far posto al primitivo tracciato dello Stradon, e ospitante un rudimentale traliccio di legno per la corrente elettrica che fa da contraltare a quello più moderno che s'intravede alla sua destra.
Questi "pali della luce" del 1921 sono una preziosa testimonianza dell'operosità dei nostri avi che realizzarono la rete di distribuzione dell'energia elettrica in paese costituendo il Consorzio Elettrico di Padergnone, investendo risorse proprie e molto lavoro di volontariato, compreso quello di andare nei boschi a tagliare il legname necessario, trasportarlo e piantarlo lì dove serviva, per poi passare tutto all'Enel nel 1964 con un indennizzo irrisorio per quanto realizzato.
Oltre il paese, il grande traliccio dell'alta tensione per il trasporto dell'energia anche fuori regione, ci testimonia la presenza della Centrale Idroelettrica di Santa Massenza entrata in funzione nel 1952.
Da queste informazioni si desume la datazione approssimativa della fotografia.
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Una copia della stessa cartolina è presente con l'identificativo Pa-37 presso:
La nuova strada di accesso realizzata probabilmente ad inizio 1800 e modificata durante la prima guerra mondiale evitava la ripida e stretta via Borgo per poi immettersi in via Roma. Nella foto si vede l'alto muro di sostegno dell'ampia curva dove oggi si trova il bar al bersaglio. I dossi intorno sono privi di vegetazione.
Mappa di primo 800 in cui è visibile la variante:
Dentro l'avvolto chiamato "Canevin" c'è la sorgente della roggia che attraversa Fraveggio e sfocia nel Lago di Santa Massenza. Fino alla realizzazione dell'acquedotto, nel 1954, era lì che la gente di Lon andava a prendere l'acqua. Qui vediamo Noemi col secchio di rame (cracidèl) adatto allo scopo. La foto è stata scattata da sua sorella Angelina, emigrata negli Stati Uniti, che era tornata nel paese natio per presentare il figlioletto Gianni, in foto, alla sua famiglia.
La data ricavata dal testo manoscritto sul verso della cartolina è 22 giugno 1961, ma l'identificativo fa presumere una datazione precedente.
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Una copia della stessa cartolina è presente con l'identificativo Sma-27 presso:
La prima alunna a sinistra è la stessa Gisella Parisi di cui disponiamo il Libretto scolastico; per gli altri nomi si veda il verso della cartolina.
La porta d'entrata della scuola, che si vede nella foto, si trovava sul retro di quella che un tempo era la canonica di S. Massenza.
L'acronimo in copertina significa Unione Magistrale Nazionale - Trentina; si tratta della sezione trentina di una delle più importanti associazioni di maestri dell'epoca in Europa. (FONTE: https://www.sissco.it/recensione-annale/alberto-barausse-lunione-magistrale-nazionale-dalle-origini-al-fascismo-1901-1925-2002/)
Da notare le indicazioni riportate nella prima pagina ("Leggi e ricorda!").
L'alunna, Gisella Parisi, era in una classe mista e ha frequentato regolarmente la scuola per 8 anni, testimoniando una minore durata degli anni scolastici rispetto ad oggi in quanto anche i bambini costituivano un'indispensabile forza lavoro per molte famiglie.
Dal documento si evince che nel 1916/17 la valutazione dalla forma in giudizio è passata ai punteggi, dove 1 era il massimo, e nel 1919/20 è passata ai voti, in cui 10 è il massimo.
Notiamo come anche la cura di sé ("forma esterna") rientrasse nei criteri di giudizio scolastico, così come il "contegno" e la "diligenza".
Venivano impartite anche lezioni di "lavori donneschi".
Nella sezione "disposizioni legali" in fondo al libretto si legge come le assenze ingiustificate da scuola potessero venire punite con un'ammenda fino a L. 40 o addirittura con l'arresto fino a 4 giorni!
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Della stessa alunna disponiamo di una foto di classe:
Cartolina acquerellata con veduta della piazza di Vezzano spedita il 10 maggio 1908.
Si notano alcuni negozi, l'hotel Croce d'oro, la farmacia Tononi, un gruppo di uomini, una lanterna in primo piano, dei comignoli elaborati.
Si vedono inoltre un mezzo d'epoca e l'angolo con la fontana presentati su altre foto:
La struttura della toilette è in ferro battuto con il catino in ceramica. Sul porta lavamano, si poggiava "el lavaman" con sotto la "bròca" piena d’acqua. La mattina, al risveglio con l’acqua della brocca versata nel catino ci si lavava le mani e la faccia. Talvolta il porta lavamano poteva essere anche di legno.
Si utilizzava per diffondere la luce: nel contenitore in vetro (sotto) si metteva l’olio o il petrolio, uno stoppino lo raccoglieva e si accendeva con il fiammifero. Sopra vi si collocava un apposito vetro (qui mancante) per diffondere la luce e proteggere la fiammella.
Contiene l'inchiostro da utilizzare per la scrittura a mezzo di penna e pennino. Quest’ultimo di metallo leggero era infisso su di un’asticella. Il pennino era intinto nel calamaio e con l’inchiostro assorbito si poteva scrivere. Il calamaio era fissato al banco di scuola e introdotto in un foro affinché non potesse muoversi e rovesciarsi.
Nelle materie didattiche relative alla scuola degli anni 20-30-40 era previsto per le femmine anche l’insegnamento del cucito, ricamo lavori a maglia ecc… denominati “lavori donneschi” , mentre ai bambini maschi s’insegnavano lavoretti manuali inerenti la sfera maschile. L’imparaticcio qui presente era di Anna Santoni Simonetti che riproduce i vari punti a maglia con debita annotazione.
Il quaderno per i bambini che frequentavano la scuola nei primi decenni del 900 era prezioso, innanzitutto non c’era tanta carta, la brutta copia si faceva sulla carta che incartava lo zucchero comperato allo "Spacio Coperativo", e poi si ricopiava in bella copia sul quaderno di scuola. Secondo: la maestra pretendeva l’ordine e la pulizia anche nello scrivere e nella conservazione dello stesso. Le pagine del quaderno erano a righe per la scrittura, a quadretti per i conti.
Era il lume portatile costituito da un basamento in metallo da una coppetta in vetro che conteneva l’olio con lucignolo ed un vetro a forma allungata bombato alla base e stretto all’altezza (che in questa lucerna manca), che serviva per ampliare la fiammella.Il lucignolo era una piccola treccia di fili che aspirava l’olio e produceva la fiammella.
Serviva per sostenere la candela, che era inserita nella spirale. Il nome “bugia” deriva dalla città di Bugia (Algeria) dove erano prodotte le candele. Si collocava sul tavolo della cucina e si accendeva al momento della cena.
Supporto per la candela. Di diverse forme e materiale. Utilizzato soprattutto nelle stanze da letto, posto sul cassettone e sul comodino. I più raffinati ed eleganti erano impiegati in occasione della visita del sacerdote, per amministrare il sacramento della comunione o dell’estrema unzione. Si preparava un tavolino ricoperto da una tovaglietta bianca su cui erano posti due candelieri con le candele accese, un tovagliolo bianco, una coppetta contenete acqua santa nella quale era posto un ramoscello di verde per aspergere l’acqua.
Nel fascicolo sono riportate tutte le testimonianze raccolte su questi temi dai bambini nel periodo del Coronavirus, a scuole chiuse, e mandate agli insegnanti in forma digitale dalle famiglie degli alunni delle 6 classi che avevano aderito al progetto di Ecomuseo della Valle dei Laghi per la realizzazione del secondo albo illustrato di Vespertillo, del quale costituiranno la base di partenza.
Esse sono elencate secondo l’ordine di età e poi alfabetico del nome dei "nonni".
Accanto ad ogni intervista ci sono dei simboli per trovare a colpo d’occhio i principali argomenti di cui ci parla ogni testimone: gioco di gruppo, di coppia, solitario, di movimento, tranquillo, all’aperto, in casa; conta, filastrocca, mimo/gioco, scioglilingua, indovinello, proverbio, in dialetto.
Fascicolo realizzato per la partecipazione alla terza edizione del concorso a premio "Conosci il tuo paese" organizzato dalla biblioteca intercomunale Cavedine-Lasino, classificandosi al primo posto.
Presenta un'accurata ricerca per ricordare Giacomo Bortolotti, inserito nella storia della comunità di Cavedine del suo tempo.
Vi si trovano relazioni interviste, disegni, fotografie, fumetti.
La ricerca dei bambini è partita da un questionario, è stata poi ampliata con interviste, analisi di documenti, confronto con altre scuole del territorio per poi trarre delle conclusioni sia sui contenuti sia sulle fonti ed i diversi approcci alla ricerca.