Si tratta della "casa del vecchio medico condotto; a piano terra c’era anche l’ambulatorio medico". (Fonte: Da Pedegaza a Vallelaghi : memorie fotografiche delle 11 frazioni, Comune di Vallelaghi, 2017, p. 65)
"Camerón" è solitamente usato per indicare una grande stanza usata per conservare i prodotti della campagna. Qualsiasi stanza della casa poteva un tempo tramutarsi provvisoriamente in "Camerón dei cavaléri" quando era usata per l'allevamento dei bachi da seta.
Questa stufa ad olle proviene dalla scuola di Lasino, per cui si presume sia stata costruita nel 1912 insieme alla scuola. Con l'arrivo dell'impianto di riscaldamento a gasolio le stufe nelle scuole non servivano più e così, durante i lavori di restauro del 1985, anche questa stufa ad olle è stata demolita ed era destinata a finire in discarica sennonché un privato ha recuperato buona parte dei pezzi e l'ha ricostruita nella sua casa.
In questa fotografia sono raffigurate due donne, la madre Antonia, seduta, e sua figlia, in piedi a fianco a lei.
Sone colte in un importante momento di lavoro domestico, il ricamo, probabilmente di un lenzuolo.
La madre, che guarda dolcemente la figlia, sembra controllare il lavoro da lei svolto.
Campanella in bronzo decorata con motivi floreali che era appesa in alto fuori dalla porta di casa e che si suonava tirando per una corda. Presenta una rottura. Da notare che la campanella o il battente venivano messi solo in case di un certo prestigio, le case contadine erano sempre aperte quando c'era qualcuno in casa.
Recipiente cilindrico con un'imboccatura più ampia rispetto alla base munito di due manici rettangolari. Il pestello ha uguali impugnature ai due estremi e una sporgenza verso il centro che forma tre anelli, di cui quello al centro maggiore.
Sia sul mortaio che sul pestello è presente una patina di stagnatura leggermente verde.
Questo ferro da stiro con manico in legno aveva a suo tempo due spinotti che salivano, sul retro là dove ora si vedono i fori; ad essi si collegava una presa in ceramica col filo elettrico che portava alla presa di corrente.
Gli indumenti venivano stirati ancora umidi o inumiditi durante il lavoro con apposito spruzzino o semplicemente intingendo le mani in una ciotola d'acqua e schizzandola sull'indumento.
Parte di una mangiatoia in legno in disuso che ci permette di vedere i fori nel legno davanti ("ciòc dela magnadòra") in cui veniva inserita la catena a cui erano legati mucche e buoi.
Osservando un oggetto naturale il contadino metteva in moto la sua creatività ed il suo ingegno trasformandolo in qualcosa di utile. In questo caso ha costruito una "vasóra" trovandosi il manico bell'e fatto dalla natura.
Come si può ben notare questo utensile è molto usurato.
Questo gancio a tre punte veniva appeso ad una trave del soffitto nella baita di montagna e ad ogni uncino veniva agganciato un sacchetto di tela contenente farine o altri prodotti alimentari che dovevano rimanere asciutti e fuori dalla portata degli animali, in particolare dei topi.
Nella foto si vedono due dei "bochéri" aperti su una soffitta, come era d'uso nelle case contadine.
Nella foto dall'interno sono visibili anche i muri di sassi, il pavimento di legno ed il tetto coi coppi; in quella dall'esterno il balcone in legno coi graticci per appendere le pannocchie di mais ad essiccare.
Apertura nel sottotetto, ossia finestra aperta. I "bochéri" erano un tempo molto diffusi nelle soffitte dove si teneva il fieno che aveva bisogno di stare in un locale arieggiato.
All'esterno del "bochér" principale, che si apriva fino al pavimento, c'era solitamente una carrucola attaccata al tetto grazie alla quale con una fune ("soga") si tirava su il fieno nelle "baze" o sciolto coi "fèri" per non dover andare su e giù per le scale con la gerla ("gerlo").
Grande contenitore in legno con coperchio completamente stagno all'interno, per cui se ne presume un uso per contenere liquidi, ma quali? Acqua?
Qualcuno ha esperienza di contenitori simili?
Condividete le vostre conoscenze con archiviomemoria@ecomuseovalledeilaghi.it
Grazie.
In questa casa disabitata da tempo sono rimaste le scale utilizzate normalmente: sono in legno e ripide per occupare poco spazio. Come talvolta accadeva non hanno una ringhiera, invece sono dotate di un corrimano, utile in assenza di ringhiera.
Sono visibili anche una parete portante in muratura e due tramezze in "malta 'n paia".
Liquido denso e appiccicoso che esce dall'imboccatura del tubo della stufa quando si forma un consistente deposito di fuliggine all'interno delle pareti del camino.