"pùtel" si usa per indicare un uomo giovane non sposato. Gli uomini che hanno raggiunto un età tale per la quale è presumibile che la loro situazione di non ammogliato sia permanente vengono poi citati con gli altri termini qui riportati.
Maria Cappelletti, detta Faiòta, (1890-1965) ha passato la sua vita a Covelo (TN) prodigandosi per tutti quelli che avevano bisogno. Prima che il suo ricordo vada perso, raccogliamo la testimonianza di chiunque l'abbia conosciuta. Pubblichiamo, in questo terzo video a lei dedicato, la voce di tre delle sue nipoti nella speranza che stimolino altri a condividere i loro ricordi.
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Qui le prime audio-testimonianze:
Maria Cappelletti, detta Faiòta, (1890-1965) ha passato la sua vita a Covelo (TN) prodigandosi per tutti quelli che avevano bisogno. Prima che il suo ricordo vada perso, raccogliamo la testimonianza di chiunque l'abbia conosciuta; pubblichiamo in questo video altre tre voci nella speranza che stimolino altri a condividere i loro ricordi.
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Maria Cappelletti, detta Faiòta, (1890-1965) ha passato la sua vita a Covelo (TN) prodigandosi per tutti quelli che avevano bisogno. Prima che il suo ricordo vada perso, raccogliamo la testimonianza di chiunque l'abbia conosciuta; pubblichiamo in questo video le prime cinque voci nella speranza che stimolino altri a condividere i loro ricordi.
Prima che il ricordo di Maria Cappelletti detta "Faiòta" di Covelo vada perso, raccogliamo la testimonianza di chiunque la ricordi, pubblichiamo in questo audio le prime quattro voci nella speranza che siano di stimolo per altri che l'hanno conosciuta a condividere i loro ricordi.
Tutte le testimoni ribadiscono la grande disponibilità della Maria Faiòta verso chiunque avesse bisogno, riportando ricordi personali e tramandati in famiglia.
Nata in Brasile il 2.01.1890 Maria Cappelletti, detta "Faiòta", di Giovanni e Rosa Mottes, è vissuta e ricordata a Covelo.
Ha passato la sua vita prodigandosi per tutti quelli che avevano bisogno.
È morta a Rovereto il 15.5.1965 all'età di 75 anni. I suoi compaesani le hanno dedicato una lapide sul cimitero e, nel 2023, hanno proposto il suo nome per intitolarle la piazza del paese.
La localizzazione in mappa si riferisce alla casa accanto alla fontana di Villa Bassa, dove ha vissuto a lungo, alla casa ex-cappella dove viveva gli ultimi anni e alla piazza a lei dedicata.
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Si parla di lei a pag. 36-37 di
Tessera dell'Ente Nazionale Assistenza Lavoratori - Servizio sociale dello svago e della ricreazione - rilasciata all'operaio Giuseppe Pellegrini di Ranzo per l'anno 1949
Nella fotografia viene immortalato il momento della benedizione durante la posa della prima pietra del nuovo asilo infantile di Vigo Cavedine.
Il parroco è don Livio Ruggera. Tra i partecipanti è presente don Matteo Eccher, allora giovane studente.
I lavori continuano:
La fotografia, scattata nel cortile interno della canonica, ritrae un gruppo di autorità politiche e religiose di Cavedine.
È presente l'allora capo comune Giacomo Bortolotti seduto a destra e don Ermenegildo Tonelli.
Dal documento si ricava che nel 1947 la Federazione provinciale di Trento dell'O.N.M.I. ha garantito la refezione calda per tutto l'arco dei 12 mesi ai 60 bambini poveri che frequentavano gli asili infantili di Cavedine (34 bambini) e Vigo (26 bambini) con una quota individuale mensile di £. 60 per un contributo totale di £. 43.200.
In archivio possiamo trovare le stesse informazioni anche per l'anno 1944:
È qui riportata la corrispondenza fra la Federazione provinciale di Trento dell'O.N.M.I. ed il Comune di Cavedine, conservata unita con uno spillo.
Vengono richiamate le disposizioni dettate con al circolare n. 155 del 1938 presente in questo archivio:
La circolare inviata dalla Federazione provinciale di Trento dell'O.N.M.I. "Al Signor Podestà Presidente del Comitato di Patronato 0. N. M. I. di CAVEDINE" comunica l'obbligo dei Comitati di Patronato ad adoperarsi affinché il servizio di refezione scolastica per i bambini poveri sia istituito in ogni Comune, ove esistano asili provvisti di refettorio e non solo su espressa richiesta da parte loro, purché riconosciuti idonei in base alla legge del 1926.
Esplicita le condizioni di accesso al servizio e finanzia £. 8 mensili per ogni bambino povero da gennaio a maggio ponendo la soglia di un massimo di 60 bambini.
Era chiamato "pelarin" quel lavoratore stagionale che andava a "pelare" le foglie del gelso, cioè a sfrondare i gelsi per l'alimentazione dei bachi da seta, nel periodo della bachicoltura.
Ecco qualche brano tratto dal comunicato:
"Egregio Mugnaio Artigiano,
come è noto, la rappresentanza sindacale della Vostra Ditta è affidata alla Federazione Fascista Autonoma degli Artigiani d’Italia."
"Il gran numero delle disposizioni legislative riguardanti l’industria molitoria fa sentire ai nostri organizzati l’utilità e la necessità di un’assistenza tecnica, legale e tributaria, data con competenza e completo disinteresse. Crediamo opportuno specificare le forme di assistenza gratuitamente offerte: "
"Nota
Si è creduto opportuno di ricordare ai Mugnai Artigiani che presso la propria Segreteria dell'Artigianato funziona uno speciale Ufficio di Assistenza.
Ciò perché i mugnai sappiano salvaguardarsi da pseudo società assistenziali a carattere privato e perciò speculative.
La Comunità Nazionale non può e non intende devolvere a nessuno tali assistenze di sua esclusiva spettanza; e pertanto, se ai molini artigiani si presentassero inviati di società private, i mugnai sono avvertiti che essi possono rivolgersi per tali assistenze alla Segreteria della loro organizzazione."
Dopo la successione del 1909, di nuovo, nella richiesta di un prestito, viene ribadita la parità tra i tre eredi di Pasqua vedova Bigio Pisoni segantino di Calavino: due maschi e una femmina che vivevano insieme nella casa paterna con la moglie ed i figli di Emanuele.
"I Sottoscritti Stefano Emanuele e Teresa Fratelli fu Biaggio Pisoni di qui dichiarano di avere in solidiaramente unno per tutti trè, e tutti tre per uno ricevuto ad imprestito da Mansueto Pisoni di Calavino Cor. 1000 mile, diconsi Corone mila in contanti che in solidariamente unno pertutti tre, e tutti tre per unno si obbligano di restituire in pari numero e valuta al creditore Pisoni od a chi per esso a suva inchiesta colla coresponsione in pertanto dell'interesse in ragione del 5/100 all'anno da oggi impoi esente questo questo da qualsiasi imposta per la rendita ad altro sebene direta al ereditare."
Qui il documento citato:
"Decreto d'aggiudicazione.
Da parte dell'i.r. giudizio distrettuale di Vezzano l'eredità di Pasqua va [vedova] fu Biagio Pisoni da Calavino morta intestata il giorno 26 ottobre 1909 viene in base alla successione legittima aggiudicata puramente in parti uguali ai figli della defunta Stefano, Emmanuele Teresa fu Biagio Pisoni di Calavino cioè con un terzo a cadauno."
Archiviato ciò possono passare a "l'acquisto del diritto di proprietà sul seguente Stabile Sorte nel piano Sarca..."
Don Silvio Benedetti, sacerdote originario del paese di Cavedine, spiega le usanze e il significato spirituale delle Campane partendo dalla tradizione campanaria della Valle di Cavedine (quando suonano le campane? per quale motivo? quali sono le tradizioni mantenute e quali quelle perse?)
Cartellone realizzato dai bambini della classe prima primaria di Vezzano in collaborazione con Ecomuseo della Valle dei Laghi nel 2019 per la mostra "Animali e cereali nel progetto memoria".
Il 14.2.1944, come ogni anno, si festeggiava a Vezzano il Patrono San Valentino, ma in un contesto particolarmente grave: la guerra, coi pericoli, i dolori e le privazioni che essa porta con sé, in assenza dei molti giovani soldati e dei lavoratori impegnati in luoghi lontani e pericolosi.
Nonostante tutto ciò, migliaia di fedeli, accorsi da tutto il circondario, presenziarono alla messa solenne in cui fu emesso il voto a San Valentino, sottofirmato dalle autorità ecclesiastiche e civili e da molti capofamiglia delle otto comunità dell'allora Comune di Vezzano.
I cannoni piazzati a Vezzano non furono usati: la guerra cessò appena in tempo ed in ottemperanza a quel voto, la comunità vezzanese dal 1945 la prima domenica di settembre ricorda e rinnova quel voto con una solenne precessione alla chiesa di San Valentino in agro.
Alla commemorazione religiosa si è poi affiancata dagli anni '90 una manifestazione dedicata alla pace organizzata al tempo dai Comuni di Vezzano e Padergnone, ora Vallelaghi, con la collaborazione di associazioni e scuole, che col passare del tempo si è arricchita di offerte culturali ed ha preso il nome "Tutti i colori della pace".
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In questo Archivio potete consultare articoli a riguardo pubblicati sul notiziario comunale di Vezzano:
60º anniversario del Voto a San Valentino - di Rosetta Margoni - pag. 15-18 sul n. 2 del 2004;
Mostra fotografica a cura del Museo Storico in Trento: “Vezzano, la IIª guerra mondiale e il voto a San Valentino” - di Lorenzo Gardumi - pag. 12-14 sul n. 2 del 2005;