Proverbi e modi di dire

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  • Lettera da Bothell

    Palmina, 75 anni, da molti anni emigrata nello stato di Washinton (USA), nello scrivere alla nipote parla del suo stato di salute e della sua numerosa famiglia, esprime la sua amarezza per non essere mai potuta tornare al suo paese natale per rivedere i suoi famigliari e ricorda che "Un buon cristiano scrive almeno una volta all'anno". Sorprende la scrittura in lingua italiana, senza storpiature in dialetto, dopo tanti anni di emigrazione. Il timbro dell'ufficio postale di Vezzano sul retro della busta porta la data 23.12.65: è stata recapitata in una settimana, cosa che oggi succede difficilmente anche con tragitti molto più brevi.
  • TRA STORIE E RACCONTI "Le campane nella Valle di Cavedine"

    Don Silvio Benedetti, sacerdote originario del paese di Cavedine, spiega le usanze e il significato spirituale delle Campane partendo dalla tradizione campanaria della Valle di Cavedine (quando suonano le campane? per quale motivo? quali sono le tradizioni mantenute e quali quelle perse?)
  • I pùlesi, da San Vegili da zènto i deventa mili.

    Proverbio illustrato per l'articolo dedicato ai "CALANDARI DEI PROVERBI" a pag. 16 della rivista "Retrospettive" n. 3 del 1990. San Vigilio è festeggiato il 26 giugno e, col caldo, le pulci prolificavano a dismisura.
  • Da San Martin se spina ’l vin.

    Proverbio illustrato per la quarta di copertina della rivista "Retrospettive" n. 3 del 1990. San Martino si celebra l'11 novembre.
  • Semina a spaglio del frumento

    Sto percorrendo la Valle di Cavedine e vedo, in un campo a fianco della strada, due contadini seminare il frumento a mano. È mezzogiorno, vado di fretta e non è l’ora di disturbare chi lavora ma... “Se non ora quando?” Mi fermo e faccio conoscenza con Aldo Pederzolli, che gentilmente mi permette di riprendere e mi rilascia questa veloce e preziosa testimonianza. Per questa volta accontentiamoci di un video fatto di fretta, meglio questo che niente. Da pochi anni Aldo ha ripreso la semina del frumento ed in assenza di mezzi meccanici la fa a mano come prima di lui hanno fatto i suoi avi. Percorrendo il campo con regolarità avanti e indietro, lancia i semi a manciate con un ampio movimento del braccio, chi lo aiuta fa la stessa cosa incrociandosi con lui, così da garantire una distribuzione più equilibrata delle sementi. In sottofondo il silenzio. Ricorda il proverbio: "Se no i ha somenà el fórment da San Luca (18 ottobre) i pol metersèl én la zzuca." Occasione per parlare della modificazione delle stagioni e delle coltivazioni in valle di Cavedine. In fondo alla scheda trovate collegamenti alle voci del glossario dialetto-italiano utilizzate. Piccola variazione dello stesso proverbio qui:
  • polenta

    Epiteto, in genere bonario, che si rivolge ad una persona lenta nel fare e nel pensare, come lenta è la polenta a cuocere. Si usa anche per pigro o goffo. Esempi: Te sei en polenta! Dai polentón, mòvete! In italiano "polentone" è usato dai meridionali per etichettare gli abitanti del nord Italia, al contrario di "terrone".
  • Quel lì el le conta che no se le ciapa gnanca col mòi.

    La registrazione è stata fatta da una telefonata in viva voce parlando di attrezzi di una volta. Roberto Pedrotti cita e spiega questo modo di dire. In italiano sta a significare: Quello te le racconta che non riusciresti a prenderle neppure con le molle per il focolare. Lo si potrebbe dire di uno spaccone.
  • Chi guarènta la so pèl guanènta en gran castèl

    Chi si mantiene in salute è fortunato
  • Sti ani antichi i copava i piòci cói pichi

    Un tempo le condizioni igieniche erano molto precarie, per cui - per iperbole - i pidocchi erano talmente grandi da poter essere ammazzati con i picconi.
  • Esser grant e gròs per gnènt

    Modo di dire simile a
  • El serén che vègn de nòt l'è come na vècia che va de tròt

    Se si rasserena verso sera, il meteo per il giorno seguente è incerto, come una vecchia che corre potrebbe cadere da un momento all'altro.
  • Pan emprestà, fugàcia renduda

    Bisogna rendere il favore
  • El gnènt l'è bòn per i òci

    Il niente va bene solo per gli occhi, ma per il resto ogni prestazione va ricompensata. Il senso è simile a quest'altro proverbio:
  • Uciada lónga, cosidura mata

    Quando si cuce a mano, se si usa una gugliata troppo lunga la cucitura viene male perché si formano nodi e il filato si sfibra.
  • Chi no pól bàter el cavàl bate la sèla

    Chi non se la può prendere con chi vorrebbe, si arrabbia con chi capita
  • Ai cagni magri ghé córe drio le mosche

    Chi ha già problemi attira ulteriori problemi. Il senso del proverbio è simile all'italiano "piove sul bagnato". Nel dialetto della Valle di Cavedine si usa più "dré" rispetto a "drio".
  • Se 'l tonégia avanti pióver, sta' 'ndel camp e nó te móver; ma se 'l pióve avanti ‘l tón, tra’ la zzapa 'nden cantón

    In base a quando toneggia si può continuare a lavorare o è meglio abbandonare i campi
  • Se te voi patir le pene del'inferno va' sul pont dele Sarche de inverno.

    Il fiume Sarca entra nella Valle dei Laghi a Sarche portando con sè frescura che in inverno diventa gelo. Nella foto è visibile il ponte in questione:
  • Nó sentarte sula préda, né calda né fréda

    Secondo gli anziani, sedersi sulla pietra favorirebbe l'insorgenza di emorroidi e dolori.
  • sbregamandati

    individuo senza regole, allo sbando
  • Esser en blaga

    Essere uno che si vanta oltre al merito.