Sono qui riunite mappe storiche, porzioni di esse e mappe che descrivono particolari aspetti del nostro territorio.
Interessante la possibilità di poter spostarsi nel tempo tra le diverse rappresentazioni cartografiche storiche del Tirolo, gereferenziate:
Per avere a portata i mano la cartografia attuale del Trentino con diverse tematiche: limiti amministrativi e catastali, idrografia, morfologia, viabilità, toponomastica, visita
Sul sito del Catasto, qui sotto linkato, sono presenti le cartografie risalenti al 1860 di tutto il territorio del Comune Catastale di Terlago (C.C. 385) e la legenda.
Qui abbiamo inserito solo la parte riguardante la zona di Monte Terlago (dalle tavole 385-11/12/14/15).
Sul sito del Catasto, qui sotto linkato, sono presenti le cartografie risalenti al 1860 di tutto il territorio del Comune Catastale di Terlago (C.C. 385) e la legenda.
Qui abbiamo inserito solo la parte riguardante il centro abitato di Terlago (tavola 385-14); sono poi segnati nelle vicinanze del lago la chiesa di San Pantaleone (tavola 385-15) e due edifici al Travolt (tavola 385-15). Riportiamo poi a sé stante la zona di Monte Terlago.
Sulla mappa del catasto austriaco del 1860 si possono notare le due parti storiche in cui era diviso il paese: Villa Alta e Villa Bassa.
Sul sito del Catasto, qui sotto linkato, sono presenti le cartografie di tutto il territorio del Comune Catastale di Covelo (C.C. 119) e la legenda.
Qui abbiamo inserito solo la parte riguardante il centro abitato (tavola 119-09) e segnaliamo che a Maso Ariol era presente un edificio (tavola 119-10).
La “Carta geografica generale della Valle dei Laghi”, progettata e avviata da Nereo Cesare Garbari; fu completata a otto anni dalla sua morte, con l’impegno della moglie Carla, che si avvalse di conoscitori e cultori di storia locale. La carta, scala 1:20.000, punta sulle informazioni storico-culturali, quali toponomastica, siti di interesse archeologico, naturalistico, sentieri e altri; elementi geomorfologici, per questo motivo è unica nel suo genere. Sulla cartina sono indicati con numeri i siti di interesse con la rispettiva legenda, sul retro la traduzione in inglese, tedesco e francese.
Misura 80x66 cm su un foglio 100x67 cm, ripiegato a 19x12 cm.
Il 30 luglio 1997 è stata presentata al pubblico dal Gruppo Cuturale Nereo Cesare Garbari del Distretto di Vezzano di cui gli autori facevano parte. La cerimonia è descritta a pagina 12 di
Illustrazione tridimensionale raffigurante l'area fra Trento e le Giudicarie.
Cartolina non viaggiata e non datata per cui la data è solo ipotetica.
Sul retro riporta logo e timbro di John.F.Amonn Bozen e sigla M13983.
Illustrazione tridimensionale "Da Val Giudicaria a Val Lagarina a Trento" raffigurante i luoghi del fronte italiano durante la prima guerra mondiale "Dove combattono i nostri soldati".
Sul retro timbro "cartoline illustrate G. Colantoni".
L'immagine è numerata 3102.
Questo estratto dalla mappa catastale del 1860 ci mostra le strade di accesso al santuario di San Valentino in agro.
In rosa è segnata la strada maestra Trento - Valle di Cavedine, che ha raggiunto Calavino nel 1828 (con discesa a Padergnone e risalita dal cimitero), Cavedine nel 1833, Dro nel 1917. Allora come oggi da essa si accede alla piana del santuario.
La strada marrone che vediamo separarsi da essa in loc. Al Castello, era la vecchia strada imperiale che portava a Sarche, e quindi Riva o Tione, via Santa Massenza e, prima del 1828 in Val di Cavedine via Padergnone.
Su questa strada, di fianco a Castino, vediamo quello che un tempo era l'accesso principale al santuario con l'imponente capitello dei santi Vigilio e Valentino.
Nel 1848 questa strada ha perso la sua importanza, diventando strada di campagna, poiché è stata realizzata la nuova strada che collegava Padergnone a Riva con ponte tra i due laghi di Santa Massenza e Toblino.
Nel 1970-72, con la costruzione del nuovo tratto della Gardesana 45 bis, che ha tolto il traffico da Vezzano e Padergnone, è stato tagliato questo accesso al santuario e abbattuto il capitello.
Sulla mappa del catasto austriaco del 1860 sono indicate le numerose ruote idrauliche attive in paese in quel momento.
Mariano Bosetti ha poi spulciato il protocollo degli edifici del tempo ricavando tutte le p. ed. sede di "molina" [ruota idraulica, per lo più mulini per la macinazione dei cereali ma non solo] con i nomi dei proprietari così da dare un nome a ciascuna ruota, arricchendo l'informazione con i soprannomi di famiglia ricavati dalla ricerca di Cornelio Secondiano Pisoni (anni ’30 del XX° secolo).
Avendo documentato l'attività nell'edificio Pisoni "Biasi", risulta curioso come su questa mappa sia indicata sull'edificio una sola ruota nell'illustrazione riferita al paese, due ruote su quella riproducente l'intero territorio; forse sulla prima la ruota indicava la famiglia proprietaria dell'edificio (Antonio Pisoni) mentre sulla seconda le ruote indicavano le due attività che vi si svolgevano: molitoria e segheria. Questa osservazione ci fa presumere che le ruote effettivamente presenti fossero ancor più di quelle indicate.
Sulla mappa del territorio di Lasino del catasto austriaco del 1860 è segnato il "Molin dei Tómpi" sulla rogge che scende dalla Valle di Cavedine, fra Larì e Grumèl, di fronte a Castel Madruzzo.
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Bibliografia:
pag. 60
Sulla mappa del territorio di Calavino del catasto austriaco del 1860 è segnato il ponte di Pendé accanto al quale, sul territorio di Padergnone, era anticamente situata la fucina della famiglia a Prato, di cui non rimane nessuna traccia.
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Bibliografia:
pag 488
Sulla mappa del catasto austriaco del 1860 sono indicate le ruote idrauliche dei tre mulini attivi in quel momento. Sono poi stati aggiunti i nomi anche di altri mulini in base alla ricerca storica svolta.
Su questa piccola sezione della mappa del catasto austriaco del 1860 sono indicate le ruote idrauliche attive in quel momento a Vezzano sulle case all'entrata del paese ed il ponte che superava la Roggia Grande con quella che un tempo era l'unica via di accesso al paese per chi veniva da Trento.
Sulla mappa del catasto austriaco del 1860 sono indicate le ruote idrauliche operative in tale data. Sulla mappa storica sono poi stati aggiunti i nomi dei mulini in base alla ricerca svolta in paese.
Cartina geografica del Trentino, molto dettagliata, risalente minimo al 1918.
Lasciata da un ufficiale tedesco dell'Impero Austro-Ungarico a Vezzano nella stanza dell'abitazione che utilizzava durante il conflitto. Due solidi pali di legno scuro, posti ai lati della mappa, ne permettevano un più agevole avvolgimento.
La casa si trova in fondo al paese di Vezzano, vicino a dove una volta c'era la funicolare che riforniva la zona verso il Brenta.
La dicitura in basso a destra recita "cartina geografica del territorio dell'I.A. Sezione di Luogotenenza di Trento, disegnata da Domenico Locchi e Giuseppe de Manincor."
Scala 1:75 000.
Nella fascia bassa invece sono rappresentati i picchi montani, "Dall'Ortler alla Marmolada, profilo alla scala 1:250 000 per le distanze e 1:50 000 per le altezze."
Stampa su carta della Valle dei Laghi vista da Trento. Si distinguono i laghi di Terlago, di Santa Massenza e di Toblino; i paesi sono stilizzati. In lontananza le Dolomiti di Brenta.
L'Atlas Tyrolensis (atlante del Tirolo) è stata pubblicata nel 1774 in forma di incisione in rame decorata. A causa della grande scala adottata (1:104.000), della sua precisione e della dimensione dell'area visualizzata, questa carta risulta essere uno dei più importanti risultati cartografici internazionali del XVIII secolo.
Su Wikimedia si trovano diversi estratti di questa mappa da uno dei quali abbiamo ritagliato questa sezione della Valle dei Laghi.
Sulla mappa del catasto austriaco del 1860 sono indicate le ruote idrauliche e si possono vedere le costruzioni aggiunte dopo tale data. Sulla mappa storica sono poi stati aggiunti i nomi dei mulini in base alla ricerca svolta in paese.