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  • Domino Vallelaghi

    L'Associazione Cooperativa Scolastica “Zughente ensema?” ha creato una nuova versione di domino, il “Domino Vallelaghi”, allo scopo di far conoscere il Comune di Vallelaghi nato l'1.1.2016. Le 55 tessere che lo compongono, riportano 110 immagini, tra cui grafici e mappe, ma soprattutto foto provenienti dal territorio comunale grazie alla collaborazione di molti soci. Grazie alla disponibilità finanziaria del comune di Vallelaghi e di diversi sponsor, ed al lavoro prestato anche dai genitori, il gioco è stato realizzato in 100 copie in forex spesso così da poter giocare anche ad effetto domino. Qui a disposizione le tessere da poter stampare e le regole di gioco, che può essere usato anche in modo diverso dal domino classico.
  • Fauflò

    Gioco a carte sulle Aree Protette della Valle dei Laghi. Sono presenti tre file pdf: uno con le carte da gioco, uno con la scatola e uno con varianti di regole del gioco. Il gioco, già uscito in più ristampe da parte della rete delle riserve del Sarca e del Bondone, può essere stampato e diffuso da chiunque per espressa volontà dei bambini, che l'hanno creato allo scopo di diffondere la conoscenza delle aree protette della Valle dei Laghi, degli ambienti, animali e piante che la caratterizzano, delle azioni che si possono fare per la protezione dell'ambiente. Indice delle carte da gioco: p. 1 e 54 - 2 carte jolly con la mappa di tutte le aree protette della Valle dei Laghi p. 2 - Zona Speciale di Conservazione Laghi e abisso di Lamar p. 3 - Riserva Locale Prada A B C p. 4 - Zona Speciale di Conservazione Terlago p. 5 - Riserva Locale Palù p. 6 - Riserva Naturale Provinciale - ZSC Torbiera delle Viote p. 7 - Riserva Naturale Integrale - ZSC Tre Cime Monte Bondone p. 8 - Riserva Naturale Provinciale - ZSC Lago di Toblino p. 9 - Riserva Naturale Provinciale - ZSC Marocche di Dro p. 10 - Zona Speciale di Conservazione Monte Brento pp. 11-25 - 15 carte piante pp. 26-40 - 15 carte animali pp. 41-53 - 13 carte azioni positive p. 55 - retro delle carte pp 56-58 - come si gioca --- Per maggiori informazioni visita
  • Ricordi di scuola di Graziano Eccher

    Graziano Eccher racconta i suoi ricordi di scuola elementare a Vigo Cavedine, durante gli anni '50 del 1900. Questo contenuto deriva da una video intervista realizzata nel 2019.
  • Aereo di compensato

    Aereo realizzato al traforo da Armando Pederzolli in quarta elementare durante le attività manuali e pratiche. Ne parla in un intervento in classe del nipote ai minuti 36:20-36:50, 42:45 - 46:50-47:40:
  • Progetto didattico - Scopriamo il nostro territorio con Vespertillo: i giochi e le filastrocche dei nonni

    Proposta di ricerca di Ecomuseo rivolta alle scuole primarie della Valle dei Laghi finalizzata a realizzare un albo illustrato da colorare che valorizzi e trasmetta alle giovani generazioni i giochi antichi e le filastrocche tipiche della valle dei Laghi. Il progetto proposto nel 2019/20 e stato poi prorogato nel 2020/21. Ad esso è stato assegnato uno spazio dedicato sull’Archivio della Memoria:
  • Mazzetto di "lino delle fate piumoso" e il gioco dei "boacéti"

    A dirla correttamente si tratta di un mazzetto di "Stipa pennata" o "lino delle fate piumoso", pianta perenne poco diffusa in valle, che fiorisce tra maggio e luglio. Le spighette esposte al sole e al caldo si aprono diventando piumose. Nelle foto si vede lo stesso mazzo nelle due diverse situazioni. Lo si usa per addobbare i cappelli tirolesi insieme all'immancabile piuma, ma quello che riportiamo qui è il gioco dei "boacéti". Emanuele Pisoni, classe 1948 di Calavino, lo faceva da bambino con gli amici. I ragazzi preparavano un mazzetto di quest'erba che cresceva solo in un luogo a Calavino, lo intingevano nella calce conservata nel “calcinèr” e lo lanciavano sul muro di una casa. Si spiaccicava e rimaneva attaccato per breve tempo alla parete come una “boàcia” (escremento di vacca), di qui il nome del gioco. Vinceva chi la faceva rimanere più tempo sulla parete. Gli raccontavano che quelli più vecchi di lui li intingevano proprio nelle "boàce". Ci conferma questa versione Dolores Zuccatti, classe 1933 di Ciago, che andava con la sua amica Luigia poco sopra il paese a ricercare quest'erba particolare e difficile da trovare, che chiamavano "molina". Ne raccoglievano uno stelo qua ed uno là, finché riuscivano a farsi il loro mazzetto. Rientrate in paese, infilzavano gli spuntoni sporgenti dalle spighe nelle "boàce", che si trovavano frequenti nelle vie sterrate o selciate, e si divertivano a lanciarle lontane.
  • Bimbi e segheria

    Teresa ed Emanuele Pisoni giocano fra i tronchi della segheria di famiglia.
  • El calcinèr

    "All'inizio del sentiero che da Calavino porta alla Forra dei Canevai si trova un avvolto interrato che in passato veniva utilizzato come cantina. Appena entrati, nell’angolo a destra si trova, ancora intatta, la "Busa dela Calcina”, o "Calcinèr”. Parecchi anni fa a Calavino in molte case era presente questa buca, in cui si metteva la calce che poteva servire per molteplici usi: mescolata con la sabbia per realizzare intonaci per le case o per costruire muri o, ancora, per tinteggiare le stanze. Mischiandola con il verderame si otteneva invece un trattamento anticrittogamico per le viti. Per produrre la calce si dovevano cuocerei sassi di calcare in una sorta di fornace detta “Calchèra”; i sassi cotti, che diventavano di un bianco candido, venivano posti in queste buche riempite di acqua, e, in poco tempo, si scioglievano diventando una pasta morbida pronta all’uso." Così lo descrive Emanuele Pisoni, proprietario del luogo ed a questo proposito ci racconta anche il "gioco dei boacéti":
  • Il "pirlo" da tavolo

    La foto è stata scattata all'interno di una tipica osteria, probabilmente quella di Annibale Garbari a Vezzano. Si vedono alcune persone in movimento, conseguenza dei tempi lunghi utilizzati nello scatto necessari in presenza di scarsa luce, e la foto risulta pure danneggiata, ma abbiamo comunque scelto di inserire questo scatto in archivio per la presenza del gioco in primo piano. Come all'esterno era comune delle osterie il gioco delle bocce, all'interno lo era quello del pirlo, gioco completamente in legno. Esso era formato da una piattaforma inclinata con i bordi rialzati, dentro cui si faceva ruotare una trottola (pirlo) allo scopo di far cadere il maggior numero dei piccoli birilli presenti e guadagnare così punti. Essendo in osteria questo gioco era riservato agli uomini che le frequentavano, i bambini ed i ragazzi usavano invece il pirlo in altro modo sulle strade, come si può vedere in questa testimonianza:
  • bòcia

    palla dura che si usa nel gioco delle bocce. La pallina piccola alla quale ogni giocatore cerca di avvicinare a turno le sue quattro bocce è chiamata boccino - bocin. Bocia pò assumere anche altro significato:
  • merler

    Antico gioco da tavolo che si trova spesso sul retro della dama. Un tempo era il gioco più usato ad ogni età ed in valle se ne trovano tavole incise sulla roccia.
  • scondiléver

    Tradotto letteralmente sarebbe "nascondi lepre". Il nascondino si giocava un tempo su un territorio vasto, si andava nei boschi, si girava liberi per il paese entrando senza problemi nelle proprietà private, sia orti che case.
  • peciòt

    su un solo piede. "Nar a peciòt" = andare saltando su un solo piede
  • Pé un, pé dó, pé tré

    I bambini fanno sentire per due volte la filastrocca in dialetto, che fa parte del gioco omonimo da loro scelto nell'ambito del progetto "giochi e filastrocche al tempo dei nonni" per la pubblicazione sull'albo illustrato edito da Ecomuseo della Valle dei Laghi. FILASTROCCA Pé un, pé dó, pé tré pé quatro, pé zinque, pé séi, pé sète, pé òto scarpón moléta tira endrio quala? Questa. --- TIPO DI GIOCO Oltre che come conta per stabilire chi inizia un gioco, può essere usato per un gioco di gruppo tranquillo da fermi. PREPARAZIONE Mettersi in cerchio con un piede avanti o su un muretto con i piedi penzoloni. SCOPO DEL GIOCO Rimanere per ultimo col piede in gioco. REGOLE DEL GIOCO: Un bambino recita la filastrocca toccando o indicando a ritmo i piedi dei compagni. Al “questa” viene eliminato dal gioco quel piede. Riparte dal piede successivo e ripete la filastrocca finché rimane un solo piede. VARIANTI: Una variante della filastrocca è consultabile a pag. 48 della pubblicazione
  • Settimana

    Il video mostra e spiega come si gioca a settimana (croce). È dedicato in primo luogo ai bambini delle scuole della Valle dei Laghi che partecipano al progetto di Ecomuseo "Giochi e filastrocche". In allegato la scheda di presentazione del gioco per le scuole. Un'altra versione è descritta al gioco n. 11 sull'albo
  • La danza del serpente

    I bambini fanno sentire per due volte la canzone, che fa parte del gioco omonimo da loro scelto nell'ambito del progetto "giochi e filastrocche al tempo dei nonni" per la pubblicazione sull'albo illustrato edito da Ecomuseo della Valle dei Laghi. Questo gioco tradizionale è ancora praticato nelle scuole dell'infanzia della valle. ---- TIPO DI GIOCO Gioco tradizionale di movimento in cerchio. Può partecipare un qualsiasi numero di giocatori dai 3 anni in poi. PREPARAZIONE I bambini si mettono in cerchio staccati l’uno dall’altro. Un bambino sta in centro. SCOPO DEL GIOCO Formare tutti insieme un “serpente”. REGOLE DEL GIOCO: Il bambino o la bambina che è in centro passa a zig-zag tra i compagni saltellando e canta: "Questa è la danza del serpente, che vien giù dal monte per ritrovare la sua coda che egli perse un dì!". Si ferma davanti ad un/a compagna/o e dice: "Ma dimmi un po’, sei forse tu quel pezzettin del mio codin?". Se il compagno dice di sì, si attacca alle sue spalle e si riprende il gioco finché tutta la coda è completa.
  • È cotto il pane?

    I bambini fanno sentire per due volte la canzone, che fa parte del gioco omonimo da loro scelto nell'ambito del progetto "giochi e filastrocche al tempo dei nonni" per la pubblicazione sull'albo illustrato edito da Ecomuseo della Valle dei Laghi. Anche in altre scuole della valle questo gioco tradizionale è stato segnalato ed è ancora praticato in alcune scuole dell'infanzia e primarie. ---- TIPO DI GIOCO Gioco tradizionale di movimento all’aperto. Può partecipare un qualsiasi numero di giocatori. PREPARAZIONE Ci si posiziona in semicerchio tenuti per mano. I due bambini alle estremità devono conoscere il gioco SCOPO DEL GIOCO Ingarbugliarsi e tenersi collegati ai compagni. REGOLE DEL GIOCO: Dialogo fra i due bambini alle estremità: DX. “È cotto il pane?” SX. “Sì, ma è un po’ bruciato.” DX. “Chi è stato?” SX. Dice il nome di uno dei giocatori DX. Parte seguito da tutto il gruppo tenuto per mano e passa sotto alle braccia che fanno ponte alla sinistra del bambino chiamato cosicché lui rimane a braccia incrociate e girato verso l’esterno. Mentre si fa questo movimento tutti insieme cantano: “Povero ...(Nome), legato alle catene, soffrirà le pene, le pene da morir.” Si ripete il gioco, senza mai mollare le mani dei vicini finché tutti sono “incatenati”. Il gioco può concludersi qui. VARIANTI Se a giocare sono bambini più grandi, alla fine anche i due alle estremità si danno la mano e tutti tirano verso l’esterno finché la catena si spezza. Un'altra variante segnalata in valle è nel finale del canto: “Povero ...(Nome), legato alle catene, alle dure pene, è costretto a lavorar.”
  • Polenta

    Il video, tra uno spintone e l'altro dei bambini, mostra e spiega come si gioca a polenta. È dedicato in primo luogo ai bambini delle scuole della Valle dei Laghi che partecipano al progetto di Ecomuseo "Giochi e filastrocche". In allegato la scheda di presentazione del gioco per le scuole.
  • sbalonada

    pallonata
  • Fabbri giocattolo

    Questo giocattolo fu realizzato da un nonno per dimostrare ai nipoti come giocava un tempo, verso il 1918. Misure: 32.5 x 13.5 x 2.5 cm.
  • Pinocchietto

    Questo giocattolo fu realizzato da un nonno per dimostrare ai nipoti come giocava un tempo, verso il 1918. Misure: 23 x 5.5 cm
  • Col triciclo

    Il piccolo Giancarlo Garbari scorrazza col suo triciclo di ferro nel piazzale della chiesa.
  • Il gioco delle bocce

    Vediamo qui il campo da bocce della trattoria di Annibale Garbari nella piazza centrale di Vezzano. Il gioco delle bocce appassionava e radunava gli uomini nei giorni festivi.
  • pétola

    La bardana è una pianta che fa delle infiorescenze sferiche piene di aculei che si attaccano ai vestiti, usate anche dai bambini che se le tirano per giocare. "Pétole" sono dette proprio queste palline attaccaticce ed, in senso figurato, sia quelle persone noiose e importune che ti si appiccicano addosso, sia quelle situazioni dalle quali non riesci a districarti.