La guerra raccontata da Elio Faes
- Titolo
- La guerra raccontata da Elio Faes
- Descrizione
-
L'intervista è stata realizzata in vista delle celebrazioni del 60° del Voto a San Valentino, occasione in cui reduci e civili sono stati invitati a raccontare la loro esperienza di guerra.
Questo il sunto del contenuto:
Partito in treno il primo gennaio del 1941, età 21 anni, destinazione Russia. Il treno fa sosta a Cracovia, in Polonia, per 8 giorni. Ripartenza per l’Ucraina. Scesi alla stazione (non specifica la città), partenza verso il fiume Don (dove c’era il fronte Germania-Italia contro Russia), a tappe forzate e a piedi: 35 o 40 Km al giorno per un mese. Sul Don vengo messo in prima linea in una postazione con mitraglia. L’obiettivo erano i russi sull’altra sponda del fiume. Tentavano l’attraversamento, ma cadevano come mosche: l’acqua era coperta di cadaveri. Scarseggiava il cibo: veniva portato una o al massimo due volte a settimana. Fortunatamente la zona era piena di campi di girasole; così si attenuavano i crampi della fame. Un giorno arrivano i bombardieri russi. Non c’erano ripari. Una bomba cade vicino e mi trovo con il mio compagno di mitraglia, coperto di sabbia per 30 centimetri. Gli altri commilitoni della postazione corrono sotto un albero pensando di essere al riparo. Una bomba centra in pieno l’albero e i miei amici: erano nove. Finito il bombardamento, il comandante ordina a me e al mio amico di raccogliere i poveri resti degli altri nove. Con il telo tenda abbiamo svolto la macabra raccolta: “averen binà su mez quintal de roba, en tut, e i era en nove”. Mi hanno poi cambiato posto. Facevo il porta ordini, dal comando al fronte, un paio di volte al giorno, qualche volta anche di notte. Un tratto di strada era allo scoperto e qualche volta ero il bersaglio del nemico; fortunatamente non avevano una grande mira. Alla fine del ’42 i russi sfondano il nostro fronte. Inizia la ritirata. Con il mio amico ci fermiamo in un paesino per procurarci del pane. Arriva un tenente, forse tedesco, con una slitta trainata da due cavalli: mentre entra a prendere il pane, saltiamo sulla slitta e scappiamo. Le strade erano coperte da 50 centimetri di neve. Nella slitta abbiamo trovato una forma intera di formaggio e una quindicina di chili di zucchero. Finalmente raggiungiamo una colonna di italiani e tedeschi a bordo di camion militari. Abbiamo abbandonato la slitta, ormai trainata da un solo cavallo perché l’altro era morto per strada, cercando di salire sui camion. Abbiamo visto dei soldati aggrapparsi alle sponde per salire e i tedeschi picchiarli sulle mani con il calcio dei fucili. Fra i tanti camion ne abbiamo trovato uno carico di italiani che ci hanno raccolti. Ci siamo fermati in una cittadina per essere visitati: alcuni sono stati dichiarati abili in grado di proseguire la guerra, io sono stato dichiarato “menomato” e quindi da far rientrare in Italia per seguire delle cure. In treno quindi siam partiti alla volta di Senigaglia dove sono rimasto 2 mesi. Il mio problema era la pelle mangiata dai pidocchi: praticamente di pelle non ne avevo più. Bagno tutto i giorni, unguenti e massaggi. E finalmente il ritorno a Ranzo. - Lingua
- it-trentino
- Tipologia
- Intervista
- Creatore
- Ettore Parisi
- Intervistato
- Elio Faes
- Data di creazione
- 2005
- Periodo di riferimento
- gennaio 1942 – agosto 1943
- Durata
- 10 minuti, 51 secondi
- Collocazione
- Video completo scaricabile da archive.org
- Licenza d'uso
- CC BY
- Livello di precisione della collocazione geografica
- Collocazione generica in riferimento al paese
La guerra raccontata da Elio Faes
Contenuto: La guerra raccontata da Elio Faes