I mulini al Cleo
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I mulini al Cleo
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Una concentrazione di attività artigianali, prevalentemente mulini per la macinazione dei cereali, si sviluppava all’imbocco del rione Mas in corrispondenza del ponte del “Cleo” (da clivo = erta, salita).
A questo punto si dipartiva una nuova articolazione del corso d’acqua:
- il ramo principale che, com’è attualmente, seguiva un profilo rettilineo;
- un’ampia derivazione arcuata, che andava a lambire gli edifici in sponda destra con una movimentazione di canalette e ruote dentate, finalizzate all’alacre lavorio delle macchine artigianali.
Nel 1860 era documentata qui la presenza delle ruote idrauliche di Pisoni Giuseppe ("Tirares"), Casoni Giovanni Sen. ("Feltrini") e Lunelli Antonio ("Lunèi"):
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Di queste famiglie troviamo che "Giuseppe fu Antonio Lunelli del Torchio di Civezzano" e "Pisoni Tirares Andrea fu Giuseppe” furono tra i firmatari della petizione del 1819, che vantavano diritti sull'uso dell'acqua della roggia di Calavino in qualità di proprietari della stessa, come risulta dal documento qui riportato:
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Gli ultimi mulini ad utilizzare le ruote idrauliche su questo caseggiato, seguendo il corso della roggia, sono stati: mulino Giuseppe Pisoni, mulino Chemelli ("Scorsóri"), mulino Michelotti ("Nicoléti").
Si può osservare ancora oggi la traccia della vecchia diramazione che prendeva l'acqua in alto, prima del ponte del Cleo, e scorreva perciò più elevata rispetto all'alveo della roggia, per restituirla poi al corso naturale in fondo al caseggiato.
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Bibliografia:
Mariano Bosetti ne parla a pag. 446 di
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e a pag. 78-80 di
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Collocazione precisa
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Titolo | Etichetta alternativa | Classe |
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Rappresentazione grafica dei mulini al Cleo | Oggetto | Immagine |
Rappresentazione grafica del lavatoio al Cleo | Oggetto | Immagine |
Titolo | Etichetta alternativa | Classe |
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