Maria Cappelletti "Faiòta"
- Titolo
- Maria Cappelletti "Faiòta"
- Oggetto
- Maria Cappelletti "Faiòta"
- Tipologia
- Fotografia privata
- Collocazione
- Raccolta di Romano Cappelletti
- Nome
- Maria Cappelletti "Faiòta"
- Descrizione
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Nata in Brasile il 2.01.1890 Maria Cappelletti, detta "Faiòta", di Giovanni e Rosa Mottes, è vissuta e ricordata a Covelo.
Ha passato la sua vita prodigandosi per tutti quelli che avevano bisogno.
È morta a Rovereto il 15.5.1965 all'età di 75 anni. I suoi compaesani le hanno dedicato una lapide sul cimitero e, nel 2023, hanno proposto il suo nome per intitolarle la piazza del paese.
La localizzazione in mappa si riferisce alla casa accanto alla fontana di Villa Bassa, dove ha vissuto a lungo, alla casa ex-cappella dove viveva gli ultimi anni e alla piazza a lei dedicata.
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Si parla di lei a pag. 36-37 di - Retrospettive (2023/68)
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Approfondimento
Maria Cappelletti è nata a San Paolo, in Brasile, il 2.1.1890 da Giovanni Cappelletti e Rosa Mottes.
Nei libri dei morti della parrocchia di Covelo, in data 6 dicembre 1915, risulta che Giovanni Cappelletti è nato “alle Laste” il 21.3.1853 “fo illegittimo di Teresa, già ved. Cappelletti, detto Faiot, ammogliato (11.XII.80) con Rosa n. Mottes di Fai, come consta da partecipazione uffic.le del Comune di Neumarkt (Egna) d. 8 corr. a questo Comune, morì colà dopo breve malattia, nella casa del mugnaio Iost Franco, e fu sepolto il giorno 8 v. m. in quel cimitero”. Nel libro dei matrimoni di Fai, nella registrazione dello sposalizio in data 11.12.1880 è specificato che lui è figlio di "Cappelletti Teresa di Covelo"-
Rosa Mottes è nata a Fai il 23.8.1854 da Cirillo Mottes e Maddalena Tonidandel.
Giovanni e Rosa si sono sposati a Fai e lì è nato il loro primogenito Giovanni Battista il 2.7.1882.
Consultando il portale del Centro Internazionale Studi Emigrazione Italiana, abbiamo scoperto che Giovanni Cappelletti, contadino, con la sua famiglia è arrivato a San Paolo - Brasile il 18.11.1888 a 35 anni proveniente dal porto di Santos e diretto a Coqueiros.
Da quanto tramandato in famiglia, allo sbarco in Brasile la famiglia non ha trovato chi li doveva accogliere, ed il bambino è morto durante il viaggio nella foresta prima di raggiungere la loro fazenda di destinazione.
Lì nel 1890 è nata Maria. Lei raccontava che la mamma un giorno l’aveva scoperta piccolissima ad invitare un serpente a mangiare anche il pane insieme al latte; diceva anche che sono partiti poveri e sono tornati ancor più poveri.
Il 29.1.1892 è registrata sul libro parrocchiale dei nati, sia di Fai che di Covelo, la nascita del terzogenito, Giovanni Francesco, il che ci fa presumere che dal Brasile, poco dopo il fatto del serpente, siano rientrati a Fai ed in breve tempo si siano trasferiti a Covelo. Di Giovanni, fratello di Maria, gli anziani di Covelo avevano detto al nipote Romano che era un uomo grande e forte e che aveva partecipato alla prima guerra mondiale combattendo sul fronte orientale. Sappiamo poi che è emigrato a sua volta in Brasile il 20.8.1926, dove si è fatto la sua famiglia e la sua dinastia prosegue ancor oggi.
Dalle cartoline ricevute da Maria, e conservate dalle nipoti, sappiamo che in gioventù lei ha prestato servizio presso Giuseppe Siorat a Zambana nel 1909, paese in cui sembra avesse dei parenti, e presso l'albergo "Croce d'Oro" a Mezzolombardo nel 1910.
Mentre era lì è rimasta incinta e, ragazza madre, è andata a partorire a Innsbruck (Wilten) la sua primogenita, Olga, il 16.11.1911.
A quanto ci raccontano le nipoti, durante la prima guerra era a Covelo dove cucinava per i soldati austro-ungarici di stanza in paese. Grazie al vivo ricordo tramandato per oltre cento anni, possiamo ipotizzare che almeno uno di loro fosse cecoslovacco poiché era solito sollevare la piccola Olga in alto dicendole: "Olga nazdar!"; era questo il saluto informale (traducibile come Salve) che i legionari cecoslovacchi si scambiavano a prescindere dal grado, (fonte: https://www.poligrafo.it/nazdar). Il rapporto con loro era buono, avevano fatto alla bimba un pupazzetto di legno che si muoveva con l'elastico e prima di partire avevano donato a Maria una coperta e uno zaino.
Un'altra testimone ci racconta che portava rifornimenti ai soldati impegnati a costruire le trincee sul Monte Gazza. Un'altra ancora riporta che in quel periodo ha assistito la sua nonna fino alla morte occupandosi poi dei suoi cinque figlioletti come fossero suoi in attesa del rientro del loro padre dalla guerra.
Di quel periodo è anche la nascita della sua secondogenita Modesta, nata a Covelo il 28.06.1917.
Aiutata dalla mamma ad allevare le sue figlie, lei trovava il modo di prodigarsi per tutti. Dalle numerose testimonianze raccolte e presenti nell’Archivio della Memoria della Valle dei Laghi, si evince che ha passato la sua vita donando il suo tempo e le sue competenze a tutti coloro che ne avevano bisogno, “infermiera del paese 24 ore al giorno”. Andava nelle case ad assistere i malati, anche terminali, anche di notte, li seguiva nella quarantena, curava le piaghe, puliva chi non era autosufficiente, faceva punture e medicazioni di ogni genere, accudiva le puerpere e le loro famiglie, lavava e sistemava i morti, organizzava i funerali, ospitava chi aveva bisogno, era affettuosa, faceva “tanto del bene senza interesse”, era molto religiosa, andava da chiunque la chiamava e non diceva a nessuno da chi era stata, era “segretissima” nessuno sapeva da lei i problemi degli altri, era coraggiosa e lavorava come un uomo.
Non si faceva problemi se uno era ricco o povero, lei andava da tutti, non chiedeva nulla in cambio, riceveva gratitudine, generi alimentari, oggetti, inviti a pranzo... ognuno contraccambiava come poteva e, quel che non le serviva, lei lo donava a sua volta, vivendo in povertà e carità.
Nella sua vita i fatti di rilievo sono poi costituiti dalla morte della madre il 3.7.1926; la nascita del primogenito di Olga, Luigi il 5.10.1932, e del primogenito di Modesta, Romano il 6.1.1937, che lei ha accolto in casa mentre le figlie erano via per lavoro, l’una a Rovereto e l’altra in Svizzera. Loro poi si sono accasate lì ed hanno avuto ciascuna altri tre figli che venivano a trovare la nonna e rimanevano con lei per brevi periodi.
Ha affrontato anche la sua malattia con coraggio: a chi la mattina le portava la camomilla diceva: “Se doman te me trovi chi morta no’ ciapar paura, no!”. È arrivato poi anche per lei il momento della resa; chissà quanto le è costato lasciare il suo paese e prendere la decisione di raggiungere la figlia a Rovereto: gliel'ha chiesto con una cartolina il 5 gennaio 1965 ed è morta a Rovereto il 15.5.1965.
Molti di Covelo sono andati a Rovereto ad assistere al funerale e alla sepoltura, poi hanno fatto pubblicare un articolo a lei dedicato su Vita Trentina e hanno posto una lapide a sua memoria nel cimitero di Covelo: "A Maria Cappelletti Faiota di anni 75 per il suo esempio di infaticabile carità nell'assistere i malati e la dedizione generosa ad ogni opera di bene gli abitanti di Covelo riconoscenti posero. A.D. 1965".
Il tempo passa e la memoria sembra sbiadirsi fin quando nel 2023 la sistemazione della piazza fa nascere la discussione sul nome che potrà avere: “perché non dedicarla alla Maria Faiòta?” - propone un gruppo.
“Cosa ne sapete?” - chiede il Comune al Gruppo Culturale C. N. Garbari del Distretto di Vezzano.
Sono iniziati così la raccolta delle testimonianze e la loro condivisione sull’Archivio della Memoria della Valle dei Laghi; la ricerca dei familiari, rimasti sorpresi e inorgogliti della proposta, che hanno messo a disposizione ricordi e materiali; l’approfondimento delle informazioni, che ha potuto contare sulla collaborazione dei Comuni di Vallelaghi e Fai, sul prezioso portale realizzato da Archivio Diocesano Tridentino e PAT “Nati in Trentino”, con anche la collaborazione diretta degli archivisti che si sono attivati ad approfondire la ricerca, e su altre fonti disponibili in rete; l’iter burocratico ad opera del Comune.
L'intitolazione è prevista entro fine 2023.
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Fonti on line, oltre alle interviste ed ai materiali presenti in questo Archivio e collegati a questa scheda: - Nati in Trentino
- Centro Internazionale Studi Emigrazione Italiana
- Il poligrafo
- Paese di provenienza
- Covelo, Vallelaghi, Trento
- Copertura temporale
- 2 gennaio 1890 – 15 maggio 1965
- Livello di precisione della collocazione geografica
- Collocazione precisa
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