Donna

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  • Scatola porta oggetti

    Scatola contenente oggettini e ninnoli appartenenti alla donna: boccettina di profumo, forbicine, fermagli per capelli ecc…
  • Camiciola

    Indumento femminile che era indossato sopra la “camisa” e infilato sotto la gonna. Era svasato in vita e arricchito da ricami.
  • Sottoveste/sottogonna

    Indumento intimo femminile che era indossato sopra la “camisa”. Era scamiciato , largo e lungo.
  • Porta tovagliolo

    Conteneva il tovagliolo usato durante i pasti
  • Porta tovagliolo

    Articolo utilizzato in tavola prettamente in uso a famiglie benestanti.
  • Camicia da notte

    Indumento intimo femminile per la notte. Erano lunghe fino al polpaccio, e pesanti questo perché le stanze da letto erano umide e fredde. Assieme alla camicia da notte la donna indossava anche la cuffietta per riparare la testa dal freddo e mantenere intatto “ ‘l crucol”.
  • Sottoveste in vita

    Indumento per bambine. Sottoveste che si portava sotto la gonna. Ornata con pizzo e in vita trattenuta da un elastico
  • Reggicalze

    Indumento intimo femminile formato da una cintura/fascia che cinge la vita e da quattro bretelline che avevano la finalità di sorreggere le calze attraverso un gancetto posto alle loro estremità
  • Portatovaglioli

    Contiene il tovagliolo utilizzato a tavola. Si usava prevalentemente nelle famiglie agiate, talvolta impreziosito di ricami.
  • Portatovagliolo

    contenitore per tovaglioli usato nel servizio a tavola.
  • Quaderno che riproduce esempi di taglio e cucito

    Prima di sposarsi le giovani frequentavano dei corsi di Economia domestica per prepararsi come buone future donne di casa. Era necessario e utile che la donna sapesse destreggiarsi nell’arte del cucito e di fare a maglia era un valore aggiunto all’andamento economico della famiglia. Il quaderno raffigura appunto i disegni, la fattura e le misure per produrre gli indumenti.
  • Imparaticcio

    Nelle materie didattiche relative alla scuola degli anni 20-30-40 era previsto per le femmine anche l’insegnamento del cucito, ricamo lavori a maglia ecc… denominati “lavori donneschi” , mentre ai bambini maschi s’insegnavano lavoretti manuali inerenti la sfera maschile. L’imparaticcio qui presente era di Anna Santoni Simonetti che riproduce i vari punti a maglia con debita annotazione.
  • Rosario

    Il Rosario è una preghiera devozionale e contemplativa tipica del rito latino della Chiesa cattolica. La preghiera consiste in cinquanta Ave Maria divise a gruppi di dieci dai misteri che contemplano momenti o episodi della vita di Cristo e di Maria. Il conto si tiene facendo scorrere tra le dita i grani della "corona del Rosario". Le corone erano di diverso formato e grandezza con appeso un piccolo crocifisso. Ogni donna le portava con sé nella tasca della gonna. Si recitava il Rosario tutti i giorni del mese di maggio (mese dedicato alla Madonna), e anche in ottobre (altro mese mariano), così come tutte le sere si recitava in famiglia. La prima domenica si celebrava la supplica alla Madonna di Pompei. Anche nei momenti di lavoro durante la sfogliatura del “zaldo” (granoturco) si recitava il rosario con le litanie, così pure quando ci si ritrovava a far “filò".
  • Aghi da calza

    Servivano per realizzare indumenti a maglia. La loro grandezza dipendeva dal lavoro che si doveva eseguire; lunghi e grossi per la realizzazione di maglie, corti e fini per calze e “calzoti” ,
  • Soppressa per stirare

    Antico ferro da stiro, alquanto pesante, usato dalla donna de ‘sti ani. Si apriva nella parte superiore e da qui s’introducevano le braci. Il fondo si riscaldava a tal punto che si poteva soppressare.
  • Ferro per capelli

    Assieme al “fer per far i rizi ai cavei” formava la toeletta della donna de ‘sti ani. Si acconciavano i capelli il sabato per essere in ordine la domenica alla S.Messa. per tutta la settimana portavano “’l fazol su la testa” con i capelli radunati a “crucol”( crocchia)
  • Catino

    Utensile utilizzato per mettere in ammollo capi di biancheria delicati.
  • Ferro da stiro

    Il ferro da stiro era posto sui ferri della “colomica” (cucina economica) affinché la piastra si riscaldasse e poi poter stirare.
  • Arricciacapelli

    Le giovani utilizzavano questo arnese per ondulare i capelli e formare la “leca” ossia una ciocca di capelli che scendeva su parte della fronte. Si scaldava sulle brace
  • Arricciacapelli

    Arnese metallico, che, opportunamente scaldato, sulle brace era usato per arricciare o ondulare i capelli.
  • Calze

    Indumento femminile. Calze confezionate a mano con ‘l bombas (filo di cotone). Hanno la soletta realizzata con un altro filato; significa che la parte del sottopiede era stata sostituita. Questo procedimento si adottava per non dover scartare l’intero manufatto. Indossate le calze superavano di poco il ginocchio e erano trattenute con un elastico.
  • Camicia

    Indumento femminile intimo, la camisa era indossata sopra il copribusto, e sopra la camisa vestivano ‘l sotanel.
  • Grembiule della cameriera indossato al momento di servire al tavolo

    Indossato dalla ragazza che andava in servizio in casa privata. Per il servizio in tavola oltre a questo indumento la “servetta” aveva l’obbligo di mettere in testa la cufietta e indossare un vestito scuro.
  • I laóri de la dòna de ‘sti ani : spazio espositivo permanente La dòna de 'sti ani Lasino

    La pubblicazione presenta i lavori tipici della donna del primo novecento, basandosi su quanto presente nello spazio espositivo permanente "La dòna de 'sti ani" a Lasino e sulle testimonianze raccolte fra gli anziani della Valle di Cavedine. Le foto di quanto esposto e l'impaginazione grafica sono di Attilio Comai. Stampa Litografia Amorth.
  • La camera de ‘sti ani : spazio espositivo permanente La dòna de 'sti ani Lasino

    La pubblicazione presenta la camera del primo novecento ed il suo arredamento, basandosi su quanto presente nello spazio espositivo permanente "La dòna de 'sti ani" a Lasino e sulle testimonianze raccolte fra gli anziani della Valle di Cavedine. Le foto di quanto esposto e l'impaginazione grafica sono di Attilio Comai. Stampa Litografia Amorth.