Accanto ai contadini c'erano un tempo in tutti i paesi della Valle dei Laghi molti piccoli artigiani specializzati in settori specifici. Spesso il mestiere si tramandava di generazione in generazione ma altrettanto spesso le persone si adattavano alle esigenze del momento, imparavano sul campo e mettevano in gioco inventiva, passione e capacità pratiche per permettere la sopravvivenza della loro famiglia. Troviamo in questa collezione artigiani; luoghi, macchine e attrezzi di lavoro degli artigiani, prodotti degli artigiani.
Questo quaderno documenta la presenza di un secondo corso muratori a Cavedine nel 1955.
Sono state qui riportate alcune pagine che, oltre a mostrare ciò che si imparava in questo corso, ci danno anche un'indicazione dei prezzi del tempo in questo campo.
Cartellone realizzato dai bambini della classe prima primaria di Vezzano in collaborazione con Ecomuseo della Valle dei Laghi nel 2019 per la mostra "Animali e cereali nel progetto memoria". Illustra la produzione del formaggio così come i bambini hanno aiutato il casaro a fare.
Cartellone realizzato dai bambini della classe prima primaria di Vezzano in collaborazione con Ecomuseo della Valle dei Laghi nel 2019 per la mostra "Animali e cereali nel progetto memoria". Illustra la procedura utilizzata un tempo per la produzione del burro.
La struttura della toilette è in ferro battuto con il catino in ceramica. Sul porta lavamano, si poggiava "el lavaman" con sotto la "bròca" piena d’acqua. La mattina, al risveglio con l’acqua della brocca versata nel catino ci si lavava le mani e la faccia. Talvolta il porta lavamano poteva essere anche di legno.
Si utilizzava per diffondere la luce: nel contenitore in vetro (sotto) si metteva l’olio o il petrolio, uno stoppino lo raccoglieva e si accendeva con il fiammifero. Sopra vi si collocava un apposito vetro (qui mancante) per diffondere la luce e proteggere la fiammella.
Contiene l'inchiostro da utilizzare per la scrittura a mezzo di penna e pennino. Quest’ultimo di metallo leggero era infisso su di un’asticella. Il pennino era intinto nel calamaio e con l’inchiostro assorbito si poteva scrivere. Il calamaio era fissato al banco di scuola e introdotto in un foro affinché non potesse muoversi e rovesciarsi.
Nelle materie didattiche relative alla scuola degli anni 20-30-40 era previsto per le femmine anche l’insegnamento del cucito, ricamo lavori a maglia ecc… denominati “lavori donneschi” , mentre ai bambini maschi s’insegnavano lavoretti manuali inerenti la sfera maschile. L’imparaticcio qui presente era di Anna Santoni Simonetti che riproduce i vari punti a maglia con debita annotazione.
Il quaderno per i bambini che frequentavano la scuola nei primi decenni del 900 era prezioso, innanzitutto non c’era tanta carta, la brutta copia si faceva sulla carta che incartava lo zucchero comperato allo "Spacio Coperativo", e poi si ricopiava in bella copia sul quaderno di scuola. Secondo: la maestra pretendeva l’ordine e la pulizia anche nello scrivere e nella conservazione dello stesso. Le pagine del quaderno erano a righe per la scrittura, a quadretti per i conti.
Era il lume portatile costituito da un basamento in metallo da una coppetta in vetro che conteneva l’olio con lucignolo ed un vetro a forma allungata bombato alla base e stretto all’altezza (che in questa lucerna manca), che serviva per ampliare la fiammella.Il lucignolo era una piccola treccia di fili che aspirava l’olio e produceva la fiammella.
Serviva per sostenere la candela, che era inserita nella spirale. Il nome “bugia” deriva dalla città di Bugia (Algeria) dove erano prodotte le candele. Si collocava sul tavolo della cucina e si accendeva al momento della cena.
Supporto per la candela. Di diverse forme e materiale. Utilizzato soprattutto nelle stanze da letto, posto sul cassettone e sul comodino. I più raffinati ed eleganti erano impiegati in occasione della visita del sacerdote, per amministrare il sacramento della comunione o dell’estrema unzione. Si preparava un tavolino ricoperto da una tovaglietta bianca su cui erano posti due candelieri con le candele accese, un tovagliolo bianco, una coppetta contenete acqua santa nella quale era posto un ramoscello di verde per aspergere l’acqua.
Questo "giornalino" raccoglie i risultati di ricerche, interviste e studi d'ambiente, che hanno impegnato gli alunni del plesso di Calavino nel corso dell'anno scolastico 1981/82, e, alcune classi, anche negli anni precedenti. È dedicato agli anziani del paese che hanno collaborato con molta disponibilità a questa ricerca.
È stato scritto con macchina da scrivere, illustrato con disegni al tratto dei bambini e distribuito in fotocopia.
Fascicolo scritto con la macchina da scrivere, illustrato con disegno al tratto dai bambini e riportante alcuni interessanti documenti a corredo della ricerca svolta sia su testi, sia incontrando anziani testimoni.