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  • Vescovo a dorso di mulo

    Il vescovo Carlo de Ferrari a dorso di asino risale l'unica strada di collegamento di Ranzo al fondovalle, quella che parte da Castel Toblino. Dopo la sua visita pastorale a Ranzo si è recato a Margone dove ha invitato, invano, don Eugenio Plotegher a prendersi cura di un centro maggiore. Per ritornare a valle, a partire da Margone, ha dovuto usare l'impervio sentiero dello Scal, che congiunge il paese a Santa Massenza, troppo ripido per poterlo fare a dorso d'asino. Si racconta che la sua discesa in slitta sia stata rocambolesca e non priva di spavento per il monsignore.
  • Don Eugenio Plotegher

    Nato a Guardia di Folgaria il 30.12.1879, è diventato diacono il 2 luglio 1905 e la domenica successiva, il 7 luglio, è stato consacrato presbitero. È stato cappellano a Bedollo, Banale e Folgaria prima di arrivare a Margone, nel 1910, per dirigere questa piccola comunità. Oltre a fare il sacerdote, era anche segretario comunale di quello che fino al 1928 è stato il comune autonomo di Margone. Altro suo impegno era fare il maestro alla scuola locale, che aveva sede in canonica ed al suo arrivo contava ben 45 alunni; si prodigava anche ad insegnare il latino a chi voleva prepararsi per il seminario, come fece ad esempio per i due fratelli Parisi di Ranzo, diventati poi missionari. Nel 1933-34 fu anche parroco supplente a Ranzo. La notorietà che questo eclettico personaggio si guadagnò, in regione ed oltre, fu dovuta alla sua passione per la botanica e l’arte medica, unite alla sua capacità di diagnosticare e curare con le erbe svariate problematiche, anche quando non ottenevano benefici dalla medicina tradizionale, il tutto sempre gratuitamente, cosicché assunse la nomea di “medico dei poveri”. Fu così che molte persone frequentarono Margone nei 34 anni della sua permanenza in paese, anche se per raggiungere don Plotegher dovevano risalire dal fondovalle per impervi sentieri e per la ripida mulattiera dello “Scal”; la costruzione della strada Vezzano-Margone infatti è iniziata nel 1947, quando lui era già morto. Nel 1942, con una faticosa salita a dorso d’asino, monsignor Ferrari arrivò lassù in visita pastorale e lo invitò a diventare parroco di un grosso centro, ma don Plotegher declinò l’offerta, come già aveva fatto in precedenza, e al vescovo toccò una rocambolesca discesa in slitta. A Margone l’ambiente naturale gli forniva una gran varietà di erbe curative, lui era affezionato al paese ed ai suoi abitanti, era benvoluto ed amato dalla comunità, che si adeguava alle esigenze della sua attività di curatore di corpi oltre che di anime, tanto che il sacrestano controllava che fossero finiti i consulti prima di suonare le campane che richiamavano la gente ad assistere alla santa messa. Quando morì, il 29 maggio 1944, fu sepolto nel punto più significativo del cimitero del paese, di fronte all’entrata; la lapide inserita in una cappelletta aperta riporta: “Su quest’umile vetta / Don Eugenio Plotegher / Per XXXIV anni (1910-1944) / Dal principe dei pastori / Attinse luce di verità e di grazia / Dalla natura / Esplorata con intelletto d’amore / Lenimento e salute / Agli umani dolori / Dal suo grande cuore / Perenne vena / Di francescana letizia / Pietà di confratelli / Di curaziani di beneficiati / Pose / 30.V.1946 / R.I.P.”. Nel 1984, nel quarantesimo della sua morte, gli venne intitolata la piazzetta antistante la chiesa con la celebrazione di una solenne e partecipata cerimonia. Nel 2018 la Pro Loco ha realizzato “Il bosco racconta”, un breve percorso artistico dal cimitero alla cappella di Sant’Antoni con l’installazione di 6 opere scultoree in legno, realizzate da altrettanti artisti dell'Associazione Intagliatori del Legno della Valle di Cembra per ricordare personaggi significativi del passato per il paese. La scultura più vicina al cimitero raffigura don Eugenio Plotegher ed è stata realizzata da Claudio Cestaroli. --- Fonti:
  • Sonetto dedicato a don Alfonso Bolognani in occasione della prima S. Messa

    Un sonetto dedicato a don Alfonso Bolognani in occasione della prima S. Messa realizzato da d. Bonifacio Maria e dedicato al novello sacerdote dai parenti ed amici.
  • "Ultima Cena" - Affreschi del sec. XIII - Chiesa San Biagio Vigo Cavedine

    La cartolina mostra una parte degli affreschi del sec. XIII "Ultima Cena" scoperti nella chiesa San Biagio Vigo Cavedine. La cartolina è stata realizzata da ediz. f.lli Orempuller di Trento.
  • L'ampliamento della chiesa di San Biagio di Vigo Cavedine nel corso dei secoli

    Queste illustrazioni, realizzate quasi certamente da monsignor Manara, raffigurano in scala 1:100 i vari ampliamenti che ha subito la chiesa di San Biagio di Vigo Cavedine nel corso dei secoli. Come dalle illustrazioni presenti le origini della chiesa risalgono al XIII secolo e fu realizzata in stile romanico. L'antico cimitero sorgeva lungo il lato nord della struttura, mentre sul lato sud erano presenti alcune piccole finestre per raccogliere la luce del sole. Nell'illustrazione successiva si passa al XVI secolo dove la struttura viene allungata verso est con l'aggiunta del presbiterio in stile gotico e la modifica del portale. Qui l'autore cita anche la presenza di un quadro importante sull'altare. La finestra del XIII secolo che in precedenza si trovata ad est, sopra il vecchio altare, ora si trova sul lato sud. Nell'illustrazione che raffigura la chiesa nel 1605 possiamo notare un'importante sviluppo del campanile la cui porta di accesso metteva sul presbiterio. L'ampliamento successivo è possibile notarlo nelle illustrazioni che riportano la data del 1768. Viene innalzata tutta la struttura e seguendo le descrizione dell'autore per tale ragione l'orologio del campanile viene nascosto. Viene sostituito il portale spostato il precedente sul lato nord. Il cimitero a nord rimarrà fino all'anno 1856 quando fu spostato verso sud. Il cancello del nuovo cimitero ottocentesco fu trasportato nel 1908 sul lato ovest. Nell'illustrazione del 1768 che mostra il lato sud della chiesa, possiamo osservare l'aggiunta del corridoio che porta al pulputo del 1826 e l'aggiunta della sagrestia nel 1887. Nell'illustrazione che mostra gli interni si notano elementi architettonici nuovi in stile barocco. Come dalla nota presente sul lato destro questa illustrazione è molto fedele, dato che l'autore del disegno frequentò di persona la chiesa. Si notano la presenza di due tombe, i quadri della Via Crucis lungo l'unica navata, il pulpito laterale, l'altare maggiore e le nuove finestre poste molto alte. Fu realizzato anche il nuovo affresco nell'arco trionfale e sopra il presbiterio. Infine, nell'ultima illustrazione, è possibile osservare la struttura odierna della chiesa di San Biagio, dopo l'ultimo ampliamento avvenuto nel 1905. Seguendo le descrizioni dell'autore scopriamo che viene modificato definitivamente il campanile antico nel 1913. La chiesa fu allungata e furono aggiunte le navate laterali. Il vano della chiesa fu abbassato di tre scalini e la porta cinquecentesca fu spostata definitivamente a sud, verso il cimitero. Si tratta di scansioni di vecchie fotocopie delle illustrazioni originali.
  • Finestra dell'ampliamento 1768

    Questa illustrazione, realizzata presumibilmente da monsignor Manara, raffigura in scala 1:10 come apparivano le nuove finestre principali della chiesa di San Biagio dopo l'ampliamento avvenuto nel 1768. Si tratta di una scansione di una vecchia fotocopia dell'illustrazione originale.
  • Interni chiesa di San Biagio nel 1768

    L'illustrazione, realizzata da monsignor Manara, mostra l'interno della chiesa di San Biagio nell'anno 1768. Nella nota in alto a sinistra si legge: "Nel 1887 fu fatta la porta della sagrestia e chiusa quella per il campanile". Nella nota in basso a sinistra si legge: "Scala 1:100 ai gradini del presbiterio". Nella nota in alto a destra si legge: "Vigo-Cavedine chiesa barocca anno 1768". La nota più sotto invece è più recente e fu realizzata forse a seguito delle fotocopie delle illustrazioni originali. Si legge: "di questo interno non c'è fotografia; ma un disegno sicuramente fedelissimo di mons. Manara, che ha frequentato questa chiesa da ragazzo e studente."
  • Altare maggiore della chiesa di Vigo

    Questa illustrazione, realizzata da mano ignota, raffigura l'altare maggiore della chiesa di San Biagio di Vigo Cavedine in scala 1:20. Grazie alle note presenti possiamo presupporre che la sua collocazione precedente fosse presso la vecchia chiesa dei cappuccini di San Martino di Arco. Si tratta di una scansione di una vecchia fotocopia dell'illustrazione originale.
  • Processione della Madonna di settembre a Vigo Cavedine

    L'8 settembre si festeggia la Natività della Madonna ed a Vigo Cavedine viene portata in processione per le vie del paese la statua dell'Immacolata Concezione. La tradizione assegna il compito di preparare le arche sul sagrato e portare la statua in processione ai coscritti, ovvero i diciottenni che, fino al 2004, erano chiamati alla coscrizione obbligatoria con la visita di leva. Nel 1973 è toccato perciò ai coscritti nati nel 1955 portare la statua di oltre un quintale dandosi più volte il cambio. Usciti dalla chiesa, sono passati sotto le arche, scesi dalla "pontèra" (non c'era ancora l'attuale strada che sale alla chiesa da ovest), via Garibaldi, via San Biagio, per poi risalire via Capitello, via Piave, via Cavour e rientrare da via Nuova.
  • Foto di gruppo con don Attilio Comai

    La fotografia fu realizzata a seguito della celebrazione solenne della prima Santa Messa di don Attilio Comai, avvenuta il 3 aprile 1932 nella chiesa di San Biagio a Vigo Cavedine. Nella fotografia si riconosce al centro il festeggiato, don Attilio Comai attorniato da parenti e amici. Il sacerdote sulla sinistra dovrebbe essere il compaesano don Alfonso Bolognani, mentre l'ultimo sacerdote sulla destra dovrebbe essere un altro compaesano ordinato sacerdote nel 1915: don Francesco Manara. Lo scatto è avvenuto sul retro della chiesa, davanti alla canonica del paese.
  • L'arrivo di don Attilio Comai a Vigo Cavedine

    La fotografia mostra l'arrivo di don Attilio Comai a Vigo Cavedine il 3 aprile 1932, in occasione della celebrazione solenne della sua prima Santa Messa. Don Attilio è da poco sceso dalla macchina che lo ha condotto fino al piazzale della chiesa del paese dove gli abitanti lo accolgono con gioia e trepidazione sotto ad una leggera pioggia. Il novello sacerdote indossa il saturno (copricapo clericale) e l'abito talare. Stringe tra le mani un mazzo di fiori appena consegnatoli da qualche abitante e cammina accompagnato da un sacerdote (presumibilmente il compaesano don Alfonso Bolognani o forse l'allora parroco di Vigo Cavedine) verso il sagrato della chiesa. Ad accompagnarlo, in piedi sulla destra, c'è anche don Evaristo Bolognani che fu ordinato sacerdote qualche anno prima, nel 1926.
  • Tela della Madonna del Rosario

    La tela raffigura la Madonna del Rosario che tiene in braccio il Bambino Gesù con ai suoi piedi San Domenico e Santa Teresa mentre un angelo ad ali spiegate consola alcuni penitenti che soffrono fra le fiamme dell’inferno.
  • Capitello alla Madonna

    All'esterno del cimitero di Ciago c'è un bel capitello, immerso tra il verde ed i fiori. Un cancello in ferro lavorato protegge la nicchia che custodisce una tela di Vittorio Bertoldi con la Madonna del Rosario, una piccola statua in bronzo della Madonna Immacolata e alcuni vasi di fiori. Subito sotto il tetto una targa recita: PER GRAZIA RICEVUTA COMM. GIUSEPPE CAPPELLETTI E ALICE CAPPELLETTI-SIMONINI A MEMORIA FECERO A.D.1949 Giuseppe Cappelletti è nato nella casa che si vede in foto accanto alla chiesa e lì ha poi vissuto con la moglie Alice Simonini. Alla sua figura è dedicata la scheda
  • Busto dedicato a Mons. Evaristo Bolognani

    Busto bronzeo raffigurante Mons. Evaristo Bolognani situato lungo il lato nord della chiesa di San Biagio di Vigo Cavedine. Fu fatto costruire dal paese di Vigo Cavedine e dedicato al suo illustre concittadino. Nella descrizione sono indicate la data di nascita e di morte. La fotografia è stata realizzata nel 2019.
  • Tela di San Siro

    Riportiamo da Retrospettive n. 41 del 2009 la particolare storia di questo grande olio su tela: "Nel 2001, in occasione della ristrutturazione della chiesetta di S. Siro, il parroco don Giuseppe Cattoni chiese a Teodora di eseguire la tela di S. Siro in sostituzione di quella originale che venne trafugata alcuni decenni prima. Aderì alla richiesta con molto entusiasmo anche se il compito si presentava piuttosto arduo, soprattutto per la difficoltà di individuare i colori da utilizzare dato che mancavano fonti documentarie che li rendessero evidenti. Nemmeno la memoria degli anziani la aiutavano molto; quindi, dopo uno studio approfondito, ripiegò su una vecchia cartolina in bianco e nero che raffigurava il quadro affidandosi per i colori a quelli utilizzati in dipinti simili. A conclusione del lavoro Teodora fece dono della sua opera alla chiesa di S. Siro."
  • Maria e la sua fede

    Maria stava scrivendo un biglietto a sua figlia e alle sue nipoti quando viene interrotta dall'arrivo della postina che le porta la notizia della morte del genero. Riprende la scrittura. Alla sua sofferenza, espressa nella prima parte, si aggiunge il dolore per la morte del genero nella seconda parte. Accomunano i due testi la grande fede, l'accettazione del volere divino ("così vuole Iddio e così voglio anch'io bisogna dire"), la vicinanza "colla mente e col cuore e con la preghiera", la gratitudine per chi aiuta la figlia e per chi prega per il genero, la rassicurazione "sta di buon animo che tutto quello che potevi fare lo hai fatto". Anche la scelta della cartolina, fra quelle che lei aveva sempre in abbondanza in casa, è legata alla sua fede; aveva scelto per questo suo scritto l'immagine di papa Paolo VI.
  • Battesimo di Carmen

    Fotografia ricordo nel giorno del battesimo di Carmen Dallapè, primogenita di Giulio Dallapè e Agnese Bridarolli il 26 giugno del 1932. Presente la madre di Giulio, Maria Berteotti e la levatrice dell'epoca detta "comàre".
  • Coro di Stravino nel 1932

    La fotografia ritrae il coro di Stravino in uno scatto del 1932 davanti alla porta di ingresso della chiesa. In piedi da sinistra verso destra: ignoto, Alfonso Berteotti, "Nane Vedovel", don Pietro Zeni, ignoto, Bortolo, Oreste "Scienza" e Celeste "Furia". Seduti nella fila centrale da sinistra verso destra: Rodolfo "Dofa", Egidio Berteotti, Poldo Chemotti, Simone Pederzolli "Galiaz", Oliveto D., Lino "Bataia". In basso da sinistra verso destra: Aldo Ceschini e accanto Severino Ceschini.
  • Lavori di manutenzione al cimitero di Stravino

    La fotografia mostra alcune persone intente in lavori di manutenzione al cimitero di Stravino.
  • Foto ritratto di don Ettore Pederzolli

    Foto ritratto di don Ettore Pederzolli, sacerdote nato a Stravino nel 1921. Divenne sacerdote nel 1944 e nel paese natale celebrò la sua prima messa lo stesso anno.
  • Processione Madonna del Rosario a Cavedine

    La fotografia ritrae un folto gruppo di fedeli durante la processione della Madonna del Rosario di Cavedine. A Cavedine, oggi come allora, si celebra la prima domenica di ottobre con una processione che si sviluppa nella parte alta del paese, il rione di Mustè. Nello scatto i fedeli indossano l'abito più bello ed elegante, riservato alle festività e le donne indossano un lungo velo bianco. Si nota la presenza della confraternita che oltre ad avere il compito di trasportare la statua, la accompagnavano con lanterne, candelieri e altri accessori legati al rito della processione.
  • Accoglienza di un vescovo in piazza a Stravino

    La fotografia mostra un momento di accoglienza di un vescovo durante la recita di un sonetto da parte di una bambina in piazza a Stravino. Il paese è adornato a festa e si notano le bandierine. Accanto alla bambina è presente Albina Pederzolli, maestra del paese che segue e coordina i bambini durante la cerimonia. Partecipa a questa importante occasione tutta la popolazione che per l'occasione veste l'abito più elegante.
  • Processione di San Biagio

    La ricorrenza di San Biagio, patrono di Vigo Cavedine, cade il 3 febbraio. Vediamo in questi scatti alcuni tratti della processione: partita dalla chiesa, dopo la discesa da via Garibaldi e via San Biagio, risale via Capitello, via Piave e via Cavour, e rientra da Via Nuova per tornare alla chiesa.
  • Don Rodolfo Minati lascia Vigo Cavedine

    Foto ricordo dei membri del Consiglio Pastorale insieme a don Rodolfo Minati alla fine della sua ultima s. Messa prima del suo trasferimento a Brentonico, dopo anni di sacerdozio a Vigo.