Accanto alla scritta "Saluti da Covelo" ci sono due stelle alpine, una foto della chiesa, una panoramica di Villa alta e una di Villa bassa, le due parti in cui storicamente era diviso il paese.
La datazione è posteriore al 1959, anno di costruzione della nuova scuola, e anteriore al 1963, data della spedizione di questa cartolina:
Sulla cartolina attorniano la scritta "Saluti da Covelo" rose, ciclamini e 5 immagini di Covelo: la chiesa, la scuola, il palazzo dalle 100 finestre e due panoramiche.
È affrancata con un francobollo da 25 lire.
La datazione è posteriore al 1959, anno di costruzione della nuova scuola, e anteriore al 1962, data della spedizione di questa cartolina:
La cartolina prodotta dalla famiglia cooperativa di Covelo è sicuramente antecedente al 1945, data in cui Maria la scrive con apprensione alla figlia Modesta, inserendo anche l'indirizzo del mittente, prudenza che le ha permesso di averla di ritorno e di sapere quindi che la figlia non l'aveva ricevuta.
Le "smargele" sono il moccio, il muco nasale che spesso sporge dalle narici dei bambini raffreddati; di qui "smargelón" è il bambino che ha il naso che cola. Il termine viene rivolto come epiteto ai ragazzi che si danno pose da grandi per dirgli che sono ancora bambini.
Le anguane sono bellissime e misteriose creature mitologiche femminili dell'area alpina legate all'acqua; se vengono avvistate urlano così forte da stordire chi le ha viste. Da questo caratteristica si dice anguana ad una che grida, ossia una "zigalóna" o "cigalóna".
in alcuni paesi epiteto rivolto soprattutto ai bambini, col significato di ingenuo, talvolta pasticcione.
È anche nome di persona equivalente a Marcellino, da cui deriva anche il soprannome di famiglia; i "Marzelini" sono ad esempio presenti a Vigo Cavedine.
Dal testo della cartolina che Maria scrive a sua figlia Olga traspare il legame che la unisce ai nipoti, in questo frangente: Romano, che le manda denaro, e le tre figlie di Olga, che saluta affettuosamente e spiritosamente con epiteti scritti abbreviati: "Mar.ne, Ang.ne, Smar.ne", ossia "marzeline, anguane, smargelone".
Il paese è ancora ben distinto in Villa Alta e Villa Bassa.
La cartolina viaggiata, da Maria al futuro genero, permette di inserire la data entro cui lo scatto è stato fatto.
Cartolina non viaggiata.
Dalla divisione in due parti del verso si deduce una datazione della stampa successiva al 1905, anno in cui questa tipologia è stata adottata in Austria.
Il testo stampato sul verso riporta: "Cartolina postale = Carte postale Paget".
Maria scriveva e riceveva molte cartoline. Quando ha ricevuto questa cartolina, lei era in Svizzera dai suoi familiari da oltre un mese. Aurelia e Cornelia, amiche di Covelo, scrivono con goliardia alla "Vecchia Cappelletti Maria" "Vi avete trovato il fidanzato?".
Traspaiono il rispetto, l'affetto e la simpatia.
Tre giovani vestite di bianco si trovano all'entrata di Terlago, provenendo da Covelo, nei pressi del capitello del crocefisso. Accanto a loro, come riportato sul retro, c'è "Giacomo da Covelo detto Giazintot" che porta un cesto di vimini. Appena superato il capitello c'è un'altra donna che riposa col suo sacco appoggiato sul muro. Sullo sfondo Terlago.
Non abbiamo elementi per datare questa tessera della Democrazia Cristiana da cui si ricava che Maria Cappelletti era Delegata del Gruppo Femminile di questo partito incaricata del seggio di Covelo (n.2).
Democrazia Cristiana - Comitato Provinciale di Trento - Tesserino d'ingresso per dirigenti femminili con diritto di voto.
Non abbiamo elementi per datare questo tesserino che apparteneva a Maria Cappelletti ed era conservato insieme a
Angolo di Covelo visto dalla ex-cappella Perotti, al tempo casa di abitazione di Maria "Faiòta". In primo piano Olga Cappelletti in Angeli con le figlie, sullo sfondo a destra il palazzo dei Perotti-Toriello, noto come "villa dalle cento finestre".
Maria "Faiòta" ha vissuto gli ultimi anni in una vecchia cappella sconsacrata; davanti alla porta di quella casa vediamo qui la figlia Olga Cappelletti in Angeli con le tre figlie minori: Lucia, Alberta e Maria, in visita da Rovereto.
Riportiamo qui un loro ricordo riguardo questo edificio: in camera in uno degli angoli, in alto, c'era un piccolo triangolo di vetro trasparente (circa 10 cm) cementato tra le due pareti. Le bambine lo tenevano sempre d'occhio quando si fermavano dalla nonna pregando perché non si rompesse. La nonna Maria aveva spiegato loro che questo evento sarebbe stato una sorta di allarme indicante che le pareti della vecchia costruzione stavano per cedere e che quindi bisognava abbandonare la casa.
Davanti alle finestre di casa vediamo Maria "Faiòta" con le sue figlie, Modesta ed Olga, ed i figli più piccoli di Modesta Cappelletti Maccagnan: Giovanni, Michele, Mariarita, in visita dalla Svizzera.
Era frequente un tempo incontrare un uomo con la slitta in spalla come vediamo quello accanto a Maria "Faiòta" in questo scatto.
La slitta era un mezzo di trasporto economico, veniva costruita in casa, era abbastanza leggera da poter essere portata in spalla per raggiungere la destinazione a monte dove veniva caricata e fatta scivolare a valle, tirandola e trattenendola a forza di braccia.
Dietro i protagonisti si notano muri a secco e viti.
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