quando "lingéra" lo si dice di un giovane o di un adulto assume il significato di teppista, ma riferito ad un bambino assume bonariamente il significato di monello
"petìz" o "pìtima" è chi è particolarente difficile da accontentare perché osserva all'eccesso i particolari, è pignolo e selettivo, talvolta raffinato, una persona può essere "petìza" nel mangiare, o nell'abbigliamento, o nella pulizia della casa, o nell'uso delle parole, o....; si dice anche che "cerca 'l pel 'n del of".
"'na slìpia" è chi è selettivo nel cibo, è usato al femminile anche per i maschi, a meno che non si usi l'accrescitivo "slipióna" "slipión", si dice anche che "de zento erbe ne magna una".
Quando poi uno è molto arrabbiato si dice: "rabiós come 'n bis", "rabiós come 'na bestia".
La e iniziale di "enzispà" è spesso elisa e sostituita perciò nella scrittura dall'apostrofo: 'nzispà.
modo dispregiativo per etichettare un ragazzo o un giovane come persona presuntuosa, saccente, che si dà arie di sapere ma che in realtà è ancora inesperto come un bambino con il moccolo ("smargèle")
per togliere la parte grassa dal latte, lo si fa riposare in un ampio contenitore, la parte grassa (panna) viene a galla e forma una specie di tela in superficie, che si toglie per fare il burro, di qui il verbo "telar".
Come nome assume invece tutt'altro significato: