Il Dòs del Merler, situato di fronte al paese di Ciago, prende il suo nome da questa pietra scolpita non si sa quando, anche gli anziani nati nel XIX secolo dichiaravano che quella tavola da gioco l'avevano sempre vista lì.
I bambini e ragazzi che portavano al pascolo i loro animali nella zona si fermavano a fare una partita a tria, "merler" in dialetto, usando come pedine oggetti naturali.
Altro gioco presente sulla stessa roccia veniva fatto usando le nocciole che venivano fatte rotolare come bilie per raggiungere una serie di coppelle. Sembrano essere queste le incisioni più antiche, poiché le coppelle erano proprie delle culture preistoriche, anche se il loro significato rimane misterioso.
Nel 1943, o 1948, uno di quei ragazzi pastori, di indole solitaria, ha inciso il suo nome e la data accanto alla tavola da tria: Oliviero Perini.
È così dunque che sulla stessa roccia troviamo tre incisioni rupestri di epoche e significati diversi.
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Questa pietra è stata riportata su un sito tematico nel quale possiamo ricavare altre informazioni e vedere molte altre trie:
Fascicolo che alterna pagine scritte al computer ed illustrate con disegni al tratto dai bambini ad altre scritte a mano o riportanti documenti.
Alcune pagine sono stampate con la stampante ad aghi ed altre con quella a getto d'inchiostro, compresenti nel laboratorio informatico della scuola del tempo.
Questo "giornalino" raccoglie i risultati di ricerche, interviste e studi d'ambiente, che hanno impegnato gli alunni del plesso di Calavino nel corso dell'anno scolastico 1981/82, e, alcune classi, anche negli anni precedenti. È dedicato agli anziani del paese che hanno collaborato con molta disponibilità a questa ricerca.
È stato scritto con macchina da scrivere, illustrato con disegni al tratto dei bambini e distribuito in fotocopia.
Fascicolo scritto con la macchina da scrivere, illustrato con disegno al tratto dai bambini e riportante alcuni interessanti documenti a corredo della ricerca svolta sia su testi, sia incontrando anziani testimoni.
Il fascicolo fotocopiato è il frutto di un lavoro di ricerca svolto dai bambini della scuola elementare di Padergnone nell'anno scolastico 1993/94 grazie alla collaborazione degli anziani. Il testo dattiloscritto è illustrato con disegni al tratto dei bambini.
Uno degli itinerari storico-culturali, presenti in Valle dei Laghi promosso dall’Ecomuseo, alla riscoperta di piccoli segni, lasciati dai pastori. Si tratta di circa novanta incisioni rupestri, non tutte ben visibili, costituite da nomi, cognomi, simboli politici, giochi, ecc. Lungo il percorso si possono osservare anche una calchèra, un antico selciato, la chiesetta diroccata di San Martino, oltre che godere di una passeggiata fra i boschi e del panorama sul Lago di Toblino e su Castel Madruzzo.
Nella foto due bambini giocano con l'acqua del lago, parte integrante della specificità di questo luogo. Sullo sfondo un piccolo porticciolo con delle barche per i turisti che soggiornavano a Santa Massenza. A sinistra si nota una cabina da spiaggia dell'albergo Conti (ex palazzo del Vescovo)
Gioco di fortuna usato tradizionalmente alla festa della Commemorazione del Voto di San Valentino a Vezzano la prima domenica di settembre. È formato da una griglia in cui sono inseriti dei cilindri di legno, detti "pirolòti", che si differenziano nella parte nascosta in tre tipologie. Quelli bucati sono collegati ai premi più belli, i rossi a quelli di medio valore, i bianchi a quelli di consolazione.
I ragazzi della parrocchia di Vezzano presentano in una videointervista il tradizionale gioco dei pirolòti che organizzano ogni anno in occasione della commemorazione del voto a San Valentino la prima domenica di settembre accanto alla chiesa. Un breve testo e alcune foto completano l'articolo.
Sulla facciata della casa cantoniera, ora hotel Vezzano, è riportata la dicitura che indica l'altitudine del paese; all'ultimo piano il tipico ballatoio su cui venivano sistemate le pannocchie ad essiccare. Le proprietà ai lati della strada erano protette da muri in sassi, spesso alti come quello che si può vedere sulla destra. La strada era delimitata da grossi paracarri in pietra. La via principale (Via Roma), allora strada di percorrenza Trento-Riva era asfaltata, mentre via Stoppani era sterrata. Dietro si vede la salita al Doss e i grossi ippocastani che hanno dato il nome a questo luogo: ai "Alberoni".
Grazie alla collaborazione dei gruppi culturali Nereo Cesare Garbari del Distretto di Vezzano, La Roda, Retrospettive, Centro Studi Judicaria, Ecomuseo della Valle dei Laghi, Piccola Nizza de Trent, del gruppo Pensionati e Anziani di Vezzano, di molti privati e del patrimonio fotografico degli autori, la nascita del Comune di Vallelaghi ha visto la pubblicazione di questo libro fotografico. Le numerose foto storiche, accompagnate da brevi didascalie e introduzioni ai capitoli tematici, permettono di conoscere peculiarità e similitudini fra le 11 frazioni che compongono il neo comune favorendo così lo sviluppo di uno spirito di appartenenza ad un'unica comunità dei cittadini provenienti dai tre comuni fusi di Terlago, Vezzano e Padergnone.
Diverse foto pubblicate su questo volume sono disponibili nell'Archivio della Memoria per il riutilizzo.
Un bambino porta la sorellina con la carriola. Interessanti le informazioni paesaggistiche: la pavimentazione della Piazzetta di Sant'Anna era in sterrato e della strada in selciato; la zona ora occupata dal parco giochi e da diverse case era allora tutta campagna. Si intravede anche il capitello di S. Anna.
Un bimbo muove i primi passi nel cortile di casa aiutato da un girello di legno. Sullo sfondo i campi terrazzati che contraddistinguono l'ambiente di Ranzo.