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Vocabolo
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it-trentino
fogolàr
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it-trentino
fregolàr
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it
focolare
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Descrizione
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“El fogolàr” era un tempo il fulcro dell’abitazione contadina, il luogo dove ci si scaldava, si preparava il cibo, si conversava, tanto che viene usato in senso figurato ancora oggi per indicare la casa o la famiglia.
Alla base c’era solitamente un unico blocco in pietra rossa che si alzava dal pavimento, circa 20-30 cm. In mezzo un incavo rettangolare, la “lia”, dove ardeva la legna.
Nella parte inferiore, sotto la concavità, c’era un’apertura per la raccolta della “céndro” (cenere).
Una grande cappa costruita in muratura sovrastava il basamento e appoggiava su delle travi. All’interno, la cappa era attraversata da un’altra trave che sosteneva la “segósta”, una catena che scendeva fino alla “lia”, a cui erano agganciate le varie pentole, la cèla (marmitta), ‘l paröl (paiolo) per cucinarvi le pietanze. Le pentole si potevano collocare anche sopra la “lia” servendosi del "trepéi" (treppiede) affinché non rimanessero a diretto contatto con il fuoco.
Il fuoco emanava fumo, la cappa non riusciva ad aspirarlo completamente, cosicché si diffondeva in tutta la cucina e le pareti diventavano ben presto sporche di fuliggine ("granìz"). Ogni tanto, la donna, per rinfrescarle, ricorreva a imbiancarle con la calcina.
Lungo il bordo della cappa, sulla trave che da essa sporgeva, erano collocati gli attrezzi da cucina che la casalinga utilizzava maggiormente.
Accanto al focolare erano appoggiati gli attrezzi per il fuoco: “el mòi” e “ la paléta”.
Attorno ad esso c’era la “banca del fogolar”, dove i familiari, ed in particolar modo i vecchi, prendevano posto per riscaldarsi al fuoco lento che bruciava nella “lia”.
Piano piano “el fogolàr” ha lasciato il posto alla “fornèla”, che inizialmente aveva comunque intorno la panca mantenendo quel tradizionale spazio caldo e intimo, per cui il termine “fogolàr” è stato poi usato ancora da molti anche per indicare la “fornèla”.