Contenuti
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Gemma Comai racconta la sua infanzia a Vigo Cavedine negli anni '50 -'60
Sollecitata dalla nipotina, nonna Gemma racconta della sua infanzia ai bambini che partecipano al progetto "Giochi e filastrocche" organizzato in collaborazione tra l'Ecomuseo della Valle dei Laghi ed Istituto Comprensivo Valle dei Laghi-Dro. Per essere ben compresa dai bambini si rivolge in lingua italiana ma utilizza anche termini dialettali per dare più risalto ad alcuni termini come "bala" (palla), "pirlo" (trottola), "salasà" (selciato), "scondiléver" (nascondino), "zorla" (maggiolino). -
El merler
Presentazione del gioco del merler scolpito sulla roccia nei dintorni di Ciago. Le regole del gioco sono presenti nella scheda oggetto collegata. -
El pirlo
Spiegazione e dimostrazione di un gioco molto diffuso un tempo tra i bambini di Vigo Cavedine. Il "pirlo" era una trottola di legno con puntale metallico che si metteva e tratteneva in movimento con l'uso di uno spago. -
Il gioco delle cambrette
In seguito al ritrovamento casuale in un orto di Ciago di un reperto risalente a circa 50 anni prima, riaffiorano in Attilio ricordi d'infanzia legati al paese natale di Vigo Cavedine. Si tratta di una "cambreta" ossia di un pezzetto di filo elettrico rigido piegato ad U che i bambini usavano in abbinamento ad un elastico per fare "el gioc dele cambrete", una rudimentale ma efficace fionda da utilizzare sia per giocare che per fare malanni. Come spiega e mostra nel video i bambini avevano le tasche piene di "cambrete" poiché una volta lanciate non era sempre facile ritrovarle: erano piccole, andavano lontano e, se colpivano qualcosa, rimbalzavano proseguendo lontano anche la corsa all'indietro. -
I piti a Ciago
Dimostrazione del gioco dei piti a Ciago negli anni '60, costituito da 10 livelli più i punti. Sono date indicazioni anche per i principianti e per gli esperti. -
I piti a Calavino
Dimostrazione del gioco dei piti a Calavino secondo quanto descritto nella pubblicazione fatta dalla scuola di Calavino nel 1981/82, qui a disposizione: -
Il torneo di tria vivente
Sulle scacchiere dei giocatori si può notare che ogni incrocio è segnato con un numero; ogni pedina era inoltre contrassegnata da una lettera-iniziale del nome della corrispondente pedina vivente. Le pedine viventi sono distinguibili dal cappello bianco o nero e dalla maglietta personalizzata con l'iniziale del nome. La presentatrice trasmetteva al microfono le mosse fatte dai giocatori e di conseguenza le pedine prendevano posto e si muovevano sulla scacchiera permettendo al pubblico di godere delle partite. Il torneo è stato organizzato per attirare l'attenzione sulla tavola da tria, localmente chiamata "merler", scolpita sulla roccia nel vicino doss del Merler e presentata anche nell'Archivio della Memoria. -
Margone (Trentino) m. 950
Cartolina non viaggiata 14,9x10,3 cm bordo leggermente dentellato. In questa foto si può notare che il Bar Blu ancora non c’era dato che manca la sua strada di accesso. Sopra il paese si vede il deposito dell’acqua vecchio mentre quello nuovo non c’era ancora. Poco oltre l'acquedotto si vede "El Balót griso" luogo di gioco dei bambini di Margone come descritto a pag. 39 di -
El contadin no 'l fago pu
La poesia, tramandata da Noemi Miori di Lon alla figlia negli anni '40, mette in risalto la vita difficile del contadino di inizio novecento. Testo originale: Se per sòrt la sucedes, che n’altra volta mi nases, me papà, el pòl ben dir su, ma el contadin no ‘l fago pu! Miserabil condizion, no gh’è altre profesion? Ma ormai che son sul bal, bison che bal, o ben o mal. Bison che pensa, per esempi, al finanzier, quel che va en gendarmeria col capelin da polizia, el g’ha pur el so fiorin, cosa g'hal el contadin? Le camise da sudar e la tera da vangar, scioca fis, smaca pur, no se fa gnent, l’è masa dura! Saral le set, saral le ot? Cosa fal che nol ven mai not? Levo su e vago a casa. “Tòi Sabina, che mostro m'hat preparà da zena?” Quatro craoti, mal conzai, per la padela a strozeghai, che a vardarli el par che i diga: “Se te me magni te fai fadiga!” “Ma no, gh’è gio la mortadela! Palpa bas, trai de sòra, ma ‘n do’ èla? Birichin de sporcazon, hat fat tut en bocon? Èl questa la maniera? Basta, basta per stasera” e la mama comovente, la ghe dis: “No ch’è pu gnente!” Ven po’ el temp dei cavaléri, le se desfa ‘ste donéte, che al fin, se ‘l so corpo stes lì sodo, el parerìa n’abit tacà an ciòdo. Sia lodato Gesù Cristo! Ariva el frate: su ‘na gaida, gio ‘na cesta, lasa che la vegna la tompesta, vegnirà quel di de festa ringrazieren Quel de sora! E col fiato qui finisco questa mia e così sia! Traduzione Se per caso succedesse, che un’altra volta io nascessi, mio padre, può ben dire, ma il contadino non lo faccio più! Miserabile condizione, non ci sono altre professioni? Ma ormai che sono sul ballo, devo ballare, o bene o male. Devo pensare, per esempio, al finanziere, colui che va in gendarmeria col cappellino da polizia, ha pure il suo “Fiorino” [veicolo commerciale], che cos’ha il contadino? Le camice da sudare, e la terra da vangare, colpisci forte, batti pure, non si niente, è troppo dura! Saranno le 7, saranno le 8? Casa fa che non viene mai notte? Mi alzo e vado a casa. “Ehi Sabina, cosa diavolo mi hai preparato per cena? Quattro crauti mal conditi fatti girare per la padella, che a guardarli sembrano dire: “Se mi mangi, fai fatica!” “Ma no, c’è dentro la mortadella! Palpa basso, rigirali, ma dov’è? Birichino di uno sporcaccione, hai fato tutto un boccone? È questa la maniera? Basta, basta per stasera” e la mamma commossa gli dice: “Non c’è più niente!” Arriva poi il tempo dei bachi da seta, si consumano queste donnette, che alla fine, se il loro corpo stesse lì fermo sembrerebbe un abito attaccato ad un chiodo. Sia lodato Gesù Cristo! Arriva il frate: su una grembiulata, giù una cesta, lascia che arrivi la tempesta, arriverà quel giorno di festa ringrazieremo Dio! E col fiato qui finisco questa mia e così sia! La foto è tratta da questo contenuto: -
Vòlta la carta
L'allenamento della memoria era un tempo ritenuto molto importante e così i bambini dovevano memorizzare anche lunghe filastrocche e poesie che venivano tramandate di generazione in generazione. Questa filastrocca in rima l'ha insegnata Noemi Miori di Lon a sua figlia negli anni '40 e lei ancora la ricorda. Testo originale: Rosa, rosa che sa da bòn, volta la carta, gh’è en limon, gh’è en limon tanto garbaro, volta la carta, gh’è en pomaro, gh’è en pomaro che fa su fruti volta la carta, gh’è do puti. gh’è do puti che giuga ala bala, volta la carta, gh’è na cavala, gh’è na cavala che bala ben, volta la carta, gh’è del fen, gh’è del fen per i animai, volta la carta, gh’è do papagai, gh’è do papagai dal collo rosso, volta la carta, gh’è un pozzo, gh’è un pozzo dai serci longhi, volta la carta, gh’è do colombi, gh’è do colombi che fa la spia volta la carta, gh’è ‘na stria gh’è na stria che fila lin, volta la carta, gh’è en meneghin, gh’è en meneghin che fa spazadore, volta la carta, gh’è do siore, gh’è do siore che va a spas volta la carta, gh’è el Tomas, gh’è el Tomas che taia su tela, volta la carta, gh’è ‘na candela, gh’è na candela che fa su fum, volta la carta, no gh’è pu nesun. Traduzione: Rosa rosa, che sa di buono volta la carta, c’è un limone, c’è un limone tanto acerbo, volta la carta, c’è un melo, c’è un melo che fa i frutti volta la carta, ci sono due bambini, ci sono due bambini che giocano a palla, volta la carta, c’è una cavalla, c’è una cavalla che balla bene, volta la carta, c’è del fieno, c’è del fieno per gli animali, volta la carta, ci sono due pappagalli, ci sono due pappagalli dal collo rosso, volta la carta, c’è un pozzo, c’è un pozzo dai cerchi lunghi, volta la carta, ci sono due colombi, ci sono due colombi che fanno la spia, volta la carta, c’è una strega, c’è una strega che fila il lino, volta la carta, c’è un milanese, c’è un milanese che fa scope, volta la carta, ci sono due signore, ci sono due signore che vanno a passeggio, volta la carta, c’è Tommaso, c’è Tommaso che taglia la tela, volta la carta, c’è una candela, c’è una candela che fa fumo, volta la carta, non c’è più nessuno. -
Pistaaa!
Parte del paese di Ciago in versione invernale. Dietro il paese si vede un tratto di costone bianco libero da alberi, ideale per i temerari bambini e ragazzi che lo frequentavano con i loro slittini per lo più costruiti in casa. Si può notare che le case in grande maggioranza hanno finestre prive di scuri e sulle soffitte hanno i "bochéri" aperti. Su una delle case sul poggiolo c'è un classico gabinetto all'aperto; è negli anni '60 che vengono realizzati i bagni dentro le case. Sotto il paese non c'è ancora traccia della variante al paese che viene costruita nella seconda metà degli anni '70. -
Nascondino
Il piccolo Salvatore si nasconde nella rientranza di un portone. Il gioco "scondiléver" era molto praticato dai bambini che si muovevano liberamente in giro per il paese senza distinzione fra spazi pubblici e privati. Come a nascondino c'era una "casa" (tana), chi "stava sotto" contava fino a "61 più nessuno", non c'era però il "libera tutti" e l'ultimo preso doveva contare al turno successivo. In primo piano i coscritti del paese nati nel 1937. La strada era selciata. Sullo sfondo si intravede la chiesa. Il gioco dello "scondiléver" è testimoniato anche da Gemma Comai di Vigo Cavedine in questa intervista: -
Bimba con annaffiatoio
Una bimba abbevera i fiori con un piccolo annaffiatoio metallico, un gioco che è scuola di vita. Il vestito era quello tipico del tempo per i giorni di festa: gonna a pieghe di lana nera, blusa bianca con collo alla marinara, fiocco sui capelli. -
Luni luniòl
Filastrocca tradizionale dialettale per imparare i giorni della settimana con divertente finale a sorpresa. Testo originale: Luni luniòl, marti san Grigòl, mèrcol ho fat el pan, zòbia ho fat la bugàda, vèndro la s'ha sugàda, sabo ho petenà la testa al me Zoàn, ma sì che 'l la gavéva! Traduzione Lunedì lunedì, martedì san Gregorio, mercoledì ho preparato il pane, giovedì ho fatto il bucato, venerdì s'è asciugato, sabato ho pettinato la testa al mio Giovanni, ma si che ce l'aveva! La registrazione è stata fatta con il cellulare parlando del progetto "Giochi e filastrocche" promosso da Ecomuseo in collaborazione con le scuole della valle. -
Bambola con elastici
Bambola di plastica di 46 cm con braccia, gambe e testa collegati fra loro tramite elastici che ne permettono il movimento. In posizione verticale tiene gli occhi aperti, da sdraiata li chiude. I capelli sono realizzati in rilievo sulla plastica. Non riporta alcun marchio. Abbigliamento fatto ai ferri. -
Bambola di gomma
Bambola di gomma di 28 centimetri con braccia, gambe e testa mobili regalata ad una bimba alla sua nascita. Gli occhi si chiudono quando è sdraiata e si aprono se è in posizione verticale. Sulla schiena ha inserita una trombetta cosicché premendo sul petto emetteva un suono. La bocca, decorata in rosso vivo, ha un foro in cui si poteva inserire e togliere un succhiotto andato poi perso. I capelli sono realizzati in rilievo nella gomma. Non riporta alcun marchio. Abbigliamento fatto ai ferri. -
Annaffiatoio giocattolo
Annaffiatoio in plastica alto 15 cm con disegno floreale in rilievo posto in vendita al negozio Bassetti di Fraveggio al prezzo di 100 lire. -
Collana di sfere
La collana in sfere di plastica della dimensione di 1,5 cm poteva essere smontata e rimontata grazie ad una giunzione sporgente da un parte ed un foro in cui inserirla dall'altra. Il costo di vendita al negozio Bassetti di Fraveggio era di 120 lire. Oltre alla collana bianca prezzata se ne conserva anche una verde. -
Collana da montare
Confezione in plastica 16x14 cm contenente fiori in plastica agganciabili fra loro per formare collane. Prodotto brevettato della CVM - MADE IN ITALY - Hollywood Novelty. Sul retro della confezione riporta, al contrario, una celebre locuzione latina: "flectar non frangar", vale a dire "mi piegherò ma non mi spezzerò", La collana era in vendita al negozio Bassetti di Fraveggio al prezzo di 120 lire. -
Villa in plastica da costruire
Confezione in sacchetto contenente pezzi in plastica per costruire una "Villa a due piani con garage e terrazzo cm 10,5 x 10 x 10" della ditta CO-MA serie EDILMEC N. 3102. Il prodotto, nella nuova versione in scatola, è pubblicizzata su "Topolino" del 1963. Il prezzo di vendita nel negozio Bassetti di Fraveggio era di 180 lire. -
Gran turismo giocattolo
Pullman "Gran turismo" in latta, lungo 11 cm. Sotto il mezzo, impresso all'interno di un rombo, si intuisce il marchio "INGAP", seguito dalla scritta "PADOVA MADE IN ITALY". Articolo rimasto invenduto nella bottega Bassetti di Fraveggio; il prezzo di vendita era di 60 lire. -
Il falegname - giocattolo
Confezione costituita da un foglio in cartone 24,5x34 cm, sul quale sono fissati con lo spago: uno squadretto in legno, una piccola sega con lama in acciaio, un martelletto in alluminio con manico di legno, un righello da 15 cm in cartoncino rigido ed un foglietto di carta vetrata. Il costo di vendita presso la bottega Bassetti di Fraveggio era di 90 lire. Non riporta nessun marchio, ma dal confronto con oggetti simili in internet si può dedurre che sia stato prodotto dalla ditta C.F.G.M.. -
Bambola da 100 lire
Bambola rimasta invenduta nel negozio Bassetti di Fraveggio. Ha gambe e braccia leggermente piegate e mobili, testa e occhi fissi, capelli sagomati in rilievo. Chiaramente visibile la saldatura tra le due parti in plastica. Misura 30 cm. È marchiata con due galletti che si guardano e la scritta "MADE IN ITALY". Riporta sul retro il prezzo di 100 lire. Da notare come fosse posta in vendita nuda. Al tempo erano le bambine stesse a realizzare i vestiti per le loro bambole; questa attività era parte del gioco e costituiva una esperienza formativa utile per il futuro di ogni donna. Ne parla anche Gemma Comai di Vigo Cavedine nella sua intervista: -
Rami giocattolo
Servizio di sei pentole giocattolo in rame dai 4 agli 8 cm di diametro di chiara fattura artigianale donate a Maria Toldo. -
Cestone giocattolo
La "bèna" era una cesta fatta generalmente con rami di faggio grande come un carro utilizzata per il trasporto di merci. Questa è una "bèna" giocattolo.