La foto è stata scattata all'interno di una tipica osteria, probabilmente quella di Annibale Garbari a Vezzano. Si vedono alcune persone in movimento, conseguenza dei tempi lunghi utilizzati nello scatto necessari in presenza di scarsa luce, e la foto risulta pure danneggiata, ma abbiamo comunque scelto di inserire questo scatto in archivio per la presenza del gioco in primo piano.
Come all'esterno era comune delle osterie il gioco delle bocce, all'interno lo era quello del pirlo, gioco completamente in legno.
Esso era formato da una piattaforma inclinata con i bordi rialzati, dentro cui si faceva ruotare una trottola (pirlo) allo scopo di far cadere il maggior numero dei piccoli birilli presenti e guadagnare così punti.
Essendo in osteria questo gioco era riservato agli uomini che le frequentavano, i bambini ed i ragazzi usavano invece il pirlo in altro modo sulle strade, come si può vedere in questa testimonianza:
Proverbio illustrato per l'articolo dedicato ai "CALANDARI DEI PROVERBI" a pag. 16 della rivista "Retrospettive" n. 3 del 1990.
San Vigilio è festeggiato il 26 giugno e, col caldo, le pulci prolificavano a dismisura.
La bimba, con vestito e scarpette di lana, gioca col suo sonaglio seduta su una sedia.
I capelli sono ancora corti ma comunque pettinati a formare il ciuffo, chiamato "banana", caratteristico dei pccolini.
Sulle scacchiere dei giocatori si può notare che ogni incrocio è segnato con un numero; ogni pedina era inoltre contrassegnata da una lettera-iniziale del nome della corrispondente pedina vivente.
Le pedine viventi sono distinguibili dal cappello bianco o nero e dalla maglietta personalizzata con l'iniziale del nome. La presentatrice trasmetteva al microfono le mosse fatte dai giocatori e di conseguenza le pedine prendevano posto e si muovevano sulla scacchiera permettendo al pubblico di godere delle partite.
Il torneo è stato organizzato per attirare l'attenzione sulla tavola da tria, localmente chiamata "merler", scolpita sulla roccia nel vicino doss del Merler e presentata anche nell'Archivio della Memoria.
Cartolina non viaggiata 14,9x10,3 cm bordo leggermente dentellato.
In questa foto si può notare che il Bar Blu ancora non c’era dato che manca la sua strada di accesso.
Sopra il paese si vede il deposito dell’acqua vecchio mentre quello nuovo non c’era ancora.
Poco oltre l'acquedotto si vede "El Balót griso" luogo di gioco dei bambini di Margone come descritto a pag. 39 di
Parte del paese di Ciago in versione invernale.
Dietro il paese si vede un tratto di costone bianco libero da alberi, ideale per i temerari bambini e ragazzi che lo frequentavano con i loro slittini per lo più costruiti in casa.
Si può notare che le case in grande maggioranza hanno finestre prive di scuri e sulle soffitte hanno i "bochéri" aperti.
Su una delle case sul poggiolo c'è un classico gabinetto all'aperto; è negli anni '60 che vengono realizzati i bagni dentro le case.
Sotto il paese non c'è ancora traccia della variante al paese che viene costruita nella seconda metà degli anni '70.
Il piccolo Salvatore si nasconde nella rientranza di un portone. Il gioco "scondiléver" era molto praticato dai bambini che si muovevano liberamente in giro per il paese senza distinzione fra spazi pubblici e privati. Come a nascondino c'era una "casa" (tana), chi "stava sotto" contava fino a "61 più nessuno", non c'era però il "libera tutti" e l'ultimo preso doveva contare al turno successivo.
In primo piano i coscritti del paese nati nel 1937.
La strada era selciata.
Sullo sfondo si intravede la chiesa.
Il gioco dello "scondiléver" è testimoniato anche da Gemma Comai di Vigo Cavedine in questa intervista:
Una bimba abbevera i fiori con un piccolo annaffiatoio metallico, un gioco che è scuola di vita.
Il vestito era quello tipico del tempo per i giorni di festa: gonna a pieghe di lana nera, blusa bianca con collo alla marinara, fiocco sui capelli.
Bambola di plastica di 46 cm con braccia, gambe e testa collegati fra loro tramite elastici che ne permettono il movimento.
In posizione verticale tiene gli occhi aperti, da sdraiata li chiude.
I capelli sono realizzati in rilievo sulla plastica.
Non riporta alcun marchio.
Abbigliamento fatto ai ferri.
Bambola di gomma di 28 centimetri con braccia, gambe e testa mobili regalata ad una bimba alla sua nascita.
Gli occhi si chiudono quando è sdraiata e si aprono se è in posizione verticale.
Sulla schiena ha inserita una trombetta cosicché premendo sul petto emetteva un suono.
La bocca, decorata in rosso vivo, ha un foro in cui si poteva inserire e togliere un succhiotto andato poi perso.
I capelli sono realizzati in rilievo nella gomma.
Non riporta alcun marchio.
Abbigliamento fatto ai ferri.
La collana in sfere di plastica della dimensione di 1,5 cm poteva essere smontata e rimontata grazie ad una giunzione sporgente da un parte ed un foro in cui inserirla dall'altra. Il costo di vendita al negozio Bassetti di Fraveggio era di 120 lire. Oltre alla collana bianca prezzata se ne conserva anche una verde.
Confezione in plastica 16x14 cm contenente fiori in plastica agganciabili fra loro per formare collane. Prodotto brevettato della CVM - MADE IN ITALY - Hollywood Novelty. Sul retro della confezione riporta, al contrario, una celebre locuzione latina: "flectar non frangar", vale a dire "mi piegherò ma non mi spezzerò",
La collana era in vendita al negozio Bassetti di Fraveggio al prezzo di 120 lire.
Confezione in sacchetto contenente pezzi in plastica per costruire una "Villa a due piani con garage e terrazzo cm 10,5 x 10 x 10" della ditta CO-MA serie EDILMEC N. 3102.
Il prodotto, nella nuova versione in scatola, è pubblicizzata su "Topolino" del 1963.
Il prezzo di vendita nel negozio Bassetti di Fraveggio era di 180 lire.
Pullman "Gran turismo" in latta, lungo 11 cm.
Sotto il mezzo, impresso all'interno di un rombo, si intuisce il marchio "INGAP", seguito dalla scritta "PADOVA MADE IN ITALY".
Articolo rimasto invenduto nella bottega Bassetti di Fraveggio; il prezzo di vendita era di 60 lire.
Confezione costituita da un foglio in cartone 24,5x34 cm, sul quale sono fissati con lo spago: uno squadretto in legno, una piccola sega con lama in acciaio, un martelletto in alluminio con manico di legno, un righello da 15 cm in cartoncino rigido ed un foglietto di carta vetrata. Il costo di vendita presso la bottega Bassetti di Fraveggio era di 90 lire.
Non riporta nessun marchio, ma dal confronto con oggetti simili in internet si può dedurre che sia stato prodotto dalla ditta C.F.G.M..
Bambola rimasta invenduta nel negozio Bassetti di Fraveggio.
Ha gambe e braccia leggermente piegate e mobili, testa e occhi fissi, capelli sagomati in rilievo. Chiaramente visibile la saldatura tra le due parti in plastica. Misura 30 cm. È marchiata con due galletti che si guardano e la scritta "MADE IN ITALY".
Riporta sul retro il prezzo di 100 lire.
Da notare come fosse posta in vendita nuda.
Al tempo erano le bambine stesse a realizzare i vestiti per le loro bambole; questa attività era parte del gioco e costituiva una esperienza formativa utile per il futuro di ogni donna. Ne parla anche Gemma Comai di Vigo Cavedine nella sua intervista:
La "bèna" era una cesta fatta generalmente con rami di faggio grande come un carro utilizzata per il trasporto di merci. Questa è una "bèna" giocattolo.