I mulini Pisoni "Fornèri" poi centralina e cementificio Pedrini
- Titolo
- La centralina Pedrini
- Autore della fotografia
- Rosetta Margoni
- Data della fotografia
- 13 aprile 2022
- Licenza d'uso
- CC BY
- Titolo
- Il portale d'entrata del cementificio Pedrini
- Autore della fotografia
- Rosetta Margoni
- Data della fotografia
- 13 aprile 2022
- Licenza d'uso
- CC BY
- Nome
- I mulini Pisoni "Fornèri" poi centralina e cementificio Pedrini
- Descrizione
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L'identificazione dei mulini è data dal soprannome di famiglia derivato dal fatto che svolgevano anche l’attività di panificatori.
Si trova nel rione Bagnöl su un tratto pianeggiante della Roggia che lo attraversa con qualche salto o cascatella. Qui si concentravano diverse attività artigianali, in particolare mulini.
Questa parte del paese è stata molto modificata fra il 1951 e il 1968 con la costruzione della strada provinciale che ha coperto la roggia; fino ad allora la strada di valle, superato la piazza, entrava in via Graziadei - piazzetta delle Regole - via dei Filatòi - piazzetta ai Zoni e con un ponte attraversava la roggia e poi proseguiva come ora.
Per tornare al tempo dei mulini dobbiamo perciò immaginare questa diversa viabilità ed il tratto nuovo della strada occupato dalla roggia, dalle sue derivazioni e dalla campagna, come lo vediamo rappresentato nella mappa del 1860, quando i "Fornèri" proprietari dei mulini erano Pisoni Giuseppe, a valle dell'attuale piazzetta delle Regole, e Pisoni Domenico, a monte della stessa che aveva anche il panificio:
- I mulini di Calavino sulla mappa del 1860
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Da mulino a centralina elettrica
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Nel 1899 il medico condotto del paese, dr. Basilio Pedrini, divenuto nel frattempo proprietario di questi stabili, chiese di trasformare il mulino a monte in centralina elettrica, così da fornire di illuminazione le strade, i privati interessati sulle due diramazioni previste "una verso la strada da Vezzano e verso la chiesa e l'altra verso la villa Elda" (di sua proprietà, ora sede della cassa rurale), nonché fornire disponibilità di "forza motrice" così da "far sorgere piccole industrie, che non potranno a meno di far sentire il loro benefico influsso economico sulla popolazione di Calavino". Ottenuto il permesso, la centralina entrò in funzione nel 1901 e così 5 piazzette ebbero il loro punto luce così come alcune famiglie facoltose e le attività commerciali.
Importante è stata la sua presenza per la costituzione, nel 1907, della "Società Cooperativa per l'essiccazione e la vendita cumulativa dei bozzoli" che, grazie alla presenza di energia elettrica poté "mettere in moto il macchinario del Forno essiccatoio" nel 1908.
Con la costruzione di nuovi impianti elettrici (in particolare quello di Dro), venne istituito anche a Calavino, nel 1921, un consorzio elettrico per la distribuzione dell'energia. Questa centralina è comunque tutt'oggi in funzione.
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Da mulino a cementificio
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Sempre nel 1899 il dr. Pedrini chiese ed ottenne l'autorizzazione per avviare un cementificio.
Il lavoro iniziava con l'escavazione delle marne grigio-verde, ricche di argilla, dalla conformazione stratificata, sul versante orientale della collina che scende a Ponte Oliveti. La loro frantumazione veniva fatta manualmente, con mazze direttamente sul luogo, a cui seguiva la cottura in apposite fornaci, di cui ne rimane una in loc. "Fornas" a metà strada fra Calavino e Ponte Oliveti.
L'impianto di macinazione venne realizzato nel mulino a valle qui descritto, sostituendo le macine del mulino con un "pestino a molazze" che frantumava la "pietra cotta" con aggiunta di "carbone polverizzato" producendo così la farina di cemento.
Questo tipo di lavorazione, all'inizio attiva giorno e notte e poi solo di giorno, ha provocato liti per le vibrazioni ed il rumore che molestavano la casa vicina ed è durata pochi anni. Venne poi progettata qui la costruzione di una seconda centralina ma non fu mai realizzata.
Sopra il raffinato portale d'entrata all'edificio nel cui scantinato si produceva il cemento era impressa fino a qualche anno fa la scritta: "Dipendenze villa Elda".
Sembra che almeno una delle due macine di pietra, dette "mole", molto grosse, trovate nella roggia davanti al cementificio ed esposte ora in piazzetta delle Regole, siano proprio le "molazze" del pestino del cementificio stesso.
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Bibliografia:
Mariano Bosetti ne parla a pag. 443 di - Il Libro delle acque - rogge e sorgenti della Valle dei Laghi dalle viscere della terra alle opere dell'uomo.
- a pag. 72-73 e 108-118 di
- Il bacino idrografico del Sarca nella Bassa Valle dei Laghi : vicende secolari di un territorio, legate alla risorsa idrica
- e pag. 198 di
- Calavino, una Comunità tra la Valle di Cavedine e il Piano Sarca.
- È parte di
- Antichi mulini di Calavino
- Livello di precisione della collocazione geografica
- Collocazione precisa