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  • Circolo Pensionati e Anziani di Padergnone

    Ha la sua sede nelle ex scuole elementari in piazza del municipio 2. Ha messo a disposizione dell'Archivio alcune foto e documenti e la pubblicazione
  • Compagnia filostorica padergnonese

    La Filostorica di Padergnone è nata nell'inverno del 2015, e la sua denominazione esatta è "Compagnia filostorica padergnonese". Non ha uno statuto depositato ed è un entità "privata" che agli enti pubblici chiede solo di poter utilizzare teatri e luoghi aperti. Suo scopo è la progettazione e la realizzazione di rappresentazioni sceniche relative a fatti notevoli riguardanti la storia e le tradizioni locali. Assolutamente priva di fini di lucro, essa è composta da volontari non necessariamente permanenti e si sovvenziona tramite "benefattori" privati. Autore dei testi rievocativi è Silvano Maccabelli, regista ed "economa" è Maria Dallapè, che sono anche i fondatori della Compagnia. Associata alla Filostorica è la "Corale dei Molini", che ha lo scopo di dotare le rievocazioni di canti a tema, avvalendosi delle medesime modalità costitutive della Filostorica stessa. Maestra direttrice della Corale dei Molini è Lucia Decarli.
  • Nereo Cesare Garbari: l'uomo e la storia

    Alla conferenza “L’Uomo e la storia: Nereo Cesare Garbari”, organizzata dal Gruppo culturale N.C.G. del Distretto di Vezzano, hanno ricordato questo personaggio Gino Tomasi, direttore emerito del Museo di scienze naturali e “amico” dell’Associazione, Enzo Zambaldi, giornalista e insegnante già collega di Garbari e Giuseppe Morelli naturalista e grande “pasionario” della Valle dei Laghi.
  • Passeggiata botanica nella località Masere di Ranzo

    Il gruppo culturale Nereo Cesare Garbari del Distretto di Vezzano ha organizzato per domenica 15 maggio 2005 ore 9:00-11:30 una passeggiata botanica nella località Masere di Ranzo in compagnia di GIUSEPPE MORELLI, esperto di botanica, che ha descritto le proprietà officinali delle specie vegetali incontrate lungo il percorso.
  • Aula problematica a Cavedine

    La maestra Dorigatti Zadra in una delle "cronache della vita della scuola" sul suo registro di classe 2^ lamenta le problematicità dell'aula in cui si trova a far scuola: - le prove di commedia che si fanno al pomeriggio nel teatro comunicante con la sua aula sono molto disturbanti; - al mattino sui cartelloni trova scritte e sgorbi, deve pulire banchi e cattedra, i calamai sono svuotati o pieni di tabacco, piante e fiori sono rovinati, la cattedra è aperta; - il locale è usato come ritrovo della Giac maschile e femminile [Gioventù Italiana di Azione Cattolica], della filo, ... - è fredda (ha fatto scuola con 5°); - è lontana dalle altre classi per cui non vede circolari e ordini superiori. Fa pure presente che i suoi alunni hanno cambiato aula ben tre volte. -
  • Convenzione tra Comune e Filodrammatica di Padergnone

    Il documento di una sola pagina stabilisce la convenzione quindicinale e rinnovabile con cui il Comune affida alla società Filodrammatica i locali ad uso teatro con tutte le spese a carico della Filodrammatica stessa, una quota a carico di 500 lire annue ed alcune clausole di utilizzo.
  • Breve storia del monumento

    Il documento presenta in alto la seguente annotazione con scrittura a mano libera: "Copia di un dattiloscritto di don Giuseppe Jobstraibizer contenente la decifrazione di una pergamena e una breve nota illustrativa. 27.06.1991". Presenta poi sottolineature ed alcune note a margine. Racconta, come dice il titolo, la storia della costruzione del monumento, così come è documentata dai testi qui riportati e conservati in bottiglia sotto il monumento stesso. --- Trascrizione: ---- BREVE STORIA DEL MONUMENTO Questo ricorso fu eretto col favore del paese per volontà e iniziativa della gioventù di Padergnone, la quale colla scelta di un progetto principiò quest’opera verso la fine del 1919 dopo l’inaugurazione del monumento ai morti ….. presso il maso sottovi. Dal fondo allestito per la festa di inaugurazione del monumento era rimasta una piccola somma (circa 80 £ire) che riunita ad un’altra ancor più esigua (25 £ire) residuo del fondo raccolto poco prima per la fondazione della messa perpetua ai caduti in guerra, dopo essere stata sottoposta a varie discussioni e progetti circa il suo miglior impiego venne da qualcuno , e specialmente dai studenti locali raccomandata da adibirsi all’erezione di una lapide. Questa idea fù accolta favorevolmente in paese e tosto si pensò ai mezzi più adatti per completare la somma necessaria a tale scopo; si fece da prima una proposta di indire una colletta in paese, ma questa idea venne presto abbandonata, perché non si riteneva opportuno sfruttare troppo le famiglie già stenuate dalla guerra e poi perché una colletta era già stata fatta poco prima per la fondazione della messa predetta. Si propone allora di ragranellare l’importo mediante rappresentazioni teatrali. Ben accetta questa idea, si formò posto una società filodrammatica avente per moto “A COLORE GINESTRA” la quale si adoperò subito per la ricerca di un locale adatto onde costruirvi un teatrino colla minor spesa possibile. La fortuna arrise: Il locale (Le stalle presso l’Albergo) fu ceduto gratis dal proprietario Sig. Rinaldo e anche il teatro se si accetua la compera della tela pelsipario fu in breve tempo approntato: si può dire; senza incontrare spesa alcuna, grazie alla generosità si alcune brave persone. Ils ipario venne dipinto dagli studenti Miori Luigi, Tonini Roberto, aiutati nel resto del senario da Enrico Zuccati e in seguito per i scenari si presto molto Rigotti Rebo. Nel frattempo il Chierico Lodovico Tonini si assunse l’incarico di direttore di società di scena e come tale si diede con zelo ad insegnare come prima rappresentazione la difficile tragedia: “IL MACBETH”. Dopo lunghissime e faticose prove fu finalmente rappresentata nel ‘20 con esito più che favorevole e con rilevante incasso. Fatti così i primi passi, si pensò di stabilire quale fosse l’importo da raggiunger; quindi era necessario un disegno della lapide e , accettato questo, farne il preventivo. La società si rivolse allora allo scultore di Lasino Ceschini Mansueto, il quale presentò diversi abbozzi del genere, ma questi non piacquero specialmente ai Sigg. Rigotti e Miori, al cui parere s’era rimessa la Società. Sìaggiunga che correvano opinioni diverse pel fatto che non si era ben d’accordo sulla scelta del luogo per l’erezione del monumento: chi proponeva il cimitero, chi la Chiesa, altri presso la casa di Desiderio Chemelli attiguo alla porta del Magazzino Pompieri, altri presso il palazzo Comunale, altri infine presso il portone di Giulio Lunelli nel breve spazio che si otterrebbe smusando l'angolo formato dall'incontro col muro di recenzione; quest’ultimo fu anzi creduto il migliore e per molto tempo rimase anzi stabilito,ma per i molti inconvenienti che presentava questo lavoro, si fissò finalmente questo luogo. Il disegno del presente monumento fu elaborato dal Signor Rebo Rigotti e poi leggermente modificato e corretto; venne quindi presentato allo scultore di Lasino, il quale assumendosi l'esecuzione, valutò la spesa, a opera finita, si sarebbe aggirata sulla bella somma di tremila lire (3.000 £). Bisognava perciò lavorare ancora molto. Il teatro non poteva più bastare, bisognava appigliarsi ad altri mezzi: allora balzò l'idea di alestire un albero di Natale, che, data la buona volontà e simpatia di tutto il paese per l'opera iniziata, doveva senz'altro avere un magnifico risultato. Si istituì subito un comitato femminile allo scopo di raccogliere nelle singole famiglie doni e oggetti i più svariati, sotto la direzione della maestra Afra Garbari. Con attività veramente ammirabile il comitato femminile riuscì in poche settimane ad approntare abilmente un vaso di fortuna ricco di oltre 200. doni: nella festa di Natale del 1920 ebbe luogo l'estrazione dei numeri che fruttò la bella somma di £ 600. così la cassa aumentava rapidamente con visibile soddisfazione dei collaboratori, i quali con novello entusiasmo aprirono un secondo periodo di rappresentazione teatrale. Frattanto bisognava pensare all’epigrafe, compito dificile che nessuno del paese avrebbe saputo soddisfare. Il Sig. Rigotti , profondo e sperantista, desiderava (e gli studenti e altre persone consideravano questa idea) che l'epigrafe esprimesse un'alto ideale filantropico; essa non doveva essere un semplice e pio ricordo ai caduti, ma contemporaneamente doveva ispirarci a un orrore della guerra, a un sacro desiderio di fratellanza fra i popoli; essa doveva rievocare in brevi parole molte pagine sanguinose di cinque lunghi anni di coflitto mondiale, doveva essere pei posteri un monito severo e solenne e un'auspicio di pace e di amore. Il Sig. Tonini, nel ritornare all'università di Torino, se ne assunse l'incarico e dopo varie informazioni, si fece presentare al noto prof. De Santis; questi però, allegando pretesti, si ricusò indicando in sua vece un'altro professore suo discepolo che accolse volentieri la richiesta, ma poi produsse un'iscrizione che fù oggetto di molte e accerbe critiche nel paese e quindi abbandonata. Finalmente nell'estate del 1921 si deliberò di consultare l'Egr prof. Nicolini del R. Liceo di Trento il quale acconsentì molto volentieri e fornì l'epigrafe che stà ora sul zoccolo. A tutto si provvedeva e mentre lo scultore lavorava alacremente atorno alla simbolica pietra la società filodramatica procedeva di pari passo nella sua attività teatrale. Ma ed onta dei sacrifici, si era ancor sempre lontani dall'importo stabilito. Bisognava quindi escogitare altri mezzi che favossero più presto l'impresa. Si pensò allora a diramare a pelli alle persone più cospique del paese e a quelle residenti all'Estero, specialmente in America. Alcuni risposero generosamente all'invito di una offerta. Totale offerte Lire 414 N B NB- Nella bottiglia rinvenuta nel monumento smontato furono trovate due pergamene la prima, la più grande che abbiano potuto copiare in pieno è ancora, in buono stato di conservazione, la più piccola è gran parte illeggibile perchè nella bottiglia ci furono dalle infiltrazioni di acqua che la deteriorarono. Si può però ancora rilevare che la filodrammatica e l'orchestrina diretta da Pedrotti Emanuele contribuirono con l'importo di £ 2.500. Il resto che ancora mancava fù ragranelato con vasi di fortuna. Furono trovati leggibili i seguenti nomi di collaboratori e offerenti e soci d'appoggio.- 1) Botti Attilio 2) Biotti Albino 3) Miori Enrico 4) Carlini Emilio 5) Beatrici Angelo 6) Pedrotti Giuseppe 7) Maccabelli Vittorino 8) Biotti Tallio 9) Enrico Decarli 10) Bernardi Giusepre 11) Tonini Arduino 12) Giovanni Tonini 13) Biotti Mansueto 14) Guido Biotti 18) Gennaro Rigotti 19) Mauro Donato 20) Cesare Mauro 21) Bernardi Edoardo 22) Padrotti Arturo 23) Beatrici Baldessare 24) Tonini Vincenzo 25) Pedrini Emanuele 26) Rigotti Angelo Purtrppo i molti altri nomi l'acqua qui ha completamente cancellati. L'erezione di questo monumento avenne lì 2 settembre 1921 essendo Sindaco il Sig. Decarli Enrico e curato Tamanini don Giuseppe ./././././. ===== Il 10 maggio 1969, viene spostato il monumento nell'interno del nuovo piazzale della vecchia chiesa. Tale provvedimento si rendeva da tempo neccessario per una più conveniente sistemazione. Dove si trovava il monumento correva serio periccolo per le norne traffico sulla vicina strada Statale; per i nuovi lavori fatti nelle vicinanze di esso veniva a trovarsi troppo abbandonato; mentre nella nuova sistemazione occupa un posto più adatto per essere circondato di una aiola dove il ricordo dei cittadini può essere espresso con più rispeto e calore. La Pro Loco di Padergnone, presi i debiti accordi con le Autorità Civili ed eclesiastiche si prese l'incarico di trasportare il monumento, assumendosi le relative spese alle quali concorse anche il Comune. Alla data del 10.5.1969 erano ancora viventi i seguenti combattenti la guerra 1915/1918: 1) Bassetti Germano - Beatrici .Germano – Morelli Valentino - Rigotti Egidio - Sommadossi Evaristo - Rigotti Sennen - Biotti Attilio - Bassetti Leopoldo - Beatrici Beldessare - Mauro Donato - Rigotti Gennaro - Poli Attilio - Pedrotti Arturo - Bernarti Edoardo - Trapasso Antonio. Era Sindaco il Sig. Morelli Giuseppe Era Parroco il M.R. don. Iobstraibizer Giuseppe Presidente della Pro Loco - Biotti Romeo. Nel piedestalo del monumento furono rimessi le sette monetine austriache le tre monete di rame italiane che vi posero i primi costruttori del monumento del 1921. ad esse furono aggiunte lemonete di metallo in corso alla data del 10.5.69 Nella bottiglia sono state rimesse le due vecchie pergamene assieme ad una copia della presente. Lì 10.5.1969 ./././././.
  • La banda in maschera

    La foto è stata scattata davanti al caffè alla posta di Vezzano ad uso di cartolina postale.
  • La banda di Vezzano in processione con la Madonna

    Si vede la banda del borgo di Vezzano in primo piano seguita dalla processione con la Madonna. Copriletti e coperte addobbano le finestre. La data è solo approssimativa e non abbiamo riconosciuto il luogo, contiamo sul vostro aiuto.
  • La banda di Vezzano

    Fra i bandisti presenti segnaliamo sulla destra il maestro Carlo Chiusole e il presidente Ilario Garbari. Si intravede don Dante Clauser, parroco a Vezzano tra il 1958 e il 1964, il che ci permette di datare la foto intorno al 1960.
  • Corpo bandistico del Borgo di Vezzano

    Uno statuto manoscritto documenta l'esistenza del sodalizio già nel 1892, come Banda sociale del Borgo, dal titolo onorifico che nel 1527 il vescovo Bernardo Clesio donò all'antica villa di Vezzano. Si ha notizia di un concerto tenuto nel 1894 in occasione di San Valentino e degli onori resi all'Imperatore Francesco Giuseppe di passaggio in Valle dei Laghi. Null'altro è documentato fino al 1931, quando Celestino Bressan raduna un gruppo di appassionati al Caffé alla Posta e si apre un libro delle offerte per l'acquisto degli strumenti musicali. A luglio dello stesso anno la banda di Villa Banale dona sedici berretti e sedici strumenti, ai quali si aggiungono poco dopo sei clarinetti e una batteria. Si affittano due locali in via Nanghel, 34, dove Guido Pardi apre una scuola di musica e istruisce gli allievi fino al debutto della prima domenica di ottobre, con il concerto nella piazza centrale di Vezzano. L'avventura continua! La seconda Guerra mondiale rallenta ma non ferma l'attività della banda, che prosegue ininterrotta fino al 1985: la pausa di riflessione di quell'anno sfocia in una ripresa entusiasta, che vedrà fra l'altro la banda accompagnata per svariati anni da un gruppo femminile di twirling. Nel frattempo la presidenza Bassetti ha promosso l'apertura di un corso allievi alla scuola media - in appoggio ai corsi gestiti dalla Federazione – utilizzando gli strumenti donati dalla disciolta banda di Terlago. Il Corpo bandistico festeggia grandiosamente il centenario nel 1992 e nel 1998 approva il nuovo Statuto, tuttora in vigore. La compagine attuale, in media giovanissima, è un gradevole complemento alla storia ultracentenaria dell'associazione: a dimostrazione di come la passione per la musica non abbia età, il suonatore più anziano e quello più giovane hanno circa settant'anni di differenza. Il Corpo Bandistico è stato diretto dal 1987 al 2019 dal Maestro Bruno Gentilini. Attualmente collabora con le realtà bandistiche della Valle dei Laghi in una prospettiva di sviluppo di relazioni positive per il prosieguo dell'attività bandistica. [dalla pagina facebook della banda] I maestri della banda che si sono succeduti sono: Guido Pardi (1931-45), Patelli (1945-56), Carlo Chiusole (1956-86), Armando Ghedini e Carlo Patton (per alcuni mesi), Bruno Gentilini (1987-2019), Gianluigi Favalli. Sono stati presidenti della banda: Ilario Garbari, Mario Chiusole, Angelo Bassetti, Alessandro Chemotti, Silvia Cozzini.
  • Ve conto la storia dela Vicinia de Vick

    Video realizzato da alcuni volontari di Vigo Cavedine in occasione del Natale 2021. Attraverso alcune fotografie e un racconto in dialetto trentino si è voluto rievocare la storia della Vicinia Dònego di Vigo Cavedine, un’associazione secolare di cui facevano parte (e ne fanno parte tuttora i discendenti) le antiche famiglie di Vigo Cavedine (i cognomi: Bolognani, Comai, Cristofolini, Eccher, Galetti, Lever, Luchetta, Manara, Merlo, Turrina e Zambaldi). L’origine della Vicinia si perde nella notte dei tempi, tra storia e leggenda, ed è il frutto di un lascito documentato da alcune pergamene a partire dal 1332.
  • Monumento ai Caduti di Padergnone

    Posto vicino alla vecchia Chiesa dei Santi Filippo e Giacomo, in origine, e fino al 1969, era situato a bordo strada; successivamente è stato sposato in un angolo della piazzetta per fare spazio ai materiali di scarto provenienti dalla costruzione della nuova Chiesa della Madonna della Pace. Questo monumento è stato realizzato dall’artista Mansueto Ceschini di Lasino, su disegno del padergnonese Rebo Rigotti. Lo scopo dell’opera, oltre a ricordare le vittime della guerra, era quello di ricordare alle nuove generazioni l’orrore del conflitto, con la speranza di non intraprendere altre attività belliche. Il monumento, costruito nel 1921, alla fine della Prima Guerra Mondiale, si presenta come una colonna in pietra rosa, posta su tre scalini, con in cima una scultura in bronzo della fiamma eterna. Sui lati dell’opera sono riportate le targhe in bronzo decorate, con incisi i nomi dei paesani morti o dispersi nella Prima Guerra Mondiale, aggiornate poi negli anni ’50 con i nomi delle vittime del Secondo Conflitto Mondiale. Su uno scalino in pietra è presente anche una piccola cassetta in ferro riportante l’incisione “Terra di Nikolajewka - 1989” che vuole rappresentare le vittime trentine che durante la Seconda Guerra Mondiale hanno perso la vita durante la sanguinosa battaglia a Nikolajewka, sul fronte russo. --- Bibliografia:
  • Voto a San Valentino

    Il 14.2.1944, come ogni anno, si festeggiava a Vezzano il Patrono San Valentino, ma in un contesto particolarmente grave: la guerra, coi pericoli, i dolori e le privazioni che essa porta con sé, in assenza dei molti giovani soldati e dei lavoratori impegnati in luoghi lontani e pericolosi. Nonostante tutto ciò, migliaia di fedeli, accorsi da tutto il circondario, presenziarono alla messa solenne in cui fu emesso il voto a San Valentino, sottofirmato dalle autorità ecclesiastiche e civili e da molti capofamiglia delle otto comunità dell'allora Comune di Vezzano. I cannoni piazzati a Vezzano non furono usati: la guerra cessò appena in tempo ed in ottemperanza a quel voto, la comunità vezzanese dal 1945 la prima domenica di settembre ricorda e rinnova quel voto con una solenne precessione alla chiesa di San Valentino in agro. Alla commemorazione religiosa si è poi affiancata dagli anni '90 una manifestazione dedicata alla pace organizzata al tempo dai Comuni di Vezzano e Padergnone, ora Vallelaghi, con la collaborazione di associazioni e scuole, che col passare del tempo si è arricchita di offerte culturali ed ha preso il nome "Tutti i colori della pace". --- In questo Archivio potete consultare articoli a riguardo pubblicati sul notiziario comunale di Vezzano: 60º anniversario del Voto a San Valentino - di Rosetta Margoni - pag. 15-18 sul n. 2 del 2004; Mostra fotografica a cura del Museo Storico in Trento: “Vezzano, la IIª guerra mondiale e il voto a San Valentino” - di Lorenzo Gardumi - pag. 12-14 sul n. 2 del 2005;
  • La banda di Vezzano con la madrina e le vallette

    Foto ricordo della banda di Vezzano diretta dal Maestro Carlo Chiusole. Madrina era Tullia de Eccher, che aveva ben tre familiari nell'organico, e porta lo stendardo. Accanto a lei le vallette Roberta Tonelli e Giuliana Ronchetti. Sulla destra, accanto al Maestro, il sindaco Celeste Bressan. Sulla sinistra il presidente della banda, Mario Chiusole, fratello del maestro.
  • Nuove divise per la banda di Vezzano

    La banda di Vezzano, guidata dal maestro Carlo Chiusole, indossa la nuova divisa.
  • Targa di riconoscenza a Giuseppe Leonardi

    Giuseppe Leonardi riceve la targa di riconoscenza per il servizio prestato nei Vigili del Fuoco Volontari di Vezzano quando lascia il suo incarico di capo dei pompieri, ruolo poi assunto dal figlio Carlo. Lo circondano i pompieri più anziani: Enrico Aldrighetti, Adolfo Tonelli e Luigi Gentilini.
  • Il decano del carnevale di Vezzano

    Col suo cappello da vigile e le mostrine sul colletto della tuta, a dimostrare il suo attaccamento al corpo dei vigili del fuoco, Enrico Aldrighetti ha continuato a svolgere la sua opera di volontariato nella preparazione della "sbigolada" di carnevale, sempre ben accetto e stimato anche dai colleghi più giovani.
  • I volontari al carnevale di Vezzano

    Il carnevale a Vezzano è tradizionalmente preparato dai vigili del fuoco, sia quelli in servizio attivo, sia quelli che avendo superato i 60 anni devono interrompere il servizio.
  • Struttura per "sbigolada" in miniatura

    Tradizionalmente per il carnevale veniva costruita in piazza una struttura in legno alla quale venivano appesi con catene di ferro i grandi paioli per cuocere gli spaghetti, il ragù e il vin brulè sotto i quali si facevano ardere fascine di legna. Tale struttura è stata in questo caso riprodotta in miniatura quale dono di riconoscenza per la cinquantennale attività di Enrico Aldrighetti come si evince dalla targa: "50 anni di bigoi insieme. Grazie"
  • 41 anni nei vigili del fuoco

    Giuseppe Leonardi appunta sulla giacca di Enrico Aldrighetti la medaglia dei 41 anni di servizio attivo nel corpo dei vigili del fuoco di Vezzano. Ricevono la medaglia insieme a lui Adolfo Tonelli e Luigi Gentilini. La medaglia dell'Unione Provinciale Corpi Vigili del Fuoco Volontari del Trentino riporta sul retro la scritta latina "Dat virtus locum flammae que recedunt". Quella del Corpo dei Vigili del Fuoco di Vezzano è personalizzata e sul retro è inciso "A Aldrighetti Enrico pompiere dal 1946 al 1987". Le due medaglie assegnate sono ben visibili in un'altra foto:
  • Enrico Aldrighetti

    "El Richéto" è nato a Vezzano il 22 ottobre 1924 dove è morto il 26 marzo 2014 dopo una vita dedicata alla famiglia e al volontariato. Nel 1946 è entrato nel corpo dei Vigili del Fuoco Volontari entro il quale ha svolto per 40 anni il ruolo di caposquadra. Ha vissuto i tempi in cui si muovevano a cavallo trainando l’antica pompa funzionante a forza di braccia (scheda collegata) e tutte le successive trasformazioni.
  • "Sbigolada" a Vezzano

    Sono i vigili del fuoco, qui nella loro divisa storica, a preparare tradizionalmente gli spaghetti (bìgoi) al carnevale di Vezzano. Si nota la tipica struttura in legno alla quale si appendevano le caldere per la cottura della pasta. Davanti a loro un signora mangia dal suo piatto di porcellana gli spaghetti. La data approssimativa è stata dedotta dal vestiario. La cartonolina è stata ritagliata con le forbici.
  • Invito nascita Consorzio Valorizzazione Vino Santo

    Lettera d'invito alla presentazione del "Consorzio per la Tutela e Valorizzazione del Vino Santo Classico Trentino", in occazione della 47° mostra dei vini del Trentino. La lettera è firmata da Arrigo Pisoni, che fu il presidente del Consorzio per tutta la sua durata.
  • Processione di San Valentino a Vezzano

    Il 2 maggio 1945 terminò ufficialmente il secondo conflitto mondiale in Italia ed a Vezzano, il sabato successivo, venne effettuata la celebrazione solenne qui immortalata. Essa era prevista dalla preghiera e voto fatta per ottenere l'intercessione di San Valentino da autorità ecclesiastiche, civili e popolazione del Comune di Vezzano il 14 febbraio del 1944, nella quale si legge: "...ottenute le sospirate grazie, vogliamo mostrare la nostra riconoscenza impegnandoci oggi con voto solenne a celebrare, appena cessata la guerra, una festa di ringraziamento, portando in processione la benedetta tua immagine, seguita come scorta d'onore dalle Autorità e rappresentanze di tutto il Comune." Si vedono gli archi da festa con in cima lo stemma comunale, e la scritta "Grazie San Valentino d'averci salvati"; sulla sinistra si scorge parte della facciata della chiesa di Vezzano mentre sulla destra si vede parte dell'edificio del Bar alla Posta, sulle cui finestre sono esposte delle lenzuola bianche, come da tradizione.