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  • Carta geografica generale della Valle dei Laghi : Trentino-Italia

    La “Carta geografica generale della Valle dei Laghi”, progettata e avviata da Nereo Cesare Garbari; fu completata a otto anni dalla sua morte, con l’impegno della moglie Carla, che si avvalse di conoscitori e cultori di storia locale. La carta, scala 1:20.000, punta sulle informazioni storico-culturali, quali toponomastica, siti di interesse archeologico, naturalistico, sentieri e altri; elementi geomorfologici, per questo motivo è unica nel suo genere. Sulla cartina sono indicati con numeri i siti di interesse con la rispettiva legenda, sul retro la traduzione in inglese, tedesco e francese. Misura 80x66 cm su un foglio 100x67 cm, ripiegato a 19x12 cm. Il 30 luglio 1997 è stata presentata al pubblico dal Gruppo Cuturale Nereo Cesare Garbari del Distretto di Vezzano di cui gli autori facevano parte. La cerimonia è descritta a pagina 12 di
  • Bachicoltura, agricoltura e allevamento

    Antonia Zuccatti, classe 1931, ci racconta la sua esperienza di bambina e giovane donna nell'allevamento dei bachi da seta ("cavaléri") fino alla vendita dei bozzoli ("galéte"), utilizzando anche termini dialettali specifici, citando le località (Ronc, Sorac, Gèra) dove andava a raccogliere le foglie di gelso ("morar") per alimentarli, descrivendo la fatica ed i sacrifici che dovevano affrontare. Descrive poi le altre fonti di sostentamento e di reddito provenienti dalle coltivazioni di viti, patate, frumento, granoturco, dall'allevamento di mucche, vitelli, capre, galline e conigli, accennando all'attività lavorativa del marito Angelo in malga. In fondo alla scheda si può accedere ai termini dialettali che Antonia ha utilizzato e che sono inserti nel glossario di questo archivio.
  • Ruscello in loc. Pozze

    Un tempo qui scorreva un piccolo corso d'acqua a cui le bestie della fam. Pedrotti si abbeveravano al pascolo
  • Calchèra in loc. Pozze

    È stata costruita nel 1930 ed andò in disuso nel 1944. Oggi la copertura è sventrata e la calchèra è infestata dalla vegetazione.
  • Fontana dove si abbeveravano le bestie della fam. Pedrotti in loc. Pozze

    Il qui ritratto Giulio Pedrotti ci racconta che un tempo la fontana non era così infestata dalla vegetazione perchè assieme a suo fratello ogni sabato pulivano l'alveo del piccolo ruscello che scorreva con cucchiai e cazzuole. Anche la boscaglia non era così fitta perchè la legna veniva tagliata per ardere.
  • Casa Pedrotti in loc. Pozze

    Residenza estiva della famiglia Pedrotti: in inverno vivevano invece in paese a Cavedine, più precisamente a Musté. La località si chiama così per via delle "fontane" sulle pendici del monte, visibili nelle risorse correlate a questo contenuto. La famiglia progettava di ampliare la casa con un'altra camera, una cantina ("càneva") e un garage, ma si pose di mezzo l'avvento della prima guerra mondiale, che chiamò alle armi gli uomini di casa, impedendone quindi la costruzione. Un tempo infatti non si avevano i soldi per pagare degli operai edili, e le case venivano costruite dai capifamiglia con l'aiuto di amici e parenti. Nello spazio risultante sono stati piantati due pruni ("brugnère"), a testimonianza dell'attività di sostentamento della famiglia, ovvero la vendita delle prugne ("brugne"). L'interno attualmente si compone di una cucina e una camera, poi attraverso una scala a pioli si sale al "solèr", ovvero dove si metteva il fieno. Prima della ristrutturazione del primo piano lì venivano ospitati i bachi da seta ("cavaléri"), che prendevano in aprile a Lasino. Il periodo del loro allevamento era molto intenso perchè gli uomini andavano a prendere le foglie di gelso ("morèr") e le donne e i bambini le tagliuzzavano due/tre volte al giorno per darle loro in pasto. Quando i bozzoli erano pronti li portavano a Cavedine. Al piano terra si trova invece il focolare ("fógolàr") e la "stala" per le bestie (2 buoi e 2 capre), con la mangiatoia ("magnadóra"). I tetti sono stati rifatti verso il 2010. Da notare la rudimentale serratura.
  • Audiointervista a un'anziana di Cavedine

    Racconto della vita al tempo della guerra, tra miseria e restrizioni. A proposito di "copàr piòci", si veda la filastrocca al n. 29 del fascicolo
  • Aratura col bue

    Carlo col figlio Giancarlo Garbari ed il cognato Eustacchio Piccoli dietro l'aratro. Davanti a guidare il bue c'è un "faméi". Dietro si vede il carro con la "béna". Sono nella loro campagna in "Naràn".
  • Al Tuf

    Nei periodi di siccità gli abitanti di Ranzo dovevano scendere fino alla sorgente del Tuf, nella gola del Sarca, con le "brentóle" e i secchi per prendere l'acqua ad uso domestico. Ci volevano due - tre ore di scosceso cammino. Qui vediamo un momento di incontro tra chi scendeva e chi tornava; si notano infatti dei secchi vuoti ed altri pieni d'acqua coperta da figlie, utili a trattenere lo sciabordio dell'acqua durante il percorso. Per saperne di più leggi pagine 279 - 280 del "Libro delle acque" collegato.
  • Pignoramento delle proprietà dei fratelli Andrea e Giovanni Battista del fu Pietro Bassetti di Lasino

    Luigi Travaglia di Cavedine chiede il pignoramento dei mobili e del bestiame dei fratelli Andrea e Giovanni Battista Bassetti per il mancato saldo dell'intera prima rata del debito che avevano verso di lui. I beni di Andrea: 1. una porzione di casa con cortile a Lasino in località detta "ai Bassetti" 2. una porzione d'orto a Lasino 3. una porzione di un fondo in loc. "le Calade" a Sarche 4. due sorti in loc. "alle Sorti Magre" a Sarche 5. un fondo in loc. "alle Chiusure" di Madruzzo 6. un fondo alle "Pallade" 7. un fondo al Barcolo 8. un fondo in loc. "alla Valle" 9. un fondo in loc. Soraprà 10. un pezzo di prativa con poco arativo in loc. Grumol 11. la metà circa della prativa con vecchia casina e poca parte di boschivo in loc. al Campo I beni di Giovanni Battista: 1. una porzione di casa rustica e civile con cortile e orto in loc. "ai Bassetti" 3. una porzione del fondo in loc. "le Calade" a Sarche 4. due sorti in loc. "al Sachetto di Mezzo" 5. una sorte in loc. "alla croce" a Sarche di Lasino 6. un fondo in loc. Dapedallo 7. un fondo in loc. S. Pietro 8. un fondo in loc. "alla Nogara" ossia Pozzo 9. un piccolo fondo in loc. sotto Pozzo 10. una terza parte di prativa in loc. Grumol 11. metà prativa con porzione di boschiva di faggio in loc. al Campo
  • Convenzione tra i cognati Antonio fu Cristoforo Chistè e Giovanni Battista fu Pietro Bassetti di Lasino per spartizione eredità

    In archivio disponiamo del documento in cui Antonio cede i terreni ai nipoti Augusto ed Angela:
  • Cessione di proprietà terriere ai nipoti

    Antonio fu Cristoforo Chistè cede ai nipoti Augusto ed Angela di Giovanni Battista Bassetti tre terreni in località detta "ai Campetti" a Sarche come compenso per le eredità del fratello Basilio, della sorella Margherita e del padre Cristoforo. Probabilmente il documento è una bozza perchè mancano la data e le firme, inoltre una parte della prima frase è scritta in matita. Le misure sono 34 x 21 cm.
  • Donna che trasporta acqua

    Natalina Beatrici in Sommadossi rientra a casa con l'arcuccio (in dialetto brentóla o bazilón) in spalla con i secchi pieni d'acqua. Due galline becchettano tranquille sulla strada sterrata. Il primo acquedotto di Ranzo risale al 1954, prima di allora l'acqua veniva trasportata a spalla con la "brentöla" andandola a prendere alle fontane quando andava bene o alle Masere o addirittura al Tuf. Sul muro accanto al portico si intravede appena la scritta Via Castel Roman.
  • Con la pecora

    Olga Morandi partiva da Vezzano e saliva il ripido sentiero dello Scal per far visita agli amici di famiglia a Margone, eccola lassù con una pecora degli amici. Alle sue spalle la scuola. (La strada Vezzano-Margone è stata costruita nel 1949 dalla SISM per raggiungere il pozzo piezometrico verso Maso Rualt, collegato alla Centrale Idroelettrica di Santa Massenza.)
  • Contadini sul carro

    Giancarlo Garbari, Valentino Bressan, Ettore Tomazzolli, Eustacchio Piccoli, con forche e rastrelli, sono tutti sul carro trainato da un cavallo bianco all'uscita di Vezzano verso Naran, dove dovranno occuparsi della fienagione.
  • Il "Trato Marzo" a Vigo Cavedine raccontato da Alba Chistè

    Alba Chistè racconta come si svolgeva il "Trato Marzo" nel paese di Vigo Cavedine l'1-2-3 marzo di ogni anno. Si rivolge in lingua italiana ma utilizza anche termini dialettali per dare più risalto ad alcune frasi come "i se trovava" (si trovavano), "per sposar le bèle fiole" (per sposare le belle figlie), "de chi èla, de chi no èla?" (di chi è?, chi sono i suoi genitori? ), "la Alba del Bruno Forto che l'è anca bèla" (Alba di Bruno detto "Forto" che è anche bella), "a chi la dente, a chi no la dente" (a chi la diamo in sposa?), "al Romano Drago che l'è da sposar" (a Romano detto "Drago" che è ancora da sposare), "èl en contrat da far?" (è un contratto da fare?), "e denteghela e denteghela che l'è da maridar" (va bene, che ha ancora da prendere marito).
  • Trattative di compravendita terreni tra Emanuele Caldini e Baldassarre Bassetti

    Nel secondo documento si fa riferimento a molti toponimi: - al Gaggio - località Sorbel - località alle Giare (alla Barberina) - Rovecchi - Croce del Monte - Barcolo - Turrino (dov'è?) - Chiesura - Dorghelle (dov'è?) - Caviciani - Ronchione - altre Sorte - al Campo
  • Documento di compravendita stabili tra Don Francesco Pisoni e Bassetti Augusto di Giovanni Battista di Lasino

    Dal testo capiamo che i lotti sono stati comprati a seguito di un'asta volontaria nell'ambito delle leggi ottocentesche sull'alienazione ed aggravio fiscale dei beni ecclesiastici. Si fa riferimento alla località "Penti[, nelle] pertinenze di Lasino". Il documento misura 34 x 42 cm.
  • Accordo privato tra Antonio Pisoni fu Domenico di Sarca e Giovanni Battista fu Pietro Bassetti di Lasino

    Accordo a seguito di un contenzioso per degli alberi sul confine tra le due proprietà al Dosso dei sassi di Sarche; il pagamento è in corone. Il documento misura 33.5 x 20.5 cm.
  • Processione sull'antica via dei caschi

    Fra i tanti scatti realizzati a questa processione, sulla salitella dell'antico nucleo abitativo dei "Caschi", ne abbiamo selezionati alcuni che possono mostrare come era costituita la lunga processione. Davanti vediamo i bambini ed a seguire gli uomini; fra loro vestono una tunica rossa i portatori del gonfalone, della croce e di due diverse coppie di lanterne, una coppia semplice in apertura e una coppia sormontata dalla raffigurazione dell'ostia in chiusura. Li seguono le bambine e la statua della Madonna della Pace portata dai giovani della confraternita del Santissimo con le tuniche bianche e mantellina azzurra. Chiudono la processione i parroci e le donne che portano altre due croci e i ceri. Un gruppo di donne porta il velo nero. In archivio abbiamo la foto anche di un'altra processione, più solenne, mentre sfila ai piedi dei "Crozzòi":
  • Processione della Madonna della Pace

    La solenne processione sta sfilando ai piedi dei "Crozzòi", antico nucleo abitativo del paese, insieme a quello dei "Caschi". In primo piano le caratteristiche "arche" decorate con rami di pino sostengono la scritta PAX e numerose bandierine triangolari rallegrano la via. Sullo sfondo si vede la vecchia Chiesa dei santi Filippo e Giacomo e sulla sinistra la salita sul Dòs Alt. Gli uomini della confraternita del Santissimo, con la tunica bianca e azzurra, portano la statua della Madonna della pace ed i ceri; intorno ci sono i vigili del fuoco col loro elmetto e la divisa similmilitare. Dietro si vedono i parroci, il coro e le donne. L'ultimo dei sacerdoti è don Giuseppe Tamanini, curato di Padergnone dal 1919 al 1953.
  • Impiegata agli Alberoni

    La signorina Enoe, impiegata al Comune di Vezzano, era appoggiata ad uno dei grossi ippocastani che avevano dato il nome a questo punto d'incontro. Sullo sfondo la salita al "Doss" che ora è una scalinata.
  • Eredità di Claudio Bassetti - 1899

    Documento scritto a matita L'analisi della "eredità abbandonata" da Claudio Bassetti, che descrive tutte le proprietà facendo riferimento alle particelle catastali ed ai nomi di località, ci permette di localizzare in mappa questi toponimi: Campagna, Vai, Roggiole, Pontare, Giare all'interno del CC Fraveggio di cui Santa Massenza fa parte ed inoltre Sottovi di Padergnone, Fossà e ai Colmi di Vezzano, Valle di Ranzo. Riguardo l'uso del terreno fa riferimento a zappative, arative con viti e gelsi, prate e boschi. Il valore dei beni è espresso in fiorini. Quando indicate, le superfici sono espresse in pertiche (4,3899 mq circa). --- Trascrizione del documento per una prima rapida lettura a cura di Rosetta Margoni: N° d’affari A44/99/8 A Bassetti Emmanuele fu Claudio S. Massenza L’eredità abbandonata da Bassetti Claudio fu GianBattista di S. Massenza ivi decesso li 21 Marzo a. c. Con testamento ?cupativo apparente del promemoria 16 agosto 1898, venne da quest’I. R. Giudizio distrettuale in base al testamento ed alla rinuncia di Vincenzo Bassetti al legatogli usufrutto ed alla incondizionata adizione contenuta nel protocollo 14 aprile 1899 aggiudicata in parti eguali ai tre figli dell’ereditando Emmanuele, Celeste, e Beniamino Bassetti, coll’obbligo adempiere i legati imposti dal testatore. Con ciò si dichiara chiusa la presente ventilazione ereditaria, abilitando gli eredi a far qui iscrivere questo decreto per ogni effetto di legge riguardo alla metà pro indivisa dei seguenti stabili: 1. metà della casa rustica d’abitazione in S. Massenza l.d. alla Piazza, civ n.23, p. n. 64, con cortile annesso, a cui 1 Bassetti fratelli fu Giuseppe e strada, 2 Polli Giuseppe, 3. Bassetti Rosa ved. Di Giuseppe, 4 Polli Casimiro e Parisi Pietro, valutata la metà f. 125.- 2. Metà orticello attiguo alla detta casa, p. N. 599 cui 1 il cortile della casa, 2 Rosa v. Bassetti, 3 Giuseppe Bassetti, 4 Polli Casimiro, valutato la metà f. 5.- 3. Metà dell’arativa vignata pertinenze di Santa Massenza l.d. alla Campagna, p. N 426, cui 1 Parisi Mansueto, 2 Polli fratelli fu Eugenio, 3 strada, 4 Pio e Sisto flli Bassetti, val. la metà f. 20.- 4. Metà arativa, con viti e gelsi s. pertinenze l. d. Alla Campagna, p. N. 436, cui 1 e 4 Polli eredi fu Eugenio, 2 Danielli Dr Daniele, 3 strada valutato la metà f 25.- 5. Metà arativa vignata in Vai, di pertinenza p. N. 518 cui 1 Polli Clemente e Polli eredi fu Beniamino, 2 Bassetti eredi fu Beniamino, 3 Righi Silvio, 4 strada, val. la metà f. 15.- 6. Metà di altra arativa in Vai stesse pertinenze N. 484, cui 1 Polli Casimiro, 2 Bassetti Caro ed eredi fu Placido, 3 e 4 Polli Leopoldo, val f. 20.- 7. Metà d’altro stabile in Vai s. Pertinenze . p. N. 450, 451, 452, 510/1, 512, 513, 515, cui 1 strada, 2 Parisi Bortolo, Polli Franco, Bassetti fratelli Pio e Sisto, strada cons. Bassetti Giuseppe e Polli Leopoldo, 3 Righi Silvio, 4 Bassetti Vincenzo, v. la ½ f 100.- 8. Metà prato con bosco l.d. alle Roggiole, tenere di S. Massenza p. N. 658, 659, 660, 662, 663, 664, cui 1 Bortolo Parisi e strada, 2 il Comune, 3 Bassetti Angelo e Beniamino flli, 4 il Comune, Margonar Eugenio, e Bassetti Angelo e Beniamino flli, valutato la metà f. 25.- 9. Metà zappativa l.d. alle Pontare s. Pertinenze. p. N 628, cui 1 strada, Bassetti Carlo ed eredi fu Placido, 2 Parisi Antonio, 3 Parisi Bortolo, 4 Polli Casimiro, valutato la metà f. 15.- 10. Metà bosco l.d. alle Giare stesse pertinenze p. N 584, cui 1 Polli Leopoldo, 2 assetti Pio e Sisto flli, 3 il Comune, 4 Polli eredi di Eugenio valutato la metà f. 5.- 11. Metà arativa nelle pertinenze di Padergnone l.d. Sottovi, p. N. 273, 274, 275, 276, cui 1 e 2 Ferrari Fanny, 3 e 4 Mensa P. V., v. la ½ f. 70.- 12. Metà arativo con viti e gelsi nelle pertinenze di Vezzano l.d. al Fossà, p. n. 632, cui 1 strada erariale e comunale, 2 e 3 la roggia, 4 il passo consortale, val. La metà f. 600.- 13. Metà bosco alla Valle di Ranzo, comune di Ranzo, p. N. 1231/3, di circa pert. 300 a cui 1 e 2 il Comune di Ranzo, 3 Bortolo Parisi e 4 Pio e Sisto Bassetti, val. La metà f. 5.- 14. Metà prato l.d. ai Colmi nel tenere comunale di Vezzano e Sopramonte al n. Di part. 2504, di circa pert. 600, cui 1 il Comune di Sopramonte e Vigolo, 2 Isabella vedova de Negri Contessa Sizzo, 3 il Comune di Vezzano e 4 Conte Saracini, val. La ½ f. 10.- I.R.Giudizio distr. Vezzano 2 dicembre 1899 Consigliere Provinciale [firmato]
  • Compromesso di compravendita Sottovi 1893

    Il documento testimonia la coltivazione di gelsi e fichi a Sottovi di Padergnone. La moneta usata erano i fiorini viennesi. --- Padergnone 14 ottobre 1893 Compromesso di Compravendita Fra i sottoscritti Cesare Graziadei venditore di Padergnone e fratelli Claudio Vincenzo fu Gio Batta di Santa Massenza compratori, passarono oggidì al seguente contratto di Compravendita Cesare Graziadei di Padergnone vende e trasferisce in assoluta proprietà libero da qualsiasi ipoteca ai fratelli Claudio e Vincenzo fi Gio Batta di Santa Massenza un suo fondo, greggivo con gelsi e fichi l. d. a Sottovi fra i confini 1° Ferrari V.a Famis di Stenico, 2° la stessa e la Mensa Vescovile, 3° Mensa Vescovile, 4° Mensa e strada comunale, pertinenza di Padergnone. Tale vendita viene fatta dal venditore Graziadei ai fratelli Bassetti per la somma di fiorini 745 diconsi fiorini settecentoquarantacinque v. a che i compratori Bassetti si obbligano di pagare in contanti all’atto dell’assunzione del rispettivo documento, il quale verrà assunto entro 8 giorni descrivibili da oggidì. Cesare Graziadei accusa ricevuta di una caparra di fiorini 50 diconsi cinquanta. Letto e firmato alla presenza dei presenti testimoni Graziadei Cesare venditore Vincenzo e Claudio Bassetti Beatrici Emanuelle testimonio Luigi Graziadei testimonio