Padergnone, scorcio
- Titolo
- Padergnone, scorcio
- Data della scansione
- 23 gennaio 2025
- Licenza d'uso della scansione
- CC BY 4.0
- Titolo
- Padergnone, scorcio
- Descrizione
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Cartolina non viaggiata, in bianco e nero, dimensioni: 10 x 7 cm.
Il formato della cartolina e la presenza di pali della luce fa ipotizzare una datazione tra gli anni 10 e 20 del 1900.
Lo scatto raffigura un gruppo di case di Padergnone.
Si intravedono due pali della luce che fanno pensare alle linee elettriche Fies-Trento realizzate nel 1908/09.
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Approfondimento
Condividiamo con piacere le preziose informazioni storiche che ci ha inviato Silvano Maccabelli osservando questa fotografia:
In questa panoramica orientale del paese s'intravede, in primo piano al centro, il retro semidiroccato di Casa Walzl, poi ristrutturata nei primi anni Cinquanta.
Più importanti sono gli elementi architettonici siti accanto al campanile sulla destra della foto.
L'edificio che si vede nella foto immediatamente accanto al campanile venne distrutto da un incendio nei primi anni Cinquanta del secolo scorso, fu demolito ed oggi al suo posto c'è un giardino privato.
(Si tratta di quello che un tempo era il "civico n. 56" acquistato all'incanto presso il Giudizio Distrettuale di Vezzano nell'agosto del 1882 dal curato padergnonese Domenico Pozzi in qualità di amministratore del "Fondo per l'ampliamento della chiesa curaziale" del paese. Dieci anni più tardi, nel 1892, era pronto pure il progetto, opera di don Donato Perli, allora cooperatore presso la chiesa decanale di Calavino, e poi curato di Vezzano. Il "Comitato pro ampliamento chiesa", tuttavia ebbe vita breve a causa di forti contrasti nel suo seno, e solo nel 1907, col patrocinio del nuovo curato don Vigilio Tamanini, ne poté vedere la luce una nuova edizione, che si affidò al progetto dell'architetto Mario Sandonà. Fu poi la guerra a porre fine anche a questo secondo "Comitato", che tuttavia risorse ancora una volta dalle sue ceneri nel 1924, sotto la guida del curato don Giuseppe Tamanini, riuscendo però soltanto a portare a termine esclusivamente alcune piccole modifiche, che gli fruttarono pure una denuncia di cui dovette rispondere davanti al Pretore del mandamento di Vezzano, nell'aprile del 1925, per avere operato senza la necessaria autorizzazione delle competenti Autorità. Contrapposizioni assortite all'interno del "Comitato pro ampliamento chiesa" perdurarono anche prima e dopo la seconda guerra, quando venne approntato un nuovo progetto di ampliamento da parte del Sandonà. Questo stato di cose portò diritto all'idea di sostituire il progetto di ampliamento con quello della edificazione ex novo, a proposito della quale il parroco don Luigi Flaim riuscì a porre la "prima pietra" della nuova chiesa nel luglio del 1964.)
L'edificio che vediamo aggettato ad est di quello appena descritto è stato anch'esso demolito nella seconda metà del Novecento, lasciando luogo ad una abitazione privata, ora anche B&B, in via Nazionale 62.
(Anche l'attiguo 56a apparteva al "Fondo pro ampliamento chiesa". Nel 1911 venne venduto al Beneficio canonicale Rigotti, il quale lo lasciò più o meno tale e quale a come si vede nella foto e ne fece la - miseranda - casa colonica per i suoi dipendenti, quali ad esempio la famiglia Mauro e quella di Beniamino Rigotti.)
Entrambi i luoghi, compreso un vecchio orto attiguo, denominato "Lunèl", subirono dopo la demolizione, delle modifiche ambientali dovute all' "interramento" prodotto dallo scarico dei materiali di scavo della nuova chiesa, edificata più a sud in località detta "Le Ave" per la presenza d'un vecchio alveare. - Tipologia
- Cartolina
- Data
- 1910
- 1920
- Collocazione
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Archivi del comune di Vallelaghi
- Inserita in un album fotografico con identificativo SMa 20
- Licenza
- CC BY 4.0
- Livello di precisione della collocazione geografica
- Collocazione generica in riferimento al paese
- Media
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Padergnone, scorcio
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