Posta in via Lagolo a Lasino, sulla casa 3-5 si trova quello che rimane di questa edicola, in cui si intravedono solo pochi resti dell'affresco con la Madonna dell'Olivo.
Bibliografia:
Nella zona di San Siro, questa croce era utilizzata come punto di sosta nelle antiche processioni delle rogazioni. Sul suo basamento in pietra è posta un'epigrafe con questa incisione: "Anno Iubileo 1886"
Bibliografia:
Lungo il percorso della "passeggiata archeologica" si trova questo capitello, detto "déi mericàni" perché eretto dagli emigranti americani nel 1923 e "dé Làgol" dal nome della località.
Il capitello è dedicato a Santa Maria Assunta, infatti, nella sua nicchia ospita proprio una statua della santa.
Venne inaugurato il 5 settembre dello stesso anno.
Bibliografia:
Nella piazza di Stravino si trova questo capitello, conosciuto come capitello di San Rocco ma anche come capitello della peste o capitello del crocefisso.
Nelle sue tre nicchie gli affreschi raffigurano San Rocco, Sant'Antonio Abate e un crocifisso.
Si tratta di un capitello votivo edificato in occasione dell'epidemia di colera che ha colpito la zona nel 1836; venne poi restaurato e ampliato nel 1855 per la seconda ondata di colera.
Restaurato per l'ultima volta nel 1987-1990.
Questo capitello è anche ricordato nella poesia "El Caputel de Stravin" di Ottorino Pederzolli.
Bibliografia:
Una delle quattro croci lignee di Stravino sul percorso delle rogazioni, rinnovate a cura della Pro Loco nel 1983-84. Questa è situata nella zona di Stravino nota come "Mas del Gómbet", all'entrata della zona industriale di Cavedine.
Bibliografia:
Croce in pietra nota come "Croce dei Filari", situata tra le campagne di Cavedine. Durante la Seconda Guerra Mondiale le sue "braccia" erano state scheggiate con dei colpi di pistola scagliati da un ufficiale tedesco. Più tardi è caduta a terra a causa dell'urto di un camion. Visti i danni subiti venne poi ricostruita di più piccole dimensioni.
Probabilmente un tempo era usata come punto di sosta nelle antiche processioni delle rogazioni.
Bibliografia:
Croce in pietra posta nel paese di Lon, nei pressi di quello che un tempo era il ristorante "Fior di Roccia",
Sul basamento porta incisa la data: "1739".
È molto simile alle altre presenti nei dintorni e probabilmente anch'essa veniva utilizzata come punto di sosta nelle antiche processioni delle rogazioni.
Bibliografia:
Questa croce in pietra si trova lungo la strada che da Ciago porta a Lon.
La croce è stata posta in questo luogo dai paesani come ex voto per ringraziare di essersi salvati dalla tremenda epidemia di colera che nel 1855 ha colpito la zona.
Sul basamento della croce è posta un'epigrafe che ne racconta la storia con un'incisione:
"Della Croce la Salute M.N.C.C. per Lon preservato dal Cholera Morbus del MDCCCLV riconoscente questa memoria pose per voto."
Ha avuto anche la funzione di "tappa" durante le processioni delle antiche rogazioni.
Bibliografia:
Sulla strada di campagna che unisce Padergnone e Vezzano si trova quest'antica croce in pietra con incisa sul suo cippo la data "1797". Fino al 1846, quando venne fatta la nuova strada Trento – Sarche col ponte alla Stretta, era questo un tratto della strada imperiale che congiungeva Trento a Riva passando per Santa Massenza.
Questa croce veniva usata come punto di sosta per le antiche processioni delle rogazioni.
Qui nel 1880-81 sono state rinvenute due tombe romane.
Sullo sfondo la chiesetta di San Valentino in agro un tempo meta di pellegrini da tutto il Trentino.
Bibliografia
All'"ingresso" del paese di Fraveggio, si trova questa croce in pietra rossa dalle estremità rastremate, dedicata a San Bartolomeo, realizzata verso il 1948.
Bibliografia
Nella zona di Cavedine, da sempre rurale, legata alla tradizione contadina, abbiamo previsto un percorso che ricordi l'antica tradizione delle rogazioni. Le ROGAZIONI erano processioni, ora scomparse, che (accompagnate da speciali litanie) avevano lo scopo di propiziare l'esito del raccolto e di proteggere gli abitanti dalle folgori, dalla tempesta, da malattie, fame e guerra. (Fino agli anni '50 del secolo scorso la pratica secolare della benedizione delle campagne era cosa consolidata). Il punto di partenza di queste processioni era la chiesa parrocchiale e ogni giorno veniva seguito un percorso differente, che giungeva fino ad un punto prestabilito, un luogo significativo del territorio della parrocchia: una cappella, un'edicola votiva o una croce in mezzo ai campi. Il percorso si snodava per diversi chilometri ed era studiato in modo che tutto il territorio della parrocchia potesse essere raggiunto e protetto.
Proponiamo qui un percorso ad otto che passi per le 4 chiese parrocchiali e per molti punti sacri. Esso potrà essere spezzato in due parti ed i due anelli, di circa 6 chilometri ciascuno, seguiti indipendentemente l'uno dall'altro, magari facendo l'anello Nord più impegnativo a piedi e quello sud più tranquillo in bici.
Potete avere ulteriori informazioni sulla pagina dedicata a questo percorso:
All’incrocio in cui Via San Rocco si ricongiunge alla strada provinciale, si trova questa caratteristica croce lignea, eretta verso la metà del secolo scorso.
Posta su un muretto in pietra, presenta una statuetta di Gesù, e sotto di essa, un bassorilievo in gesso raffigurante la Pietà.
Bibliografia:
A lato della strada provinciale che porta nel paese di Terlago, è presente questa croce in pietra, recentemente ricostruita, che prende il nome dalla località in cui si trova: Braidón.
Nel punto in cui è posta, prima delle bonifiche agrarie dell’800, si trovava un piccolo lago, alimentato dai corsi d'acqua della piana, noto come "Lago Minore" o "Lagamenor".
Bibliografia:
- pag. 19
In questo percorso nel Sacro del Comune di Madruzzo vi è la particolare e ripetuta presenza dei principi vescovo della casa Madruzzo. Cristoforo Madruzzo è nato a Castel Madruzzo il 5 luglio 1512 e poi è diventato Principe Vescovo di Trento, succedendo a Bernardo Clesio [a soli 27 anni nel 1539 ], a lui sono seguiti Giovanni Ludovico e Carlo Gaudenzio, mantenendo il principato fino al 1658. Hanno lasciato il loro segno innanzitutto alla cappella interna al castello, purtroppo raramente visitabile, in cui è raffigurata la storia degli stemmi dei Madruzzo, ma anche alla cappella nella chiesa di Calavino; particolarmente importante è stato il loro legame con la chiesetta al Corgnon di Calavino e la chiesa di S. Maria Lauretana a Castel Madruzzo.
Potete avere ulteriori informazioni sulla pagina dedicata a questo percorso:
Così chiamato per il cognome dei proprietari, è dedicato al Crocifisso e porta all'esterno questa scritta: “Michele Angelo Levri, e figli, eressero questo capitello, per devozione nell’anno 1834, dipinto li 17 luglio 1836”.
Degli antichi dipinti rimane quello sulla volta, un Padreterno, chiuso in
un ovale di fiori che, a braccia allargate, benedice il passante.
Il Cristo Crocifisso fra le Pie donne, è invece stato ridipinto sull’originale antico
dal pittore G. Groff nel 1979 nel corso di un restauro dell’edicola. Le
pareti laterali interne sono coperte da uno strato di calce bianca.
Realizzato tra il paese e il cimitero tra il 1850 ed il 1852 quale ex voto per essere stato Brusino liberato dal colera che imperversava in valle nel 1836 mietendo molte vittime. Nel 1923 in occasione della costruzione della nuova strada Cavedine-Drena furono invertiti di posto porta e altare.
L'ultimo restauro risale al 1994, nelle nicchie esterne vennero dipinti da Arnaldo Barozzi: una Madonna Addolorata e San Rocco che veglia su un morente.
Bibliografia:
- D.Mussi. i segni del sacro nella Valle dei Laghi, Tione 2012
Collocato all'esterno del paese di Stravino, lungo la strada, troviamo questo capitello.
Eretto nel 1797, per ex voto in seguito ad un'epidemia che provocò nella parrocchia 108 morti. Fu rifatto nel 1836 in seguito ad un'epidemia di colera e dedicato alla Pietà. Per esigenze di viabilità nel 1935 fu riedificato spostandolo (prima era sulla sinistra del bivio che sale in paese) e poi fu restaurato più volte negli anni a seguire.
Nella sua nicchia ospita un bassorilievo ligneo che ritrae la Pietà.
Bibliografia:
Questo capitello, dedicato alla Crocifissione di Gesù, si trova sull’antica strada che collega Santa Massenza e Fraveggio.
Posto al centro del muro che sorregge la via, con la sua forma a capanna, ospita all’interno della sua nicchia un quadro, danneggiato dal tempo, raffigurante la crocifissione di Gesù, realizzato da un artista anonimo, da cui prende il nome di “Capitello del Crocifisso”.
Bibliografia:
Di fronte alla centrale idroelettrica, lungo la strada che collega Padergnone e Santa Massenza, si può notare questo capitello dedicato alla Santa.
La prima costruzione di questo capitello risale alla fine del 1800 ed allora era situato vicino all’omonimo lago.
Con la costruzione dell’imponente centrale idroelettrica era stato invaso dall’acqua e così, nel 1953, è stato demolito e ricostruito con gli stessi materiali dell’originale nel luogo in cui lo troviamo ancora oggi.
Nella sua nicchia si può ammirare l’affresco che ritrae Santa Massenza, al centro, con al suo fianco San Domenico, a sinistra, e San Rocco, a destra; opera realizzata dal pittore rivano Lazzeri.
Bibliografia:
- “I segni del sacro nella Valle dei Laghi”, Tione, 2012
La storia di questo capitello, chiamato anche “Cappella dei Caschi”, nasce durante la Seconda Guerra Mondiale, quando la paura della guerra ha spinto i padergnonesi a voler dedicare un’opera religiosa alla Madonna, sperando nel suo aiuto.
Alla fine della guerra, i paesani scelsero di rappresentare la loro gratitudine con la costruzione di un capitello a lei dedicato.
In particolare hanno scelto di rappresentare l’Immacolata Concezione, caratterizzata dalle dodici stelle sul capo, il rosario tra le mani giunte e un piede che schiaccia la testa di un serpente, simbolo del peccato.
La Madonnina è stata inserita in una struttura architettonica in pietra rossa, disegnata dall’ingegner Enrico Zuccatti, e posta proprio sopra il rifugio antiaereo scavato nella roccia dai paesani per ripararsi dalla guerra.
Il capitello è stato inaugurato il 2 giugno 1947. Nel 2004, rovinato dal tempo, ha subito un restauro assumendo l’aspetto che si può tutt’ora ammirare.
Bibliografia:
- “La Madonna sul Rifugio, breve storia della Cappella dei caschi a Padergnone”, Circolo pensionati e anziani di Padergnone, testi di Silvano Maccabelli, Padergnone, 2004
Posto sotto il dosso di San Lorenzo da cui prende il nome, è detto anche "dei stropèri" e "dei russi", è stato eretto dopo la grave epidemia di colera del 1836 che causò 140 morti a Cavedine.
"Stropèri" è il toponimo della zona, mentre il riferimento ai russi secondo la tradizione popolare pare si riferisca alla presenza di prigionieri russi durante il 1° conflitto mondiale disseminati nei vari paesi, in particolare nella parte alta della valle di Cavedine, impiegati per lo più in lavori stradali.
La nicchia principale ha le tre pareti affrescate: in centro la Madonna con due santi e le anime del purgatorio, a sinistra i Santi Sebastiano e Rocco invocati contro le pestilenze, a destra i Diecimila Santi martiri; sul soffitto è rappresentata la Colomba dello Spirito Santo.
Sulla nicchia a Ovest è raffigurato Santo Stefano, invocato per la buona morte, su quella Est San Lorenzo, invocato contro gli incendi e sul lato Nord è raffigurata una Grande croce.
Bibliografia:
Anello nord del percorso ad otto del sacro del Comune di Vallelaghi, nel rientro si può scendere da Ciago per vedere il capitello di San Jop protettore dei bachicoltori o, rinunciandovi, fare un giro più ampio passando per Lon e Fraveggio; ambedue queste proposte partono ed arrivano a Vezzano passando per Terlago.
L'anello sud prevede invece il passaggio da Padergnone.
Potete avere ulteriori informazioni sulla pagina dedicata a questo percorso:
Anello sud del percorso ad otto del sacro del Comune di Vallelaghi, passante per un tratto della vecchia strada imperiale di fondovalle in alternativa a quello più alto che passa per i ruderi di San Martino; ambedue queste proposte partono ed arrivano a Vezzano passando per Padergnone.
L'anello nord prevede poi il passaggio da Terlago.
Potete avere ulteriori informazioni sulla pagina dedicata a questo percorso:
Dedicato ai Santi Filippo e Giacomo, chiamato anche "Capitel del Bati" poiché così veniva chiamato il vecchio proprietario della casa affiancata all'edicola. Riporta sul concio la data 1888, tempo in cui passava da lì la strada imperiale che da Vezzano portava al fondovalle.
Come documenta una targa posta sotto la nicchia, è stato recuperato dal Comune di Padergnone nel 2004 e Monica Huez vi ha raffigurato i Santi Patroni Filippo e Giacomo.
Bibliografia
- D. Mussi, I segni del sacro nella Valle dei Laghi”, Tione, 2012