Guerra

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  • Parata militare asburgica

    Numerosi militari asburgici sono in parata in piazza Fiera a Vezzano durante la prima guerra mondiale, Vediamo che la piazza era separata da via Dante da una fila di giovani alberi spogli. Sulla destra vediamo anche una costruzione provvisoria, probabilmente a servizio dei militari acquartierati a Vezzano. Sulla sinistra si può notare l'impianto di illuminazione realizzato nel 1911 in seguito ad una contratto tra Comune di Vezzano e Comune di Trento per la distribuzione dell'energia prodotta alla centrale di Fies per il Comune di Trento.
  • La guerra raccontata da Elio Faes

    L'intervista è stata realizzata in vista delle celebrazioni del 60° del Voto a San Valentino, occasione in cui reduci e civili sono stati invitati a raccontare la loro esperienza di guerra. Questo il sunto del contenuto: Partito in treno il primo gennaio del 1941, età 21 anni, destinazione Russia. Il treno fa sosta a Cracovia, in Polonia, per 8 giorni. Ripartenza per l’Ucraina. Scesi alla stazione (non specifica la città), partenza verso il fiume Don (dove c’era il fronte Germania-Italia contro Russia), a tappe forzate e a piedi: 35 o 40 Km al giorno per un mese. Sul Don vengo messo in prima linea in una postazione con mitraglia. L’obiettivo erano i russi sull’altra sponda del fiume. Tentavano l’attraversamento, ma cadevano come mosche: l’acqua era coperta di cadaveri. Scarseggiava il cibo: veniva portato una o al massimo due volte a settimana. Fortunatamente la zona era piena di campi di girasole; così si attenuavano i crampi della fame. Un giorno arrivano i bombardieri russi. Non c’erano ripari. Una bomba cade vicino e mi trovo con il mio compagno di mitraglia, coperto di sabbia per 30 centimetri. Gli altri commilitoni della postazione corrono sotto un albero pensando di essere al riparo. Una bomba centra in pieno l’albero e i miei amici: erano nove. Finito il bombardamento, il comandante ordina a me e al mio amico di raccogliere i poveri resti degli altri nove. Con il telo tenda abbiamo svolto la macabra raccolta: “averen binà su mez quintal de roba, en tut, e i era en nove”. Mi hanno poi cambiato posto. Facevo il porta ordini, dal comando al fronte, un paio di volte al giorno, qualche volta anche di notte. Un tratto di strada era allo scoperto e qualche volta ero il bersaglio del nemico; fortunatamente non avevano una grande mira. Alla fine del ’42 i russi sfondano il nostro fronte. Inizia la ritirata. Con il mio amico ci fermiamo in un paesino per procurarci del pane. Arriva un tenente, forse tedesco, con una slitta trainata da due cavalli: mentre entra a prendere il pane, saltiamo sulla slitta e scappiamo. Le strade erano coperte da 50 centimetri di neve. Nella slitta abbiamo trovato una forma intera di formaggio e una quindicina di chili di zucchero. Finalmente raggiungiamo una colonna di italiani e tedeschi a bordo di camion militari. Abbiamo abbandonato la slitta, ormai trainata da un solo cavallo perché l’altro era morto per strada, cercando di salire sui camion. Abbiamo visto dei soldati aggrapparsi alle sponde per salire e i tedeschi picchiarli sulle mani con il calcio dei fucili. Fra i tanti camion ne abbiamo trovato uno carico di italiani che ci hanno raccolti. Ci siamo fermati in una cittadina per essere visitati: alcuni sono stati dichiarati abili in grado di proseguire la guerra, io sono stato dichiarato “menomato” e quindi da far rientrare in Italia per seguire delle cure. In treno quindi siam partiti alla volta di Senigaglia dove sono rimasto 2 mesi. Il mio problema era la pelle mangiata dai pidocchi: praticamente di pelle non ne avevo più. Bagno tutto i giorni, unguenti e massaggi. E finalmente il ritorno a Ranzo.
  • Restituzione Titoli del Prestito di Guerra Austriaco

    Documento dell' Ufficio Italiano di Verifica e Compensazione che testimonia la restituzione di titoli di prestito di Guerra austriaco nei confronti della Signora Emma Andreis di Vezzano.
  • Società di comunella pel reclutamento militare - 1856

    Il servizio militare obbligatorio della durata di due anni venne introdotto nel territorio austriaco nel 1871; prima la difesa territoriale era compito dei volontari. Questo documento testimonia la presenza di una "società di comunella pel reclutamento militare" sul territorio di "Cavedine e Pedegazza compreso Ranzo e Margone" alla quale ci si associava versando "fiorini 40 di Vienna", dopodiché una "estrazione" avrebbe stabilito chi entrava nei reparti dei tiratori scelti volontari, chiamati comunemente Schützen. In questo caso per il ventitreenne Vincenzo Bassetti si era impegnato a pagare il padre Giobatta ed aveva fatto da garante il Curato di Santa Massenza Don Francesco Bassetti. --- Per una prima rapida lettura segue la trascrizione del documento a cura di Rosetta Margoni . Santa Massenza li 26 Marzo 1856 Il qua presente, e sottoscritto Gbatta Bassetti da Santa Massenza alla presenza degli infrascritti testimoni dichiara di concorrere nella società di comunella pel reclutamento militare che si farà nell’estrazione di domani 27 marzo del riparto di Cavedine e Pedegazza compreso Ranzo e Margone e si obbliga a prendervi parte per suo figlio Bassetti Vincenzo nell’importo di fiorini 40 di Vienna sono quaranta di Vienna. Esso Bassetti si obbliga di versare questo importo nelle mani del signor cassiere e collettore del riparto il signor Pietro Cattoni Capo Comune di Cavedine entro tre mesi dal giorno dell’estrazione a scanso di sommarissime esecuzioni a garanzia dell’importo suddetto e conseguenze si introdusse il Curato di Santa Massenza Don Francesco Bassetti il quale si dichiara solido debitore. In fede x segno di croce di G Battista Bassetti SiMone Dall’Antonio testimonio Beniamino Bassetti Testimonio Don Bassetti Francesco Sigurtà e debitore solidare Pagati fiorinini venti W. Cavedine li 3 agosto 1856 Don Pietro Catoni Cassiere
  • Processione di San Valentino a Vezzano

    Il 2 maggio 1945 terminò ufficialmente il secondo conflitto mondiale in Italia ed a Vezzano, il sabato successivo, venne effettuata la celebrazione solenne qui immortalata. Essa era prevista dalla preghiera e voto fatta per ottenere l'intercessione di San Valentino da autorità ecclesiastiche, civili e popolazione del Comune di Vezzano il 14 febbraio del 1944, nella quale si legge: "...ottenute le sospirate grazie, vogliamo mostrare la nostra riconoscenza impegnandoci oggi con voto solenne a celebrare, appena cessata la guerra, una festa di ringraziamento, portando in processione la benedetta tua immagine, seguita come scorta d'onore dalle Autorità e rappresentanze di tutto il Comune." Si vedono gli archi da festa con in cima lo stemma comunale, e la scritta "Grazie San Valentino d'averci salvati"; sulla sinistra si scorge parte della facciata della chiesa di Vezzano mentre sulla destra si vede parte dell'edificio del Bar alla Posta, sulle cui finestre sono esposte delle lenzuola bianche, come da tradizione.
  • Commemorazione caduti delle due guerre

    Soci della Cassa Rurale riuniti per - probabilmente - una commemorazione con messa "Ai caduti delle due guerre", come recita la corona fiorita al centro.
  • Militari della Folgore

    Militari della Folgore posano con una camionetta per le vie del paese di Vezzano: erano alloggiati nelle scuole elementari, che erano state convertite perché i soldati potessero dormirci e cucinarsi i pasti.
  • La guerra è finita

    Bambine, ragazzi, giovani e donne, in molti sono andati a fare uno scatto tra cannoni, mitragliatrici e altre armi requisite ai tedeschi e sorvegliate dai militari dell'esercito italiano della brigata Folgore nella piazza di fiera a Vezzano. Era un modo per festeggiare quei mezzi in partenza e la fine tanto agognata della guerra. Nel consegnarci queste foto, Umberto Garbari torna con la memoria al 2 maggio 1945 quando, con altri bambini, correva di gioia per il paese. Erano grati della fine della guerra: già si vedevano sfollati, costretti ad andare nei paesi vicini. Tutta la notte c'era stato un gran via vai, con colonne di tedeschi e carri armati che lasciavano l'Italia, considerata nemica e traditrice. Bisognava lasciare aperti porte e portoni, perché i tedeschi viaggiavano di giorno e di notte nascondevano i loro mezzi nelle case in paese.
  • Giovani in sidecar

    Non era da tutti avere un mezzo a motore ed Ermenegildo Garbari era orgoglioso del suo sidecar che usava per lavoro e per diletto, fin quando non gli fu "temporaneamente" requisito dai militari tedeschi mentre stava rientrando da Trento. Dopo di allora non lo vide mai più. Fra i suoi amici qui ci sono Alfeo Aldrighetti, Bruno Zanini e Fernando Tonelli.
  • Memoria del denaro spedito a Giacomo Biotti

    Il documento certifica l'elenco dei fiorini spediti al militare Giacomo Biotti dal fratello: sono elencate le lettere nelle quali Giacomo richiedeva il denaro e sulla destra i fiorini che sono stati spediti. Al numero 6 è anche indicata "la spedizione di un paio di braghe" avvenuta il 3 agosto del 1858.
  • I coscritti vezzanesi del 1924

    I coscritti del 1924 col tipico cappello addobbato con fiori e piume festeggiano la coscrizione nella piazza di Vezzano. Con loro un soldato. Ricordiamo che il periodo 1943-1945 fu quello dell'occupazione tedesca seguita al "rebalton" e che a Vezzano aveva sede un reparto di gendarmeria tedesca che mantenne un buon rapporto coi civili. Il gruppo si trova in quella che allora era Piazza Fiera, dietro loro si vede Via Dante, sulla destra la scuola elementare e la fontana.
  • Lettere di Giacomo Biotti

    Queste lettere sono state scritte da Giacomo Biotti di Padergnone, negli anni 1856 e 1859. Dalle date e dai luoghi da cui scriveva, non è chiaro in quali guerre abbia combattuto. Nelle sue lettere Giacomo saluta i familiari indicando sempre il luogo e il battaglione nel quale si trova. In una in particolare domanda se la famiglia abbia del denaro da spedirgli, perché la paga da miliare è miserabile, ma se non si potesse, fa niente.
  • Cuoco e commilitoni della Folgore

    Le foto documentano momenti di leggerezza per i soldati della Folgore stanziati a Vezzano col compito di sorvegliare le armi pesanti requisite ai tedeschi in ritirata alla fine della seconda guerra mondiale. Dietro di loro si vede la targa della Scuola Materna con la sigla O.N.A.I.R. (Opera Nazionale di Assistenza all'Italia Redenta), istituto previdenziale italiano, nato nel 1919 allo scopo di assistere le popolazioni delle "terre redente", particolarmente tramite provvedimenti a favore della prima infanzia. La scuola materna di Vezzano fu annessa all'ONAIR il 3 novembre 1939.
  • Corrispondenza tra Emanuele e Oreste Caldini 09.04.1915

    Trascrizione: «Non dici mai di avere da noi notizie dopo diverse corrispondenze che ci ab[b]iamo mandate. Qui incomincia la primavera e sbocciano già i fiori. Anche i lavori di campagna proseguono regolari. L'ultima tua aveva la data del 16 Marzo. Molti sono stati gli avvenimenti nei Carpazi e quindi desideriamo tue notizie per sapere se stai ancora ab[b]astanza bene e crediamo che sarai sano come noi. Saluti cordiali.» L'apprensione del padre sarà fortunatamente sciolta il giorno dopo, alla ricezione di una precedente missiva del figlio:
  • Posacenere

    Questo posacenere fu realizzato artigianalmente sul campo di battaglia incavando una bomba scoppiata; attorno infatti c'è la ghiera. È dotato anche di un "pestello" per spegnere le sigarette o i sigari.
  • Manopola

    Questa manopola fu realizzata artgianalmente sul campo di battaglia per coprirsi dal freddo cacciando un coniglio.
  • Una pagina del diario di guerra del Capitano Oreste Caldini del 1917

    In questa pagina, tra le informazioni di guerra, il Capitano annota con una croce nera il giorno della morte di suo padre Emanuele (24.07.1917)
  • Fermacarte

    Fermacarte del Capitano Oreste Caldini con la sigla del 3° Reggimento Tyroler Kaiserjäger
  • Aprilettere

    Questo aprilettere fu realizzato artigianalmente sul campo di battaglia con la ghiera di una bomba della Grande Guerra.
  • Bocchini per sigarette

    Data l'iscrizione dorata sulla fodera della custodia ("Ostern im Felde" = "Pasqua sul campo [di battaglia]"), presumiamo si tratti di un dono fatto dagli ufficiali superiori ai loro sottoposti in occasione della Pasqua, che nel 1917 cadeva l'8 aprile. Sul coperchio, la custodia reca una targhetta con la sigla del 3° Reggimento Tyroler Kaiserjäger, del quale Oreste Caldini era capitano (Hauptmann). Il bocchino in bachelite sembra spezzato ad un'estremità e l'altra è morsicata; il supporto in argento per la sigaretta reca una decorazione vegetale.
  • Ferro da stiro a braci ardenti

    Ferro da stiro utilizzato dal Capitano Oreste Caldini in guerra per stirare le sue camicie. Nella prima fotografia si vede lo sportello aperto nel quale venivano inserite le braci; il manico è mancante.
  • Speroni di Oreste Caldini

    Gli speroni potevano venire allacciati allo stivale tramite una cinghia di cuoio oppure infilati in un apposito buco nel tacco, come i due esemplari sulla destra.
  • Biglietto della lotteria nazionale

    Biglietto della lotteria nazionale completo della "Federazione Italiana Nazionale Fascista per la lotta contro la tubercolosi". Sulla parte destra della pagina finale campeggia uno dei motti di Mussolini.
  • Intervista a Diomira Grazioli

    Diomira Grazioli, nata nel 1939, ci racconta della sua famiglia, degli anni che spese facendo la maestra, dell'osteria gestita dalla sua famiglia in paese a Vezzano e i ricordi della Seconda Guerra Mondiale.