Bambini

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  • La pecora Pot Pot

    Testimonianza di un'avventura capitata a Carla quand'era bambina con la sua pecora Pot Pot raccontata durante un intervento in classe prima della scuola primaria di Vezzano all'interno del progetto memoria svolto con Ecomuseo.
  • Bambini a Lon

    Molti erano al tempo i bambini e ragazzi che si trovavano insieme a giocare per le strade del paese, alcuni provenienti anche da Ciago.
  • El contadin no 'l fago pu

    La poesia, tramandata da Noemi Miori di Lon alla figlia negli anni '40, mette in risalto la vita difficile del contadino di inizio novecento. Testo originale: Se per sòrt la sucedes, che n’altra volta mi nases, me papà, el pòl ben dir su, ma el contadin no ‘l fago pu! Miserabil condizion, no gh’è altre profesion? Ma ormai che son sul bal, bison che bal, o ben o mal. Bison che pensa, per esempi, al finanzier, quel che va en gendarmeria col capelin da polizia, el g’ha pur el so fiorin, cosa g'hal el contadin? Le camise da sudar e la tera da vangar, scioca fis, smaca pur, no se fa gnent, l’è masa dura! Saral le set, saral le ot? Cosa fal che nol ven mai not? Levo su e vago a casa. “Tòi Sabina, che mostro m'hat preparà da zena?” Quatro craoti, mal conzai, per la padela a strozeghai, che a vardarli el par che i diga: “Se te me magni te fai fadiga!” “Ma no, gh’è gio la mortadela! Palpa bas, trai de sòra, ma ‘n do’ èla? Birichin de sporcazon, hat fat tut en bocon? Èl questa la maniera? Basta, basta per stasera” e la mama comovente, la ghe dis: “No ch’è pu gnente!” Ven po’ el temp dei cavaléri, le se desfa ‘ste donéte, che al fin, se ‘l so corpo stes lì sodo, el parerìa n’abit tacà an ciòdo. Sia lodato Gesù Cristo! Ariva el frate: su ‘na gaida, gio ‘na cesta, lasa che la vegna la tompesta, vegnirà quel di de festa ringrazieren Quel de sora! E col fiato qui finisco questa mia e così sia! Traduzione Se per caso succedesse, che un’altra volta io nascessi, mio padre, può ben dire, ma il contadino non lo faccio più! Miserabile condizione, non ci sono altre professioni? Ma ormai che sono sul ballo, devo ballare, o bene o male. Devo pensare, per esempio, al finanziere, colui che va in gendarmeria col cappellino da polizia, ha pure il suo “Fiorino” [veicolo commerciale], che cos’ha il contadino? Le camice da sudare, e la terra da vangare, colpisci forte, batti pure, non si niente, è troppo dura! Saranno le 7, saranno le 8? Casa fa che non viene mai notte? Mi alzo e vado a casa. “Ehi Sabina, cosa diavolo mi hai preparato per cena? Quattro crauti mal conditi fatti girare per la padella, che a guardarli sembrano dire: “Se mi mangi, fai fatica!” “Ma no, c’è dentro la mortadella! Palpa basso, rigirali, ma dov’è? Birichino di uno sporcaccione, hai fato tutto un boccone? È questa la maniera? Basta, basta per stasera” e la mamma commossa gli dice: “Non c’è più niente!” Arriva poi il tempo dei bachi da seta, si consumano queste donnette, che alla fine, se il loro corpo stesse lì fermo sembrerebbe un abito attaccato ad un chiodo. Sia lodato Gesù Cristo! Arriva il frate: su una grembiulata, giù una cesta, lascia che arrivi la tempesta, arriverà quel giorno di festa ringrazieremo Dio! E col fiato qui finisco questa mia e così sia! La foto è tratta da questo contenuto:
  • Vòlta la carta

    L'allenamento della memoria era un tempo ritenuto molto importante e così i bambini dovevano memorizzare anche lunghe filastrocche e poesie che venivano tramandate di generazione in generazione. Questa filastrocca in rima l'ha insegnata Noemi Miori di Lon a sua figlia negli anni '40 e lei ancora la ricorda. Testo originale: Rosa, rosa che sa da bòn, volta la carta, gh’è en limon, gh’è en limon tanto garbaro, volta la carta, gh’è en pomaro, gh’è en pomaro che fa su fruti volta la carta, gh’è do puti. gh’è do puti che giuga ala bala, volta la carta, gh’è na cavala, gh’è na cavala che bala ben, volta la carta, gh’è del fen, gh’è del fen per i animai, volta la carta, gh’è do papagai, gh’è do papagai dal collo rosso, volta la carta, gh’è un pozzo, gh’è un pozzo dai serci longhi, volta la carta, gh’è do colombi, gh’è do colombi che fa la spia volta la carta, gh’è ‘na stria gh’è na stria che fila lin, volta la carta, gh’è en meneghin, gh’è en meneghin che fa spazadore, volta la carta, gh’è do siore, gh’è do siore che va a spas volta la carta, gh’è el Tomas, gh’è el Tomas che taia su tela, volta la carta, gh’è ‘na candela, gh’è na candela che fa su fum, volta la carta, no gh’è pu nesun. Traduzione: Rosa rosa, che sa di buono volta la carta, c’è un limone, c’è un limone tanto acerbo, volta la carta, c’è un melo, c’è un melo che fa i frutti volta la carta, ci sono due bambini, ci sono due bambini che giocano a palla, volta la carta, c’è una cavalla, c’è una cavalla che balla bene, volta la carta, c’è del fieno, c’è del fieno per gli animali, volta la carta, ci sono due pappagalli, ci sono due pappagalli dal collo rosso, volta la carta, c’è un pozzo, c’è un pozzo dai cerchi lunghi, volta la carta, ci sono due colombi, ci sono due colombi che fanno la spia, volta la carta, c’è una strega, c’è una strega che fila il lino, volta la carta, c’è un milanese, c’è un milanese che fa scope, volta la carta, ci sono due signore, ci sono due signore che vanno a passeggio, volta la carta, c’è Tommaso, c’è Tommaso che taglia la tela, volta la carta, c’è una candela, c’è una candela che fa fumo, volta la carta, non c’è più nessuno.
  • Pistaaa!

    Parte del paese di Ciago in versione invernale. Dietro il paese si vede un tratto di costone bianco libero da alberi, ideale per i temerari bambini e ragazzi che lo frequentavano con i loro slittini per lo più costruiti in casa. Si può notare che le case in grande maggioranza hanno finestre prive di scuri e sulle soffitte hanno i "bochéri" aperti. Su una delle case sul poggiolo c'è un classico gabinetto all'aperto; è negli anni '60 che vengono realizzati i bagni dentro le case. Sotto il paese non c'è ancora traccia della variante al paese che viene costruita nella seconda metà degli anni '70.
  • Sul carro

    Il carro trainato dal bue è fermo nei pressi della chiesa di Lon, dietro si vedono i dossi di nuda roccia. Da notare l'abbigliamento dei bambini seduti sul carro, pesante rispetto alla stagione.
  • Bimba con annaffiatoio

    Una bimba abbevera i fiori con un piccolo annaffiatoio metallico, un gioco che è scuola di vita. Il vestito era quello tipico del tempo per i giorni di festa: gonna a pieghe di lana nera, blusa bianca con collo alla marinara, fiocco sui capelli.
  • Luni luniòl

    Filastrocca tradizionale dialettale per imparare i giorni della settimana con divertente finale a sorpresa. Testo originale: Luni luniòl, marti san Grigòl, mèrcol ho fat el pan, zòbia ho fat la bugàda, vèndro la s'ha sugàda, sabo ho petenà la testa al me Zoàn, ma sì che 'l la gavéva! Traduzione Lunedì lunedì, martedì san Gregorio, mercoledì ho preparato il pane, giovedì ho fatto il bucato, venerdì s'è asciugato, sabato ho pettinato la testa al mio Giovanni, ma si che ce l'aveva! La registrazione è stata fatta con il cellulare parlando del progetto "Giochi e filastrocche" promosso da Ecomuseo in collaborazione con le scuole della valle.
  • Bambola con elastici

    Bambola di plastica di 46 cm con braccia, gambe e testa collegati fra loro tramite elastici che ne permettono il movimento. In posizione verticale tiene gli occhi aperti, da sdraiata li chiude. I capelli sono realizzati in rilievo sulla plastica. Non riporta alcun marchio. Abbigliamento fatto ai ferri.
  • Bambola di gomma

    Bambola di gomma di 28 centimetri con braccia, gambe e testa mobili regalata ad una bimba alla sua nascita. Gli occhi si chiudono quando è sdraiata e si aprono se è in posizione verticale. Sulla schiena ha inserita una trombetta cosicché premendo sul petto emetteva un suono. La bocca, decorata in rosso vivo, ha un foro in cui si poteva inserire e togliere un succhiotto andato poi perso. I capelli sono realizzati in rilievo nella gomma. Non riporta alcun marchio. Abbigliamento fatto ai ferri.
  • Libro sagomato di Cappuccetto rosso

    Sulla copertina in cartoncino leggero è inserito un cestino in paglia intrecciata contente paglia e oggetti in cartoncino. Vi compare il prezzo di vendita al negozio Bassetti di Fraveggio: 30 lire. Nella seconda di copertina troviamo: Cappuccetto rosso, dalla favola di G. Perrault, versione di A. Mingucci, disegni di E. Tonelli, Editrice Vecchi S.R.L. Milano, Collana Piccolo Fiore. Nella terza di copertina troviamo la data di pubblicazione: 1952. La storia viene narrata in 10 pagine illustrate con 32 strofe in rima, mostrando una grafica tipica del tempo e l'uso delle rime molto utilizzato allora. Misura 16x24 cm.
  • Annaffiatoio giocattolo

    Annaffiatoio in plastica alto 15 cm con disegno floreale in rilievo posto in vendita al negozio Bassetti di Fraveggio al prezzo di 100 lire.
  • Collana di sfere

    La collana in sfere di plastica della dimensione di 1,5 cm poteva essere smontata e rimontata grazie ad una giunzione sporgente da un parte ed un foro in cui inserirla dall'altra. Il costo di vendita al negozio Bassetti di Fraveggio era di 120 lire. Oltre alla collana bianca prezzata se ne conserva anche una verde.
  • Collana da montare

    Confezione in plastica 16x14 cm contenente fiori in plastica agganciabili fra loro per formare collane. Prodotto brevettato della CVM - MADE IN ITALY - Hollywood Novelty. Sul retro della confezione riporta, al contrario, una celebre locuzione latina: "flectar non frangar", vale a dire "mi piegherò ma non mi spezzerò", La collana era in vendita al negozio Bassetti di Fraveggio al prezzo di 120 lire.
  • Villa in plastica da costruire

    Confezione in sacchetto contenente pezzi in plastica per costruire una "Villa a due piani con garage e terrazzo cm 10,5 x 10 x 10" della ditta CO-MA serie EDILMEC N. 3102. Il prodotto, nella nuova versione in scatola, è pubblicizzata su "Topolino" del 1963. Il prezzo di vendita nel negozio Bassetti di Fraveggio era di 180 lire.
  • Gran turismo giocattolo

    Pullman "Gran turismo" in latta, lungo 11 cm. Sotto il mezzo, impresso all'interno di un rombo, si intuisce il marchio "INGAP", seguito dalla scritta "PADOVA MADE IN ITALY". Articolo rimasto invenduto nella bottega Bassetti di Fraveggio; il prezzo di vendita era di 60 lire.
  • Il falegname - giocattolo

    Confezione costituita da un foglio in cartone 24,5x34 cm, sul quale sono fissati con lo spago: uno squadretto in legno, una piccola sega con lama in acciaio, un martelletto in alluminio con manico di legno, un righello da 15 cm in cartoncino rigido ed un foglietto di carta vetrata. Il costo di vendita presso la bottega Bassetti di Fraveggio era di 90 lire. Non riporta nessun marchio, ma dal confronto con oggetti simili in internet si può dedurre che sia stato prodotto dalla ditta C.F.G.M..
  • Bambola da 100 lire

    Bambola rimasta invenduta nel negozio Bassetti di Fraveggio. Ha gambe e braccia leggermente piegate e mobili, testa e occhi fissi, capelli sagomati in rilievo. Chiaramente visibile la saldatura tra le due parti in plastica. Misura 30 cm. È marchiata con due galletti che si guardano e la scritta "MADE IN ITALY". Riporta sul retro il prezzo di 100 lire. Da notare come fosse posta in vendita nuda. Al tempo erano le bambine stesse a realizzare i vestiti per le loro bambole; questa attività era parte del gioco e costituiva una esperienza formativa utile per il futuro di ogni donna. Ne parla anche Gemma Comai di Vigo Cavedine nella sua intervista:
  • Rami giocattolo

    Servizio di sei pentole giocattolo in rame dai 4 agli 8 cm di diametro di chiara fattura artigianale donate a Maria Toldo.
  • Sorelle Pederzolli

    Fotografia di gruppo che ritrae un gruppo di sorelle nei pressi di Stravino. Le giovani donne indossano abiti tipici degli anni ‘20-’30, caratterizzati da una linea molto più morbida e pratica rispetto a quelli che erano soliti essere indossati negli anni precedenti.
  • Veduta di Cavedine da Brusino

    La cartolina mostra il paese di Cavedine in uno scatto realizzato nei pressi di Brusino. È possibile notare un gruppo di persone poste in primo piano, in basso alla cartolina. Dal loro abbigliamento si può affermare che lo scatto è stato realizzato nei primi anni del 1900.
  • Calzone di lana per bambino

    Indumento per bambino. Pantaloncini fatti a mano tenuti in vita da un elastico.Le mamme in attesa di un figlio realizzavano qualche indumento, erano prevalentemente lavori a maglia eseguiti con la lana che loro stesse filavano.
  • Cuffietta per neonato

    Copricapo leggero, di lana, manufatto a mano che viene legato sotto il mento da due lacci
  • Camiciola del neonato

    Camicia di cotone un po’ pesante con collo aperto e maniche lunghe.
  • Camiciola per neonato

    L’abbigliamento del neonato o del bambino diventato grande era conservato accuratamente dalla donna di casa, poiché i vestitini passavano da un figlio all’altro, talvolta adottando delle modifiche secondo l’esigenza. Questa è una camiciola aperta dietro e con maniche lunghe.