Bambini

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  • Foto ricordo Prima Comunione 1930

    L'ingrandimento in formato 40x30 cm, scansionato in questa occasione, mostra una fotografia ricordo della Prima Comunione dell'anno 1930 a Cavedine. Come presente nella descrizione allegata alla fotografia, al centro del gruppo di bambini si trovano don Ermenegildo Tonelli e la maestra Angeli.
  • Inaugurazione del nuovo edificio scolastico a Cavedine

    La fotografia è stata scattata il 3 ottobre 1954 durante l'inaugurazione del nuovo edificio scolastico a Cavedine. Questo scatto mostra il momento del taglio del nastro tricolore da parte della vedova del defunto Commendatore Giulio Cattoni, alla cui memoria fu intitolato l'edificio. Si riconoscono l'attuale arciprete di Cavedine don Luigi Demattè e don Simone Felicetti che sorregge il paramento liturgico. A seguire sono presenti la maestra Gregorina Cattoni, il maestro Eugenio Pederzolli e il maestro Mario Chesani. Si tratta di un ingrandimento in formato 40x30 cm, scansionato nel 2021.
  • Pé un, pé dó, pé tré

    I bambini fanno sentire per due volte la filastrocca in dialetto, che fa parte del gioco omonimo da loro scelto nell'ambito del progetto "giochi e filastrocche al tempo dei nonni" per la pubblicazione sull'albo illustrato edito da Ecomuseo della Valle dei Laghi. FILASTROCCA Pé un, pé dó, pé tré pé quatro, pé zinque, pé séi, pé sète, pé òto scarpón moléta tira endrio quala? Questa. --- TIPO DI GIOCO Oltre che come conta per stabilire chi inizia un gioco, può essere usato per un gioco di gruppo tranquillo da fermi. PREPARAZIONE Mettersi in cerchio con un piede avanti o su un muretto con i piedi penzoloni. SCOPO DEL GIOCO Rimanere per ultimo col piede in gioco. REGOLE DEL GIOCO: Un bambino recita la filastrocca toccando o indicando a ritmo i piedi dei compagni. Al “questa” viene eliminato dal gioco quel piede. Riparte dal piede successivo e ripete la filastrocca finché rimane un solo piede. VARIANTI: Una variante della filastrocca è consultabile a pag. 48 della pubblicazione
  • Settimana

    Il video mostra e spiega come si gioca a settimana (croce). È dedicato in primo luogo ai bambini delle scuole della Valle dei Laghi che partecipano al progetto di Ecomuseo "Giochi e filastrocche". In allegato la scheda di presentazione del gioco per le scuole. Un'altra versione è descritta al gioco n. 11 sull'albo
  • La danza del serpente

    I bambini fanno sentire per due volte la canzone, che fa parte del gioco omonimo da loro scelto nell'ambito del progetto "giochi e filastrocche al tempo dei nonni" per la pubblicazione sull'albo illustrato edito da Ecomuseo della Valle dei Laghi. Questo gioco tradizionale è ancora praticato nelle scuole dell'infanzia della valle. ---- TIPO DI GIOCO Gioco tradizionale di movimento in cerchio. Può partecipare un qualsiasi numero di giocatori dai 3 anni in poi. PREPARAZIONE I bambini si mettono in cerchio staccati l’uno dall’altro. Un bambino sta in centro. SCOPO DEL GIOCO Formare tutti insieme un “serpente”. REGOLE DEL GIOCO: Il bambino o la bambina che è in centro passa a zig-zag tra i compagni saltellando e canta: "Questa è la danza del serpente, che vien giù dal monte per ritrovare la sua coda che egli perse un dì!". Si ferma davanti ad un/a compagna/o e dice: "Ma dimmi un po’, sei forse tu quel pezzettin del mio codin?". Se il compagno dice di sì, si attacca alle sue spalle e si riprende il gioco finché tutta la coda è completa.
  • È cotto il pane?

    I bambini fanno sentire per due volte la canzone, che fa parte del gioco omonimo da loro scelto nell'ambito del progetto "giochi e filastrocche al tempo dei nonni" per la pubblicazione sull'albo illustrato edito da Ecomuseo della Valle dei Laghi. Anche in altre scuole della valle questo gioco tradizionale è stato segnalato ed è ancora praticato in alcune scuole dell'infanzia e primarie. ---- TIPO DI GIOCO Gioco tradizionale di movimento all’aperto. Può partecipare un qualsiasi numero di giocatori. PREPARAZIONE Ci si posiziona in semicerchio tenuti per mano. I due bambini alle estremità devono conoscere il gioco SCOPO DEL GIOCO Ingarbugliarsi e tenersi collegati ai compagni. REGOLE DEL GIOCO: Dialogo fra i due bambini alle estremità: DX. “È cotto il pane?” SX. “Sì, ma è un po’ bruciato.” DX. “Chi è stato?” SX. Dice il nome di uno dei giocatori DX. Parte seguito da tutto il gruppo tenuto per mano e passa sotto alle braccia che fanno ponte alla sinistra del bambino chiamato cosicché lui rimane a braccia incrociate e girato verso l’esterno. Mentre si fa questo movimento tutti insieme cantano: “Povero ...(Nome), legato alle catene, soffrirà le pene, le pene da morir.” Si ripete il gioco, senza mai mollare le mani dei vicini finché tutti sono “incatenati”. Il gioco può concludersi qui. VARIANTI Se a giocare sono bambini più grandi, alla fine anche i due alle estremità si danno la mano e tutti tirano verso l’esterno finché la catena si spezza. Un'altra variante segnalata in valle è nel finale del canto: “Povero ...(Nome), legato alle catene, alle dure pene, è costretto a lavorar.”
  • Il lavoro nei campi

    Il lavoro svolto un tempo nei campi e la fienagione vengono qui descritti dai nonni intervenuti in classe prima della scuola primaria di Vezzano all'interno del progetto memoria svolto con Ecomuseo.
  • Prima Comunione 1967

    La fotografia ritrae la piccola Pisoni Lucia nel giorno della sua Prima Comunione. Come di consueto per l'epoca, indossa un vestito tradizionale e porta sul capo un velo in tulle. Alle sue spalle possiamo notare il paese di Castel Madruzzo, in particolare la maestosa Chiesa Lauretana.
  • Prima Comunione 1965

    La fotografia ritrae una bambina di otto anni, in chiesa, nel giorno della sua Prima Comunione. Come di consueto per l'epoca, indossa un vestito tradizionale ricamato e porta sul capo una coroncina con il velo in tulle anch'esso con dei ricami.
  • Polenta

    Il video, tra uno spintone e l'altro dei bambini, mostra e spiega come si gioca a polenta. È dedicato in primo luogo ai bambini delle scuole della Valle dei Laghi che partecipano al progetto di Ecomuseo "Giochi e filastrocche". In allegato la scheda di presentazione del gioco per le scuole.
  • Fontana per bere in loc. Pozze

    I bambini andavano a prendere l'acqua con la brentöla o il cracidèl.
  • Dormitorio

    Dato che la camera in casa era troppo piccola per ospitare i genitori, i nonni, la zia e tutti e 7 i fratelli, venne costruita questa casetta dove dormivano i bambini assieme ai genitori sul "paión" "a caf pè", ovvero tutti coi piedi verso il centro. Come indicano la targa in cemento in facciata e l'iscrizione "C | 1932 | P" (Cesare Pedrotti) sull'architrave della porta, la costruzione risale al 1932, ovvero la data del matrimonio del figlio Albino, padre di Giulio. Il tetto è stato ricostruito verso il 2010.
  • Fontana per lavare in loc. Pozze

    Oggi è totalmente infestata dalla vegetazione
  • Adriano Bortolotti da piccolo

    Adriano è qui ritratto a 3 anni con i suoi fratellini; è quello in centro in piedi.
  • Fabbri giocattolo

    Questo giocattolo fu realizzato da un nonno per dimostrare ai nipoti come giocava un tempo, verso il 1918. Misure: 32.5 x 13.5 x 2.5 cm.
  • Pinocchietto

    Questo giocattolo fu realizzato da un nonno per dimostrare ai nipoti come giocava un tempo, verso il 1918. Misure: 23 x 5.5 cm
  • Protagonisti di una piazza

    Come se fossero in un'ordinata fila ecco due bambini, un giovane cedro, una fontana e un lavatoio. La piazza un tempo era dei bambini, ora loro se ne stanno in casa e la piazza è diventata parcheggio; il cedro ingombrante e pericoloso è stato abbattuto, la pubblica fontana ormai inutile è stata divelta, il lavatoio recuperato e valorizzato fa ancora bella mostra di sé.
  • Mascherina e cedro

    La piccola Luisa Bressan suona lo zufolo travestita da tirolese nello spazio circolare ai piedi del giovane cedro nella piazza di Fraveggio. Presso i lavatoio si intravede la postazione per la sbigolada ed intorno qualche persona, segno che la festa del carnevale stava per cominciare.
  • Mascherina e lavatoio

    La piccola Luisa Bressan è pronta per il carnevale vestita da cinesina davanti al lavatoio dove due donne stanno facendo il bucato.
  • Asilotto

    La cartolina riporta dietro: "Giovannino il 1° anno di asilo aprile 1952". Il diminutivo era comune per l'ultimogenito. Il fotografo passava saltuariamente negli asili e nelle scuole per fotografare i bambini in aula. Il colletto bianco era caratteristico di grembiuli sia all'asilo che a scuola, liscio per i maschi e col pizzo per le femmine.
  • Col triciclo

    Il piccolo Giancarlo Garbari scorrazza col suo triciclo di ferro nel piazzale della chiesa.
  • Bambini alla fontana

    Gruppo di bambini gioca alla fontana che si trovava nella piazza di Fraveggio. La data è ricavata da pag. 10 della pubblicazione qui consultabile:
  • Quando l'acqua nelle case non c'era... nei ricordi di Attilio Comai

    Il video è stato realizzato in funzione di un'attività svolta con i bambini della scuola primaria sul tema dell'acqua e riporta esperienze di vita legate all'uso dell'acqua prima dell'arrivo dei rubinetti in casa. La frase che veniva rivolta al piccolo Attilio "'n om che lava? Varda che te va via le scarséle!", anche se detta per scherzo, sottintendeva una netta separazione dei ruoli. La perdita automatica delle tasche, accessorio prezioso per ogni uomo, era una "minaccia" che poteva far pensare e desistere un bambino dal fare lavori da donne. La risposta del bambino dimostra sicurezza e fiducia nella madre. In mappa il video è localizzato nel posto dove c'era la fontana citata. Nel glossario sono spiegati il significato di termini dialettali quali: brentóla, cazza, cassa dela legna, scarsèle, tacàr.
  • bòcia

    Matelòt si usa soprattutto nel terlaghese. Matelòt e putelòt sono diminutivi di matèl e putèl, cioè ragazzo. Bocia invece ha un suo diminutivo: bocéta, che sta ad indicare bambino piccolo. Bòcia può inoltre significare:
  • Anziana e bambina a Castel Madruzzo

    Oggi il muretto sulla destra non è più presente; al suo posto c'è un piccolo parcheggio. La datazione è motivata dal fatto che sappiamo che la bambina ritratta è del 1941.