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  • A lavorare le barbatelle nel bresciano

    Anna Pedrini ha imparato presto a lavorare le barbatelle a Padergnone ed ha potuto mettere a frutto questa sua competenza guadagnandosi un po' di soldi con il lavoro stagionale a Monticelli Brusati in provincia di Brescia, dove la vediamo impegnata nel lavoro di innesto con le sue colleghe.
  • Corso di cucito

    Terminate le scuole dell'obbligo Agnese Pedrini di Padergnone frequenta il corso triennale di cucito per diventare sarta. Per questo rimarrà in collegio a Trento presso le suore. Qui la vediamo insieme alle sue compagne di corso col classico grembiule nero e colletto bianco: Maria Clauser, Erma Santuliana, Agnese Pedrini, Maria Bernardi, Laura Eccher, Saveria Inama, Lidia Lucchi, Maria Trentini, Alma Pancher, Alma Demattè, Caterina Anselmi, Ada Piovano, Aelina Rossi, Palmira Caldana.
  • Diploma di benemerenza a Bassetti Santa

    Manifesto in cartoncino 51 x 38 cm. Diploma prestampato con parti compilate a timbro ed il nome a scrittura manuale. il testo riporta: VI concorso nazionale di ricamo fra le alunne delle scuole femminili d'Italia Impero e Colonie autorizzato dall'On. Ministero dell'Educazioen Nazionale Diploma di benemerenza L'insegnante sig, Bassetti Santa ha conseguito un 3° premio nella 1^ Categoria. Milano 10 luglio 1940 Anno XVIII Il presidente della giuria (firma non decifrata)
  • Riconoscenza a Santa Bassetti

    Manifesto in cartoncino 33,5 x 50 cm, scritto a mano e decorato con un delicato motivo floreale realizzato all'acquerello. il testo è il seguente: Alla loro Direttrice Santa Bassetti che con tanto zelo e abnegazione da parecchi anni consacra le sue più assidue cure alla pia Congregazione, quale tenue pegno di sincero affetto e imperitura riconoscenza Calavino, nel luglio 1926 le figlie di Maria offrono.
  • Mani in seconda!

    "Mani in seconda!" avrà ordinato la maestra Santa Bassetti alla sua scolaresca alla presenza del fotografo in classe, ed ognuno ha prontamente intrecciato le dita dietro la schiena, mentre lei, in fondo all'aula, li teneva d'occhio tutti a braccia conserte.
  • Santa Bassetti

    Santa Bassetti è nata a S. Massenza il 30 marzo 1888. Ha conseguito l’attestato di maturità presso l’Istituto Magistrale di Trento il 27 luglio 1910 e l’attestato di abilitazione il 25 ottobre 1912. È entrata subito in servizio a Sarche, poi tra il 1916 e il 1921 ha prestato servizio a Santa Massenza ed infine tra il 1921 ed il 1944 a Calavino. Gli anni in cui ha lavorato a Santa Massenza sono stati molto difficili: tra residenti, sfollati, bambini bisognosi ospitati in casa di zie e sorelle maggiori, la sua scolaresca ha raggiunto i 74 alunni; non c'erano neppure i banchi per tutti. Le sue proteste presso l'amministrazione comunale, richiamando la normativa che prevedeva un massimo di 60 alunni per classe, hanno cozzato contro la povertà. Solo per un periodo è riuscita ad ottenere una seconda classe, per il resto ha messo in atto un'organizzazione complessa di turni in modo da seguire tutti i suoi alunni proseguendo le lezioni anche nel semestre estivo. Nel 1922/23 gli alunni a Santa Massenza sono calati repentinamente a 55 ma lei nel frattempo si era spostata a Calavino dove ha continuato il suo lavoro con passione rimanendo in servizio finché la malattia di cui soffriva la portò a morire prematuramente a soli 56 anni.
  • Carta di dota di Alma Aldrighetti

    Come di consuetudine questo atto documenta la dote che la sposa porta con sé al momento del matrimonio, e più precisamente "il signor Primo Aldrighetti consegna alla propria figlia Alma Aldrighetti che passa a matrimonio con il signor Benvenuto Zucchatti la sottoelencata biancheria ecc. Benvenuto Zuccatti con l'apporre la firma alla presente dichiara di riceverla in consegna e di esserne responsabile." Questo atto privato è sottoscritto dal padre, dal marito, da una sarta e due testimoni.
  • Broccoli

    Mirella, Olga e Rosetta, davanti al cancello dell'asilo di Vezzano, mostrano i rinomati "broccoli di Santa Massenza" da loro coltivati.
  • Tempo di vendemmia

    A settembre, Angelina, Giannina, Olga, Santa, Rita, Valeria, Angelo e Bepi in pausa durante la vendemmia. Il carro era il mezzo di trasporto del tempo e le ceste, di diversa forma e dimensione, prodotte artigianalmente, erano i contenitori usati per qualsiasi prodotto. In primo piano si notano i broccoli.
  • Matrimonio a Ciago

    In queste foto si vede come l'abito bianco, seppur corto, abbia raggiunto anche i nostri paesi. Lo ha realizzato la sposa stessa usando per la prima volta il bianco; diverse spose le hanno poi richiesto modelli in bianco. Molti fiori decorano la chiesa. Il parroco celebra la messa dando la schiena ai fedeli come era d'uso prima del Concilio Vaticano II (1962-65). Alle balaustre, che separavano il presbiterio dalla navata, si inginocchiavano i fedeli per ricevere la comunione; ora sono custodite ai lati della navata.
  • Pausa

    Signora seduta ai piedi del capitello di San Rocco presentato alla scheda:
  • Donna nei pressi di Stravino

    Lo scatto ritrae una donna in campagna nei pressi di Stravino. L'abbigliamento è costituito da un lungo abito nero e scuro come richiedeva la moda del tempo. Nello specifico indossa una blusa molto coprente e una lunga gonna allacciata alta e coperta da un grembiule. I gioielli sono costituiti da un paio di orecchini e dalla caratteristica collana che erano solite indossare le donne di fine '800.
  • Sorelle Pederzolli

    Fotografia di gruppo che ritrae un gruppo di sorelle nei pressi di Stravino. Le giovani donne indossano abiti tipici degli anni ‘20-’30, caratterizzati da una linea molto più morbida e pratica rispetto a quelli che erano soliti essere indossati negli anni precedenti.
  • Ferro da stiro a braci

    Nel ferro da stiro venivano inserite braci roventi in modo che la piastra si scaldasse per poterlo così usare da stirare.
  • Filatoio

    Il filatoio era la macchina con la quale la donna costruiva il filato a partire da una fibra naturale cardata: lana seta, canapa, lino. La donna allungava un po' alla volta la fibra cardata che teneva in mano e che inseriva nel filatoio. Col piede manteneva in movimento il filatoio cosicché il filato si stirava e si allungava. Grazie al movimento imposto dal filatoio si torceva e si avvolgeva intorno alla bobina.
  • Arcolaio

    L'arcolaio veniva usato per dipanare le matasse ("ace"). La matassa ("acia") veniva inserita sull'arcolaio semi-chiuso che veniva poi aperto premendo le braccia verso il basso e fissandole con la vite superiore. Trovato il bandolo della matassa, cioè il capo del filo con il quale inizia la matassa, si iniziava a produrre un gomitolo mentre l'arcolaio girava alla velocità data dal richiamo del filo. Anche una bambina esperta in questo lavoro faceva girare molto velocemente l'arcolaio ed in breve tempo la matassa era del tutto dipanata e trasformata in gomitolo. Da qui il detto "Él va come 'n guìndol", "L'è saltà su come 'n guìndol" per sottolineare la velocità dell'azione. In assenza dell'arcolaio la matassa veniva tenuta da una bambina a braccia aperte che doveva seguire l'azione di chi dipanava la matassa muovendo al suo ritmo braccia e mani. La soluzione più lenta consisteva nell'infilare la matassa nello schienale di una sedia e fare da sola. Dipanare le matasse era un tipico lavoro delle donne e delle bambine. Era necessario avere la lana in gomitoli per poi lavorarla ai ferri (come oggi) ed averla prima in matasse per poterla tingere.
  • Scatola porta oggetti

    Scatola contenente oggettini e ninnoli appartenenti alla donna: boccettina di profumo, forbicine, fermagli per capelli ecc…
  • Camiciola

    Indumento femminile che era indossato sopra la “camisa” e infilato sotto la gonna. Era svasato in vita e arricchito da ricami.
  • Sottoveste/sottogonna

    Indumento intimo femminile che era indossato sopra la “camisa”. Era scamiciato , largo e lungo.
  • Porta tovagliolo

    Conteneva il tovagliolo usato durante i pasti
  • Porta tovagliolo

    Articolo utilizzato in tavola prettamente in uso a famiglie benestanti.
  • Camicia da notte

    Indumento intimo femminile per la notte. Erano lunghe fino al polpaccio, e pesanti questo perché le stanze da letto erano umide e fredde. Assieme alla camicia da notte la donna indossava anche la cuffietta per riparare la testa dal freddo e mantenere intatto “ ‘l crucol”.
  • Sottoveste in vita

    Indumento per bambine. Sottoveste che si portava sotto la gonna. Ornata con pizzo e in vita trattenuta da un elastico
  • Reggicalze

    Indumento intimo femminile formato da una cintura/fascia che cinge la vita e da quattro bretelline che avevano la finalità di sorreggere le calze attraverso un gancetto posto alle loro estremità
  • Portatovaglioli

    Contiene il tovagliolo utilizzato a tavola. Si usava prevalentemente nelle famiglie agiate, talvolta impreziosito di ricami.